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Autore: CottonBatu    09/08/2006    30 recensioni
Lei si era sempre chiesta come facesse a non accorgersi di tutto quello che riusciva a donare agli altri, nella sua timida semplicità. Donava sorriso, speranza e calore a chiunque avesse vicino e senza alcuna riserva. Ron era pur sempre Ron, se faceva qualcosa, doveva essere obbligatoriamente qualcosa di esagerato........Buona lettura ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché dovesse farle quell’effetto, lei proprio non riusciva a capirlo

Simple gifts

 

 

Tis a gift to be simple
Tis a gift to be free
Tis a gift to come down

where you want to be
And when we find ourselves

 in the place just right,
It will be in the valley of love and delight.

 

                                       

                                                            Anastasia Barzee  Simple gifts

 

 

 

Perché dovesse farle quell’effetto, lei proprio non riusciva a capirlo.

Erano anni che lo aveva accanto, anni che respirava il suo odore, anni che lo accarezzava con lo sguardo, e non riusciva ancora a comprendere per quale assurdo motivo bastasse un suo semplice sguardo per farla sopravvivere in quel mondo.

Un solo, misero sguardo, per farle capire che forse qualcuno che veglia su ognuno di noi c’è veramente, che nonostante tutto qualcuno per aiutarci ci viene sempre inviato.

 

Per lei era una sorta di angelo.

Un buffo angelo allegro ed immaturo, pieno di lentiggini e dai disordinati capelli rossi.

 

Pensare che lui si sminuiva così frequentemente. Hermione non lo sopportava quando faceva così. Quando sminuiva il suo angelo.

 

La guardava indispettito e anche un po’ invidioso, con quei grandi occhi chiari, come se aspettasse sempre qualcosa che non arrivava mai, come se si sentisse insicuro di fronte al mondo che lo circondava.

Come se si sentisse inferiore.

 

Ma gli angeli non possono essere inferiori.

Pensava lei sorridendo a se stessa, guardandolo in tutta la sua adorabile goffaggine, mentre cercava di concentrarsi al meglio sul suo compito di Pozioni, ignorando di essere un angelo.

Ignorando di essere potente, essendo tale.

 

Lei si era sempre chiesta come facesse a non accorgersi di tutto quello che riusciva a donare agli altri, nella sua timida semplicità.

Donava sorriso, speranza e calore a chiunque avesse vicino e senza alcuna riserva. Ron era pur sempre Ron, se faceva qualcosa, doveva essere obbligatoriamente qualcosa di esagerato.

 

“Ripetimi ancora una volta perché stiamo facendo questo” mormorò lui interrompendo lo scorrere dei suoi pensieri, guardandola talmente intensamente da farla tremare.

 

“Perché i compiti assegnati si fanno, Ron” disse lei, ostentando freddezza e acidità per nascondere l’enorme bisogno di amore che la stava soffocando da troppo tempo. Lui le rivolse uno sguardo, scrutandola profondamente, cercando quel qualcosa che aveva sempre provato a scorgere nei suoi occhi.

Hermione arrossì sotto il suo sguardo indagatore.

 

“Perché almeno non facciamo una pausa? Usciamo un po’ e poi ricominciamo” propose Ron risoluto, abbassando impercettibilmente la testa e giocando con la piuma che aveva in mano.

Hermione dovette intraprendere una strenue lotta contro se stessa per evitare di alzarsi e cercare da sé l’amore che tanto desiderava. Prese un respiro profondo, socchiudendo le palpebre e pensando a cosa rispondere al suo angelo.

Lui la guardava speranzoso, e Hermione non poté impedirsi di sorridergli sinceramente.

 

Adorava i pomeriggi come quello. Quando erano solo loro due e non avevano motivi per innalzare troppi muri, per evitare di scambiarsi qualche dolcezza particolare e inattesa.

Un fugace tocco di dita, o un sorriso.

Adorava non dover avere per forza una buona ragione per farlo.

 

Per poco però…” sussurrò lei arrendendosi allo sguardo limpido di Ron.

Lui sorrise, sollevato. Si alzò velocemente e la tirò dolcemente per il maglione, mentre lei si ostinava a rimettere in ordine le sue cose.

 

“Non le prenderà nessuno” mormorò lui, con un pizzico di ilarità e tenerezza nella voce, tirandola con appena più decisione verso di sé, per poi cominciare a camminare fuori dal buco del ritratto.

 

Succedeva sempre così. Ogni pomeriggio che trascorrevano da soli, c’era quel piccolo rito della passeggiata nel parco.

Camminavano in silenzio, respirando l’aria che li circondava e godendosi la pace dei corridoi. Lui le prendeva sempre un lembo del maglione, subito sopra il polso, e rimanevano così, timidamente vicini, ma mai troppo lontani.

Poi lui, superata l’incertezza iniziale, faceva scivolare lentamente le due dita con cui teneva il maglione, e sfiorava la mano di Hermione. Giocavano con quei piccoli gesti, sfiorandosi vicendevolmente le dita, per darsi quel po’ di calore che riuscivano a scambiarsi entro i limiti stabiliti dall’amicizia.

