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Autore: alister_    24/12/2011    3 recensioni
Era tutto molto più facile quando era solo una sedicenne del Politecnico Mishima, con un panda come inseparabile compagno e una grossa cotta per il bel tenebroso dell'ultimo anno.
Amare era così semplice, allora. Non c'era giusto o sbagliato. Non c'erano complicazioni, ma solo certezze, e il suo amore per Jin vinceva su ogni altra.

Buon Natale, Manasama!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'All hope is gone [or maybe not]'
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»N/A: Prima storia per il nuovo set della Tekken Challenge \O/ 

Banale ma sincera XiaoJin, che dedico a Manasama. Tanti auguri di buon Natale, Marty, e grazie per tutti i rant, le trollate e i momenti dementi condivisi in questi ultimi mesi ♥ Ma guarda un po', tra poco me li fai shippare, eh? :D

 

[Set Marrone]

Cambio di fede

 

 

Come si può amare un assassino?

Xiaoyu se lo chiede ogni giorno, da quando, incredula, ha visto per la prima volta il viso di Jin enunciare inespressivo progetti di morte e devastazione dallo schermo della tv.

Oggi i titoli della Zaibatsu sono saliti ancora – lo annuncia con voce piatta la conduttrice del telegiornale.

Più morte, più ricchezza: questa sembra essere la formula del successo adottata da Jin.

Notizie di raid in Medio Oriente e bombardamenti sul suolo europeo si fanno sempre più frequenti. Solo pochi minuti fa Xiaoyu, sconvolta e disgustata, si è trovata davanti alle ennesime riprese di macerie e morti: si tratta della Spagna1, questa volta. La frequenza con cui si susseguono queste catastrofi non ne limita la gravità, né tanto meno le rende più facile convincersi che, dietro a tutto questo, ci sia davvero il suo Jin.

In silenzio, si stringe le ginocchia al petto, rannicchiandosi sul divano consunto di Hwoarang; il suo bilocale disordinato è diventato quanto di più simile a una casa, da quando è cominciata l'era Zaibatsu, e in lui Xiaoyu ha inaspettatamente scoperto un amico fedele e affidabile, sempre pronto a tenderle la mano oltre la cortina di scherzi e prese in giro.

Solo qualche mese prima, non avrebbe mai pensato che la sua vita avrebbe preso quella piega.

Era tutto molto più facile quando era solo una sedicenne del Politecnico Mishima, con un panda come inseparabile compagno e una grossa cotta per il bel tenebroso dell'ultimo anno.

Amare era così semplice, allora. Non c'era giusto o sbagliato. Non c'erano complicazioni, ma solo certezze, e il suo amore per Jin vinceva su ogni altra.

Credeva senza riserve in quel sentimento. Era convinta, con tutta sé stessa, che fosse solo questione di tempo prima che sbocciasse nel sogno con cui si cullava ogni sera prima di andare a dormire; le sarebbe bastato restargli accanto pazientemente, e prima o poi lui si sarebbe voltato verso di lei e l'avrebbe vista non più come l'allegra compagna di allenamento, ma come una giovane donna di cui innamorarsi.

Aveva una gran fretta di crescere, a sedici anni. Adesso che ne ha diciannove e si è lasciata alle spalle sogni di parchi divertimento e macchine del tempo, il corso degli eventi non ha certo seguito le sue aspettative. Al contrario, tutto si è rivelato terribilmente più difficile di quanto avesse mai potuto immaginare.

Ogni volta che la realtà dei fatti le viene sbattuta in faccia da una prima pagina, un servizio televisivo o qualche commento sussurrato in strada, istintivamente chiude gli occhi, nella speranza di ritrovare – dopo averli riaperti – il mondo colorato della sua adolescenza, dove Jin era lontano, ma non irraggiungibile; taciturno e distaccato, ma non certo malvagio.

Di questa malvagità, Xiaoyu stenta a convincersi ancora adesso. Eppure, i fatti parlano chiaro: c'è Jin Kazama a capo della Mishima Zaibatsu e c'è la Mishima Zaibatsu dietro i disastri che sconvolgono il mondo. Nessuna teoria fantasiosa può cambiare la realtà.

