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Autore: kymyit    25/12/2011    1 recensioni
Durante un normalissimo pomeriggio, Killer scopre cosa terrorizza Penguin oltre ogni limite: [...]
Mica ve lo dico, sono troppo cattiva per farvelo scoprire dopo aver fatto penare Killer per saperlo.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Killer, Penguin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dai, Kirachan, vieni da me!- esclamò Penguin, ma lui era irremovibile.
-Lascia stare, ti ricordo che siamo nemici.-
Certo!
Lo disse, ma non ci credeva pure lui. Anche se si ostinava a mettere su quella facciata scettica, ormai cedeva molto spesso al pinguino. E Kidd a Law, ovvio.
A proposito, i due capitani erano rimasti a darsele in un’osteria del centro città, mentre le due ciurme si erano disperse. E non era certo per la massima “Io quelli non li conosco!”, ma quanto per evitare di scoppiare a ridere loro in faccia.
Nemici…
-Certo certo, facciamo finta che ti sequestro come al solito?- propose il pirata degli Heart.
-Oggi non ho voglia di farmi sequestrare.- rispose Killer, sorridendo al sicuro da dietro la maschera.
-Porti il tuo culetto nel sottomarino di tua spontanea volontà?-
-Sì, facciamo di sì, non ho voglia di discutere.-
Penguin sorrise, anch’egli protetto dalla visiera e dai paraorecchie del cappello. Proseguirono verso il porto a passo svelto, in silenzio per un po’.
-La marina ci segue.- commentò canticchiando il moro –Penserà che stiamo cospirando contro il mondo intero?-
Killer mise le mani in tasca, vicinissime alle lame, pronto a scattare.
-Spero per loro che continuino a pensare questo.-
-Sei ancora in fase di negazione, Kirachan?- lo istigò Penguin.
-No, in fase di rassegnaz…- la mano del moro gli impedì di proseguire il discorso e prima che il Massacratore potesse ribattere, l’altro sibilò, teso come una corda di violino.
-Sssst…-
Killer non capì il perché e fece per protestare, senza distogliere lo sguardo dall’altro che non era più solo teso, ma proprio nervoso. Per la prima volta Penguin sudava freddo e i suoi occhi vagavano guardinghi e irrequieti per la via. A un certo punto, la sua mano scattò, artigliandogli il braccio.
-Andiamo via…- disse deglutendo e ostentando una calma che non possedeva.
Killer percorse la strada con lo sguardo, ma eccetto i soliti marines appostati non vedeva nient’altro che potesse incutere tale timore.
Chi aveva spaventato il pinguino?
Un marine? Naaaa, un ammiraglio forse, ma perché un personaggio di tale grado avrebbe dovuto trovarsi in un paesino come quello, al seguito di due pesci relativamente piccoli?
Bocciata.
Forse un cacciatore di taglie particolarmente ostico o un Trafalgar Law con un diavolo per capello. Ecco, quello era un buon motivo per essere nervosi, ma non riusciva a scorgere tipi sospetti e tantomeno un cappello maculato all’orizzonte.
Penguin aveva accelerato il passo. Non scherzava più, non lo guardava, serrava i denti e sudava. I suoi occhi si ostinavano a rimanere fissi sulla strada che percorreva, eppure ogni tanto si guardava intorno.
-Ehi, vecchio…- disse piano il Massacratore, esasperato –Si può sapere cos’hai?-
-Nulla.- ribatté secco l’altro.
Il nervosismo era quasi palpabile e anche Killer iniziava a non essere tranquillo. Guardandosi intorno s’aspettava di vedere nemici pericolosi spuntare da ogni angolo.
Penguin s’irrigidì d’improvviso, come paralizzato, bianco in volto.
-Penguin, si può sapere cos’hai?- domandò il biondo e poiché l’altro non rispose, seguì il suo sguardo colmo di terrore e allora capì.
-Hanno portato la squadra cinofila…- commentò.
Penguin deglutì.
-Ma…- sì, aveva capito il problema –Non sono i marines a preoccuparti, vero?-
Scosse il capo.
-Sei cinofobico?-
Annuì.
-Hai la pistola?-
Annuì nuovamente.
-Continua a camminare.- disse fermo Killer –Devono solo avvicinarsi…- lasciò la frase in sospeso ma Penguin vide che le sue mani fremevano, pronte a infilarsi nei supporti delle lame e sorrise, rilassandosi un poco, ma giusto un po’.
