Fanfic su attori > Gerard Butler
Segui la storia  |       
Autore: irene862    26/12/2011    1 recensioni
Seguito di:
- dolce e delicata come il miele
- red line
Raccolta: Momenti di vita tra Gerard e Sophie
Dal quinto capitolo:
Lei cominciò a ridacchiare. Eravamo sedute sul divano, una di fronte all’altra.
“Non so proprio dove, quando e perché tu abbia deciso di fargli proprio quel regalo. Che piano strampalato!“
“Hey, mi hai aiutato tu a metterlo in pratica, non dimenticarlo. Anzi sono sicura che senza il tuo preziosissimo aiuto non ci sarei mai riuscita.”
“Mhm … forse. Comunque è bellissima! Mi piace molto. “ rispose lei sorridendo contenta
“Si, è stupenda! E sono contenta di regalargliela”
“E dell’altro regalo? Gli hai detto qualcosa?”
“Ma no, sei matta? Lo conosci, se glielo avessi detto si sarebbe precipitato qui sul momento lasciando baracca e burattini. Tu, mia madre e mio fratello siete gli unici a saperlo”
“Si, hai ragione. Sarebbe impazzito e avrebbe abbandonato set e film mandando a rotoli il suo contratto.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Last time - Confessioni tra amici

CONFESSIONI TRA AMICI

 

 

“Forza Josh! Siamo già in ritardo” gli dissi ad alta voce

“Noooo. Non vollio andale al pacco!”

La sua vocina mi raggiunse dal salotto. Mi sporsi oltre la porta della cucina e lo vidi scuotere la sua testolina scura. Sedeva composto sul divano: le gambe allungate, le braccia incrociate sul petto ed un’espressione imbronciata sul visino.

“Non fare i capricci, Josh. Papà sta per arrivare e noi non siamo ancora pronti“ dichiarai con tono più dolce nella speranza di convincerlo.

Ma la sua risposta fu ancora negativa. Scuoteva la testa deciso.

“Noooo. Non vollio.” rispose lui ancora

Sbuffai e tornai in cucina.

Stesso carattere di suo padre. Deciso, testardo ed inflessibile!

Con un sospirone, tornai alla mia precedente occupazione. Preparare un enorme cestino per il pranzo.

Avevamo organizzato un picnic al parco. Un’idea brillante di Jared e Chris fino a che il piccolo Josh non aveva iniziato a protestare dichiarando che al parco lui non sarebbe venuto. Aveva altro da fare, questa era stata la sua risposta. E a nulla erano valsi tentativi di convincimento, rimprovero, persuasione, senso di colpa o altro da parte mia. Niente di niente.

Degno figlio di suo padre!

Non lo sentì più borbottare così mi affacciai nuovamente per controllarlo. Era seduto ancora nello stesso identico posto. Non si era mosso di un millimetro. Aveva sul visino un’espressione decisa e sicura che alle volte mi ricordava un adulto.

Ma non riuscivo ad arrabbiarmi con lui o per lo meno non seriamente. Lo amavo ogni giorno di più.

Aveva lisci capelli rosso scuro, quasi castani esattamente come i miei e grandi occhi azzurri decoravano un dolce viso rotondo, tipico dei bambini. Era alto per la sua età, appena quattro anni, ed aveva un carattere parecchio difficile. Un bambino silenzioso e riflessivo ma anche tremendamente dolce. Era capace di intavolare discorsi così profondi o logici da lasciare me e Gerard completamente attoniti. Sapeva anche elargire gesti d’amore così calorosi che ogni volta mi provocavano valanghe di lacrime. Alcune volte, tuttavia, il suo lato testardo e deciso veniva a galla e fargli cambiare idea mi riusciva difficile.

Sospirai ancora e mi posai una mano sugli occhi in un gesto stanco.

“Mamma?” la sua vocina preoccupata mi riscosse dai miei pensieri

Aprì gli occhi e me lo ritrovai quasi sotto il naso. In piedi mi guardava con sguardo preoccupato. Alzò la manina e mi accarezzò la pancia.

“E’ la sorellina? E’ lei che ti fa stare male, mamma?”

“No, amore mio. Sono solo stanca, tutto qui. Lei non c’entra nulla” risposi accarezzandogli la testolina e posandogli un bacio sulla guancia morbida.

A differenza della prima gravidanza, quella di Josh, con  la seconda stavo avendo dei problemi. Con Josh avevo sofferto solo per un paio di settimane di nausee e di doloretti vari ma per il resto era stata tranquillissima fin quasi al momento del parto. Con lei, Elisabeth, le cose stavano andando diversamente. Fin da subito avevo cominciato a soffrire di dolori alla schiena, alle articolazioni, per non parlare di nausee mattutine, ipersensibilità ad odori e rumori e l’insonnia. Ero solo al quinto mese e avevo dovuto lasciare il lavoro, almeno momentaneamente, per l’impossibilità di fare anche i compiti più banali. Lei me lo impediva tanto che alle volte pensavo che mi volesse tutta per se, che volesse sradicarmi da tutto ciò che non comprendeva lei.

