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Autore: x13072011x    26/12/2011    2 recensioni
« Avanti, Evans! » continua lui, con il solito tono di voce deciso. « Cosa ti costa un appuntamento? »
« Mi costa la salute mentale, Potter » rispondo secca mentre aumento il passo ancora di più per arrivare dalla Signora Grassa.
Pix è andato a bere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'close enough to start a war.'
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Pix è scomparso.
 


« Non credi di essere troppo acida con me, Evans? »
« No »

« Esci con me sabato? »
« No »
« Il prossimo sabato? »
« No »
« Ti siedi vicino a me a cena? »
« No, Potter. E smettila di farmi domande a cui sai risponderò di no » sbuffo passandomi una mano tra i capelli tagliati recentemente, alzando gli occhi al cielo. Stringo al petto il libro di Pozioni avviandomi a passo svelto verso la Sala Comune, con l’intenzione di liberarmi al più presto di Potter e il suo ego smisurato.
Ma Pix quando serve non c’è mai?
« Avanti, Evans! » continua lui, con il solito tono di voce deciso. « Cosa ti costa un appuntamento? »
« Mi costa la salute mentale, Potter » rispondo secca mentre aumento il passo ancora di più per arrivare dalla Signora Grassa.
Pix è andato a bere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa?
« Ma intelligenza è il mio secondo nome, Evans! »
« Egocentrismo è il tuo secondo nome » preciso acidamente, facendo salire la mano per spostare i ciuffi ribelli dietro all’orecchio.
« Avanti, Lily! »
« Evans, Potter. Per te è Evans »
« Ma Li… Evans, è solo per un pomeriggio! » ribatte lui, testardo come al solito e deciso ad avere il suo prossimo premio. Cioè io. Unico premio che ha negato un invito ad Hogsmeade da colui che si ritiene il più bello di Hogwarts, concetto che il suo amico Black -altrettanto stupido ed egocentrico- non fa altro che contestare dicendo: « Non l’hai ancora capito Prongs che le ragazze non cadono ai miei piedi perché i tuoi puzzano, ma perché mettono gli occhi al posto giusto? ».
Premio.
Forse è questa parola che mi pesa a livello dell’orgoglio tanto da avermi fatto negare un semplice invito ad Hogsmeade per sei anni e mezzo di fila dallo stesso ragazzo. Forse sarebbe bastato qualche semplice comportamento da persona matura -tipo non andare a letto con la prima che passa- per accettare quella richiesta che Potter mi ha rivolto più volte di quanti sono i Gorgosprizzi nella testa di Lovegood -sì, ho parlato con
Xenophilius Lovegood e ammetto che non è tanto normale.
« Potter, quante volte devo negare il tuo invito prima che tu capisce che ad Hogsmeade con te non ci vengo? »
« Tipo tutta la vita. Sai, io non perdo mai » risponde tenendo tranquillamente il passo, standomi accanto. E’ così strano che lui stia tranquillamente camminando al mio fianco quando io sto praticamente correndo.
Perché la sala Comune dei Grifondoro deve essere al settimo piano?
Mentre cerco di salire le scale a quattro a quattro, la cinghia della borsa si rompe rovesciando l’intero contenuto -costituito maggiormente da libri, penne ed inchiostro- sugli ultimi cinque scalini delle scale. Per mia grande sfortuna Potter si ferma accanto a me e prima che possa dire qualcosa si è già chinato a raccogliere tutti i libri.
« Tieni » dice semplicemente, sorridendo.
« Avrei potuto farlo anche io » ribatto acida, prendendo i libri dalle mani di Potter e rimettendoli nella borsa aggiustata con un semplice incantesimo non verbale.
Lui alza le mani in segno di resa. « Era solo una cortesia ».
« Non aspettarti un ringraziamento, Potter » gli sorrido falsamente riprendendo la mia scalata verso la salvezza, ovvero i dormitori femminili della sala comune, unico posto che il mitico Potter non è ancora riuscito a
raggiungere, per fortuna.

