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Autore: Atelo_Phobia    25/12/2011    3 recensioni
(Si schiarisce la voce arricciando le labbra in perfetto stile Rachel Berry - tanto amore per quella donna -)... Adoro Rachel - in caso non si fosse capito - alla FOLLIA. Lei è la ragione numero uno (e due e tre, almeno fino al dieci) per cui guardo Glee. Tra le altre ricorderei il Brittana [Santana = (unholy) love] e... rullo di tamburi... Quinn Fabray! Ok. Ho passato due anni a mandarla a quel paese non appena compariva sullo schermo, ma poi ho aperto gli occhi: il Brittana non si può toccare perchè è sacro, ma essendo Rachel e Quinn entrambe libere (No, Finn non lo considero. Può fare l'attaccapanni, se gli va)... Perchè non tentare una Faberry?? Anche perchè il nome spacca e io quelle due le adoro insieme...
Ok questa introduzione fa più schifo di tutte le mie altre messe insieme, il che è un bel risultato visto l'orrore considerevole delle altre. Ma oggi mi supero, perciò...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo










 

Distesa nel silenzio della su camera buia, Rachel si accorse, nonostante le coperte che le avvolgevano le spalle, di tremare.
Il respiro, irregolare ed affannoso come se avesse corso, si mescolava al battito accelerato del suo cuore, straziando la melodia lieve della brezza che si infrangeva sui vetri della finestra con sospiri rubati dal ricordo delle labbra di Quinn che si posavano ripetutamente sulle sue. Chiuse gli occhi, nella speranza che il profumo della ragazza si dissolvesse nell'aria, che il verde dei suoi occhi potesse tramutarsi nell'oscurità più nera. Ma il suono della sua voce, più debole del continuo borbottio del vento, e l'ingenuità del suo sorriso danzando sulle note di quei piccoli particolari che Rachel non riusciva a lasciarsi scivolare addosso, ne cullarono la veglia insinuandosi tra i suoi sogni più agrodolci e lontani; e alla fine il suo respiro di regolarizzò, mentre lei chiudeva gli occhi. Sulle labbra, seminascosto dietro un accenno di sorriso, riposava ancora il nome di Quinn, che in un sospiro inascoltato scivolò fuori dalla finestra semiaperta volando verso colei per cui era stato respirato.


