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Autore: margheritanikolaevna    25/12/2011    3 recensioni
Questa stravagante fanfiction natalizia nasce dallo scellerato incontro tra due dei miei amori: la letteratura e...Mac Taylor. Cosa può mai accomunare il serissimo tenente della scientifica di NY all'avaro Ebenezer Scrooge? e Charles Dickens si divertirebbe o si rivolterebbe nella tomba? Se vi va, leggetela e fatemi sapere la risposta. Ah, dimenticavo...tanti, tanti auguri di buon Natale!
Prima classificata al contest "A Christmas Carol", indetto da Nekhel su efp
Questo è il link: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10441623
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mac Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quinta Strofa

Come andò a finire.

 

      
Si! La radiosveglia era esattamente al solito posto, sul suo comodino. Il comodino era il suo. Il letto era il suo. La stanza era la sua. E la cosa migliore, la più bella, era che il tempo che aveva davanti a sé era suo, suo per cambiare la sua vita!
“Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro!” ripeté Mac Taylor mentre saltava giù dal letto. “I tre spiriti saranno al mio fianco. Oh, Bill Hunt! Sia benedetto Iddio, e anche il Natale, per tutto questo!”.
Tremava, ed era così pieno di buoni propositi, che la sua voce spezzata stentava a funzionare. Aveva pianto amaramente durante la sua lotta con lo spettro e il suo volto era ancora umido di lacrime.
“Sono ancora qui…le ombre delle cose che sarebbero accadute possono essere dissipate” mormorò “E sarà così. So che sarà così”.
Radersi non fu un compito facile, perché la sua mano continuava a tremare parecchio; e radersi richiede attenzione, anche se non ballate mentre lo fate. Ma se pure si fosse tagliato via la punta del naso, ci avrebbe messo un cerotto e sarebbe stato contento lo stesso.
Si vestì in fretta e furia, senza sapere bene come. Saltellando arrivò in salotto e lì rimase senza più fiato.
“Lì c’è la porta da cui è entrato il fantasma di Bill! Quello è l’angolo dov’era seduto il fantasma del Natale Presente! Quella la finestra da cui ho visto le anime in pena! E’ tutto così, è tutto giusto, tutto è accaduto. Ah, ah, ah!”
Davvero: per un uomo che non si era esercitato per anni, quella era una splendida risata, una vera signora risata, madre di una lunga serie di brillanti risate!
“Non so la data di oggi” disse il poliziotto, precipitandosi in strada “non so per quanto tempo sono rimasto con gli spiriti. Non so nulla…ma non fa niente, non m’importa…”
Uscì dal portone: niente nebbia, niente bruma, un freddo cristallino, luminoso, gioviale, stimolante, un freddo che chiamava il sangue a danzare nelle vene; dorata la luce del sole, cielo divino, aria fresca e pura, allegro scampanare dalle chiese della città. Oh splendido! Splendido!
“Che giorno è oggi?” esclamò il detective, chiamando un ragazzino con i vestiti della festa che si era forse soffermato a guardarlo.
“Che coosa?” rispose il ragazzo con tutto il suo stupore.
“Che giorno è oggi, caro giovanotto?” ripeté.
“Oggi?” replicò il ragazzo “Beh, ma è Natale!”
“E’ Natale!” disse Mac tra sé e sé “Non l’ho perso. Gli spiriti hanno fatto tutto in una notte…possono fare tutto ciò che desiderano. Certo che possono. Certo che possono…” 
Non terminò nemmeno di pronunciare queste frasi che subito gli attraversò la mente un pensiero: aveva una cosa importantissima da fare, prima che fosse troppo tardi.
Corse a perdifiato, rischiando più di una vota di rompersi l’osso del collo scivolando sulla neve fresca e, nonostante ciò, assolutamente felice e ansioso di fare ciò che stava per fare. Pareva, insomma, così irresistibilmente di buon umore che due o tre persone gentili, quasi scontrandosi con lui, gli dissero: “Buon giorno! Buon Natale!”. Mac Taylor affermò spesso in seguito che, di tutti i suoni gioiosi che avesse mai sentito, per le sue orecchie quelli furono i più gioiosi.
