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Autore: Fran6277Echelon    24/12/2011    1 recensioni
"Sei ancora più giovane..mi devi spiegare come fai"Rispose Arthemis.
Jared scoppiò a ridere e baciò la fronte della sua bambina che ormai era cresciuta.
"Forse lo farò..un giorno."
Rise anche Arthemis e ritornò a prepararsi.Jared la sentì cantare.
La sua voce lo lasciò di stucco.Era melodica,bella e graffiante.Stava cantando la canzone dei Nirvana "Breed".Jared sorrise e iniziò a piangere silenziosamente.
Sua figlia era il dono più bello che Clarisse avesse mai potuto lasciargli.
Il suo dono più grande.
FF basata su una mia vecchia OS che si intitola 'You're my fucking Angel'.
Jared si ritrova a fare il padre mentre nel frattempo cerca di crearsi una nuova vita dopo la tragica perdita della sua compagna.Che altro...non è una FF come tutte le altre.Spero vi piaccia come vi è piaciuta l'ultima.Aspetto vostre recensioni ;) Fran
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexander Pov
L'aereo stava per decollare.
Io ero li seduto tra quei sedili ad ascoltare la voce di colui che ha concepito la mia unica ragione di vita.
Ero scappato da un momento all'altro dalla sua vita.Le avevo detto addio per sempre,il mio cuore stava lacerando.
Chissà se lei troverà mai qualcuno che riuscirà ad amarla  più di quanto l'amo io?!?
Io non ci sarei mai riuscito ad amare un'altra.Mai.
"Goodbye." Diceva la canzone.Io cantavo insieme a Jared.
Cantavo quelle parole con un groppo in gola.L'avrei lasciata per sepre.
Mi poggiai con la testa al finestrino e vidi un sacco di gente pronta a partire.A vivere una vita felice insieme alla persona che più amavano sulla faccia della terra.
Ridevano,si preparavano a quel lungo viaggio dove erano sicuri che niente fosse andato storto.
Invece io ero li ,tra quei sedili,a piangermi addosso perchè stavo per lasciare quella città che mi aveva fatto conoscere lei.Che mi aveva fatto conoscere loro.
Lei era sparita.
Lei non c'era più.
Lei mi amava.
Io le avevo detto addio.

Poi,qualcuno catturò la mia attenzione.
Era lei.
La vidi correre verso l'aereo e per un momento pensai che fosse solo una stupida allucinazione.Ma non era così,e quando lo capii mi alzai dal sedile ignorando le parole di mia madre e mi catapultai fuori dall'aereo.
Lasciai che il sole mi acciecasse gli occhi,lasciai che la luce del sole di agosto mi bruciasse la pelle.
Corsi anche io.Verso di lei.Da lei.
Mancava poco.
E quando con le dita sfiorai le sue, la presi in braccio e la baciai.
In quel bacio,le nostre labbra si rincorrevano,le sue braccia mi stringevano forte e il suo profumo mi impregnava tutti i vestiti.
In quel bacio,sentii il mio cuore spiccare il volo all'improvviso.Me ne infischiai dell'aereo  che ormai stava decollando.
Avrei preso il prossimo.Tanto i soldi li avevo.
Ora volevo solo lei.
La trascinai ad una velocità disumana in uno stanzino pieno di tendoni,di veli,di cuscini,che somigliava tanto ad un ripostiglio.
L'adagiai lentamente e con dolcezza sui lenzuoli bianchi che stavano a terra e le levai la magliettina che indossava.
In quel momento mi accorsi che era quella che le avevo regalato io e ridacchiai.
Lei levò la mia di maglia e per un attimo ci fissammo negli occhi.
Quelle biglie enormi e belle più delle stelle mi fottevano il cuore.Quegli occhi erano..eran da orgasmo.
Stese le labbra in un sorriso sghembo e infilò due dita nella collanina che portavo al collo.
"Senti come mi batte il cuore"Sussurrai con voce roca.
Le mie braccia le sfioravano le spalle facendo forza sul pavimento per poterla guardare meglio.
"Alex..."Sussurrò lei tirandomi per la collanina e facendo aderire le  nostre labbra alla perfezione."Ti amo.."Continuò con le labbra ancora incollate alle mie.
Dopo...ritornai a vivere.
Ogni volta che la mia collana le sfiorava il seno la sentivo gemere e graffiarmi la schiena.I  miei  baci erano roventi sulla sua pelle che,ormai,ardeva come una fiammella biforcuta.
I miei tocchi sulla sua pelle sudata e profumata era dolci e delicati.