*

Il giorno seguente, varcando la soglia del liceo McKinley, Rachel sbadigliò vistosamente.
“ Ehi, Rachel, tutto ok? Sembri a pezzi. ” la salutò Kurt notando l'aria sfinita dell'amica.
“ Eh? ” chiese Rachel riponendo alcuni libri nell'armadietto.
“ Mmm… niente. Lascia stare. ” borbottò scuotendo la testa. “ Ma mi puoi spiegare cosa diavolo stai guardando? ” domandò poi notando il punto alle sue spalle che la mora continuava a fissare, e voltandosi alla ricerca di ciò che aveva attirato la sua attenzione.
Rachel aprì la bocca per rispondere ma le parole le morirono in gola. Ad un tratto ogni preoccupazione su dove potesse aver dimenticato il volume di spagnolo scomparve; il corridoio stesso sembrò all'improvviso svuotarsi del chiacchiericcio di decine e decine di studenti, mentre Quinn Fabray, più bella che mai, varcava la soglia della scuola, mano nella mano con Finn Hudson.
Rachel, fin troppo cosciente del proprio cuore che batteva a velocità raddoppiata nel petto, sollevò il capo, immobilizzandosi quando i suoi occhi scuri sfiorarono con la dolcezza di una carezza quelli chiari di Quinn, che, come timorosa, si sottrasse a quel contatto abbassando lo sguardo e concentrando la sua attenzione sul pavimento.
“ Rachel. ” la chiamò Kurt “ Rachel, ci sei? ”
“ Co-cosa? ” chiese lei riportata improvvisamente alla realtà dall’insistenza di Kurt, che la fissava concentrato. “ Ora è tutto chiaro! ” esclamò ad un tratto sollevando il pugno con esultanza. Rachel gli lanciò una smorfia esattamente a metà tra il sorpreso e l’ebete, costringendolo a ricomporsi. “ Ho capito cosa c’è che ti preoccupa. ” spiegò poi.
“ Davvero? ” domandò lei con appena un accenno di timore nella voce.
“ Be’, non è stato difficile, a dire il vero… ” cominciò il ragazzo “ Ma ho visto come hai guardato Quinn quando è entrata e insomma… ho fatto semplicemente due più due… è palese che… ”
“ No, io… Ma che dici? Non… ” lo interruppe lei.
“ Che tu provi ancora qualcosa per Finn. ” concluse colpito dalla sua reazione. 
Rachel, già pronta a negare di fronte all’affermazione di Kurt, si bloccò improvvisamente, ricordandosi soltanto allora di respirare.
“ Ah. ” commentò involontariamente. “ Cioè… ” si affrettò ad aggiungere, dopo essersi schiarita la voce “ Sì, io… Non te ne volevo parlare, ma… ” continuò abbassando lo sguardo e concentrando la sua attenzione sulle piastrelle del pavimento “ Hai proprio ragione. Sono solo un po’ ehm... gelosa. ”
Kurt le sorrise comprensivo. “ Lo so, lo so. Insomma, è comprensibile, ma sono più che sicuro che i tuoi sentimenti sono ricambiati, nonostante lui stia con Quinn. ”
Rachel deglutì a fatica. “ Già. ” mormorò tristemente. “ Ora scusami, ma devo proprio scappare. ” continuò poi fingendo un topo più allegro. “ A dopo. ” E scuotendo la mano nella sua direzione, si allontanò.
Prese a camminare con malcelata urgenza verso un luogo silenzioso in cui poter dare ascolto ai suoi pensieri, in cui poter rispondere a quell’interrogativo che la perseguitava: Finn o Quinn? Quinn oppure Fi… No. No. Ma che stava dicendo? Lei amava Finn. Lo amava. L’aveva sempre amato. Mentre con Quinn… No. No, non esisteva nemmeno una scelta… C’era stato solo quel bacio… Ma non aveva significato nulla per lei. Nulla… Anche se le sue labbra erano così… No. No. Era solo confusa… era normale che fosse confusa... Insomma, Quinn l’aveva baciata… Perché era stata Quinn a iniziare… Lei non avrebbe mai… lei non era lesbica, o cose così… Non che avesse qualcosa contro i gay; per carità… I suoi papà erano una coppia gay, ma le piacevano i ragazzi, come Finn… Lei amava
“ Quinn. ” mormorò intimorita accorgendosi di essere andata a sbattere contro la ragazza. “ Mi dispiace. ” si affrettò ad aggiungere con voce tremante chinandosi imbarazzata per raccogliere il libro di matematica che le era caduto. “ Io non… ”
“ Sta’ più attenta a dove metti i piedi la prossima volta, Berry. ” la ammonì Quinn interrompendola. Poi senza degnarla di un’occhiata, la superò.
Rachel, interdetta, rimase immobile per qualche istante fissandola allontanarsi, sul volto dipinta una smorfia indecifrabile. Poi abbassò lo sguardo sui libri che reggeva, e ne notò uno che non aveva mai visto: era di Quinn.
La mora non si mosse. L’idea di rivolgerle la parola di nuovo la terrorizzava. Non che il suo modo di trattarla fosse poi tanto cambiato – Rachel ricordava a memoria l’infinità di insulti che Quinn, e Santana, come dimenticarsi di lei, erano soliti rivolgerle – ma nell’ultimo anno doveva ammettere che la situazione era piuttosto migliorata; perciò riteneva che la rabbia mista ad indifferenza di poco prima avesse a che fare con quello che era successo tra di loro il giorno precedente.
