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Autore: _Cannella_    24/12/2011    3 recensioni
"Fratello, questo è amore...". Misaki si trova in una situazione difficile, che lo costringerà ad esaudire il desiderio di Usagi-san e mettere finalmente al corrente Takahiro del profondo sentimento che lui nutre per lo scrittore. Ma a cosa porterà questa improvvisa rivelazione? E soprattutto, l'amore di Usagi e Misaki sarà abbastanza forte per superare i nuovi ostacoli che la vita gli porrà davanti?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi, Takahiro Takahashi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. Solo una risposta sincera...

 

Nella mia mente si accalcarono così tanti ricordi desiderosi di avere la mia attenzione. Eppure, nonostante avessi aspettato tanto quel momento, tutto era talmente confuso, che non riuscivo a pensare con lucidità ed analizzare la situzione. Sentivo su di me lo sguardo penetrante e speranzoso di Akihiko, mentre i miei occhi, fuggiti quelli di Takahiro, si perdevano nel vuoto.
 

Ancora stordito, iniziai a ripetere, perlesso, quel nome che, solo un istante prima, avevo pronunciato con sicurezza e decisione. « Usagi-san... U..sa..gi..san... ». Una strana consapevolezza mi colpì all’improvviso; era davvero incredibile riuscire finalmente a capire come tutto il mio mondo fosse racchiuso in quelle poche sillabe; tremavo di fronte a quell’evidenza, ma non potevo negarla. Lentamente, le mie labbra si distesero in un sincero sorriso, che subito contagiò anche gli altri due  uomini presenti nelle stanza.
« Misaki... », mi chiamarono all’unisono mio fratello e Usagi-san, ma io non ebbi la forza di dire niente, l’unica cosa che riuscivo a fare era piangere dalla gioia.
Come avevo potuto dimenticare proprio il mio Usagi, l’uomo che era entrato con prepotenza nella mia vita, per poi renderla, però, molto migliore di quanto non fosse mai stata? Era inspiegabile, imperdonabile... chissà quanto aveva sofferto Akihiko!
Così, preda dei sensi di colpa, mi decisi, finalmente, a pronunciare poche, semplici parole. « Mi dispiace, Usagi-san! »
In risposta, l’uomo tornò a stringermi a sè, mentre io mi beavo di quel contatto, che, effettivamente, mi era mancato. Appena Usagi sciolse l’abbraccio, la mia attenzione si focalizzò su Takahiro. Quella era già la seconda volta in meno di un mese che io e Usami lo rendavamo partecipe di un nostro momento di affetto e lui sembrava sempre più a disagio.
« Fratello... », iniziai, esitante. Cosa chiedere? Non molto tempo fa, io e Usagi-san avevamo rischiato la vita per avere una risposta da lui e ora, che finalmente avevo l’occasione per chiarire una volta per tutte quella situazione, non sapevo più cosa domandare; o forse avevo semplicemente paura di ascoltare quello che lui aveva da dire. No, non potevo fare il codardo proprio in quel momento! Non sarei mai riuscito a vivere tranquillo con Akihiko, se non avessi avuto la benedizione di Takahiro, per me lui era troppo importante! Quindi non potevo aspettare oltre; dovevo sapre, volevo tutto e subito!
« Fratello.... ti prego... dì qualcosa...  », lo supplicai, smentendo subito la fermezza che sembravo aver acquistato solo nella mia mente.
« Cosa vuoi che ti dica, Misaki? », chiese lui, veramente perplesso. Me che razza di domanda era quella?! Secondo lui che cos’altro potevo voler sapere, se non la sua opinione sul mio rapporto con il suo compagno di scuola?!
« Io... vorrei... vorrei sapere... se adesso mi odi... se ti disgusto... se ti ho deluso... », boffonchiai, all’improvviso per niente desideroso di sentire la risposta. Intimorito, abbassai lo sguardo, stringendo con forza le coperte bianche del mio letto.
« Perchè dovrei odiarti, Misaki?! Sei mio fratello, ti voglio bene e voglio solo che tu sia felice... non importa dove troverai la tua felicità, l’importante è che tu la raggiunga! », le sue parole cancellarono completamente l’ansia che avevo provato fino a quel momento, permettendomi così di guardare nuovamente Takahiro.
« E allora perchè l’altra sera non hai detto niente? Perchè sei sparito? Perchè mi evitavi? », chiesi ancora, sfogando quello che rimaneva del mio nervosismo.
L’espressione di mio fratello era un misto di confusione e mortificazione e, solo dopo un lunghissimo istante, lui si decise a rispondere. «  Non ti stavo evitando... ma avevo bisogno di tempo per accettare la cosa... temevo che la vita che avevi scelto non fosse quella adatta a te, avevo paura che potessi soffrire... non mi ero reso conto che ero diventato prorpio io la causa della tua irrequietudine... », ammise, affranto, per poi continuare, « Credevo che Akihiko non potesse darti quello di cui avevi bisogno... desideravo che tu avessi una famiglia e così, all’inizio, credevo che la tua scelta ti avrebbe portato altro dolore... Ma poi, già dopo pochi giorni, ripensai a tutte le volte che ti avevo visto sorridere, a come tu riuscissi a capire Usagi-san, nonostante, ammettiamolo, lui abbia davvero un carattere difficile... ». A quelle parole Usami ridacchiò, consapevole del fatto che mio fratello avesse ragione, ma Takahiro ignorò l’interruzione. « Insomma.... ho capito che la mia priorità era quella di renderti felice e se veramente tu ami Akihiko e desideri vivere con lui, per quanto questa sembri una vera e prorpia follia, a me va bene così... io desidero solo vederti sorridere, perchè la mia gioia dipende esclusivamente da quel tuo dolcissimo e bellissimo sorriso... », mio fratello non riusciva più a trattenere le lacrime e anche io mi aggiunsi al suo pianto fragoroso.