Alzai la testa e lo vidi ancora intento a fissarmi.

“Mamma, io so che lei che ti fa tiste. E’ cattiva e io non vollio che ti fa la bibi. Non la vollio!” dichiarò risoluto lui

Sentirlo parlare era sempre divertente. Fin da piccolo avevo cercato di insegnargli oltre all’inglese anche a parlare un po’ di italiano. Così quando eravamo da soli, come in quel momento, parlavamo in italiano.

Ma con evidenti difficoltà grammaticali!

Gli presi la piccola mano tra le mie e lo spinsi con delicatezza, attraverso la porta, verso il divano. Con fatica mi accomodai e lui fece altrettanto al mio fianco.

“Non devi dire così, piccolo mio. Io le voglio bene come ne voglio a te e lo stesso papà. E anche lei ti vuole già bene.“  gli presi la manina e la poggiai con delicatezza sul pancione

“La senti? Senti che si muove? Lei ti sente … ti vuole bene e vuole fartelo sapere. Elisabeth non è cattiva esattamente come non lo sei tu. Lei è piccolina, non è ancora nata e non capisce bene. Ma io lo so. Lei ti ama e quando nascerà  tu, come fratello maggiore, dovrai proteggerla e insegnarle tante cose” la sua manina sfiorava leggera il mio ventre e il suo visino mi guardava attento.

Annuì e di slancio mi abbracciò “Ti voglio bene, mamma”

“Ti voglio bene anche io, tesoro mio. Moltissimo.” risposi dolcemente

“Allora siete pronti? Josh? Sophie? Dove siete?” sentì il tono allegro di Gerard chiamarci

Josh non appena riconobbe la voce di suo padre si fiondò a cercarlo per salutarlo.

Sono legatissimi quei due...

Con un po’ di fatica riuscì ad alzarmi dal divano e andai ad accoglierlo anche io, ma lui mi precedette.

Entrò in salotto con Josh in braccio e mi rivolse un sorriso radioso e pieno di amore che mi provocò subito un caldo brivido alla schiena.

Nonostante il tempo, nonostante la quotidianità, nonostante il lavoro e gli impegni di entrambi ogni volta che posava lo sguardo su di me il mio corpo fremeva da capo a piedi ed il mio cuore cominciava a battere all’impazzata. Si avvicinò con poche falcate e mi baciò sulle labbra con passione. Amavo il modo in cui le sue labbra si modellavano alle mie perché sembravano fatte per essere fuse, esattamente come noi due. Gli accarezzai una guancia con dolcezza e lui passò a sfiorarmi con dita leggere il collo, nel punto che più amavo, appena sotto l’orecchio.

Josh probabilmente aveva visto abbastanza dolcezza tanto che, con uno sbuffo irritato, interruppe entrambi. Passò lo sguardo prima su di me e poi sul viso del padre.

“Credo che tu abbia ragione, Josh!” dichiarò Gerard mentre il piccolino a quelle parole annuiva serio

“Ragione? Su che cosa?” domandai curiosa accarezzando la guancia del mio bambino

“Sei stanca e sembri molto affaticata. Josh mi ha detto che la colpa sembra essere di Elisabeth anche se non lo fa apposta” rispose Gerard girandosi per dirigersi verso la cucina dove il cestino del pranzo attendeva in silenzio

“Si mamma. Hai la faccia s-stana ma io vollio bene ad Ely pecchè lei è piccola ed io gli devo impalale le cose” spiegò Josh guardandomi e sporgendosi verso di me dalle braccia di Gerard

Lo presi in braccio e cominciai a coccolarlo e a fargli il solletico. Nonostante fosse così piccolo aveva capito alla perfezione il mio discorso di prima e lo aveva fatto suo rielaborandolo poi con la sua spiegazione.

Un amore di bambino … mio figlio.

Gerard sorrise felice guardandoci e preso in mano il cesto si diresse verso la porta di casa e noi dietro di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al parco, Jared e Chris, ci aspettavano già seduti. Avevano trovato un posticino, all’ombra di una grande e vecchia quercia, dove ai piedi avevano steso una ampia tovaglia a quadrati rossi e bianchi.

L’erba era fresca e un poco umida di rugiada, l’aria era frizzante e il cielo limpido decorato con qualche batuffolo vaporoso di nuvola qua e la.

“Una giornata magnifica per un pic-nic vero?” domandò Chris sorridendo

Lei e Jared si erano sposati l’anno precedente e Chris era rimasta incinta quasi subito. Il suo pancione, era infatti entrata da poco nel settimo mese di gravidanza, era enorme.