Rachel sospirò. Doveva assolutamente chiarire quella storia. Lei non provava niente – niente – per Quinn. Roteò gli occhi. Ehm... Più o meno. No. No. No. Niente. Assolutamente niente.
“ Quinn. ” la chiamò. La ragazza si immobilizzò per una frazione di secondo, ma poi scelse di ignorarla, riprendendo a camminare come se non l’avesse sentita.
Rachel allora accelerò nella sua direzione, tenendo ben saldo il libro dell’altra tra le mani.
“ Che vuoi ancora? ” domandò Quinn infastidita.
“ Io… ” iniziò Rachel titubante.
“ Tu cosa…? ” la interruppe Quinn ad alta voce. Ma si bloccò quando notò l’aria dispiaciuta di Rachel, che tendeva il libro verso di lei. La sua espressione all’improvviso mutò in un misto di dolcezza e tristezza. “ Oh… Io non… Grazie… ”
“ Ti era caduto e… ”
Grazie. ” ripeté convinta.
Rachel rimase in silenzio fissandosi i piedi, imbarazzata. “ No. Non fa niente. ” sussurrò poi alzando lo sguardo su di lei.
I suoi occhi scuri incrociarono quelli verdi di Quinn, in cui erano intrappolate parole celate che la ragazza non riusciva a pronunciare ad alta voce. La bionda la fissò, respirando piano come se temesse che il rumore dei suoi sospiri potesse spaventarla e farla fuggire. Con lentezza estenuante, come se cercasse un motivo che la trattenesse, fece un passo verso la mora, accorciando la distanza che le separava. Si avvicinò ancora a lei, mentre Rachel, il respiro ad un tratto affannoso, la fissava senza riuscire a muoversi.
La mora chiuse gli occhi, avvertendo la mano di Quinn che le sfiorava il volto, mentre il respiro di lei copriva ogni altro suono.
In un istante desiderò che le labbra dolci della ragazza si posassero sulle sue, perché il ricordo della sera prima stava già svanendo. Aveva bisogno di immergere le mani nei suoi capelli chiari. Desiderava essere invasa dal suo profumo che le oscurava i sensi. Voleva sfiorarle le gambe, per avvertirne il calore. Voleva cospargerla di baci sul collo e morderla, lasciandosi guidare dai suoi gemiti di piacere. Voleva… lei.
La esigeva. 
La pretendeva. 
Si lasciò scappare un sospiro intriso di desiderio, colmando le distanze tra di loro, ma ad un tratto qualcosa si infranse.
Rachel, avvertendo che la mano della bionda si ritraeva dal suo volto, aprì gli occhi, e vide Quinn, sconvolta, che indietreggiava.
Io non… ” sussurrò scuotendo la testa “ Non… ”
Rachel la guardava con una strana espressione sul volto.
Non era delusa; né arrabbiata.
Sembrava soltanto ferita.
Quinn distolse lo sguardo da lei, cercando di regolarizzare il battito e controllando il respiro. “ Devo andare. ” borbottò infine. E senza guardarla, si voltò.
“ Quinn. ” implorò Rachel prendendole la mano. Quinn si volse, la colpa impressa a fuoco nel chiaro degli occhi verdi. Il dispiacere che le incatenava il cuore. “ Ti prego. ” sussurrò Rachel con voce tremante, ma l’altra scosse la testa, incapace di parlare.
Con urgenza lasciò andare la mano della mora, lasciando scivolare il braccio lungo un fianco, inerte.
Rachel rimase immobile, senza parlare. La osservava, il volto celato dietro una maschera indecifrabile.
Quinn restò in silenzio, fissandola con un’aria apparentemente indifferente che solo a stento celava tutto il rimorso che provava. Poi, all’improvviso, abbassò lo sguardo.
Fu un istante, ma per una frazione di secondo a Rachel parve che fosse dispiaciuta.
Voltò le spalle alla mora, dirigendosi verso Finn, impegnato nella ricerca del proprio libro di inglese che sembrava andato perduto nel caos del suo armadietto. Lasciando cadere a terra la tracolla, si avvicinò con voluta lentezza al ragazzo, che sollevò sorpreso lo sguardo su di lei, sfiorandogli il petto con un dito e facendolo arretrare fino all’armadietto contro il quale sbatté con un tonfo metallico, avvicinandosi poi a lui con aria provocante e unendo le loro labbra in un bacio umido. Il ragazzo mosse le braccia tentando di cingerla in un abbraccio per attirarla a sé, ma Quinn fu più veloce e si allontanò da Finn. Mentre raccoglieva da terra la tracolla con un movimento tentatore, rivolse a Rachel un’occhiata di sfida, scuotendo la testa.
Poi si avviò verso l’aula di storia, seguita dallo sguardo della mora, e da Finn, che sembrava troppo sconvolto per parlare, e, proprio mentre la campanella suonava, voltò l’angolo, scomparendo alla loro vista.











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Mi scuso per l'immenso ritardo con cui ho aggiornato, ma ho avuto alcuni imprevisti, che a me piace chiamare mancanza di voglia, ispirazione, tempo (vedi la voce principale scuola).
Spero che vi piaccia.

  
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