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Autore: NewNeji    26/12/2011    3 recensioni
Da qui in poi tutto si faceva confuso:Bruno ricordava solo un ambiente buio,una luce accecante sopra di lui e delle voci confuse. Poi,pian piano,la luce si spense e le voci si zittirono. Non arrivò vivo all'ospedale.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bruno2 Bruno era stato un ragazzo introverso,rabbioso e senza neanche un amico. La madre era morta dandolo alla luce,a mezzanotte precisa del diciannove giugno,quindi crebbe all'orfanotrofio. L'infermiera,quando dovette dargli un nome,guardò il neonato in viso e gli si avvicinò:in quel momento stava aprendo per la prima volta gli occhi. Una volta aperti,la donna vide delle iridi così scure che non si distinguevano dalla pupilla,che spiccavano sulla pelle pallida. Bruno,quindi,come i suoi occhi.

L'orfanotrofio non era un brutto posto,alcuni bambini erano addirittura felici,ma Bruno,fin dai primi anni,era sempre stato ombroso e diverso dagli altri:gli piaceva far piangere i suoi compagni spaventandoli o cose del genere,e detestava le manifestazioni d'affetto come baci,abbracci o carezze.Ad aggravare le cose,a cinque anni si ammalò di polmonite;l'infermiera che lo sorvegliava e che avrebbe dovuto curarlo s'infischiava altamente del piccolo,che si aggravò a tal punto di essere in pericolo di vita.Per fortuna,il bambino era molto robusto,decise di lottare e riuscì a sopravvivere,ma la negligenza della donna lo scosse profondamente,tanto da spingerlo a non parlare quasi più a nessuno. L'unica persona che di tanto in tanto riusciva a farlo parlare era il guardiano del cancello. Bruno,infatti,passava la maggior parte del suo tempo a osservare le persone fuori: ridevano,correvano,urlavano....tutte cose da lui sconosciute.
Un giorno,il bambino era come al solito seduto sotto un albero a fissare le persone, quando ad un tratto passò un uomo con un grosso cane.Bruno si alzò di scatto e corse alle sbarre del cancello per vedere meglio:non aveva mai visto un cane così.La direttrice ne aveva uno,ma era piccolo,nervoso e non la smetteva mai di rincorrersi la coda.Questo, invece,era magnifico:grande,con le zampe lunghe e il pelo folto marrone-grigio.L'uomo si accorse di Bruno e si fermò,intenerito.-Ciao,-gli disse.-Come ti chiami?--Bruno...e lui come si chiama?-chiese il bamino,indicando il cane.-Questo è Max.-rispose l'uomo.-Max.....- ripeté il piccolo,pensieroso,e allungò una manina verso la testa del cane.-Attento,non gli piacciono i bambini.-lo fermò l'altro.-Gli tirano sempre la coda,quei monelli.Ormai ogni volta che uno prova ad avvicinarsi,ringhia e morde.-Bruno guardò l'uomo per un attimo e gli rispose,calmo:-Ma io non sono uno,io sono io.-E così dicendo accarezzò il grande cane sulla fronte,facendo scorrere le dita affusolate sulle orecchie triangolari dell'animale.Max gli annusò la mano e la leccò.L'uomo,rimasto con un palmo di naso,scoppiò a ridere e disse divertito:-Beh,caro il mio Bruno,Max non ha mai fatto niente del genere a nessun altro,sembra proprio che tu sia diverso!Ora dobbiamo andare.Saluta,Max!-Il cane si alzò obbediente e leccò un'ultima volta la manina di Bruno,poi se ne andò col suo padrone.Il bambino li guardò andare via e si risedette sotto l'albero.Il guardino del cancello,che aveva osservato tutta la scena,chiese al piccolo:-Come sapevi che non ti avrebbe morso?- Bruno lo guardò sorridendo e gli rispose:-Non so,lo sentivo...sarà perchè sono "diverso".-

