Titolo: Silent Night
Autore (compreso il nick di efp se è diverso): Desirée Musacchio/Elizabeth_Tempest
Fandom: Originali- Generale
Personaggi: //
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Storico, Triste
Avvertimenti: One-Shot
Note dell’autore: la storia è ambientata nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, nella Londra della seconda rivoluzione industriale. La storia è narrata da un bambino (il monello), che torna a casa dal massacrante lavoro in una fabbrica tessile.
Natale.
La
neve cade lenta, nelle strade e sui tetti,
imbianca i comignoli e gli alberi del viale. L’aria profuma
di pan pepato e
fumo di legna, resinoso e corposo, profuma di gelo e di ghiaccio, e le
luci
delle grandi finestre rischiarano le strade. Risuonano gioiose per le
strade le
carole di Natale, e i tintinnii dei finimenti dei cavalli, scivolano le
carrozze sulla neve.
In
ogni casa, nel camino scoppietta allegro
un fuoco nel camino e le madri, già vestite con i ricchi
abiti e gli stretti
corsetti, i capelli già acconciati e i deliziosi gioielli
che splendono sulle
pelli candide, seguono attente le domestiche, che preparano gli
abbondanti
banchetti per le loro famiglie.
I
padri tornano a casa dal lavoro, i capi
chini e le facce scure, fantasticando su dì di riposo e
sulle cene regali che
li attendono.
I
bambini indossano i loro abiti migliori, e
già le loro calze pendono davanti ai caminetti, nelle loro
menti già colme di
dolcetti e piccoli regali.
Quanta
gioia e felicità, in questo giorno
speciale e tutti allegri si preparano ad uscir per la messa.
Gli
alberi son addobbati di candeline e
bastoncini di zucchero, e i regali ben nascosti attendono solo che gli
infanti
vengano rapiti da Morfeo, per essere disposti accanto ai loro letti.
E
tutti s’incamminano verso le chiese,
avvolti da caldi pellicciotti e preziose mantelline.
Quanta
gioia, in questo Natale, di cui gli
occhi attenti e rapaci di un povero monello si cibano.
Il
suo pellicciotto è una misera giacchetta
di panno, e i suoi calzini sono bucati, il suo allegro fuocherello
natalizio
arde pigro in un cantuccio della casa paterna, e la sua parca cena
è la
medesima del giorno normale.
Torna
anch’egli dal pesante lavoro, le manine
piccine doloranti, le membra stanche ed intirizzite, nelle orecchi
ancor risuona
i fragore dei telai, e nelle tasche tintinnano i pochi spicci che ha
guadagnato.
Nella
sua casa, la sua genitrice urla contro
la numerosa prole, sporca e macilenta, che le si attacca alla gonna,
pigolando
come i pulcini con la loro chioccia e chiedendo la loro porzione di
cena. Le
sfuggono i capelli dall’austera acconciatura, mandano lampi
di rassegnata ira
gli occhi e rubicondo è viso dalla pelle scura come quello
del suo sposo.
Nel
suo cantuccio davanti al fuoco, il padre
osserva con gli occhi vacui le fiamme, il corpo avvolto nel dolce
torpore
dell’alcol, che ne inebria la mente e riscalda lo stomaco
vuoto, vuoto come il
suo animo, ormai stanco e rassegnato alla vita di stenti che, come
predica il
pastore, Dio gli donò nella sua magnanima bontà.
Ah
Natale, tempo di gioia per i ricchi e
croce di chi nulla possiede.
Note
·
I
Carol sono i tradizionali canti di
Natale, tra cui Silent Night.
·
Nel
Regno Uniti, i doni natalizi
tradizionalmente vengono lasciati da Santa Klaus vicino al letto, e non
sotto
l’albero, o nelle calze appese ai piedi nel letto o davanti
al caminetto.
Purtroppo non so se questa tradizione fosse in voga anche in epoca
vittoriana.
Titolo:
Silent Night
Autore (compreso il nick di efp se è diverso):
Desirée
Musacchio/Elizabeth_Tempest
Fandom: Originali- Generale
Personaggi: //
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Storico, Triste
Avvertimenti: One-Shot
Note dell’autore: la storia è ambientata nella
notte fra il 24 e il 25
dicembre, nella Londra della seconda rivoluzione industriale. La storia
è
narrata da un bambino (il monello), che torna a casa dal massacrante
lavoro in
una fabbrica tessile.
Trama:
piccolo commentino pre-lettura: ho letto la trama e devo dire che mi
incuriosisce molto, è originale, credo di non aver mai letto
una storia narrata
nell'Inghilterra negli anni della rivoluzione industriale. commento
post-lettura: sai, mi ha colpito molto. Hai evidenziato le differenze
esistenti
nella celebrazione del Natale tra chi poteva permetterselo e chi invece
non ne
aveva la possibilità o lo stato d'animo per farlo. L'ultima
frase poi è molto diretta
e chiara. Se a prima vista mi sembrava originale, ora dopo averla letta
posso
dire che non solo è originale ma anche molto chiara. 9/10
Lessico:
Non ho nulla da ridire, è ottimo. Non ho notato errori nel
racconto o nella
descrizione e, se ci sono, allora sono ben nascosti perché
proprio non ne ho
trovati. 9/10
Forma/stile di scrittura: Lo stile è preciso e ricco,
leggendo mi è parso di
capire che sei una persona che cura con attenzione i dettagli e lo
sviluppo
della storia. La forma poi è molto curata e la descrizione
è, a tratti,
frammentata. Mi piace. 8/10
Caratterizzazione dei personaggi: Non ti sei fermata ad analizzare un
solo
personaggio, il bambino è quello principale della storia ma
parli anche della
sua famiglia e del contrasto con le famiglie facoltose. Mi piace come
hai
parlato di questi personaggi. Non li hai sviluppati caratterialmente ma
hai
descritto i loro crucci e le loro sofferenze, o gli eccessi, in modo
preciso e
d'impatto. 9/10
Giudizio personale: Credo si sia capito che la tua storia mi
è piaciuta, non
hai parlato di un Natale sfavillante e questa è per me una
lettura nuova. Da un
lato c'è chi ha sempre vissuto le feste allegramente e
dall'altro c'è chi a
malapena ha le possibilità di differenziare un giorno
qualunque da un giorno di
festa dove l'allegria e l'amore dovrebbero vincere sulle sofferenze. Il
bimbo
protagonista mi ha fatto tenerezza, è stanco ma continua
imperterrito a vivere
una vita di stenti pur sapendo che altri là fuori
festeggiano con tavolate
ricche di cibo in abbondanza. 8/10
ps: piccola precisazione.. nel Regno Unito si dice Santa Claus e non
Klaus, per
favore perdona la mia natura pignola.
Voto finale: 43/50
ps di Alessia (tutto il resto l’ha scritto Anna): Santa Klaus
non è il Babbo
Natale che tutti conosciamo, ma è il Babbo Natale che vorrei
tanto trovare
vicino al mio albero.
Se hai visto The vampire diaries, lo capisci subito a chi mi riferisco.
Klaus, mio amor! *occhi a cuoricino*