Azioni innocenti, che potevano benissimo trasformarsi in movimenti casuali, se qualcuno li avesse visti.  

 

Arrivati nel parco, si andavano a sedere sotto la grande quercia e si lasciavano cullare dalla brezza profumata, sentendosi al sicuro dal mondo, riparati dai possenti rami di quell’albero secolare.

 

Una volta accomodati sul soffice praticello, poi, cominciavano a parlare, e parlavano, parlavano sempre, parlavano di tutto e mai nessuno poteva rubare loro quel piccolo momento di serenità. Un momento dove non c’era Harry, non c’era Ginny, né nessun altro. Solo loro.

 

“Cosa credi succederà?” chiese Ron ad un certo punto, poggiando timidamente la testa sulle gambe della ragazza. Lei arrossì leggermente, cominciando a giocare con una ciocca rossa.

 

“A cosa ti riferisci?” Ron alzò le spalle sistemandosi meglio su di lei.

 

“A tutto” Hermione sospirò

 

“Non lo so…la guerra è qualcosa di incerto, Ron…” il ragazzo abbassò leggermente lo sguardo.

 

“Ma staremo sempre insieme no? Io e te…e…e Harry…”  chiese lui, abbassando notevolmente il tono di voce. Hermione gli accarezzò la fronte, permettendo alle sue dita di indugiare qualche secondo sulla sua guancia.

 

“Certo” Ron alzò gli occhi ridenti su di lei.

 

“Invecchieremo insieme…e porteremo a spasso i nipoti…e tutti ci indicheranno perché saremo degli eroi!” disse lui con gli occhi scintillanti d’emozione, con un sorriso allegro sul viso.

La ragazza sorrise apertamente, rapita dal disarmante e infantile entusiasmo di lui.

 

“E vivremo tutti insieme…”

 

“Certo! E terrò Harry e Ginny nelle stanze più lontane tra loro che avrà la nostra enorme casa!” Hermione rise

 

“Credi davvero che riusciremo a realizzare tutto questo?” chiese lei incerta. Il ragazzo annuì con aria convintissima

 

“E io mi prenderò cura di te” soffiò Ron prendendo un boccolo che sfuggiva dal fermaglio che la ragazza indossava. Le labbra di lei si aprirono in un sorriso.

 

“Anche io mi prenderò cura di te” Ron spostò leggermente la testa per guardarla meglio in viso.

 

“Tu sei piccola, non puoi prenderti cura di me” lei rise, dandogli una pacca scherzosa sulla spalla.

 

“Non sono piccola! Sono anche più grande di te!”

 

“Allora sei vecchia” disse lui ridacchiando, mentre Hermione lo spingeva giù  dalle sue gambe giocosamente

 

“è così eh? Dimentica le coccole allora!” esclamò lei decisa incrociando le braccia al petto. Lui la guardò timoroso.

 

“No, Mione, le coccole no…Le voglio!” Hermione rise quando lui le circondò la vita con le braccia e poggiò la testa sulla sua pancia, con un broncio possessivo sul viso. Lei riprese inconsciamente ad accarezzargli la testa, quando lui la strinse con tenera forza e si abbandonava completamente contro il suo stomaco.

 

Nell’aria si respirava il tiepido profumo primaverile, rilassante e dolce, che circondava i due ragazzi di aromi familiari, ma allo stesso tempo sconosciuti. Aromi secolari e delicati, aromi che ti fanno sentire protetto e al sicuro.

 

Entrambi avevano gli occhi chiusi, desiderosi di sentire quella dolce sensazione di pace condivisa solo con chi lo merita davvero, pronti a raccogliere ogni singola sensazione e stiparla nella memoria fino a tempi immortali.

Hermione respirò profondamente, affondando una mano nella folta criniera di Ron, che non riuscì a trattenere un piccolo sospiro di piacere e nascose vogliosamente il viso contro il maglione di lei.

La ragazza arrossì, sorridendo.                                                                                              

 

Ron…” chiamò lei dolcemente, rompendo quella pausa di sonnacchioso silenzio. Lui mosse leggermente la testa per darle segno che la stava ascoltando.

 

“Noi siamo amici?” ci fu qualche secondo di silenzio. Poi Ron si alzò seduto, senza allontanarsi dal corpo caldo di lei, e le rivolse un fugace sguardo.  

 

“No, MioneHermione annuì, già consapevole della risposta

 

“Perché lo chiedi?” chiese lui abbassando la testa contro l’incavo del suo collo e passando lentamente le labbra sulla sua pelle. Lei si allontanò leggermente, accoccolandosi contro il suo petto, sorridendo finalmente serena.

 

“Volevo solo una conferma” 

 

 

 

 

 

fine.

 

 

 

 

Aaaaaaaw! Buonasera!!!!! ^0^!

Me oggi è coccolosa! *abbraccing peluches* Ho buttato giù questa mentre fuori piove e io sono appallottolata sulla mia poltroncina con il portatile sulle gambe! Avevo bisogno di qualcosa di dolcioso, dolcioso e senza neanche a accorgermene è nata questa! Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!

Baciotti potti ^^!

   
 
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