Salve a voi ^^
Nell'augurarvi
Buone Feste (appena in tempo!), vi annuncio che questa storia
durerà ancora per poco: altri due capitoli! Siamo oltre la
metà!
Grazie per le vostre letture, per le vostre recensioni, che mi fanno
capire che gradite questo mio "excursus letterario" sui Led Zep, oc he
se non altro non sta passando inosservato!
Ho anch'io qualche recensione, nonché molte letture, da
effettuare... perciò vi lascio alla lettura e ci vediamo al
quinto capitolo, presto presto!
Ancora Buone Feste!
Ciry
Capitolo 4
Si
volta e alza lo sguardo. C’è James accanto a lei. Le fa un gesto elegante e
leggero con la mano, vuole farsi passare il telefono.
Inerme,
Talia esegue, come se la cornetta scottasse, mentre sua madre ci sta ancora
strillando dentro.
“Come
si chiama mamma?” le chiede sottovoce mentre con l’altra mano le porge un
tovagliolo fresco ed umido contenente dei cubetti di ghiaccio.
Talia
sussurra di rimando: “Kate…” prendendo il fagotto, al che il chitarrista
conclude, gentile ma serio: “Va bene, ci parlo io, stai tranquilla. Metti
questo sulla guancia e mangia, non preoccuparti.”
“Signora
Kate? Mi sente?”
“Pronto?
Chi è?”
“Mi
chiamo James Page, signora, sono-“
“Dov’è
mia figlia? Mi passi subito Talia, chiunque lei sia!”
Morde la
stecca, ed il cacao fondente le si scioglie in bocca, finendo vischiosamente
lungo l’esofago.
“Voglio
sapere cosa ci fa lei con mia figlia!!!”
Il tono
di Kate è molto alterato, ma ora trapela un grosso ed improvviso ammontare di
ansia tipicamente materna, un’ansia di chi vuole sapere la verità, non importa
da chi.
“Mi
faccia finire, Kate, si calmi” le intima James in tono educato ma fermo.
La ragazzina,
vicino a lui, smette di masticare e trattiene il fiato.
Alla
fine, mamma si ammansisce e sospira gravemente: “… Ok, parli.”
James
si volta per pochi istanti e le passa una mano affusolata sopra i capelli,
sorridendole.
Talia
osa mordicchiare un altro quadratino al cioccolato, tesa.
Lo
sente dire: “Mi sono ritrovato sua figlia davanti in ascensore, Kate. Era in
lacrime, stava scappando. Mi ha detto che il suo patrigno l’ha picchiata,
perciò ha preso l’ascensore nel tentativo di sfuggirgli.
Ha un livido
sulla guancia destra, ma si è calmata quasi subito, e dato che non volevo
spaventarla, né creare un’inutile confusione chiamando la polizia, le ho
permesso di usare il telefono della mia stanza per chiamare lei. Vorrebbe che
la venisse a prendere.”
A
fatica riesce a sentirla mentre replica esitante: “… Mi sta… dicendo delle cose
piuttosto gravi, signor… mi scusi, signor…?”
“James…”
“James,
sì, scusi. Lei mi sta dicendo delle cose molto pesanti. Però non mi sono nuove,
sfortunatamente. Ho… capito tutto, grazie del… resoconto. Adesso può passarmi
Talia, per favore?”
“Certo,
attenda in linea…”
Talia
si morde nervosamente un labbro e riprende la conversazione con sua madre.
In un
sospiro triste Kate replica, cercando di trattenere le lacrime: “Tesoro, scusami
se ho alzato la voce. Mi sono spaventata… E’ vero quello che mi ha detto il
signore?”
“Sì, è
tutto vero!” risponde l’altra, più energica “Roland… mi ha dato uno schiaffo.
Ma adesso il livido non mi fa quasi più male, perché James mi ci ha fatto mettere
del ghiaccio sopra…”
“D’accordo,
amore, ha fatto benissimo… Tu quindi stai bene?”
“Sì, ma
tu non devi preoccuparti… James starà con me finché non vieni a prendermi…”
dice Talia per poi arrossire come un peperone, dato che il ragazzo le pizzica
piano il naso dopo che ha finito di parlare, intenerito.
“Parto
immediatamente, amore mio!” la rassicura Kate, tirando su con il naso “Tra non
molto sarò lì, conosco il posto, ti troverò, e già che ci sono farò anche una
denuncia alla polizia!”
“Vuoi
chiamare la polizia?” chiede la figlia, allarmata.
“Per
Roland, tesoro. Non ti toccherà più” si sente ribadire dalla mamma, con voce
tremula ma determinata “Lascia fare a me. Resta dove sei, io sto per prendere
la macchina, aspettami, faccio presto, te lo prometto, va bene?”
Lei,
confusa e timidamente felice, risponde di sì, e Kate la saluta con un
avvertimento perentorio: “Non tornare in camera da Roland per nessun motivo,
penseremo dopo alle cose da prendere. E aspettami. Ciao, tesoro mio… Passami
James, così saluto anche lui…”
“James?
Mi sente?”
“Mi
dica, Kate.”
“Vengo
a riprendermi Talia. Ci metterò circa un paio d’ore, sono già stata
nell’albergo in cui vi trovate. In questo lasso di tempo devo fidarmi di lei.
Ha mia figlia sotto la sua custodia. Non voglio che le accada niente, per mano
di nessuno, nel modo più assoluto. Mi capisce?”
