Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: spencerina    26/12/2011    2 recensioni
Il Natale è ciò che ha sempre unito le famiglie e le persone, ma non questa volta.
Ethan Crowford è un Babbo Natale un po' imbranato assunto da poco al 'The Mall' da lei, Honey Heartworth. Una donna -un capo- troppo esigente e rigido per i gusti di Ethan.
Sunshine è una bambina di 5 anni, cresciuta un po' troppo in fretta, perchè privata da ogni magia che c'è nell'infanzia. Cos'hanno Ethan e la piccola Sunshine in comune?Oltre all'affetto -chi ancora incosapevole e chi esplicito- per Honey, la grande passione per il Natale.
La donna però, dopo la morte del marito, ha un rifiuto per questa festa. Cosa succederà quando si ritroverà davanti i più grandi addobbi mai visti? E come reagirà quando scoprirà la più grande bugia nascostale da Ethan?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buon Pomeriggio e Buon Santo Stefano tesori! Ed ecco a voi il capitolo II di Dear Ethan Claus, spero con tutto il cuore che vi piaccia, dal momento che è il primo effettivo scritto mio che leggete...Vi lascio inoltre delle piccole descrizioni dei personaggi della storia, giusto per immaginarveli ancora meglio...e mi raccomando lasciate taaaaaante recensioni...anche negative, sono sembre bene accette <3 Working for u! xxx spencerina. PS: per rendere l'attesa meno ostile troverete qualche spoiler sul prossimo capitolo...proprio nelle descrizioni!:P



 







CAPITOLO 2: Time is running fast.


Ore: 7.30.

Aspetto: impeccabile.

Ritornai ancora una volta a specchiarmi, davanti a quel Luigi XVI...proprio quello che avevamo preso insieme. Lo specchio che Mark non avrebbe mai e poi mai comprato perchè "Gli sapeva di vecchio". Così aveva detto.

Era incredibile come fosse passato già un anno...dal giorno dell'incidente. Impensabile come il tempo fosse volato, da quel 23 dicembre...

Continuai a sistemarmi i capelli con aria assorta, lasciando che la mia mente ripercorresse quelle dannate immagini che mai, avrei potuto dimenticare.

Mark...le nostre urla. La mia stupida scenata di gelosia nei confronti di quella sua collega tanto carina...il suo stupore, la sua costernazione. Il suo darmi dell'immatura " senza cervello". La porta sbattere...E poi il dramma: troppo spesso gli avevo raccomandato di non andare veloce con la sua Kawasaki z750. Morì sul colpo il mio Mark...tutta colpa di uno stop. Uno stupido stop. Chi l'avrebbe detto che da quel giorno sarebbe stata proprio la parola "stop" a riempire la mia vita. Dissi stop a tutto, da quel giorno. Stop ai capelli lunghi, stop ai film romantici il sabato sera, stop alle passeggiate notturne in Central Park con la mia piccola Sunshine, il mio amore, il mio tesoro, la nostra...la mia bambina. Stop a qualsiasi cosa potesse ricordarmi di lui, e ancora, stop al Natale ovviamente. Adorava quella festività, ricordo ancora il suo prodigarsi, ogni anno, per realizzare l'albero dei sogni della piccola Sun. Funzionava così: era lei a scegliere il tema. Tutto dipendeva "dall'odore di Natale". "E quest'anno che Odore di Natale senti piccola?""Mmm...cioccolato papà, sì decoriamo l'albero tutto di cioccolato!"Era impossibile per me non sorridere a suon di quella frase: insomma, Odore di Natale? Ma che odore poteva mai avere un nome? Non aveva avuto tempo di spiegarmelo, il mio Mark.

Tamponai con prontezza quella lacrima, tesa a rovinare il mio trucco perfetto, per poi sistemarmi il cappotto ed il collo in pelliccia...

"Piccola!! Sei pronta??Sun! Lo sai che la mamma deve andare a lavorare" - esclamai, recandomi in camera sua, per aiutarla a coprirsi per bene.