Dodici anni dopo,le cose non erano cambiate molto,a parte il fatto che adesso Bruno aveva quasi diciotto anni e aspettava con ansia il suo compleanno .Infatti,la maggiore età gli avrebbe conferito l'autorità di andarsene finalmente dall'orfanotrofio(nessuno l'aveva adottato,nessuno l'aveva voluto,si diceva con rabbia)e,pensava lui euforico,avrebbe finalmente avuto la libertà. La sera del 18 giugno,la sera prima del suo compleanno,Bruno camminava a grandi passi avanti e indietro nella sua stanza."Ancora poco",pensava,"Ancora poco e poi potrò uscire da quel dannato cancello."Poi corse a guardare l'orologio:le undici. Si accovacciò per terra e posò la testa folta di capelli neri sulle ginocchia. Ancora poco.....
-Oh,BASTA!!-urlò tre quarti d'ora dopo.-VOGLIO USCIRE. SUBITO!!-e così dicendo corse giù dalle scale che conducevano all'uscita .Il guardiano del cancello,(sempre lo stesso,ma molto invecchiato)lo vide e cercò di fermarlo,urlandogli:-Bruno!Cosa stai facendo?!Torna dentro immeditamente!-ma lui era già in strada.-SI'!-Pensò mentre correva.-LIBERO!!- All'improvviso,un'auto spuntò da una curva a tutta velocità,sbandò e investì in pieno il povero ragazzo. Prima di svenire, sentì un campanile che rintoccava la mezzanotte.
Da qui in poi tutto si faceva confuso:Bruno ricordava solo un ambiente buio,una luce accecante sopra di lui e delle voci confuse. Poi,pian piano,la luce si spense e le voci si zittirono. Non arrivò vivo all'ospedale.
 
Dopo un lasso di tempo indefinito,Bruno aprì gli occhi:intorno a lui c'era tanta luce,ed era sdraiato su qualcosa di morbido ed impalpabile. Si alzò faticosamente e,dopo qualche secondo,si spaventò rendendosi conto di essere...su una nuvola!-Ma che diamine....-disse lui,ma non fece in tempo a finire che vide una creatura avvicinarglisi:era un uomo vestito di una tunica completamente bianca e scalzo .Aveva anche un bel paio di ali bianche,notò Bruno sbalordito .La misteriosa figura gli atterrò accanto.-Ciao,Bruno. Sono l'angelo della morte.-gli disse con voce melodiosa."Grandioso,"pensò il ragazzo,sarcastico.-Ehm...ciao...ma...cosa ci faccio qui?Insomma,è questo che succede quando si muore?-L'angelo rise e gli rispose:-Più o meno.Vuoi chiedermi qualcosa?- -Sì ...eri un uomo anche tu prima di diventare un angelo?--Sì.Mi chiamavo Simone.- -E come sei diventato l'angelo della morte?--L'angelo che lo faceva,una volta svegliatomi,me lo disse e mi spiegò quello che dovevo fare.Esattamente come succederà a te adesso.--Che?-domandò Bruno,incredulo.-Sarai l'angelo della morte,- ripeté  pazientemente l'altro.-E perché dovrei farlo?!Insomma,perché proprio io?!- -Perché voglio metterti alla prova,principalmente….e anche perché hai la tempra adatta per farlo.- Così dicendo consegnò al neo-angelo una pesante falce,un mantello nero con dei grandi spacchi sulla schiena e una piccola pergamena.-Come sarebbe,perché devi valutarmi?Perchè c'è la falce?!E COME FACCIO a scendere dalla nuvola?!!-chiese Bruno,stizzito .L'angelo scoppiò a ridere e gli rispose:-Con le ali,no?-Il ragazzo si girò di scatto a guardarsi le spalle e le vide:due ali enormi,piumate e nere come la pece. -Perché non le ho bianche?-domandò Bruno,sospettoso. L'ex angelo della morte gli rispose gentilmente:-Ecco,ho pensato che le avresti gradite di più...ho ragione?-Sì che ce l'aveva,ma Bruno era troppo orgoglioso per ammetterlo. Invece di ringraziare,smise di ammirarsi le ali e chiese con aria di sfida:-E cosa dovrei fare adesso?--Adesso dovrai leggere il nome della persona di cui ti devi "occupare" sulla pergamena,dove ci sono anche le informazioni su dove si trova.La falce serve a tagliare il filo della vita,facendo così smettere di vivere la persona.Per usarla la devi alzarla e "falciare"il moribondo.Su,su,non fare quella faccia,non sentirà alcun male e non verrà tagliato,se è questo che ti preoccupa.Smetterà di respirare e basta-Bruno,ancora stranito,disse all'angelo:-Ma...sarò invisibile?--Sì,e nessuno ti sentirà,anche.Se lo vorrai,però ogni tanto potrai riprendere l'aspetto che avevi prima di morire--Cioè,come se tornassi vivo?--Più o meno,solo che non potrai morire di nuovo,naturalmente,e non sentirai mai né caldo né freddo.E ora,-concluse l'angelo,ti lascio al tuo incarico.Se hai bisogno chiamami per nome.-Quindi si girò e fece per andarsene.Bruno lo trattenne:-E se non accettassi?-chiese.L'altro sorrise dolcemente e gli rispose:-Hai forse scelta? Dopodiché  si girò e volò via,lasciandolo da solo .Lui,dopo aver osservato l'angelo Simone scomparire in alto,indossò il mantello(i pratici spacchi erano perfetti,per le sue ali),raccolse la falce e la pergamena e pensò:"Attento,mondo,l' angelo della morte sta arrivando."

  
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