Ormai solo Usagi-san sembrava essere riuscito a mantenere un certo controllo di sè, anche se sapevo benissimo come quelle parole avessero rallegrato anche il suo animo. Eppure io non avevo ancora finito, c’erano ancora due cose che mi sentivo in dovere di fare, prima di poter “archiviare” la questione e ritenermi del tutto soddisfatto.
La prima era, naturalmente, quella di rassicurare mio fratello sulla ragionevolezze, che a volte sfuggiva pure a me, di quella mia scelta. « Takahiro, io non posso fare altro che dirti che sono sicuro di quello che ho deciso... anche se questa è davvero una follia, ho davvero capito che voglio rimanere con Usagi... perchè... perchè... perchè anche lui fa parte, ormai, della mia famiglia.... e poi, in fondo, l’amore comporta sempre un briciolo di pazzia, no?! », sussurrai, ancora commosso. Mio fratello si limitò ad annuire, per poi abbracciarmi.
 In quel momento arrivò anche il dottore con le carte per la mia dimissione. Takahiro si sbrigò a metterlo al corrente del mio improvviso recupero della memoria e il medico, allora, mi sorrise con dolcezza, evidentemente felice per me. Io mi unii ai ringraziamenti di mio fratello e di Usami, prima di raccogliere tutte le mie cose e uscire finalmente da quella grigia prigione. Appena misi piede fuori dall’ospedale, inspirai profondamente l’aria pulita di quella sera di novembre, contento che la situazione si fosse sistemata. Una grande mano fredda mi arruffò i capelli, mentre il mio cure, come sempre, iniziava a galoppare e il solito rossore invadeva le mie guance. « Copriti bene o ti ammalerai! », mi rimporverò con dolcezza Usagi-san, sorridendomi. Istintivamente sprofondai di più nella mia grossa sciarpa di lana, iniziando a notare il freddo pungente che caratterizzava quella serata. Lentamente, ci avviammo a piedi verso la casa di Takahiro, che distava solo una ventina di minuti dall’ospedale. Il silenzio era sceso su di noi, avvolgendoci tutti nella sua creduele morsa. Fortunatamente, proprio mio fratello riprese la parola. « Ah, Usagi-san... mi sono dimenticato di dirti una cosa! Tu prova a far soffrire mio fratello e dovrai vedertela con me! », esclamò, in un tono scherzoso, che però tradiva una nota di serietà. Akihiko rise, per poi annuire. « Va bene.... me ne ricorderò! »
Io arrossii, quella situazione era davvero surreale, ma estremamente perfetta. Avevo finalmente recuperato la mia memoria, sapevo che mio fratello approvava la mia relazione con Usagi-san e avevo la certezza che tutto sarebbe andato sempre meglio! Eppure, nonostante tutta questa gioia, c’era ancora qualcosa che mancava: dovevo assolutamente parlare da solo con Usami! In ogni caso, l’occasione non sarebbe tardata ad arrivare; l’indomani, infatti, Takahiro e sua moglie ci riaccompagnarono a casa, dove, ad attenderci, c’era un tenero Suzuki-san; quell’orsacchiotto era mancato pure a me!
Dopo aver appoggiato le nostre cose nelle rispettive camere, invitai Usagi-san, ancora abbracciato al suo peluches, a sedersi sul divano e ad ascoltare quelle poche cose che sentivo la necessità di dirgli. L’uomo non volle separarsi dal suo adorato Suzuki-san, ma mi fece capire che avevo comunque tutta la sua attenzione.
Esitante, cominciai: « Usagi-san... io... io voglio ancora chiederti perdono per essermi dimenticato proprio di te! So che, probabilmente, potresti aver interpetato questa cosa come una specie di mio involontario rifiuto nei tuoi confronti... ma... », non riuscii ad arrivare a metà del discorso, che subito venni interrotto dal mio interlocutore. « Misaki... ascolta, non voglio negare di aver pensato che tu, in realtà, volessi dimenticarmi... la tua amnesia era davvero strana, troppo selettiva... so di averti praticamente costretto ad amarmi, ma non ho mai perso la speranza che i tuoi sentimenti, con il tempo, siano divenuti sinceri... così, ora, da te voglio solo una risposta sincera... Misaki, davvero mi ami e vorresti vivere per sempre con me? ».

Il mio angoletto...

Vi affido anche il quinto capitolo di questa breve FF, che, ormai, sta volgendo al termine. Come sempre desiderosa di conoscere la vostra opinione, vi lascio, magari per cercare di scrivere anche il sesto e ultimo capitolo di questa avventura!

A presto....
(ah e Buon Natale!)
  
  
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