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Autore: Princess of the Rose    26/12/2011    3 recensioni
Garland sta per scoprire che nell'eterno conflitto tra Chaos e Cosmos, la guerra e le battaglie non sono gli unici pensieri dei guerrieri della Discordia...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola lì, elegante come sempre: Nube Oscura, il Nulla incarnato nella forma di una giovane donna, osservava con indifferenza le macerie di un colonnato, probabile frutto di un qualche scontro avvenuto da poco. Non sembrò percepire la sua presenza- anche se, più probabilmente, lo stava semplicemente ignorando.

Ex-Death le si avvicinò con circospezione, conscio che un passo falso avrebbe immediatamente fatto scattare sull’attenti le due creature attaccate al suo corpo, pronte ad aggredirlo al minimo accenno della loro padrona, o per loro pura iniziativa- e più di una volta aveva verificato quanto dolorosa potesse essere come esperienza.

“Sei qui," mormorò Nube Oscura, voltandosi di poco “è strano vederti nel Mondo dell’Oscurità.”

“Non posso far visita ad una preziosa alleata?” replicò, guardando con la coda dell’occhio i due esseri gialli che qualche tempo prima avevano attentato a tradimento alle sue ‘regioni vitali’.

“Se non ti conoscessimo…” rispose lei, mettendo in mostra i bianchi denti aguzzi in un ghigno elegante. I due serpenti legati alla sua schiena sibilarono minacciosi.

“Mi offendi,” disse Ex-Death, stando attentoad ogni movimento sospetto di quei due esseri, “Oltre alla nostra collaborazione in campo lavorativo, gradisco molto la tua compagnia.”

Nube Oscura fluttuò fino a stargli a pochi centimetri dal volto; negli occhi vermigli si poteva leggere una nota di divertimento.

“Dovremmo prenderlo come un complimento?” chiese melliflua, ghignando. Lo stregone sorrise dietro l’elmo.

“Prendilo come vuoi. Immagino però che, per una creatura del tuo calibro, un complimento o un’offesa abbiano lo stesso vuoto significato.”

Nube Oscura sorrise.

“Solo tu puoi capire,” disse, per poi rivolgere lo sguardo alle rovine dietro di lei, “Avvertiamo distintamente i residui della presenza di Garland. Deduciamo che abbia avuto un qualche scontro con i guerrieri di Cosmos e, a giudicare dalla densità dei resti di energia, diremmo che non ne è uscito nel migliore dei modi.”

“Non mi stupisce: quello sciocco fa tanto il gradasso, ma è meno forte di come voglia apparire.”

La creatura del Nulla si limitò ad annuire, attirando a se un frammento di pilastro e stringendolo nella mano artigliata. I due esseri attaccati al suo corpo sibilarono nuovamente, mostrando i sentimenti che la loro padrona abilmente nascondeva dietro una maschera di pura indifferenza.

“E' quello dovrebbe essere il nostro leader? Un essere debole, come questo sasso?” disse, sbriciolando la pietra con facilità. Ex-Death rise lievemente, avvicinandosi di più a lei- sempre tenendo d’occhio quei due serpenti gialli, a cui sembrava stare particolarmente antipatico.

“E’ il nostro leader solo di nome, mia cara. A conti fatti, noi della fazione di Chaos godiamo di una grande autonomia. Forse fin troppa,” disse, ricordandosi in quel momento della conversazione avuta con Golbez. Nube Oscura si voltò verso di lui, facendogli segno di spiegarsi.

“Per caso ti sei sentita male ultimamente?”

La creatura del Nulla alzò un sopracciglio, donandogli per la prima volta un‘espressione quasi perplessa.

“No, noi non possiamo ammalarci come gli esseri umani. Se ci indeboliamo, è solo perché abbiamo combattuto contro qualcuno,” gli occhi rossi di lei si rabbuiarono ,“A tal proposito: quanto vorrei avere qualcosa da spedire nel Nulla in questo momento.”

Ex-Death rise rocamente.

“Credo allora che dovresti sapere una cosa.”