« Evans » mi richiama lui, sento i passi svelti lungo il corridoio giusto qualche metro dietro di me. Giuro che se mi chiede di andare ad Hogsmeade con lui lo schianto. « Posso accompagnarti in Sala Comune? »
Uff, per un momento volevo che mi chiedesse per l’ennesima volta di Hogsmeade giusto per schiantarlo.
« Lo stai già facendo, purtroppo » rispondo sbuffando.
Morgana, Pix è scomparso di punto in bianco dal castello?
« Jamie! PRONGS! » Sirius Black tanto bello quanto scemo, corre sorpassandomi senza degnarmi di uno sguardo -non che mi interessi- per fermarsi davanti al fratello.
Uno spiraglio di luce si apre nella mia testa, riesco a intravedere uno spazio di libertà e di silenzio, perché certamente la cosa che si stanno dicendo non mi riguarda.
« Joseph ha fatto un sogno erotico sulla Evans » comunica Black all’amico.
No, forse mi riguarda eccome.
« Sirius… » comincia James piegando la testa verso di me, ma Black è troppo stupito per fare caso che il soggetto del sogno è proprio a due passi da lui. « La Evans… coff coff… »
Sirius sembra riscuotersi dai suoi pensieri e si gira verso di me con gli occhi sbarrati.
« Evans, che piacere vederti! » mi saluta con un sorriso e gli occhi pieni di paura, si passa una mano dietro la nuca -segno che si sente in imbarazzo, cosa strana per un Black.
« Black » saluto gelida con un cenno della testa. « Stavi per caso parlando di un sogno erotico di un certo Joseph? »
Lui nega, i capelli che, mentre scuote la testa, gli vanno davanti agli occhi oscurandogli la vista e le mani che si torturano a vicenda mentre sposta il peso da un piede all’altro preoccupato.
«  Suvvia, Lily… » comincia Potter tirando un calcio all’amico. Non lo correggo nemmeno, sono troppo concentrata sul sogno di questo Joseph. « Sai che Sirius ha un cervello bacato e prende tutto in quel senso! »
Lo guardo scettica con un sopracciglio alzato, sento la rabbia in un punto indefinito dietro allo stomaco ribollire e incrocio le braccia decisa a non spostarmi fino a che Balck non mi dirà qualcosa di più su quel sogno erotico, in modo che io possa andare da questo Joseph -che per di più non ho mai sentito e toglierli cento punti, non mi interessa se sia un Grifondoro o un Corvonero, ma nel caso sia un Serpeverde ben venga!
« Avanti, Evans » tenta Black con il solito ghigno stampato in faccia. « Lo sappiamo tutti che non vedi l’ora di eccitarti, ma non c’è bisogno di un sogno, qui il nostro Jamie lo farebbe gratis! »
« STUPEFICIUM! » grido con tutta la rabbia che ho addosso, sento la faccia rossa come un pomodoro e sono sicura che il mio sguardo farebbe paura a Voldemort in persona.
« Evans! » grida Potter scandalizzato guardando l’amico qualche passo indietro, con le braccia aperte e le gambe piegate in modo strano. « Sei una Caposcuola! Non puoi aggredire la gen… »
Quando vede lo sguardo che gli rivolgo, allargando un po’ le narici e assottigliando le labbra tace e torna dal suo amico con nonchalance, come se capitasse tutti i giorni di trovare un amico schiantato in mezzo al corridoio. E mi dico che sì, capita tutti i giorni anche se il malcapitato è sempre Potter e mai Black.
Mi giro lentamente e cammino tranquillamente verso la Signora Grassa che in fondo al corridoio ridacchia divertita, deve aver visto la scenetta per intero, non che sia una novità.
« Parola d’ordine, Lilian? »
« Amortentia ».

 

 
  
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