CONFESSIONI
TRA AMICI
“Forza
Josh! Siamo già in ritardo” gli dissi ad alta voce
“Noooo.
Non vollio andale al pacco!”
La
sua vocina mi raggiunse dal salotto. Mi sporsi oltre la porta della cucina e lo
vidi scuotere la sua testolina scura. Sedeva composto sul divano: le gambe
allungate, le braccia incrociate sul petto ed un’espressione imbronciata sul
visino.
“Non
fare i capricci, Josh. Papà sta per arrivare e noi non siamo ancora pronti“
dichiarai con tono più dolce nella speranza di convincerlo.
Ma
la sua risposta fu ancora negativa. Scuoteva la testa deciso.
“Noooo.
Non vollio.” rispose lui ancora
Sbuffai
e tornai in cucina.
Stesso carattere di suo padre. Deciso,
testardo ed inflessibile!
Con
un sospirone, tornai alla mia precedente occupazione. Preparare un enorme
cestino per il pranzo.
Avevamo
organizzato un picnic al parco. Un’idea brillante di Jared e Chris fino a che
il piccolo Josh non aveva iniziato a protestare dichiarando che al parco lui
non sarebbe venuto. Aveva altro da fare, questa era stata la sua risposta. E a
nulla erano valsi tentativi di convincimento, rimprovero, persuasione, senso di
colpa o altro da parte mia. Niente di niente.
Degno figlio di suo padre!
Non
lo sentì più borbottare così mi affacciai nuovamente per controllarlo. Era seduto ancora nello stesso identico posto.
Non si era mosso di un millimetro. Aveva sul visino un’espressione decisa e
sicura che alle volte mi ricordava un adulto.
Ma
non riuscivo ad arrabbiarmi con lui o per lo meno non seriamente. Lo amavo ogni
giorno di più.
Aveva
lisci capelli rosso scuro, quasi castani esattamente come i miei e grandi occhi
azzurri decoravano un dolce viso rotondo, tipico dei bambini. Era alto per la
sua età, appena quattro anni, ed aveva un carattere parecchio difficile. Un
bambino silenzioso e riflessivo ma anche tremendamente dolce. Era capace di intavolare
discorsi così profondi o logici da lasciare me e Gerard completamente attoniti.
Sapeva anche elargire gesti d’amore così calorosi che ogni volta mi provocavano
valanghe di lacrime. Alcune volte, tuttavia, il suo lato testardo e deciso
veniva a galla e fargli cambiare idea mi riusciva difficile.
Sospirai
ancora e mi posai una mano sugli occhi in un gesto stanco.
“Mamma?”
la sua vocina preoccupata mi riscosse dai miei pensieri
Aprì
gli occhi e me lo ritrovai quasi sotto il naso. In piedi mi guardava con
sguardo preoccupato. Alzò la manina e mi accarezzò la pancia.
“E’
la sorellina? E’ lei che ti fa stare male, mamma?”
“No,
amore mio. Sono solo stanca, tutto qui. Lei non c’entra nulla” risposi
accarezzandogli la testolina e posandogli un bacio sulla guancia morbida.
A
differenza della prima gravidanza, quella di Josh, con la seconda stavo avendo dei problemi. Con Josh
avevo sofferto solo per un paio di settimane di nausee e di doloretti vari ma
per il resto era stata tranquillissima fin quasi al momento del parto. Con lei,
Elisabeth, le cose stavano andando diversamente. Fin da subito avevo cominciato
a soffrire di dolori alla schiena, alle articolazioni, per non parlare di
nausee mattutine, ipersensibilità ad odori e rumori e l’insonnia. Ero solo al
quinto mese e avevo dovuto lasciare il lavoro, almeno momentaneamente, per
l’impossibilità di fare anche i compiti più banali. Lei me lo impediva tanto
che alle volte pensavo che mi volesse tutta per se, che volesse sradicarmi da
tutto ciò che non comprendeva lei.
Alzai
la testa e lo vidi ancora intento a fissarmi.
“Mamma,
io so che lei che ti fa tiste. E’ cattiva e io non vollio che ti fa la bibi.
Non la vollio!” dichiarò risoluto lui
Sentirlo
parlare era sempre divertente. Fin da piccolo avevo cercato di insegnargli
oltre all’inglese anche a parlare un po’ di italiano. Così quando eravamo da
soli, come in quel momento, parlavamo in italiano.
Ma con evidenti difficoltà grammaticali!
Gli
presi la piccola mano tra le mie e lo spinsi con delicatezza, attraverso la
porta, verso il divano. Con fatica mi accomodai e lui fece altrettanto al mio
fianco.
