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Autore: surferfrancy01    11/08/2006    2 recensioni
Salve a tutti! Probabilmente molte di voi avranno già letto questa storia; questa è stata, infatti, la prima fanfik che ho postato qui su EFP. Diciamo che l'ho riguardata un po' cambiando delle cose e l'ho suddivisa in capitoli per rendere più facile la lettura. Probabilmente molte di voi l'hanno già letta, ma se vi va di ridarle un'occhiata mi fa sempre piacere!!!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Di nuovo in città

 

Capitolo 1- Di nuovo in città

Ore 22.30, aeroporto di Tokyo

 “ Ma perché sto facendo questa pazzia?” l’aeroporto era quasi deserto ad eccezione di una ragazza con delle lunge trecce rosse con al seguito una folla di fotografi.

-       Il primo aereo per Londra grazie-

 “Eccomi qua! Il 24 dicembre! Parto da sola senza una vera meta. Ma che cavolo sto facendo? Tanto ormai è troppo tardi per cambiare idea. Qui non mi resta nulla!”

 

 Intanto, da qualche altra parte a Tokyo….

Natsumi:- Akito, che fai? Non riesci a dormire?- Lui era alla finestra. Era tornato da poco a Tokyo, dopo la permanenza di due anni a L.A. dove era stato sottoposto a delle cure per la grave ferita che aveva riportato alla mano in passato……( ricordate?) La neve scendeva sul suo giardino e le tapparelle di bambù semi-chiuse sbattevano contro il vetro. Il suo sguardo ghiacciato come le palafitte formatesi sul davanzale delle finestre osservava quella città, che ormai non significava più niente per lui, da quando aveva perso la persona più importante della sua vita…

A-   No, ma sto bene vai.

N- Ok. Dormi però mi raccomando!!-

A- Uffff- sbuffò di malavoglia.

Improvvisamente, però, i suoi occhi si spalancarono, e il suo sguardo cadde lì, in fondo alla strada, in quel cortile coperto da soffici batuffoli bianchi che faceva angolo con la A19. Un piccolo pupazzo di neve, anche abbastanza malconcio, resisteva sorridente al freddo. E in quel momento nella sua mente, dove prima c’era solo una fitta nebbia, tornarono i ricordi:

Il bacio sotto la neve il 24 dicembre…gli abbracci e le parole di coraggio… i mille ostacoli superati insieme… Ma lui se l’era fatta scappare. Tantissime volte avrebbe potuto dichiararle i suoi veri sentimenti, ma come uno stupido, non l’aveva mai fatto. Prese la giacca e uscì di casa correndo. Sotto quel gelo e quella desolazione un ragazzo correva come un pazzo. Dove non lo sapeva , ma continuava comunque a correre. Verso una meta che forse, prima o poi, sarebbe stata di nuovo sua.

 

 Aeroporto di Tokyo

- Signorina…mi scusi, signorina….

- Uhm?- Sana si svegliò di soprassalto, si era addormentata sulle poltroncine della sala d’aspetto del gate dell’aeroporto e si ritrovò davanti a sé l’esile figura di un hostess.

- Mi scusi, ma lei che aereo deve prendere?- le chiese sorridendo mentre Sana cercava ancora di svegliarsi per bene.

 - Quello per Londra, tra quanto parte?- chiese mentre si stiracchiava.

- Ehm…- disse un po’ impacciata l’hostess con la solita gocciolina sulla fronte- veramente è partito da 2 ore…

- COSA?!?!- urlò Sana facendo spaventare l’hostess- Ma quanto ho dormito??

- Ecco…io ho iniziato il turno alle 23.00 e l’ho trovata già addormentata…  l’aereo partiva alle 23.30, ora siamo nel mezzo della notte signorina…

- Cavoli!!- sospirò Sana- tra quanto parte il prossimo?

 - In realtà per tre giorni saremo in sciopero, a partire da ora. Mi dispiace veramente moltissimo…-

 - Beh vuol dire che prenderò il prossimo...tra tre giorni- disse risoluta Sana mentre si allontanava con l’hostess verso l’uscita.

Che sia un segno del destino?” pensò Sana.

Aveva solo una valigia con un po’ di vestiti con lei. E non poteva neanche alloggiare a casa sua, perché la madre era partita con Maro per una crociera di scrittori sul Mar Rosso, Rei la aspettava a Londra, i suoi amici non li vedeva da 2 anni e… a dirla tutta…non si ricordava neanche come erano fatti o dove abitavano, non aveva un soldo con sé e quindi non poteva neanche pagare un albergo… improvvisamente però le venne una brillante idea: IL GAZEBO.

Era perfetto! Aveva con se delle coperte, la neve si faceva meno impetuosa e   faceva meno freddo.

 Camminò per un bel po’ e si ritrovò presto nel centro della città, del tutto addormentata in quella notte di dicembre. Solo le allegre decorazioni natalizie davano un po’ di luce alla via. Un senso di tristezza colpì Sana. I ricordi dei felici Natali precedenti le facevano venire un po’ di malinconia.

“ Ma tu guarda che mi doveva capitare!” Pensò  dando un calcio ad un sasso. In quel momento si accorse di essere arrivata. Quanti ricordi! Il gazebo non era proprio in ottime condizioni però: alcuni vandali avevano fatto scritte con le bombolette e delle incisioni. Il legno era inoltre scolorito e rovinato, ma ci si poteva accontentare! Almeno per una notte!

Si sedette, la panca era un po’ umida e gelida, ma non ci fece troppo caso: aveva troppo sonno.

Guardò per un po’ le stelle comete che solcavano veloci il cielo, frettolose di arrivare chissà dove! Lei invece non aveva nessuna fretta di ritornare a Londra.

Il sonno arrivò velocemente, e Sana si ritrovò ben presto nel mondo dei sogni, cullata dalla luce della luna e da qualche bel ricordo dei vecchi tempi…

 

  
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