“BARTZ!”

Il mimo aumentò la velocità della sua corsa, sorridendo radioso ai suoi compagni, facendo attenzione a non scivolare sul terreno del Santuario dell’Ordine, perennemente coperto dall’acqua sacra che placidamente vi scorreva.

“Ehi, ragazzi!” riuscì a salutarli, anche se a corto di fiato.

“Ma dove eri finito!?” gli chiese Gidan, quando l’altro gli fu vicino. Squall, a poca distanza dal jenoma, accennò un saluto scuotendo la testa, mentre dietro di lui Terra sospirava sollevata, la mano, stretta in quella di Cloud, allentò la propria presa senza però scioglierla- con enorme disapprovazione del Cavalier Cipolla, a giudicare da come li stava guardando male.

“Non indovinereste mai cosa mi è capitato!” disse Bartz, iniziando poi a raccontare del suo rapimento da parte di Kefka, di quello che aveva sentito dalla conversazione tra l’Imperatore, Artemisia e Sephiroth, non dimenticando poi dell’informazione più importante: l’avvelenamento di alcuni guerrieri di Chaos.

Quando terminò la sua storia, il silenzio calò sui sei combattenti di Cosmos, intenti ad analizzare le preziose informazioni appena ricevute, riflettendo anche su come poterle usare a proprio vantaggio per un futuro scontro. A rompere il silenzio, dopo svariati munti, fu il Cavalier Cipolla.

“Sephiroth vestito di rosa?” chiese con voce tremante, le labbra tremolanti. E tutti potevano ben immaginare il motivo.

“Ehm… Si… Pffff…”

“Ma ci deve essere stato un motivo per cui era vestito in quella maniera,” perfino Cloud aveva difficoltà a reprimere un ghigno divertito al pensiero del suo arcinemico vestito da donna- chissà perché, quest‘immagine gli fece provare un forte senso di deja-vu.

“N-Non lo so, e sinceramente non mi interessa,” detto ciò, Bartz scoppiò a ridere, seguito dal Cavalier Cipolla; anche Terra rise, anche se in maniera decisamente meno rumorosa, e neanche Squall trattenne un ghigno spontaneo. Stranamente, Gidan non si unì a loro: osservava assente l’acqua scorrere calma sotto i suoi piedi, visibilmente preoccupato. Fu Cloud a notarlo per primo.

“Tutto bene?” chiese con un sopracciglio alzato, perplesso dall’inusuale silenzio del jenoma, specie su un argomento ilare come quello.

“Eh… Ah, si si, tutto bene, stavo solo… Pensando…”

“A cosa?” la domanda di Bartz fece tendere lievemente il biondo, che non rispose se non con un balbettio incomprensibile. Squall, però, aveva capito fin da subito cosa passava per la testa del suo compagno. Sospirò.

“E’ Kuja, vero?” chiese , e l’occhiata incredula dell’altro gli fece capire che la sua supposizione era esatta.

“Kuja? Che centra Kuja?” domandò ingenuamente il più giovane del gruppo, non capendo ciò che per gli altri era diventato ovvio.

“Sei preoccupato per lui?” chiese Terra con dolcezza. Gidan sbuffò.

“N-No no, è solo che-”

“Perché dovrebbe essere preoccupato per un nostro nemico?”

“Kuja è suo fratello, è normale che sia preoccupato.”

La risposta di Cloud non convinse il Cavalier Cipolla, ancora troppo piccolo per capire il complicato rapporto tra i due fratelli jenoma.

“Ma rimane comunque il suo nemico,” ribatté, convinto della sua posizione.


“Non è così semplice,” Terra non sapeva come spiegargli la situazione, visto che anche per lei, cresciuta in modo che le sua emozioni venissero soffocate, era piuttosto difficile comprenderla a pieno. Per fortuna, Cloud intervenne a suo favore, liquidando il piccolo cavaliere con un: “Crescendo capirai.”

“Mi rispondete sempre così,” il giovane gonfiò le guance, indispettito, “Sono stufo di essere trattato come un bambino!”