Le sue mani,quelle mani che avrei preso a morsi per quanto mi piacevano,accarezzavano il mio petto,i miei capelli,la mia schiena,stringevano le mie mani con forza ogni volta che gemeva.
I nostri respiri divenivano sempre più affannati,sempre più stanchi,sempre più corti.
E i nostri corpi erano uniti alla perfezione come due tessere di un puzzle.
Era amore.Vero amore.
Quando finimmo restammo una serie di minuti,che parvero ore,ad assaporare a lungo la magia di quel momento perfetto.La bellissima sensazione che avevamo provato.
E mentre le sue mani mi accarezzavano dolcemente i capelli,io ero disteso ancora su di lei con la testa nell'incavo tra il collo e la spalla di Arthemis.
Era come se lei si stesse prendendo cura di me.Non voleva lasciarmi,lo sentivo.
E   io non volevo lasciare lei ma...dovevo.
Dovevo farlo per forza.
Poco dopo,ci rivestimmo spezzando quell'incantesimo che ci teneva uniti per l'ultima volta.

"Mi chiamerai ogni giorno?"Mi chiese stringendomi più forte a lei.Io annuii baciandola e asciugando quelle lacrime che scendevano repentine sui nostri volti.
"Ogni giorno"Risposi accarezzandole i capelli.
"Ti amo tanto!"Mi disse.L'abbraccia ancora per un ultima volta. Assaporai a lungo il suo profumo alla vaniglia e le diedi un ultimo bacio a fior di labbra prima di allontanarmi.
Mi bloccai davanti la scala dell'aereo e la vdi avanzare verso di me come se stesse per seguirmi.
Estrassi dalla tasca un foglio bianco con una canzone che le avevo scritto.
"...La canterai per me,per noi?" Le sussurrai porgendogliela.
Lei annuì e mi baciò un'ultima volta.
"Ti amo anche io Arthemis"Le dissi.
E dopo partì per un lungo viaggio.Per la mia nuova vita ,purtroppo,senza di lei.

5 anni dopo.
Arthemis Pov.
"Ah! ti ho vista sai?!?"Mi disse mio padre.
Mi fermai subito lasciando il pacco di biscotti sul divano.Quell'uomo aveva quasi 50 anni ma era un ragazzino.E non era ancora invecchiato.
Secondo me era veramente figlio di Dracula e nonno di Dorian Gray.
Ripresi,senza provocare alcun rumore,il pacco di biscotti estraendone uno e portandolo all'altezza delle labbra.
Lo morsi,ma proprio in quel momento mi tradii.
"Come sono le patatine Arths?"Mi chiese.
"Non ho patatine in mano"Risposi con tono altezzoso.
"Ah giusto..biscotti al cioccolato"
Alzai gli occhi al cielo e sciolsi i muscoli che fino a quel momento erano stati tesi e contratti.Erano mesi che non vedevo mio padre per il college.
Avevo perso un'anno,avevo fatto il salto,ma dovevo recuperare l'anno perduto per essere al passo con i miei compagni di college.
La sera,o semplicemente quando non ho lezione,lavoro in un locale di lusso come cantante per potermi pagare l'affitto dell'appartamento in cui vivevo e che condividevo con Nensi,una pazza Echelon che amavo tanto.
Lavoravamo insieme in uno di quei locali che si  vedono spesso nei film,dove le cantanti somigliano tutte a Jessica Rabbit.
Ma non sempre potevo andare a lavorare.La sera...avevo un altro lavoretto di solito.
"Come va con lo studio?Con Rev?Come sta ?"Chiese un pò preoccupato e premuroso.
Io sbuffai.Erano ormai 4 anni che gli dicevo che non doveva preoccuparsi di Rev.
"Papà Rev sta bene"Risposi.
"Come fai a prenderti cura di tuo figlio se devi studiare e lavorare?"
"Papà...riesco a prendermi cura di lui.Sono grande ormai.E poi...Nensi mi aiuta.Quando non lavora  e non ha lezione lo guarda lei al posto mio.Abbiamo fatto in modo che gli orari fossero diversi per questo"
Sentii un respiro di sollievo da parte sua e automaticamente sorrisi.
"E con Joel?"Chiese infine.
"Ho rotto con lui!"Risposi.
Avevo provato a farmi una vita.Avevo provato a dimenticare Alex frequentando altre persone.Ma non ci riuscivo.
La mia vita privata era un disastro.Non duravo con un ragazzo per più di una settimana.Ero patetica.Come lo era la mia vita ormai.
"Arthemis perchè continui a farti del male?!?"