Giunse trafelato ai piedi del grattacielo dove si trovavano gli uffici della Scientifica e, senza fermarsi a riprendere fiato, si mise a cercare affannosamente il giovane agente Danny Messer. Doveva fermarlo prima che lasciasse il laboratorio!
Per fortuna, lo sorprese mentre, con aria afflitta, stava salendo in auto.
“Fermo Danny!” gli gridò con tutte le sue forze.
“Eh?” fece quello, meravigliato.
Il detective era senza fiato e dovette aspettare qualche secondo prima di riuscire a parlare.
“Danny, ho cambiato idea” gli disse, non appena fu in grado di articolare qualche parola intellegibile “vai a casa da Lindsay e Lucy…và da loro e non tornare qui in ufficio prima di domani pomeriggio!”.
“Capo, ma tu avevi detto…” ribatté il ragazzo, incredulo; per un attimo pensò di servirsi delle manette che aveva alla cintura per immobilizzare l’uomo che aveva di fronte,tenendolo poi fermo, e di chiamare rinforzi chiedendo aiuto e una camicia di forza.
“Lascia stare quello che ti avevo detto ieri!” rispose quello, con il sorriso più ampio che Danny ricordasse di avergli mai visto sul viso da quando lo conosceva “ieri era un altro giorno, era tutto diverso! Vai a casa…” ripeté, senza smettere di sorridere.
“Ma come farai con il turno?” azzardò il giovane.
“Non preoccuparti!” aggiunse il tenente “coprirò personalmente il tuo turno…ora voglio soltanto che tu vada dalla tua famiglia, è Natale!”.
Danny a quel punto ricambiò il sorriso pensando che doveva essere proprio Natale perché gli fosse concesso di vivere un momento del genere. Strinse la mano all’uomo che, per tutta risposta, lo attirò verso di sé e lo abbracciò per un istante, assestandogli una benevola pacca sulla spalla.
“Ah dimenticavo…” aggiunse il tenente, mentre Danny si allontanava “mi raccomando, augura buon Natale da parte mia a Lindsay e a Lucy!”
Quello annuì, sempre più sconvolto.
“Non dimenticarti, mi raccomando!” disse ancora una volta.
Quella stessa sera, mentre sedeva nell’aereo che lo avrebbe portato a New Orleans, il detective Mac Taylor pensava che, senza dubbio, alcuni avrebbero risonel vedere la sua trasformazione, ma lui li avrebbe lasciati fare, senza curarsene: era abbastanza saggio da sapere che a questo mondo non è mai accaduto nulla di buono che in un primo momento qualcuno abbia deriso.
E, sapendo che gente come quella era cieca in ogni caso, pensò che potevano pure strizzare gli occhi in un ghigno, piuttosto che mostrare la loro tara in forme meno piacevoli. Anche il suo cuore rideva, e ciò gli bastava!
Mac Taylor fece meglio di quanto aveva promesso.
Fece tutto, e infinitamente di più; fu un marito affettuoso per Stella Bonasera e un ottimo padre, e un amico per Danny Messer, che non morì, e per Lindsay Monroe, che non divenne un’alcolista.
Divenne un buon capo, il migliore degli uominiche aveva potuto conoscere quella buona vecchia città, o qualsiasi altra buona vecchia città, paese o borgo del buon vecchio mondo. Senza per questo cessare di essere una vera spina nel fianco per i delinquenti di quella stessa buona vecchia città.
Non ebbe ulteriori rapporti con gli spiriti, ma da allora in poi visse secondo il principio di assoluta temperanza; di lui si disse sempre che sapeva interpretare il Natale, se una tale conoscenza fu mai conferita a un vivente.
Che una cosa simile possa esser detta anche di noi, di tutti noi!
E, come osservò Sid Hammerback, Dio ci benedica, ci benedica tutti!
 
FINE 
 
 

  
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