“Non
devi dire così, piccolo mio. Io le voglio bene come ne voglio a te e lo stesso
papà. E anche lei ti vuole già bene.“ gli
presi la manina e la poggiai con delicatezza sul pancione
“La
senti? Senti che si muove? Lei ti sente … ti vuole bene e vuole fartelo sapere.
Elisabeth non è cattiva esattamente come non lo sei tu. Lei è piccolina, non è
ancora nata e non capisce bene. Ma io lo so. Lei ti ama e quando nascerà tu, come fratello maggiore, dovrai proteggerla
e insegnarle tante cose” la sua manina sfiorava leggera il mio ventre e il suo
visino mi guardava attento.
Annuì
e di slancio mi abbracciò “Ti voglio bene, mamma”
“Ti
voglio bene anche io, tesoro mio. Moltissimo.” risposi dolcemente
“Allora
siete pronti? Josh? Sophie? Dove siete?” sentì il tono allegro di Gerard
chiamarci
Josh
non appena riconobbe la voce di suo padre si fiondò a cercarlo per salutarlo.
Sono legatissimi
quei due...
Con
un po’ di fatica riuscì ad alzarmi dal divano e andai ad accoglierlo anche io,
ma lui mi precedette.
Entrò
in salotto con Josh in braccio e mi rivolse un sorriso radioso e pieno di amore
che mi provocò subito un caldo brivido alla schiena.
Nonostante
il tempo, nonostante la quotidianità, nonostante il lavoro e gli impegni di
entrambi ogni volta che posava lo sguardo su di me il mio corpo fremeva da capo
a piedi ed il mio cuore cominciava a battere all’impazzata. Si avvicinò con
poche falcate e mi baciò sulle labbra con passione. Amavo il modo in cui le sue
labbra si modellavano alle mie perché sembravano fatte per essere fuse,
esattamente come noi due. Gli accarezzai una guancia con dolcezza e lui passò a
sfiorarmi con dita leggere il collo, nel punto che più amavo, appena sotto
l’orecchio.
Josh
probabilmente aveva visto abbastanza dolcezza tanto che, con uno sbuffo irritato,
interruppe entrambi. Passò lo sguardo prima su di me e poi sul viso del padre.
“Credo
che tu abbia ragione, Josh!” dichiarò Gerard mentre il piccolino a quelle
parole annuiva serio
“Ragione?
Su che cosa?” domandai curiosa accarezzando la guancia del mio bambino
“Sei
stanca e sembri molto affaticata. Josh mi ha detto che la colpa sembra essere
di Elisabeth anche se non lo fa apposta” rispose Gerard girandosi per dirigersi
verso la cucina dove il cestino del pranzo attendeva in silenzio
“Si
mamma. Hai la faccia s-stana ma io vollio bene ad Ely pecchè lei è piccola ed
io gli devo impalale le cose” spiegò Josh guardandomi e sporgendosi verso di me
dalle braccia di Gerard
Lo
presi in braccio e cominciai a coccolarlo e a fargli il solletico. Nonostante
fosse così piccolo aveva capito alla perfezione il mio discorso di prima e lo
aveva fatto suo rielaborandolo poi con la sua spiegazione.
Un amore di bambino … mio figlio.
Gerard
sorrise felice guardandoci e preso in mano il cesto si diresse verso la porta
di casa e noi dietro di lui.
Al
parco, Jared e Chris, ci aspettavano già seduti. Avevano trovato un posticino,
all’ombra di una grande e vecchia quercia, dove ai piedi avevano steso una ampia
tovaglia a quadrati rossi e bianchi.
L’erba
era fresca e un poco umida di rugiada, l’aria era frizzante e il cielo limpido decorato
con qualche batuffolo vaporoso di nuvola qua e la.
“Una
giornata magnifica per un pic-nic vero?” domandò Chris sorridendo
Lei
e Jared si erano sposati l’anno precedente e Chris era rimasta incinta quasi
subito. Il suo pancione, era infatti entrata da poco nel settimo mese di
gravidanza, era enorme.
“Mi
hai proprio letto nel pensiero” risposi con un sorriso
Lei
contraccambiò e si mise a giocare con Josh, che adorava farsi coccolare dalla
sua zietta Chris come la chiamava lui. Voltai la testa e seduti poco distante
da noi c’erano Gerard e il suo grande amico Jared. Lui mi salutò con un grande
sorrisone voltandosi poi per continuare a parlare con Gerard.