Ci dev'essere un motivo, si ripete, in quel momento come in tanti altri. Una spiegazione qualunque, che giustifichi quel comportamento assurdo; eppure, non gliene viene in mente nessuna.

Le manca la fede incrollabile che coltivava a sedici anni. Le manca il tempo in cui i suoi sentimenti erano certezze inconfutabili, assiomi imprescindibili che regolavano la sua vita.

Vorrebbe ancora avere fede, adesso. Farebbe volentieri a meno di tutti questi dubbi per poter professare, sicura al cento per cento: “Jin è una brava persona. Agisce per un buon fine, anche se nessuno lo capisce”.

Vorrebbe, vorrebbe con tutta sé stessa.

La notte, insonne, cerca tra i suoi ricordi appigli per ritrovare quella condizione, ma trova solo momenti felici e lontani che le riempiono gli occhi di lacrime.

Si odia, perché non riesce più ad essere ingenua. Si odia, perché non riesce più a credere in Jin, e se non crede in lui, allora significa che il suo sentimento non era così forte come pensava; che con il tempo è scemato, strappandole la fede cieca che guidava ogni sua azione.

Perché, se Jin è un assassino, esserne innamorata non è certo facile, non quanto lo era fino a poco tempo fa.

Come faceva Jun ad amare Kazuya?

Anni prima, sulla terrazza del Politecnico, Jin le aveva mostrato una foto di sua madre, e Xiaoyu aveva fatto tesoro di quel gesto come se fosse la più intima delle confessioni. Quella donna dal sorriso gentile e gli occhi pieni di dolcezza le era rimasta impressa nella memoria anche quando, al quarto torneo, si era trovata davanti Kazuya Mishima: il padre di Jin le aveva destato più interesse che timore, e presto si era trovata a fantasticare sul modo in cui fosse sbocciato l'amore tra lui e Jun.

Due persone tanto diverse – uno tormentato e ambiguo, l'altra dolce e di nobili principi – che si innamoravano al punto di dare alla luce un figlio: le sembrava la trama di una favola.

Non aveva mai pensato a quanto potesse esser stato difficile un legame del genere. Solo ora che si trova a guardare Jin con occhi diversi, si chiede come potesse Jun stare accanto ad un uomo per metà diavolo, amarlo e avere fede in lui, come lei non riesce a fare.

Non esistono favole. Per un Jun dev'essere stato un inferno decidere di amare – nonostante tutto – un uomo simile, accecato dalla sete di potere e dal desiderio di vendetta, corroso dal veleno dei Mishima; eppure, dietro quello sguardo color cremisi, deve aver di certo visto qualcosa di più.

Una scintilla di bene, forse flebile, forse prossima all'estinzione, ma sufficiente ad alimentare una speranza di redenzione, a motivare un tentativo di cambiamento.

Inseguendo quella scintilla, Jun si era gettata tra le braccia di Kazuya, e l'avevo stretto forte per cercare di attirarlo dalla sua parte, dalla parte della vita, della normalità.

Xiaoyu è convinta che quella scintilla brilli anche nello sguardo di Jin.

Per questo deve assolutamente incontrarlo e guardarlo dritto negli occhi: solo così potrà amarlo di un amore adulto e sincero. La sua fede non sarà più cieca, ma motivata e irremovibile.

Solo allora potrò prenderlo per mano, intrecciando le dita alle sue, e condurlo lentamente fuori dagli uffici della Zaibatsu.

Lo riporterà indietro.

Anche a costo di prenderlo a calci in culo fino a farlo svenire2, lo riporterà a casa.

 

 


 

 

1L'operazione in cui perde la vita la sorella di Miguel.

2Le parole esatte di Hwoarang in “Bar” :D

 

 

 

 

Nota finale:

Il prompt, in questo caso, è interpretato un po'più liberamente del solito. Il cambio di fede riguarda i sentimenti che Xiaoyu nutre per Jin: mentre prima erano più ingenui, dettati dalla giovane età, ora evolvono grazie ad una maggiore consapevolezza, portandola dunque a un "cambio di fede". 

E - sì - ci sono hints Xiaorang xD Facciamo un bel triangolo e non se ne parla più :D

   
 
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