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Autore: Elize    24/12/2011    1 recensioni
A volte i doni della morte sono solo espedienti per andare avanti.
L'amore è il dono della morte.
Recensite, RoseSpell*
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Draco, sei sicuro di volerlo fare?

-Devo sistemare alcune cose del mio passato.

-Sì, ma puoi anche non andare. Sai, quel genere di cose non hanno molto senso. Sono solo rituali.

-Herm, voglio affrontarli. Ci riuscirò se tu sarai con me. Sarai con me, non è vero?

-Sarò sempre con te. Non ho mai smesso.

Lui la prese per mano e varcarono la soglia del cimitero. Vi si inoltrarono, lasciando dietro di loro tracce scure nella neve, fermandosi a leggere vecchi epitaffi: tutto pur di rubare ancora del tempo alla verità. In lontananza risuonavano carole.

 

Hermione era rimasta indietro, mentre Draco cercava la tomba dei suoi genitori.

Avrebbero dovuto essere seppelliti nella fossa comune, perché anche i maghi, come i babbani, dei suicidi non hanno pietà. Draco, però, si era battuto affinché i suoi genitori non andassero dimenticati. L'aveva fatto non perché erano stati dei mangiamorte, ma perché erano stati i suoi genitori.

I suoi dolci, teneri, inetti genitori che si erano lasciati andare alla morte, prima ancora che fosse pronunciata la loro condanna ad Azkaban.

Fino fin fondo avevano avuto paura della verità, pensava il loro unico figlio.

Almeno Draco si era salvato, era stato salvato dal Prescelto, che lo aveva scagionato.

Persino Hermione l'aveva difeso, forse per scrupolo di coscienza, forse in memoria di quello che c'era stato tra loro durante il sesto anno.

Una breve storia, s'intende, ma era stata così intensa da essersi bruciata nel pieno della gloria. Avevano vissuto quelle poche settimane nell'attesa che qualcuno distruggesse il loro precario equilibrio e alla fine era stato Draco a farlo. Era stato complice dell'omicidio del preside Dumbledore e così aveva ristabilito dove finiva la sua persona e iniziava Hermione.

Avevano smesso di vedersi, ma lei l'aveva aiutato a fuggire.

Lui non aveva smesso di amarla, ma lei si era rifugiata in Ron.

E lui non riusciva neppure a odiarla.

Non avrebbe fatto la stessa cosa anche lui, se la sua amata gli avesse dato un cuore per poi distruggerlo?

Ad ogni modo, dopo la fine della Grande Guerra Magica, si erano rivisti e per quanto lei fosse, o tentasse di essere, distaccata avevano finito per passare una notte insieme.

Così lui era tornato a lei, perché come aveva detto poteva ancora essere l'uomo che era e quando tutto questo sarebbe finito lui l'avrebbe sposata e avrebbe vissuto con e di lei senza vergogna.

Qualche giorno dopo un gruppo di auror aveva prelevato lui e la sua famiglia da Malfoy Manor per condurli alla rinomata prigione magica. Harry, Ron e Hermione avevano salvato Draco, ma non sarebbero riusciti a salvare i due coniugi, che si uccisero.

Da quel momento erano passati circa sei mesi e Draco non aveva ancora visitato la tomba dei genitori per paura e terrore. Ma se voleva chiudere con il passato, doveva fare i conti con esso e lui questo lo sapeva bene.

 

La vigilia di Natale si svegliò tra i capelli di Hermione e le comunicò la sua decisione.

Ella non disse nulla e lo abbracciò riscaldandogli una parte imprecisata del cuore.

Adesso che Draco era lì si sentiva un intruso e Hermione aveva recepito i suoi pensieri, per questo gli aveva chiesto se davvero volesse far visita ai suoi genitori.

Sapeva che, per lui, vedere i genitori giacere in una tomba doveva significare l'incontrovertibilità di una verità, alla quale lui era fuggito sempre. Per codardia.

Inutile fabbricare giustificazioni per il comportamento del ragazzo.

Fu quando avevano raggiunto l'ultima fila di tombe che la videro. Era una tomba spoglia, ammantata di neve. Hermione indicò la pietra scura che la sovrastava: era macchiettata di lichene e le lettere formavano le date di nascita e di morte. C'era anche un frase:

 

If your sky is falling , just take my hand and hold it.

Se sta cadendo il tuo cielo, prendi la mia mano e stringila.

 

Due figure sorprendentemente giovani e felici sorridevano, guardandosi negli occhi.

-Non li ho mai visti così felici- disse Draco, i cui occhi erano impenetrabili e rassegnati al contempo.

-Hanno vissuto una vita difficile.