Jared
era cambiato parecchio da quando aveva conosciuto Chris. Si erano innamorati,
forse fin da subito, e poco tempo dopo erano convolati felicemente a nozze. Io
e Gerard avevamo fatto loro da testimoni, naturalmente con Susy, assistente di
Gerard e compagna di George, il fratello della sposa. Era stata una cerimonia
bellissima con pochissimi invitati e celebrata al tramonto su una piccola
spiaggia di Rio de Janeiro.
Chris
alla scoperta di essere incinta era
rimasta insieme terrorizzata e incredula. Non lo aveva detto a Jared se non
alla fine del secondo mese e lui aveva avuto la medesima reazione.
Io
e lei ci sentivamo quasi ogni giorno, era curiosa di sapere cosa fare e cosa
non fare, cosa mangiare e quello da evitare … insomma consigli e suggerimenti
tra donne incinte.
Mentre
a Gerard con Jared era andata peggio…
L’amico
lo chiamava ogni singolo giorno, a volte anche più volte al giorno; Era sempre
ansiosissimo e preoccupato dalle condizioni della moglie. Non la lasciava un
momento da sola, era stressato e con il suo comportamento stava facendo
impazzire tutti, tanto che ero dovuta intervenire io.
Al
solo ricordo sorrisi.
Ero
intervenuta, come al solito in maniera decisa, schiaffeggiandolo e ordinandogli
di rimanere calmo per il bene di tutti, soprattutto per quello di Chris e della
loro bambina. E miracolosamente aveva funzionato.
Una
fitta al basso ventre mi riportò però alla realtà. Sospirai pesantemente e
comincia a massaggiarmi la pancia.
“Amore,
cosa c’è?” mi domandò subito Gerard
A lui non sfugge
mai nulla!
“Solo
una piccola fitta, non preoccuparti. E’ Ely, si sta muovendo” lo rassicurai
sorridendo debolmente
Lui
si avvicinò e mi accarezzò il ventre con delicatezza, quando un’altra fitta mi
colpì.
Ely
aveva scalciato e Gerard aveva sgranato gli occhi insieme colpito ma anche
felicissimo di averla sentita. Anche Chris e Jared si avvicinarono ed entrambi
posarono una mano sul mio ventre. Ely, forse accortasi di avere spettatori,
cominciò a dare il meglio di se. Scalciò più e più volte, assestandomi poderosi
calci, muovendosi e girando come una trottola impazzita.
Nonostante
fosse una bella esperienza per gli altri per me lo era un po’ di meno. Lei
calciava ed io sentivo dolore, non un dolore eccessivo ma neppure di poco
conto.
Strinsi
i denti e Gerard se ne accorse perché allontanò la sua mano per posarla sul mio
viso. Mi consigliò di stendermi e mi aiutò a farlo. Josh visto l’accaduto si
accoccolò vicino a me e mi abbracciò comprensivo.
Mi
guardavano tutti preoccupati.
“Mi
dispiace … sto rovinando a tutti questa bella giornata!” mi scusai
“Non
dirlo nemmeno. L’unica cosa che mi dispiace è che tu non stia bene” rispose
Chris con un sorriso triste accarezzandosi di riflesso il pancione
Mi
passai una mano tra i capelli per cercare di calmarmi. Dovevo tenere duro e non
farmi prendere dal panico.
Calmo, resta
calmo! Respira profondamente.
Conta fino a
dieci e respira di nuovo.
Continua a stare
calmo e non farti prendere da panico!
Dovevo
farlo per lei perché in caso contrario si sarebbe agitata e i dolori sarebbero
peggiorati.
“Come
mai ha sempre dolore? E’ normale?” mi domandò Jared sottovoce
Sicuramente
non voleva farsi sentire né dalla moglie né da Sophie.
“No,
affatto. Con Josh non ha avuto molti dolori o nausee mentre con Ely … boh, non
so. So solo che sono preoccupato da morire … è solo al quinto mese e non oso
immaginare cosa faremo fa due o tre mesi. Siamo andati dal dottore un mucchio
di volte ma questo idiota continua a dire che può capitare. Lo vediamo tutte le
settimane … credo di vedere più lui di mia madre, accidenti!“
Cercavo
di scherzare ma dentro di me tremavo di preoccupazione
E se fosse colpa mia?
“Sai
alle volte penso che la causa possa essere colpa mia “
“Perché?”
mi domandò Jared sorpreso
“Boh,
non saprei … lascia stare … magari sto solo impazzendo!” dissi voltandomi a
guardare Soph.
La
vedevo cercare di sorridere mentre Chris le parlava ma soffriva ed io ero
inutile. Non potevo aiutarla.
Dannazione!
