Capitolo 2
Love me
Dal capitolo precedente
“Justin, sentiti. Una volta non avresti mai parlato così di una ragazza. Mai. Io lo so che fa male perdere una persona a cui vuoi bene, ma devi reagire, cazzo! Ti stai rendendo ridicolo.”. “Chaz, proprio non vuoi capire: io l’amavo. Veramente. E se sei così stupido da non riuscire a capire quello che sto passando, be’, forse non dovremmo esser più amici.”.
Infuriato mi alzai di scatto dalla sedia, lasciando che la mia veemenza la scaraventasse a terra in un sonoro tonfo. Guardai qualche secondo Chaz negli occhi, piantai il mio sguardo nel suo, ma il frantumarsi di un bicchiere di vetro nel tavolo accanto mi distrasse. Così scostai gli occhi dai suoi e gli voltai le spalle.
Corsi fuori dalla scuola. Camminai fino all’Avon Theatre. La platea era vuota. Io mi accovacciai sul palco, con le gambe incrociate, i gomiti sulle cosce e le mani messe in modo che sorreggessero il capo. Fissavo le sedie imbottite di velluto rosso davanti a me, maledettamente solo, fottutamente triste. Il silenzio regnava sovrano: non un ticchettio, non un fruscio, solo il rumoroso vorticare dei miei pensieri nella mente. Potevo sentire il mio cuore pompare sangue nelle vene. Quando ero piccolo odiavo il silenzio; mi imbarazzava, mi faceva credere d’esser solo: ed è orribile rimanere soli. “Se son solo e cado e non riesco più a camminare? Chi mi porta ‘da mangiare’?” mi domandavo con l’innocenza di bambino. Così, quando il silenzio sembrava voler urlare e sovrastare ogni cosa, cantavo.
Quel giorno mi sentii solo, immerso nel “tacere” della platea. Mi misi dunque a cantare:
My friends say I’m a fool to think
That you’re the one for me
I guess I’m just a sucker for love
Mi fermai per sentire la mia voce vibrare tra le mura. Poi continuai:
Cuz honestly the truth is that
You know I’m never leavin’
‘Cuz you’re my angel sent from above
Ad un tratto le mie parole non furono più gli unici suoni a colmare il silenzio. Lo scricchiolare del parquet sotto il peso di alcuni passi presero il loro posto. Sentii una porta aprirsi per poi chiudersi violentemente, il tutto seguito dall’inquietante sospirare di due sconosciuti. Sussultai, colto impreparato dalla paura di essere scoperto a “cantare da solo come una femminuccia”. Rabbrividii prima di gettarmi tra le morbide bracci a del sipario.
La coltre di velluto mi avvolgeva uniformemente, offrendomi nascondiglio e rendendomi invisibile. La scostai quanto necessario per spiare ciò che accadeva all’ “esterno“. Vidi un ragazzo ed una ragazza, avvinghiati, bocca contro bocca, con lingue intrecciate l’una all’altra che si rincorrevano a vicenda nelle loro bocche. Sentivo i loro cuori battere, vedevo nei loro occhi risplendere una luce. Poi scrutai per bene la ragazza e quasi svenni per la sorpresa: era Angel.
Note d'autore:
VFBREWGUYEFH Ciao :D Come ve la passate? Visto come sono brava? Pubblico un capitolo il giorno della Virginia (?) di Natale così che possiate leggerlo :D Non è un bel regalo di Natale?? :)) Dai dai, su con la vita. Se volete sdebitarvi potete... RECENSIRE. Dai, non fate le pigre e ricordate che A NATALE SI PUO' FARE QUELLO CHE NON SI PUO' FARE MAI.
PS: Buon Natale :D
Note d'autore:
VFBREWGUYEFH Ciao :D Come ve la passate? Visto come sono brava? Pubblico un capitolo il giorno della Virginia (?) di Natale così che possiate leggerlo :D Non è un bel regalo di Natale?? :)) Dai dai, su con la vita. Se volete sdebitarvi potete... RECENSIRE. Dai, non fate le pigre e ricordate che A NATALE SI PUO' FARE QUELLO CHE NON SI PUO' FARE MAI.
PS: Buon Natale :D