“Mi hai proprio letto nel pensiero” risposi con un sorriso

Lei contraccambiò e si mise a giocare con Josh, che adorava farsi coccolare dalla sua zietta Chris come la chiamava lui. Voltai la testa e seduti poco distante da noi c’erano Gerard e il suo grande amico Jared. Lui mi salutò con un grande sorrisone voltandosi poi per continuare a parlare con Gerard.

Jared era cambiato parecchio da quando aveva conosciuto Chris. Si erano innamorati, forse fin da subito, e poco tempo dopo erano convolati felicemente a nozze. Io e Gerard avevamo fatto loro da testimoni, naturalmente con Susy, assistente di Gerard e compagna di George, il fratello della sposa. Era stata una cerimonia bellissima con pochissimi invitati e celebrata al tramonto su una piccola spiaggia di Rio de Janeiro.

Chris  alla scoperta di essere incinta era rimasta insieme terrorizzata e incredula. Non lo aveva detto a Jared se non alla fine del secondo mese e lui aveva avuto la medesima reazione.

Io e lei ci sentivamo quasi ogni giorno, era curiosa di sapere cosa fare e cosa non fare, cosa mangiare e quello da evitare … insomma consigli e suggerimenti tra donne incinte.

Mentre a Gerard con Jared era andata peggio…

L’amico lo chiamava ogni singolo giorno, a volte anche più volte al giorno; Era sempre ansiosissimo e preoccupato dalle condizioni della moglie. Non la lasciava un momento da sola, era stressato e con il suo comportamento stava facendo impazzire tutti, tanto che ero dovuta intervenire io.

Al solo ricordo sorrisi.

Ero intervenuta, come al solito in maniera decisa, schiaffeggiandolo e ordinandogli di rimanere calmo per il bene di tutti, soprattutto per quello di Chris e della loro bambina. E miracolosamente aveva funzionato.

Una fitta al basso ventre mi riportò però alla realtà. Sospirai pesantemente e comincia a massaggiarmi la pancia.

“Amore, cosa c’è?” mi domandò subito Gerard  

A lui non sfugge mai nulla!

“Solo una piccola fitta, non preoccuparti. E’ Ely, si sta muovendo” lo rassicurai sorridendo debolmente

Lui si avvicinò e mi accarezzò il ventre con delicatezza, quando un’altra fitta mi colpì.

Ely aveva scalciato e Gerard aveva sgranato gli occhi insieme colpito ma anche felicissimo di averla sentita. Anche Chris e Jared si avvicinarono ed entrambi posarono una mano sul mio ventre. Ely, forse accortasi di avere spettatori, cominciò a dare il meglio di se. Scalciò più e più volte, assestandomi poderosi calci, muovendosi e girando come una trottola impazzita.

Nonostante fosse una bella esperienza per gli altri per me lo era un po’ di meno. Lei calciava ed io sentivo dolore, non un dolore eccessivo ma neppure di poco conto.

Strinsi i denti e Gerard se ne accorse perché allontanò la sua mano per posarla sul mio viso. Mi consigliò di stendermi e mi aiutò a farlo. Josh visto l’accaduto si accoccolò vicino a me e mi abbracciò comprensivo.

Mi guardavano tutti preoccupati.

“Mi dispiace … sto rovinando a tutti questa bella giornata!” mi scusai

“Non dirlo nemmeno. L’unica cosa che mi dispiace è che tu non stia bene” rispose Chris con un sorriso triste accarezzandosi di riflesso il pancione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi passai una mano tra i capelli per cercare di calmarmi. Dovevo tenere duro e non farmi prendere dal panico.

Calmo, resta calmo! Respira profondamente.

Conta fino a dieci e respira di nuovo.

Continua a stare calmo e non farti prendere da panico!

Dovevo farlo per lei perché in caso contrario si sarebbe agitata e i dolori sarebbero peggiorati.

“Come mai ha sempre dolore? E’ normale?” mi domandò Jared sottovoce

Sicuramente non voleva farsi sentire né dalla moglie né da Sophie.

“No, affatto. Con Josh non ha avuto molti dolori o nausee mentre con Ely … boh, non so. So solo che sono preoccupato da morire … è solo al quinto mese e non oso immaginare cosa faremo fa due o tre mesi. Siamo andati dal dottore un mucchio di volte ma questo idiota continua a dire che può capitare. Lo vediamo tutte le settimane … credo di vedere più lui di mia madre, accidenti!“

Cercavo di scherzare ma dentro di me tremavo di preoccupazione

E se fosse colpa mia?

“Sai alle volte penso che la causa possa essere colpa mia “

“Perché?” mi domandò Jared sorpreso

“Boh, non saprei … lascia stare … magari sto solo impazzendo!” dissi voltandomi a guardare Soph.