"Oggi al lavoro con la mamma, contenta?...quella brutta tosse ancora non mi convince, e poi ti avevo promesso un incontro con Babbo Natale mi pare..."

"Siiiiiii! Che bello che bello!!!Posso chiedergli quello che voglio giusto mammina?"

Sorrisi teneramente...

"Quello che vuoi..." - replicai al mio piccolo angelo.

"Anche un...albero di Natale?" - mi disse con voce tremante. Era veramente testarda, la piccola Sunshine, specialmente quando si metteva in testa qualche idea.

"Tesoro ne abbiamo già parlato, lo sai che l'albero quest'anno non si fa più...Mi avevi promesso niente storie...Ricordi? Se la mamma va a lavorare, l'albero...."

"L'albero non si può fare...si si, lo so mamma me lo dici sempre..." - mi disse, concludendo quella stupida filastrocca, di cui mi servivo sempre per farle passare quell'idea dalla testa. Non si poteva fare...insomma, era uno dei miei "stop". Rivivere quella tradizione avrebbe solo contribuito a rimuginare ulteriormente sul passato e Sunshine non lo meritava affatto. Non doveva più pensare all'accaduto, doveva essere serena. Doveva essere felice e spensierata, piccola e fragile com'era...non sarebbe riuscita a sopportarlo.

"Allora signorina siamo pronte??"

"Prontissime mamma!!"

"Ottimo, allora andiamooooo!" - esclamai, chiudendo la porta dietro di noi.

Ricordo ancora come quella vita frenetica mi riempisse completamente tutte le ore del giorno...Ricordo ancora come la parola "domani" indicasse semplicemente un giorno qualunque, quasi fosse avvolta da quel pragmatismo organizzativo che, da sempre, mi contraddistingueva...

Prima di conoscerlo. Ethan. Ethan Crowford.


Quel babbo natale un po' maldestro, che Scott decise di assumere per il The Mall. Quale modo migliore per pubblicizzare un centro commerciale appena aperto, se non con un'attrazione per i piccoli acquirenti? Non era di certo complesso, il compito di un "babbo natale": starsene li, seduto sulla sua poltrona, dispensare sorrisi e risate impostate fino all'ora di chiusura...non sarebbe stato di certo complesso...se il barbuto omino in questione non si fosse chiamato Ethan Crowford. Incapace? Un complimento. Imbranato? Un eufemismo. Forse fu proprio quello che mi incuriosì in lui...

Ancora adesso, ripensandoci, non ricordo le esatte dinamiche del nostro primo incontro, fu tutto troppo veloce e troppo rumoroso: lo ritrovai solo a terra, con gli addobbi natalizi addosso, genitori e bambini fastidiosi a seguito che scappavano ogni dove, la piccola Sun compresa. Non esitai un solo minuto a rimbeccarlo, col mio solito savu affaire e sarcasmo, tipico del ruolo che mi contraddistingueva: responsabile degli acquisti, sebbene preferissi di gran lunga "product manager"...Risultava decisamente più altisonante.

“Signor Crowford, lei mi ha appena fatto guadagnare 50 dollari” osservai, con cinismo, fissandolo dall'alto dei miei tacchi, con le braccia conserte e le mie Jimmy Choo che tamburellavano nervosamente a terra. Il solo pensiero di tutto il tempo sprecato nell'assunzione e "nell'addestramento" di quell'incapace, mi faceva a dir poco imbestialire.

Maledetto Scott e tutte le sue stupide idee... - continuavo a ripetermi, dopo aver premuto il tastino verde sul mio auricolare, tentando contemporaneamente di gestire il povero neo-licenziato.

“Sto bene, grazie per averlo chiesto!”- mi disse lui in tutta risposta, con fare piuttosto sfrontato, con quell'atteggiamento misogino che l'ignorante sesso maschile si preoccupa di avere con noi donne un po' troppo in carriera per le loro limitate aspettative...

