Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SilentWings    25/12/2011    6 recensioni
"A Christmas carol" Kuroshitsuji version. Commedia o dramma? Quando la spocchiosità di Ciel raggiunge livelli allarmanti nel periodo natalizio, tre misteriosi figuri entrano in azione per (cercare di) salvare la pelle alla povera e maltrattata servitù di casa Phantomhive. Crossover tra Kuroshitsuji e "A Christmas Carol" di Charles Dickens
Genere: Comico, Malinconico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci all'ultimo capitolo! Ringrazio chi con pazienza e affetto ha recensito e seguito la mia storia. L'autrice si agura che questo Natale possa essere per voi fonte di gioia e felicità. TANTI AUGURI A TUTTI!

La prima cosa che sentì, fu una strana fitta alla fronte. Ciel si tirò a sedere con cautela, toccandosi la testa con dita tremanti.
Sotto i polpastrelli, sentiva lo spessore di uno splendido bernoccolo che, avrebbe potuto giurarlo, non era più piccolo si una noce. Cercò di capire la sua ubicazione: si trovava sul pavimento di legno della sua stanza. Doveva essere caduto dal letto ed aver battuto la testa.
Si alzò in piedi. Nessun segno di fantasmi, spiriti o ectoplasmi di sorta.
Aprì la finestra. Una folata di vento gelido lo investì, lasciandolo per qualche istante senza fiato e sull'orlo dell'assideramento.
Nel giardino sottostante, Finny stava trascinando i piedi nella neve, ancora troppo intontito dal sonno per camminare in linea retta.
-Finnian!- urlò Ciel dalla finestra. Il giardiniere sobbalzò, e si voltò con l'aria terrorizzata di chi vede di fronte a se il diavolo che lo trascinerà all'inferno.
-S... Signorino?! Ma come, siete già sveglio?-
-Ma certo! Non abbiamo predisposto la sveglia per le quattro del mattino? Sono un po' in ritardo, essendo le quattro e tre minuti, e me ne dolgo. Forza Finnian, forza, non c'è tempo da perdere!-. E così dicendo sprangò la finestra, sotto lo sguardo allibito del ragazzo biondo, che scosse la testa tra sé e sé, cominciando a distruggere qualche albero del giardino.
Ancora in camicia da notte, il conte scese correndo in cucina, sorprendendo Bard, che quasi inghiottì la sigaretta dallo stupore.
-Signorino! La cucina non è posto per voi.- Ciel aveva preso con la punta del dito un po' di crema da una ciotola, e lo aveva portato alla bocca. Poi sorrise all'ex soldato. -Molto buono Bard, molto buono. Continua così.- e se ne andò fischiettando. La mascella del cuoco collassò all'improvviso, e la sigaretta cadde definitivamente dalle sue labbra.
Proprio in quel momento, MeiRin stava scendendo le scale, con una pila di asciugamani e lenzuola tra le braccia, che minacciava di crollare da un momento all'altro. All'improvviso, la cameriera vide un paio di piccole mani liberarla di parte del carico. Si ritrovò di fronte un Ciel che le sorrideva con aria affabile.
-P...padrone? Ma cosa state facendo?-
-Ti aiuto, MeiRin, non posso?-
La cameriera guardò il piccolo conte scendere le scale canticchiando un motivetto natalizio.
Oh santo cielo. Cosa diamine era successo a quel bambino? Forse i miracoli di Natale esistevano davvero?
Una volta finito di aiutare i suoi servi, Ciel si avviò verso la camera del suo maggiordomo, reggendo tra le braccia alcune grosse bottiglie di latte. Bussò alla porta, e quando Sebastian si affacciò, sfoderò un sorriso radioso.
-Buon Natale, Sebastian. Tieni, questo è per quei deliziosi gattini che tieni nascosti nell'armadio. Ci vediamo a ora di pranzo!-
Il maggiordomo rimase immobile, totalmente incapace di muoversi e di formulare un pensiero coerente sul motivo della scenetta di cui era appena stato protagonista. Di certo, il demone non era un tipo che rimaneva scioccato per eventi particolari e soprannaturali, ma questo... questo superava ogni immaginazione! Come diamine faceva a sapere quel marmocchio dei gatti che teneva nell'armadio? Mah, i misteri del mondo.
Verso le dieci del mattino, la campanella all'ingresso suonò. Ciel si precipitò ad aprire. Timida e ritrosa alle spalle della zia Francis, c'era Elizabeth, che cercava di scappare allo sguardo del giovane Phantomhive. Il quale, con un elegante inchino le prese la mano e la invitò ad entrare.
-Benvenuta, mia Lady. Ti stavo aspettando con ansia. Benvenuta zia Francis. Prego, accomodatevi!-
Entrambe sorprese da quel cambiamento nel comportamento del conte, lo fissarono, titubanti.
Elizabeth azzardò il gesto di toccargli una spalla.
-Ciel... ti senti bene?-
Il ragazzo rise. -Mai stato meglio in vita mia, Lizzy. Anzi, ti chiedo perdono per il mio riprovevole comportamento di ieri. Questo pomeriggio, nessuno ci priverà di una splendida passeggiata a cavallo sotto la neve.-
Commossa, la lady lo abbracciò, quasi sull'orlo delle lacrime. -Grazie Ciel, grazie!-
Fu il più bel Natale per Ciel dai tempi della sua infanzia. Si stupì di quanto poco bastasse per rendere felici le persone che gli stavano accanto. Un sorriso, una parola, una carezza.
E comprese quante occasioni aveva perso fino a quel momento, perso nei suoi schemi rigidi e nel suo egocentrismo. Giurò a sé stesso che mai avrebbe reso qualcuno infelice. La vita era troppo breve per crogiolarsi in dispiaceri e rimorsi.
Da quel Natale, il conte Ciel Phantomhive diventò una persona nuova. Molti ridevano dei cambiamenti che si erano operati in lui. Ciel li lasciava ridere, felice di aver finalmente compreso quali fossero le cose  che veramente contavano: la felicità delle persone che amava e il loro benessere. Di lui si disse che sapeva come far vivere lo spirito del Natale tutto l'anno. Mille e mille volte, il conte ringraziò in cuor suo gli spiriti, che gli avevano permesso di diventare una persona migliore. Avevano permesso la nobiltà non solo del suo titolo, ma anche del suo spirito.
Avrebbe onorato e rispettato il Natale fino alla fine dei suoi giorni, agendo in suo nome in ogni circostanza possibile.
Sempre sorridendo di fronte a chi, ancora incredulo, si stupiva del suo meraviglioso cambiamento.


Fin
  
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