La vedevo cercare di sorridere mentre Chris le parlava ma soffriva ed io ero inutile. Non potevo aiutarla.

Dannazione!

Mi passai ancora una volta una mano tra i capelli e combattendo contro il mio bisogno di correre da lei e stringerla a me, voltai il capo distogliendo lo sguardo.

“Forse ho capito cosa intendevi prima … e beh … non penso tu debba preoccuparti in questo senso, Gerard”

Alle sue parole vi voltai e lo guardai con un sopracciglio inarcato in cerca di chiarimenti

“Beh, vedi … ti devo confessare una cosa … ma … ma devi promettermi che non ne farai parola né con Soph né tantomeno con Chris, siamo intesi?”

La cosa mi incuriosì parecchio perciò annuì serio

“Beh, circa due settimane fa sono stato dal dottore … perché avevo bisogno di chiarimenti su un dubbio che mi stava facendo impazzire” cominciò a dire lui

“Sei stato dal dottore? Stai male? Sei malato?” domandai un poco preoccupato

“No, nulla del genere. Non sono andato per me ma per Chris … o meglio per avere informazioni su Chris”

“Informazioni su Chris? Sulla gravidanza e sul bambino, intendi?” domandai ancora

Lui annuì e continuando disse “Da settimane ormai avevo un pensiero fisso in testa e avevo bisogno di avere risposte certe e siccome non me la sentivo di chiedere a lei o a te … beh, sono andato dal dottore.”

“Cosa gli hai chiesto? E cosa ti ha detto?” ero davvero curioso

 “Sono andato per chiedergli qualcosa di personale. Avevo paura che … beh … devi sapere che amo moltissimo mia moglie … e che … oh, ecco … “ tentennava come un sedicenne al primo appuntamento

“Non sto capendo nulla Jared … Ti vuoi spicciare? Cosa sei andato a chiedergli a quel benedetto dottore?”

“E va bene … devi sapere che da quando Chris ha scoperto di essere incinta … beh è più attiva. Molto ma molto più attiva e non che prima non lo fosse anzi … ma ora sembra davvero una forza della natura. Ed io … beh, non puoi capire, sono al settimo cielo! Vedi in questi ultimi mesi … beh … ad essere onesti non facciamo altro. Quasi da mattina a sera ogni scusa è buona, ogni stanza della casa sembra essere perfetta e … oh è imbarazzante!“

Scoppiai a ridere di gusto “Non ti preoccupare Jared … non lo è affatto!” lo rassicurai appena ripresi fiato “Anche io e Soph siamo nella stessa situazione. Anche per noi ogni ora è la migliore sia con Josh sia ora con Ely. Ti lascio immaginare le acrobazie che facciamo adesso per non svegliare Josh o per non farci beccare quando è sveglio. E’ divertentissimo ed io beh … la desidero sempre. La amerei ovunque, ad ogni ora e in ogni posizione praticabile. So bene come ti senti.” sorridevo ancora e lui poco dopo, sciolto il nodo di tensione e vergogna, si unì alla mia risata

“Beh, io ero preoccupato che potessi diventare troppo irruento e fare male a lei e al bambino ma il dottore mi ha rassicurato. Mi ha detto che la gravidanza in se non rappresenta quasi mai un ostacolo per l’amore fisico e che è bene sapere che il feto è ben ammortizzato e protetto all’interno del sacco amniotico ed è accuratamente isolato. In nessun caso, quindi l’organo maschile può entrare in contatto diretto con il feto durante il rapporto sessuale. Infine mi ha rassicurato anche sul fatto che l’attività sessuale durante i nove mesi di gravidanza non solo ha effetti positivi nel menage di coppia a livello psicologico ma anche a livello fisico, perché prepara la donna, la sua muscolatura intendo, al parto.  E quindi ora beh … ci diamo dentro di brutto!”

“Ben detto, amico mio!” risposi entusiasta

Le sue parole mi avevano rassicurato. Avevo il medesimo dubbio e lui mi aveva aiutato a liberarmene.

Tornai accanto a Soph e accarezzandola vidi che Ely si era calmata e che ora la sua mamma riusciva a parlare e sorridere serena.

La baciai dolcemente e prendendo in braccio Josh, che era accucciato vicino a sua madre, cominciai a farlo giocare insieme a Jared.

Giocammo a rincorrerci con Jared che fingeva di fare il nostro inseguitore. Mio figlio rideva spensierato e felice.

Smisi un momento di correre per poter osservare meglio lui e la mia Sophie, che ora rideva spensierata seduta accanto a Chris.

Loro sono tutto il mio mondo. Loro sono la mia felicità.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Gerard Butler / Vai alla pagina dell'autore: irene862