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Autore: HildaGreen    25/12/2011    5 recensioni
"Ginocchia alte, petto in fuori, sguardo che punta sempre in alto… si, era perfetta!
Si fermò in cima alle scale, guardò la Shibusen, sicura che l’avrebbe fatta cadere ai suoi piedi, dopotutto, cos’era impossibile per lei?
Respirò a fondo, poi si avviò verso l’entrata a passo sicuro, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli azzurri, dei ciuffi legati in una piccola treccia accanto al viso, adornato da un fiorellino rosso.
Inoltre, i capelli non erano la sola cosa a muoversi… Ai ragazzi l’occhio cadeva sempre lì, sui suoi grandi seni, sempre in vista, dopotutto, perché nascondere una simile bellezza?
Sembrava una ragazza come tante… finché non le parlavi."
Ecco a voi l'arma più potente e bella (ed egocentrica...) di tutta la Shibusen!
Avete indovinato chi è?
Ovviamente l'adorata figlia di Black Star!
Si chiama Sora e, come i suoi amati genitori, dovrà fare i conti con kishin, bulli e streghe, ma la sfida più grande per lei, sarà l'amore!
Intanto la Shibusen, tredici anni dopo la sconfitta del primo Kishin, si prepara a combattere una nuova guerra.
Come andrà a finire?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Death the Kid, Liz Thompson | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Stelle non sono niente senza Cielo!'
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La prima anima

 
La fioca luce si spense e nel parco tornò l’oscurità, dalla quale emergevano brontolii sinistri.
La creatura avanzò nel lago nero, alla ricerca di una nuova preda.
La calda luce di un lampione, illuminò il kishin: si muoveva sui quattro arti, come una scimmia di dimensioni pazzesche, occhi di sangue ed artigli affilati.
Si sentì un tonfo, seguito da un grido.
Il mostro partì all’attacco, sollevando gli artigli in alto ma, poco prima di colpire, qualcosa ad una velocità incredibile, lo colpì in faccia, facendolo schiantare a terra, mentre la donna scappava.
Un fruscio attraversò l’aria, la catena girava nelle mani della ragazza, con l’espressione di un vero e proprio sicario.
Lanciò la catena, a vuoto questa volta e del kishin non c’era traccia, fin quando non se lo ritrovò davanti.
Fermò gli artigli con la catena, mentre dalla gamba gliene usciva un’altra. Caricò un calcio e colpì l’avversario con la catena e, a giudicare dall’impatto che lei stessa aveva sentito e dal rumore, doveva ammettere che era stata una mossa fantastica.
Nel tentativo di colpirla, il kishin affondò gli artigli nel terreno, mentre lei era saltata e aveva fatto apparire, all’estremità della catena che appariva dai capelli, una falcetta, che gli affondò nel petto.
Quel mostro aveva una pelle durissima e non riuscì ad affondare il colpo, così lui, con un grido raggelante, si buttò contro il muro, schiacciando la ragazza sotto la sua possente mole.
Sulla faccia gli arrivò un sasso e la sua attenzione si spostò su Eis.
Prima che il nemico potesse aggredirlo, una catena gli si avvolse al collo, tirandolo all’indietro e l’arma lo ferì a ripetizione con la falcetta, fino a fargli spegnare definitivamente quegli occhi rossi.
Di lui non rimase altro che un’anima sospesa a mezz’aria, che Sora rimase a guardare con il respiro pesante.
Eis le andò dietro, mettendole una mano sulla spalla.
«Te la sei cavata bene. »
Lei dissentì con un verso… si, le era tornata la voce.
«Grazie.»
«Avresti saputo cavartela anche se non fossi intervenuto. »
«Non intendevo questo…» deglutì, stringendosi nelle spalle. «…per prima.»
Sulle sue gote c’era un leggero rossore, che il ragazzo fece esplodere istantaneamente arruffandole i capelli con la mano sulla testa.
«Non è da te dire grazie, perciò, non sforzarti.»
«Che irriconoscente!»
«Tanto lo sapevo già che ti senti grata nei miei confronti!»
«Sbruffone!»
«Puffetta!»
«Idiota!»
«Asimmetrica! Kid non ti vorrà mai!»
Strinse i pugni e diventò rossa dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi. «Pervertito! Idiota! Maniaco! Deficiente! Stupido!»
«Se perdi di nuovo la voce non è colpa mia…»
«E tu mi hai interrotta per dire questo?»
Eis andò più avanti e prese in mano l’anima. «Vuoi star qui tutta la notte? Predi!»
Sora prese l’anima, la prima che avrebbe mangiato. La guardava, ma in realtà ai suoi occhi era come non vedere nulla, era più concentrata sui suoi pensieri. Alzò gli occhi sul ragazzo.
«Sarai il mio meister?»
Le sorrise. «Finché lo vorrai.»
Finiti i sentimentalismi, la sua attenzione ricadde tutta sull’anima.
 
L’indomani…
 
«Mammaaaaaaaaa!»
Si gettò sulla donna, l’unica con cui i suoi “colpi” sembravano più abbracci che attacchi.
Non lasciò a Tsubaki il tempo di una sola parola che lei partì a raffica.
«Ho preso la mia prima anima! Sono stata una grande!»
Tsubaki la guardò sorridendo, ricordando la sua prima anima…
 «Dov’è papà? Devo dirglielo!»
«È partito, non penso che tornerà tanto presto, questa volta pare che sia una missione davvero importante.»
Sora sospirò.
 
I due emersero in cima alle scale, Death City sullo sfondo, il sole che rideva.
La ragazza puntò il dito, dritto davanti a lei. «Ehi voi!»
I ragazzi si voltarono verso di loro.
«Io vi sfido!»
Sul suo viso si disegnò un sorriso sicuro.
«Questa volta con il mio meister!»




Ci sono riuscita! Ho pubblicato un altro capitolo e spero il risultato sia buono!
Da adesso dovrebbe iniziare la vera storia... qual è l'importante missione in cui è coinvolta la Shibusen?
Lo scoprirete nei capitoli successivi, spero continuerete a seguirmi e, se vi fa piacere, lasciate una recensione, adoro sapere che ne pensiate, temo sempre che Maka mi dica che le mie storie sono belle proprio perchè siamo amiche, anche se di lei mi fido più che di chiunque altro, ma io mi contraddico sempre e lei lo sa!
Grazie Maka e auguri a tutti!
*Tsutsu*
  
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