‹‹ I’m dreaming of a white Christmas, just like the ones I used to know...››
Per la prima volta in un lasso di tempo davvero troppo lungo mi ritrovo a non sognarlo, questo bianco Natale, ma a viverlo. Non so grazie a quale miracolo, stanotte ha nevicato. E stamattina mi ha svegliato proprio la luce soffusa e placida che il paesaggio fuori rifletteva, essendo completamente imbiancato. Le previsioni l’avevano detto, ma fino all’ultimo ho preferito non illudermi, quasi come fossi ancora bambino, quando la neve rendeva magica anche una semplice giornata scolastica. Figuriamoci il Natale.
‹‹ Where the treetops glisten and children listen to hear sleigh bells in the snow… ››
L’ho preso come il mio personale regalo, da parte chissà di chi. Ci siamo rifugiati in questo angolo isolato di mondo, al riparo da tutto il resto, dalle cattive notizie, dall’odio, dal male, e probabilmente anche dalla parte peggiore di noi stessi. Almeno per una volta abbiamo provato ad essere felici, davvero felici, e siamo stati ricompensati. Niente lacrime questo Natale, anche se ci sono state non hanno contato, sotterrate e perdonate da un’atmosfera di pace ed allegria.
‹‹ I'm dreaming of a white Christmas with every Christmas card I write… ››
Sospiro piano e getto una rapida occhiata tutto intorno al salone, non fermando lo sguardo su nessuno in particolare, più per paura che per altro. Paura di lasciar andare le emozioni che sto trattenendo a stento davanti ai nostri genitori, davanti ai bambini. Ché loro non conoscono questo lato di me, ed è meglio che rimanga nascosto, perché non voglio abbiano alcun dubbio sulla riuscita del nostro tentativo di essere felici. Non posso permettere che pensino siamo entrambi deboli. Torno a fissare i tasti bianchi e neri del pianoforte a coda e prendo qualche respiro più profondo, cercando di mantenere la voce senza incrinature troppo oneste, troppo evidenti.
‹‹ May your days be merry and bright and may all your Christmases be white… ››
Poi all’improvviso lui si appoggia a me, tenendosi aggrappato stretto al mio braccio e sorridendomi piano. Giro per un attimo la testa nella sua direzione e lo vedo chiudere gli occhi, completamente rilassato ed in pace, mentre si gode una tranquillità che nelle nostre vite mancava davvero da troppo tempo. Gli lascio leggero un bacio tra i capelli e gli sorrido di rimando, strofinando appena il naso contro la sua pelle calda, che sa di vaniglia per via del sapone che entrambi usiamo.
Concludo la canzone, facendo sfumare le note poco alla volta, e rimango immobile per un attimo, prima di aprire gli occhi e voltarmi di nuovo verso di lui, con tutto il corpo, accarezzandogli piano il viso e sollevandogli gentilmente il mento, per far sì che mi guardi negli occhi.
E quando lo fa, alla fine, comincio a baciarlo piano, senza fermarmici a pensare un secondo di più, prolungandolo forse un tantino più del necessario e poi sussurrargli lentamente, un largo sorriso sulle labbra.
‹‹ I love you. ››



AUTHOR'S CORNER: Okay, questa è stata una delle prime idee per una fic di Natale, e anche se è orribile perché - sbagliando - ho aspettato proprio il 25 per scriverla, la pubblico lo stesso, giusto per credo vada di moda, tipo ma forse sbaglio io come al solito. Oh, e sto passando un Natale di merda, giusto perchè siete sul mio journal e quindi vi tocca leggere tutto ciò che mi va di scrivere, con mio padre che preferisce tenere aperto un bar che non fa soldi (perché chi cazzo c'è in giro a Riccione il 25 Dicembre? Risposta: nessuno) invece di stare con noi, la gente di mezzo mondo che se la prende con me senza motivo e l'odio profondo che sto provando nei confronti di livejournal, che magari non l'avessero mai inventato. Ma vabbè. Tanto il problema sono io come al solito.
Comunque, minchiate varie a parte, vi regalo questa bella, innocente e soprattutto fluff flash di Natale. Perché, nonostante il mio faccia schifo da qualche anno a questa parte, non bisogna mai perdere la speranza, giusto?