"Papà è più forte di me"Piagnucolai asciugando con l'indice quelle dannate lacrime che erano sempre pronte a scendere ogni volta che parlavo di Alex o comunque ogni volta che si parlava di quell'argomento li."Io..io non posso avere una vita privata"
"E per quale motivo si può sapere?La ho io che ho 48 anni e non puoi averla tu che ne hai  23?"Chiese alzando i toni.
"Papà tu ne hai 50"Risposi cercando di cambiare discorso.
"Non attacca signorina"
"...perchè..ho un figlio di 5 anni che mi chiede in continuazione di suo padre.Il padre che è sparito da un momento all'altro dalla mia vita"
E questa volta piansi.Se Nensi mi avesse vista in quelle condizioni mi avrebbe fatta fuori.
Mio padre non rispose subito.Mi lasciò sfogare perchè sapeva che ormai non lo facevo da tanto.
"Quanto vorrei essere li con te ora."Mi sussurrò dopo un pò.
"Anche io papà.Vorrei essere li,con te ,Pey,e con Anne a festeggiare il Natale."
"Ti salutano...Peyton mi ha chiesto che cosa vuoi per Natale"Rispose.
Accennai ad un sorriso.Da quando avevo scoperto di portare in grembo un pezzo di Alex avevo iniziato a capire cosa provava Peyton.
Avevo spinto mio padre ad andare a cercarla per il mondo intero per poterla riportare a casa.
Lui aveva accettato.Ovviamente.
L'amava quella donna.E amava anche la bambina che portava in grambo.Anne.
Da quando ero mamma ormai le volevo bene come se fosse mia madre.
Ormai ero più matura.
"Pey non voglio niente per Natale.."Ridacchiai."Ma forse una piccoa chitarra per il mio Rev.."Continuai facendo ridere loro.
"Arthemis noi.."
"ARTHS..ECCOMI SONO TORNAAAATAA"
Nensi.
"SALUTACI NENSI"Urlò Peyton.
La ragazza dai capelli blu,piombò in casa con le mani piene di buste rosse dai fiocchi colorati.
La mia reazione fu quella di sbarrare gli occhi e spalancare la bocca.Quella ragazza era peggio della protagonista di "I Love Shopping".
"Che c'è? Perchè quella faccia?Uu ma stai parlando con il tuo paparino super figo e con lo splendore di sua moglie?Passameli"Mi disse tutto d'un fiato.Ed io non mi permisi di obbiettare.
Le porsi il telefono e andai a riportare  il pacco di biscotti nella credenza.
"JAAAAY"Urlò Nensi.
Io sorrisi.
Quella ragazza era un vulcano.
Non per niente era la mia migliore amica.
"Ma certo che verremo a Natale,cercherò di convincere anche la testa calda di tua figlia.."
"Ehi vecchio uomo non cercare di comprare la mia migliore amica"Urlai per farmi sentire.
"Ha detto che non è vecchio e che ha 46 anni"Rispose la mia amica facendomi da Cicerone.
"Ne hai 50"Gli urlai.
"Comunque sia..Jaaay dov'è il batterista stra figo di nome Shannon? E TOMISLAV..VOGLIO PARLARE CON IL MIO SANTO PROTETTORE"
Mentre la mia amica parlava io mi resi conto che mancava qualcosa in quella stanza.E non le buste o l'albero di Natale o le decorazioni.
Mancava mio figlio.
"NENSI DOVE DIAVOLO E' REV?"Urlai.
Lei spalancò gli occhi e si picchiò una mano sulla fronte.
Il mio cuore prese a battere forte e iniziai a pensare le cose più terribili e brutte che avessero potuto capitargli.
Glielo avevo affidato per 1 ora.UNA FOTTUTA ORA..
E LEI ME LO AVEVA PERSO.
"Emm..."
"SANTO TOMISLAV HAI PERSO MIO FIGLIO"Urlai in preda al panico.
"No...non l'ho perso...era sulle scale che parlava con un tipo che somiglia molto a..."
Non la lasciai finire che mi fiondai sulle scale.
Scesi 6 rampe di scale urlando il nome di mio figlio e sperando che quello sconosciuto non fosse un criminale.
Dopo lo vidi e mi fiondai da lui prendendolo in braccio.
"Mio Dio..Rev mi hai fatto preoccupare"Sussurrai strizzando gli occhi e ignorando il tipo che mi stava davanti.
"Mamma non ti devi preoccupare.Ho detto a zia Nensi che sarei salito subito."Mi tranquillizzò mio figlio.
"Non farlo mai più siamo intesi?"Dissi prendendogli il viso tra le mani e solo in quel momento notai lo sguardo ardente del ragazzo che stava accanto a mio figlio.
Non poteva essere.




  
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