“Ma sei un bambino,” replicò Bartz, per poi schivare per un soffio una sfera di fuoco.

“Comunque,” Cloud prese in mano la situazione, rivolgendosi a Gidan, “La tua preoccupazione è completamente ingiustificata: Kuja è un nostro nemico, il manipolatore migliore della fazione di Chaos-”

“Allora dovrei essere contento se gli succede qualcosa?” il tono velenoso della domanda, talmente inusuale per il jenoma, sorprese non poco i suoi compagni.

“Non dico questo-”

“E allora non dire nulla” tagliò corto il giovane, abbassando lo sguardo. Sapeva che Cloud aveva ragione, eppure non poteva fare a meno di stare in pensiero per suo fratello: la fazione di Chaos era piena zeppa di gente poco raccomandabile, e Kuja non era certo un’eccezione; ma non ci voleva un genio per capire che il mago era spesso preso di mira dai suoi pseudo-alleati, essendo, dopo Golbez, il meno belligerante. Certo, non aveva mai pensato che sarebbero stati capaci di attentare alla vita di un compagno…

“E va bene,” la voce di Squall lo riportò alla realtà. Alzò gli occhi, incrociando quelli più freddi del suo compagno, gunblade alla mano, “Forza andiamo.”

“D-Dove?”

“A cercare tuo fratello: se continui a stare col muso, Bartz inizierà a strimpellare per tirarti su il morale e, sinceramente, non mi va di sentirlo,” disse il castano, posando la sua arma sulla spalla per poterla portare più agevolmente.

“Vengo con voi,” anche Cloud si alzò in piedi, posizionando la Buster Sword dietro la schiena e preparandosi a partire, “Una mano in più non fa certo male.”

“C-Cloud” lo chiamò Terra, fissandolo preoccupata e riafferandogli la mano. Tuttavia, le bastò guardare l'altro negli occhi per far morire sulle labbra tutte le cose che avrebbe voluto dirgli.

“Tu e il ragazzo rimarrete qui insieme a Bartz: controllate che non sia ferito. Aspetterete l’arrivo degli altri,” le disse, per poi accennare un lieve sorriso, “Ce la caveremo da soli.”

Squall osservò la piccola scenetta con una certa nostalgia, qualcosa nel suo cuore sembrava lottare per poter riemergere; la sua tempra da soldato, comunque, represse subito quella sensazione, in vista della missione da dover compiere.

“Squall?” il mercenario si voltò leggermente, abbastanza per poter vedere il sorriso sincero sul volto di Gidan.

“Grazie.”





Umiliarlo con le sua stessa carta. Questo era l’ingegnoso piano che Garland aveva pensato per potersi vendicare di Kefka: visto che uno dei divertimenti maggiori di quel clown maledetto era andare in giro a sparlare degli altri, doveva trovare e diffondere un’informazione talmente imbarazzante che il mago non si sarebbe più fatto vedere in giro dalla vergogna. Era un’idea brillante, peccato che fosse altrettanto difficile da attuare: le cose che il folle mago faceva- grattarsi il sedere in pubblico, ruttare nei momenti meno opportuni, scherzi assurdi e simili erano solo una minima parte delle azioni compiute- avrebbero fatto morire di vergogna anche la più stoica delle persone; vergogna che, però, Kefka non sembrava provare affatto, visto che continuava imperterrito nei suoi gestacci, indifferente alle prese in giro altrui.

Pertanto, l’informazione che doveva trovare doveva essere imbarazzante e replorevole, tanto da non far più vedere la faccia del folle mago almeno fino alla fine del conflitto. E qui, appunto, veniva il difficile.

Avrebbe dovuto chiedere a qualcuno che fosse vicino a Kefka, e l’unica persona che gli era venuta in mente era Kuja: per questo, seguendo quel poco di scia vitale che riusciva a percepire, si era diretto nello scintillante Mondo di Cristallo, uno dei frammenti di mondo più grandi nell’universo del conflitto. Entrare in quella zona era sempre un incubo per gli occhi di Garland e di chiunque altro che non fosse il jenoma: la luce riflessa ovunque dal cristallo di cui era composta l’arena feriva nei modi peggiori la vista, accecava e impediva di vedere dove si andava- quante volte era caduto nelle nubi alla base dell’arena!