“Sono
un genitore anch’io, signora. La capisco perfettamente e le posso giurare su
quanto ho di più caro al mondo che non succederà niente a Talia. Piuttosto,
farò in modo di distrarla, la vedo molto tesa… Potrebbe dormire un po’, oppure
guardare la TV…”
Kate
esita prima di rispondere cautamente: “… E sia, basta che non si agiti
ulteriormente. Si ricordi che mi fido di lei.”
“Ha la
mia parola.”
“Molto
bene. Grazie, per il momento. Ci vediamo tra due ore. Che stanza devo far chiamare?”
“Ehm…
Scendiamo io e Talia. Se dovessi venirmi a cercare… forse suo marito potrebbe
vederla, seguirla e trovarci tutti…”
“Roland
è il mio compagno” lo corregge subito lei, glaciale “E comunque ha ragione.: è
meglio che scendiate voi. Non fatevi vedere, se potete. Vediamoci nella hall.”
“Ci
saremo. A più tardi…”
“Sì, a
dopo. Buonasera.”
E Kate
riaggancia senza trattenersi oltre.
Sarebbe
stata una mossa forse controproducente.
Magari
neanche conosce il gruppo…
Così
come non lo conosce Talia.
La
ritrova in poltrona, le scarpe sul pavimento, rannicchiata sul suo diario e
sulla cioccolata; non ha mollato per un attimo neanche il fazzoletto rosso, né
tantomeno ha tolto la salvietta con il ghiaccio dalla gota maltrattata da
Roland.
Ha
pianto di nuovo, ma si è già asciugata le lacrime: gli occhi sono arrossati, ma
più sereni.
Chino
di fronte a lei, le toglie delicatamente quella “borsa del ghiaccio”
improvvisata dal volto e domanda: “Va un po’ meglio?”
La
ragazzina annuisce e si sistema una ciocca ribelle dietro l’orecchio dopo aver
masticato lentamente un pezzo di cioccolato; a sua volta gli chiede: “Anche tu
hai dei figli? Stavi dicendo questo a mia madre?”
James
sorride, ed è un sorriso caldo e dolce.
“Sì”
conferma, una mano aperta sotto il viso per sorreggerlo “Ho una figlia.”
Il
volto di Talia si fa sempre più curioso, il che gli fa piacere.
“Come
si chiama?”
“Si
chiama Scarlet… ed è bionda, come te!”
Di
nuovo le accarezza paterno i capelli, e lei arrossisce sorridendo.
“E… ti
manca?”
“Molto,
sì! Però la sento tutti i giorni al telefono…”
“Perché…
perché non è con te? Sei… divorziato?”
Quella parola
complicata e sgradevole in bocca ad una bambina genuinamente curiosa lo porta a
ridacchiare, stupito e compiaciuto.
“No,
non lo sono” le spiega paziente “E’ solo che io e la mia band siamo spesso in
giro per il mondo a suonare, e Scarlet con sua madre non possono seguirmi,
sarebbe troppo scomodo e stressante per tutte e due, e poi lei è ancora troppo
piccola…”
“Piccola?
Quanti anni ha?”
“Circa
un anno e tre mesi!”
“… Oh!”
Talia pensava
ad una ragazzina della sua età, o giù di lì, e invece ha probabilmente imparato da poco a camminare e parlare!
Chissà se
gli somiglia, anche se è bionda, quindi di certo non come il papà…
“Bè,
sì, ma… forse perché…” la ragazzina
rivolge lo sguardo altrove, balbettando “Perché…
io… ecco, non so quanti anni hai tu, e quindi…”
“Ne ho
ventotto!”
“Oh! Ventotto!”
“Pensavi
che fossi più grande anch’io?”
Il suo
tono divertito ed incalzante la fa ridere spensierata, scacciando un po’ d’imbarazzo;
James è contento di averla fatta rilassare, e Talia è al settimo cielo.
Anche se
lui non è più né il serpente minaccioso, né il galante cavaliere che poco prima
aveva dipinto sulla tela della sua fervida immaginazione.
È un
papà, forse perfino un marito – non vuole essere troppo indiscreta, preferisce mantenere
un po’ di mistero al riguardo – e di certo una persona buona.
Un adulto
speciale.
L’altra
scuote la testa e risponde, stringendo a sé il volumetto: “E’… un diario
segreto. Quando mi sento sola e ho voglia di parlare con qualcuno, ci scrivo
dentro e sto meglio…”
“Ti
piace scrivere, brava, è una cosa molto bella!”
“… Mi
piace anche leggere!”
“Leggere
cosa?”
“Tante
cose… Fiabe, perlopiù…”
“E la
musica? Ti piace ascoltarla?”
“Sì, ma
a casa ascoltiamo solo Elvis Presley. Roland odia i vinili, dice che sono uno
spreco di soldi… e a mamma piace solo Elvis…”
Lei risponde
di sì, entusiasta. E il ragazzo le chiede di aspettare, dopodiché cambia stanza
per telefonare.
- Scarlet Lilith Eleida Page è nata il 24 marzo 1971; è la prima figlia di Jimmy Page, nonché colei che per prima lo ha reso nonno, di Martha Alice :)
Questa è lei oggi: http://img.thesun.co.uk/multimedia/archive/00561/SNN2229DN_400_561406a.jpg
Ed eccola da bambina (si vede male, ma è lei), tra babbo Jimmy e "zio" Bonzo :) : http://s11.allstarpics.net/images/orig/4/2/42t0y2fudxr7240x.jpg
- La mamma di Scarlet è Charlotte Martin, modella francese e moglie di Jimmy dal 1970 al 1982: http://2.bp.blogspot.com/-h5ok8Lne82A/TfOr8MejtVI/AAAAAAAAED4/21KNUDrz85w/s1600/67a.jpg