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Autore: Minari OppaRi    23/12/2011    2 recensioni
Piccola fanfiction sui sentimenti e i pensieri di Naruto prima di sapere che in lui era rinchiusa la Volpe a nove code
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sentivo solo.
Non avevo né parenti, né amici.
Al villaggio tutti mi evitavano.
E io mi domandavo sempre la stessa cosa.
Perché?
Perché tutti mi trattavano male?
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto quel dolore?
Quando camminavo tutti indietreggiavano.
“Mostro”, “Demone” questi erano i modi in cui mi chiamavano.
E ancora io non capivo.
“Devi morire”, “Ti odio”, “State alla larga da lui” erano queste le parole che mi venivano rivolte.
Perché ce l’avevano con me?
Ero solo un bambino, cosa potevo aver fatto di male.
All’accademia mi restavano lontano oppure mi deridevano.
Non ero abile con le tecniche ninja.
Non sapevo fare niente.
Per cercare di attirare l’attenzione avevo iniziato a fare il pagliaccio.
Avevo sempre il sorriso sulle labbra.
Ridevo come uno scemo.
Mi cacciavo nei guai.
Ma non serviva a niente.
Solo il maestro Iruka sembrava non odiarmi.
Ma le persone mentono facilmente.
In un angolo del mio cuore avevo paura che anche lui fosse come tutti gli altri.
Ma quando ero davanti a delle persone non lasciavo che questi miei dubbi prendessero forma.
Solo quando era da solo a casa potevo essere finalmente libero di versare le mie lacrime.
Perché dovevo patire tutto quel dolore?
Perché io dovevo cadere in quel baratro di solitudine?
Non avevo la risposta.
Qualche volte nella mia mente circolava un idea.
Un idea chiamata morte.
Se io fossi scomparso a qualcuno sarebbe importato?
No ovviamente.
Forse avrebbero gioito.
 O forse non se ne sarebbero neanche resi conto.
Io mandavo via quell’idea pensando al mio sogno.
Io diventerò Hokage.
Quello era il mio sogno.
E quindi non sarei dovuto morire fino a quando non lo fossi diventato.
Ma era difficile continuare a tenere la speranza.
Guardavo tutti i miei coetanei.
Giocavano felici con i loro amici. Avevano dei genitori che si prendevano cura di loro.
Ero invidioso.
“Cos’ho che non va?”
Continuavo a ripetermelo.
Perché non potevo essere come loro?
La tristezza aveva preso un gigantesco posto nel mio cuore.
“Non importa quello che mi dite! Io diventerò Hokage!”
Era quello che continuavo ad urlare.
Probabilmente tutti quelli che mi guardavano pensavano che io non fossi mai triste.
Si sbagliavano di grosso.
Potevo anche sorridere o ridere ma in cuor mio ero veramente distrutto.
Ogni notte piangevo in solitudine.
A volte non riuscivo neanche a respirare dalle troppe lacrime che versavo.
Mi allenavo come un matto.
Ma nessuno riconosceva il mio impegno.
Si.
Fin troppe volte avevo immaginato la mia morte.
Ma ogni volta mi fermavo pensando al mio sogno.
Ogni giorno però mi chiedevo.
“Quanto ancora dovrò restare in questo oblio di solitudine?”
Neanche a quello avevo una risposta. 

  
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