Mi
passai ancora una volta una mano tra i capelli e combattendo contro il mio
bisogno di correre da lei e stringerla a me, voltai il capo distogliendo lo
sguardo.
“Forse
ho capito cosa intendevi prima … e beh … non penso tu debba preoccuparti in
questo senso, Gerard”
Alle
sue parole vi voltai e lo guardai con un sopracciglio inarcato in cerca di
chiarimenti
“Beh,
vedi … ti devo confessare una cosa … ma … ma devi promettermi che non ne farai
parola né con Soph né tantomeno con Chris, siamo intesi?”
La
cosa mi incuriosì parecchio perciò annuì serio
“Beh,
circa due settimane fa sono stato dal dottore … perché avevo bisogno di
chiarimenti su un dubbio che mi stava facendo impazzire” cominciò a dire lui
“Sei
stato dal dottore? Stai male? Sei malato?” domandai un poco preoccupato
“No,
nulla del genere. Non sono andato per me ma per Chris … o meglio per avere
informazioni su Chris”
“Informazioni
su Chris? Sulla gravidanza e sul bambino, intendi?” domandai ancora
Lui
annuì e continuando disse “Da settimane ormai avevo un pensiero fisso in testa
e avevo bisogno di avere risposte certe e siccome non me la sentivo di chiedere
a lei o a te … beh, sono andato dal dottore.”
“Cosa
gli hai chiesto? E cosa ti ha detto?” ero davvero curioso
“Sono andato per chiedergli qualcosa di
personale. Avevo paura che … beh … devi sapere che amo moltissimo mia moglie …
e che … oh, ecco … “ tentennava come un sedicenne al primo appuntamento
“Non
sto capendo nulla Jared … Ti vuoi spicciare? Cosa sei andato a chiedergli a
quel benedetto dottore?”
“E
va bene … devi sapere che da quando Chris ha scoperto di essere incinta … beh è
più attiva. Molto ma molto più attiva e non che prima non lo fosse anzi … ma
ora sembra davvero una forza della natura. Ed io … beh, non puoi capire, sono
al settimo cielo! Vedi in questi ultimi mesi … beh … ad essere onesti non
facciamo altro. Quasi da mattina a sera ogni scusa è buona, ogni stanza della
casa sembra essere perfetta e … oh è imbarazzante!“
Scoppiai
a ridere di gusto “Non ti preoccupare Jared … non lo è affatto!” lo rassicurai
appena ripresi fiato “Anche io e Soph siamo nella stessa situazione. Anche per
noi ogni ora è la migliore sia con Josh sia ora con Ely. Ti lascio immaginare
le acrobazie che facciamo adesso per non svegliare Josh o per non farci beccare
quando è sveglio. E’ divertentissimo ed io beh … la desidero sempre. La amerei ovunque,
ad ogni ora e in ogni posizione praticabile. So bene come ti senti.” sorridevo
ancora e lui poco dopo, sciolto il nodo di tensione e vergogna, si unì alla mia
risata
“Beh,
io ero preoccupato che potessi diventare troppo irruento e fare male a lei e al
bambino ma il dottore mi ha rassicurato. Mi ha detto che la gravidanza in se
non rappresenta quasi mai un ostacolo per l’amore fisico e che è bene sapere
che il feto è ben ammortizzato e protetto all’interno del sacco amniotico ed è
accuratamente isolato. In nessun caso, quindi l’organo maschile può entrare in
contatto diretto con il feto durante il rapporto sessuale. Infine mi ha
rassicurato anche sul fatto che l’attività sessuale durante i nove mesi di
gravidanza non solo ha effetti positivi nel menage di coppia a livello
psicologico ma anche a livello fisico, perché prepara la donna, la sua
muscolatura intendo, al parto. E quindi
ora beh … ci diamo dentro di brutto!”
“Ben
detto, amico mio!” risposi entusiasta
Le
sue parole mi avevano rassicurato. Avevo il medesimo dubbio e lui mi aveva
aiutato a liberarmene.
Tornai
accanto a Soph e accarezzandola vidi che Ely si era calmata e che ora la sua
mamma riusciva a parlare e sorridere serena.
La
baciai dolcemente e prendendo in braccio Josh, che era accucciato vicino a sua
madre, cominciai a farlo giocare insieme a Jared.
Giocammo
a rincorrerci con Jared che fingeva di fare il nostro inseguitore. Mio figlio rideva
spensierato e felice.
Smisi
un momento di correre per poter osservare meglio lui e la mia Sophie, che ora
rideva spensierata seduta accanto a Chris.
Loro sono tutto il
mio mondo. Loro sono la mia felicità.