-Non ti faccio ridere?-
-Oh, sì, da morire.- fece ironico –Ma per stavolta non infierirò.-
-Sei un bravo moccioso.-
Sia benedetta per l’ennesima volta la Maschera del Massacratore. Killer arrossì al sorriso dolce e colmo di gratitudine di Penguin e dovette concentrarsi all’istante su un qualsiasi altro pensiero per evitare di avere strane reazioni come infilargli la lingua in bocca o cose simili. Represse quell’istinto, così come Penguin soppresse la paura, proseguirono fino al sottomarino, ma cambiando strada per far perdere le proprie tracce dai cani che, li sentivano, erano sempre alle loro calcagna.
Penguin correva per primo, Killer dietro di lui, ormai le lame erano state sfoderate del tutto. Quel paesino era piccolo, ma le sue vie erano infiniti corridoi a cielo aperto, intricate come dedali al punto che i due temettero di essersi persi.
E poi…
Poi si trovarono circondati, da uomini e cani. Penguin s’aggrappò con forza alla propria arma, riponendo nei proiettili la sua speranza di salvezza. Non faceva neppure commenti idioti, il che infastidì Killer fin nel profondo, facendogli odiare i soldati e persino le bestie che si portavano dietro. I cani abbaiavano e ringhiavano minacciosi e il moro esitava a uccidere.
Se colpiva i padroni, i cani gli sarebbero saltati addosso.
Se sparava agli animali, sarebbe stato lo stesso. Non poteva ucciderli tutti in una frazione di pochi secondi. Erano troppi.
E ringhiavano, latravano verso di lui, fiutando il suo terrore. Uno dei marines lasciò la presa sul guinzaglio e l’animale si lanciò verso di lui, feroce. Penguin indietreggiò in uno scatto incontrollabile. Le fauci aperte dell’animale, della belva, del mostro, erano sempre più vicine.
Già poteva sentire i suoi denti affondare nella carne, già il dolore gli annebbiava il cervello.
Il sangue zampillò nell’aria sotto i suoi occhi sbarrati dal terrore.
Killer si rimise dritto, fiero, con la lama destra grondante di sangue. Sul selciato rotolava inerme la testa dell’animale che non era neppure riuscito ad avvicinarsi al pirata degli Heart, il quale, ancora sorpreso, non riuscì a reagire in alcun modo quando Killer compì quella carneficina sotto i suoi occhi.
Tutto si tinse di sangue scarlatto e solo quando anche l’ultima bestia perì istantaneamente, Penguin riprese a respirare.
Killer gli porse allora la mano, serio, senza commentare, senza dire nulla come “Vecchio, perché cazzo ti sei imbambolato?!”
-Andiamo.- disse soltanto, e Penguin, tremante e scosso, gli prese la mano e sorretto da lui proseguì lungo la via ormai deserta.
-Grazie…- sussurrò appena impercettibilmente, vergognandosi da morire.
Killer annuì –Non è successo nulla.- rispose.
Non avrebbe parlato, nessuno avrebbe saputo, come per il suo viso, era un segreto solo loro.


Note: Allora, io dovevo scrivere una cosa più lunga e scema, ma ho deciso che la scemata la scrivo a parte. Io non odio i cani, ma ne ho il terrore, perciò, non so voi, in questo caso io sono Penguin. Non che io voglia uccidere tutti i cani che trovo per la mia strada, ma vorrei semplicemente non vergognarmi o sentirmi dire -Tranquilla, è bravo.- ogni santissima volta. Killer mi farebbe davvero comodo xDD Non so se ho urtato i nervi di qualcuno amante dei cani con questa storia, non era mia intenzione, a me piacciono, anche se da lontano, quindi, se così è stato, mi dispiace U///U''
Killer ha comunque ucciso gli animali sul colpo, in fondo che colpa ne hanno loro se sono stati addestrati per combattere il crimine? Ecco >_>
No, a parte tutto questo, tutto nasce dal mio incontro quasi ravvicinato coi due cuccioli di famiglia, entrambi evitati con gran classe, tiè! Vabbè, torno alla PenKira idiota che doveva essere il proseguo di questa situazione, solo che, dopo l'esperienza Penchan non è molto allegro e motivato per le stupidaggini XDDD L'avviso fluff c'è perché, a modo suo, Killer è tenero nei confronti di Penchan, anche se non saprei che altro avvertimento mettere. Angst? Mah... Vabbè. Baciottiiii!!
   
 
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