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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    25/12/2011    0 recensioni
[Kamen Rider OOO][SPOILER!PostSerie][Velato Eiji/Ankh]
Fiducioso, con il pugno stretto attorno all'asticella su cui è appeso il tuo unico bagaglio e la Medal rossa spezzata in tasca, sei pronto ad affrontare una nuova avventura.
Non hai neppure idea di quello che ti sto preparando, Eiji Hino.
Certo, non sarà crudele come ciò che ti ha combinato mia sorella, la Morte sa essere cattiva quando ci si mette, ma spero che almeno il Destino ti faccia recuperare un po' di serenità.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Tales From Tokusatsu Worlds'
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LITTLE ONE

Il colore del mercato e le voci concitate delle persone ti circondano al tuo arrivo in questo piccolo villaggio al limitare del deserto, nel cuore dell'Africa.

Sei stanco, pieno di sabbia, ma felice di aver raggiunto questo posto: il tuo girovagare continuo ti ha permesso di vedere persone, conoscere grandi amici, e questa non è che un'altra tappa del tuo viaggio.

Fiducioso, con il pugno stretto attorno all'asticella su cui è appeso il tuo unico bagaglio e la Medal rossa spezzata in tasca, sei pronto ad affrontare una nuova avventura.

Non hai neppure idea di quello che ti sto preparando, Eiji Hino.

Certo, non sarà crudele come ciò che ti ha combinato mia sorella, la Morte sa essere cattiva quando ci si mette, ma spero che almeno il Destino ti faccia recuperare un po' di serenità.

§§§

Hai attraversato gran parte del deserto assieme alla carovana di mercanti che ti ha raccolto a metà strada, mentre scendevi dall'ennesima duna e sei infine arrivato al loro villaggio con le ossa tutte rotte dalla traversata a dorso di cammello, ma soddisfatto.

Ti trovi in posto simile a tanti altri che hai già visto, all'apparenza, ma ti assicuro che questo sarà speciale.

E difatti, Sei tanto preso dall'osservare un gruppo di ragazzini, un vero e proprio miscuglio di mocciosi, turisti e locali, da non accorgerti che un calcio di uno di loro ti ha lanciato contro il pallone: permettimi di divertirmi un po', suvvia. In fondo, sto per farti un gran bel regalo!

Ruzzolando a terra tra i lamenti di dolore, non sei più tanto certo della loro innocenza di bambini, vero?

Scusi, signore, non volevamo farle del male.”.

Una voce inconfondibile, pur se bambina, ti fa alzare di scatto gli occhi, che s’incontrano con due pupille dai riflessi d’ebano e un cespuglio di ciuffi color biondo chiaro: il piccolo ti è accucciato davanti, guardandoti con curiosità e preoccupazione: “Non si è fatto nulla, vero?” ti chiede, allungando una manina ad accarezzarti la fronte dove la palla ti ha colpito in pieno.

Sei sconvolto, ma cerchi di non darlo a vedere, vero?

Visto chi ti ho portato?

S-Sto benissimo! Ero solo sovrappensiero e non ho fatto caso a voi.” Non sei per nulla in grado di mentire, lo sai?

E credo che anche quella miniatura del piccione meglio noto come Ankh se ne sia accorta.

Ti aiuta a rimetterti in piedi mentre, alle sue spalle, il gioco ricomincia: “Non torni a giocare?” chiedi con ingenuità, ma lui scuote la testa, “Cercavo una scusa per andarmene, in realtà.” ammette, “Mamma e papà sono qui in zona per lavoro...” ti dice, “E non mi va di stare tanto con gli altri bambini. Non so la loro lingua... Lei è il primo giapponese che vedo da un paio di mesi.”.

Meccanicamente, la tua mano si allunga a scompigliargli i capelli, e lo scricciolo, appena glieli sfiori, ti fulmina con lo sguardo.

Un bel peperino, non c'è che dire.

S-Scusami! È solo che mi ricordi un mio vecchio... amico...”.

Stupido, dai alle cose il suo vero nome...

Lui ti punta addosso i grandi occhi scuri: “E gli voleva bene?”.

Le sue parole ti strappano un sorriso pieno di malinconia mentre lo abbracci: “Si, credo di si...”.

Ed era importante per lei?”

Era la persona che amavo, in realtà.”

Il piccolino sgrana gli occhi e ti afferra per le spalle robuste mentre sussulti: “E perché non siete assieme? Non la ama più?” la sua voce assume quasi un tono di panico e tu non capisci come mai, però qualcosa nel suo sguardo ti crepa il cuore.

Anche negli occhi è uguale ad Ankh.

Allunghi una mano ad accarezzargli la testa: “Al contrario, solo che…” ma lui ti interrompe senza pietà, “Allora dovete stare assieme, punto. Mamma mi ha insegnato che ogni posto può essere casa se sei con le persone che ami.”.

Quelle parole decise scatenano in te una marea infinita di ricordi, il primo tra tutti è il Cous Coussier e la vostra stanza nel retro...

Ti ricordi, Eiji?

Quanto avete litigato tra quelle quattro mura, quanto vi hanno sopportato Chiyoko-san e Hana-chan...

Per un attimo, il villaggio che ti circonda sfuma nella nebbia dei ricordi, prendendo le sembianze della sala principale del Cous Coussier…

I vostri battibecchi...

Ankh che se ne sta in disparte mentre cucinate...

Sono bei ricordi, vero?

Purtroppo... Questa persona è andata via molto lontano...”

Vuol dire che è morta?”

La sua sagacia ti lascia spiazzato, ammettilo.

Annuisci, senza riuscire a parlare.

E senti le lacrime affollarsi agli angoli degli occhi mentre lui ti getta le braccia al collo, abbracciandoti con forza; quando si stacca, si fruga in tasca e ne tira fuori un ghiacciolo mezzo sciolto, dandotelo con espressione colpevole: “Il mio migliore amico mi regalò un pacco di questi prima di partire. Ci piacevano tantissimo. Questo è l'ultimo... Magari la farà sentire meglio...”.

La sua manina tesa è inconfondibile anche nei movimenti.

Tu lo accetti, prendendolo con le dita tremanti prima che lui balzi in piedi, afferrandoti per la manica della maglia: “Andiamo a giocare!”.

Vedi che qualcosa di buono ogni tanto faccio?

   
 
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