-Non erano costretti, potevano farla finita. Perché non l'hanno fatto? Se l'avessero fatto sarebbero ancora vivi e...

-Draco, loro ci hanno provato ma non si può combattere contro Voldemort. Non da soli.

-Erano dei vili, dei codardi. Ecco cos'erano. Basta difendeli. Divennero mangiamorte per paura, e per paura non riuscirono a scegliere il bene. Quanti? Quanti uomini che li imploravano terrorizzati di risparmiarli hanno ucciso, per paura? Quanti? Sono il figlio degli assassini. Sono un assassino!- sibilò le parole tra i denti e a lei sembrò che fosse tornato il vecchio Malfoy, la vecchia serpe; ma poi si inginocchiò e coprì il volto con le mani per nasconderle le lacrime. Il suo esile corpo era scosso da singulti e Hermione, dopo qualche momento di esitazione, gli cinse le spalle e lo aiutò a rialzarsi. Nel momento in cui lo guardò negli occhi, stringendogli la mano, seppe dire solo:

-Erano i tuoi genitori.

Draco tirò su con il naso, scacciò via le lacrime che erano rimaste intrappolate tra le ciglia diafane e, cautamente, estrasse la bacchetta dal paltò. Disegnò un cerchio nell'aria e una corona di mirto fu deposta sulla tomba di coloro che erano stati i suoi genitori e che adesso erano ignari o incuranti della sua presenza. Per un attimo si augurò di finire presto sotto la neve ghiacciata per poterli riabbracciare. Quindi passò il braccio attorno alla vita di Hermione e se andarono lontano da quel luogo mortifero.

 

Quando furono fuori, la porta di un bar affollato si aprì, facendo risuonare le allegre voci dei giovani che, nonostante il freddo, si attardavano fuori dalle loro dimore.

-Sei ancora poco incline a sperimentare i metodi babbani?- disse Hermione con fare incoraggiante. Per tutta risposta lui inarcò le sopracciglia; gesto che lei interpretò a suo favore. Così lo trascinò per il braccio, attraverso la neve ancora intatta dentro il bar sovraffollato. Entrati che furono l'atmosfera calda e festante li avvolse, estraniandoli da quel senso di dolore e di perdita che a lungo li aveva repressi.

Aspettarono una decina di minuti e, quando un tavolo si liberò, corsero a occuparlo.

Una cameriera gioviale dalle forme abbondanti, porse loro dei menù.

Draco era affascinato dai nomi che i babbani davano alle cose. Era curioso come un bambino che da poco ha cominciato a riconoscere il mondo circostante. Hermione dovette esplicitare il contenuto di ogni bevanda e dolce, ma alla fine annunciò che avrebbe ordinato lei per tutti e due. Un po' dell'euforia di Draco sembrò svanire, ma solo per un attimo.

In realtà era contento di affidarsi a lei, anche se si trattava di ordinare del cibo. Nonostante cercasse di non darlo a vedere, era ancora scosso dalla visita al cimitero. Aveva avuto una reazione esagerata si ripeteva, ma una parte del suo cuore asseriva che era stata una reazione sincera.

Dopo un quarto d'ora circa la cameriera tornò con un vassoio colmo di un liquido denso e fumante, che Draco riconobbe come cioccolata, e di cubetti ricoperti di glasse di vario colore.

Andata via la signora, Hermione fieramente annunciò.

-Cioccolata alla menta e alle ciliegie, wafer ricoperti di cioccolata aromatizzata. Serviti pure.

Draco prese la tazza di cioccolata alle ciliegie e ne bevve un sorso.

La sua espressione risultava contrariata. Un attimo dopo estasiata.

-Questa cioccolata è come te.

-Cioè?- disse lei, fissandolo per la curiosità.

-Al primo sorso è amara, ma se ne bevi ancora un po' risulta dolcissima-.

Hermione, per nascondere il suo imbarazzo, annegò nella cioccolata alla menta. Ne riemerse quando lui chiese che cosa fosse un wafer. Diligentemente lei gli spiegò che erano strati d'ostia separati dal cioccolato o da qualsiasi altra crema.

-Sembra buono!- disse e ne prese uno.

Con la bocca ancora piena, Draco le disse:

-Grazie.

-Per cosa?

-Per avermi salvato a Natale.

Lei sorrise e le loro mani si sfiorarono e il leone baciò la mano della serpe e la serpe fece pace con il creato.

ROSESPELL*: Buon Natale e grazie per aver letto la mia dramione. Spero sia stata di vostro gradimento e spero vorrete lasciarmi un salutino ^^. A presto e, ricordate, un leone dentro un serpente è drago.
   
 
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