“Sta ancora parlando, respirando e camminando, mi sembra ovvio che lei stia bene.. Si si lo avverto subito” - ribattei, non smettendo di parlare con Scott, proprio riguardo il licenziamento di quel babbo natale mancato. In tutta sincerità? Beh non fu affatto facile. La sua sfrontatezza era davvero irritante, e lo fu ancora di più quando si permise di avvicinarsi pericolosamente al mio viso, pretendendo "la sua buona uscita". La sua buona che? Non era stato di certo buono a nulla in quelle infinite 72 ore...Non si meritava di certo altro al di fuori del...

-"Buono sconto per gli ex dipendenti...che, a quanto mi risulta, non dovrebbe superare i 5 dollari...Non le pare una sufficiente buona uscita? Beh, sappia che da The Mall, non avrà altro...buona giornata".

Nemmeno in quel momento si stancò di rispondermi, era incredibile la sua determinazione, direttamente proporzionale alla sua arroganza. Non riuscivo proprio a spiegarmi cosa diamine volesse da me, insomma non dipendeva di certo da una semplice product manager la causa del suo licenziamento, bensì da...Scott che, strano a dirsi, non esitò un attimo a chiamarlo nel suo ufficio. Sicuramente un altro dei suoi inutili tentativi di attirare la mia attenzione: era persino patetico il suo modo di "togliermi le castagne dal fuoco" in qualsiasi occasione, sebbene in quel caso la castagna in questione fosse bella grossa.

Guardai la scena decisamente soddisfatta, fino al momento in cui la mia attenzione non venne attirata dalla mia piccola Sun che, aggrappandosi alla mia gonna in pizzo chantilly, iniziò ad urlarmi: - SEI CATTIVA! HAI LICENZIATO BABBO NATALE! L'HAI CACCIATO TU! FAI SCAPPARE TUTTI VIA!

Al solo pensiero di quella litigata mi viene ancora un groppo in gola. Sunshine irritatissima, il suo continuo schiaffeggiarmi con le sue piccole manine, nell'inutile tentativo di prenderla in braccio...La sua corsa spericolata fuori dal The Mall...

- Sunshine, ti prego smettila, ora basta piccolina!

- NO, sono stufa!! voglio l'albero, non voglio i tuoi stupidi regali!! Voglio l'albero!!! E voglio papà!! Perchè il cielo l'ha portato via? Voglio papà!!!!! - disse correndo in mezzo alla strada.

Fu un attimo, quasi stento a ricordare talmente la mia mente, sconvolta, abbia cercato di rimuovere tutto dalla mia memoria...Ricordo solo una macchina, le mie urla....e poi un angelo. Un angelo che non esitò un solo momento a portarla in salvo dal traffico natalizio. Un angelo con molto più sangue freddo di quanto potessi averne io in quel momento. Un angelo che, a mia insaputa, si sarebbe insidiato silenziosamente nella mia vita, cambiandola radicalmente...Un angelo che portava il nome di...

- Ethan...Lei è Ethan Crowford, il Babbo Natale...sì, quello del The Mall - dissi balbettando, ancora decisamente scossa... -Io...io non so come ringraziarla, davvero. Sunshine è tutta la mia vita da quando...

Un improvvisato balletto della mia piccola e il suo..."Sì, Sunshine sono proprio io!" mi interruppe proprio nel momento giusto.

Istintivamente guardai in basso. Ero davvero pietosa, non riuscivo a concepire che una persona integra come me avesse potuto anche solo pensare di confidarsi con...un uomo qualunque. Uno come tanti...Attribuii al nervosismo la causa di quella defaiance. Senza pensarci troppo. Insomma, non poteva essere altrimenti...o forse no.

Allora, davvero, mi dica come posso sdebitarmi... - ribadì schietta, non immaginando nemmeno quello che sarebbe potuto accadere l'attimo seguente.. Non immaginando minimamente cosa sarebbe potuto succedere.

Ricordo ancora come quella vita frenetica mi riempisse completamente tutte le ore del giorno...Ricordo ancora come la parola "domani" indicasse semplicemente un giorno qualunque, quasi fosse avvolta da quel pragmatismo organizzativo che, da sempre, mi contraddistingueva...

Prima di conoscerlo. Ethan. Ethan Crowford.


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: spencerina