Rimase fermo alcuni minuti, cercando di abituare gli occhi alla luce della zona; poi, si guardò intorno, alla ricerca del membro più giovane della fazione di Chaos. Lo trovò seduto su una colonna di cristallo, leggermente curvo su se stesso, le testa fra le mani e un’aura verde-bianca attorno al suo corpo. Grugnì leggermente, immaginando che il giovane mago doveva aver combattuto contro qualcuno, probabilmente perdendo, vista la magia di cura che emanava la sua elegante figura. Cercando di essere il meno rumoroso possibile, si avvicinò alla colonna cristallina, caricò un pugno e la colpì violentemente, mandandola in frantumi. Kuja, che aveva sentito il rumori dei passi metallici causati dall’armatura, non si fece cogliere impreparato, riuscendo a sollevarsi in volo all’ultimo momento. Le fitte alla testa, però, provocarono un calo di concentrazione, e fu solo per un puro miracolo che non cadde di sotto, riuscendo a toccare l’area rialzata al centro dell’arena per un soffio.

“Ti sembra questo il modo di presentarti?” chiese, osservando con aria disgustata uno degli uomini che più odiava nel suo gruppo- già solo il nome evocava in lui i più orridi sentimenti, figurasi la vista!

“Ti devo parlare” Garland ignorò sia lo sguardo malevolo che il tono saccente dell’altro, “Si tratta di Kefka.”

Kuja alzò un fine sopracciglio, lasciandosi sfuggire una lieve risata.

“Che cosa ha combinato quel folle questa volta?”

“Non sono affari tuoi. Voglio solo sapere un qualche informazione su di lui che possa… metterlo in riga,” disse l’ex-paladino, conficcando la spada nel terreno che però, essendo fatto di cristallo, non resse il peso dell’arma, che cadde a terra con un forte tonfo. Grugnì, riprendendola in mano sotto lo sguardo divertito dell’albino. 

“Informazione?“ domandò quest’ultimo, sollevandosi in aria e incrociando le gambe,“Be’, non è certo qualcosa che posso darti gratis.”

“Non ti darò né soldi né oggetti sia ben chiaro.”

Kuja rimase qualche secondo in silenzio, per poi sospirare teatralmente. “Con i bruti come te non si può trattare, eh?” nonostante il sorrisetto strafottente, il tono della frase non nascondeva un certo fastidio.

“Basta con i giochetti. Dimmi qualcosa, qualunque cosa.”

Kuja sbuffò, massaggiandosi una tempia dolente. Quanto avrebbe voluto che quel guerriero sgraziato se ne andasse!

“E che uso ne faresti di questa informazione?”

“Da quando ti fai scrupoli?” chiese ironico Garland, avvertendo dell’energia fluire nei palmi del jenoma; non riconoscendone la tipologia, impugnò meglio il suo spadone, pronto ad un eventuale attacco. Kuja lo guardò perplesso, confuso; poi emise l’ennesimo sospirò- guerrieri: chi li capiva, era bravo!

“Non mi faccio scrupoli, vorrei solo sapere a cosa ti serve,” disse, non potendo fare a meno di impensierirsi nel sentire l’aura dell’ex-paladino aumentare di portata- se decideva di attaccarlo, nelle sue attuali condizioni non era sicuro di poter uscire vincitore dallo scontro.

“Non sono affari tuoi. E ora parla,” il tono della voce di Garland non ammetteva repliche. Il jenoma assottigliò lo sguardo , riuscendo a celare il dolore martellante alla testa. 

“Allora? Sto aspettando,” aggiunse, sbattendo la punta della sua arma sul terreno. L’eco provocato dal colpo sul cristallo non era molto forte, ma per il jenoma fu come sentire il gesso strofinato sulla lavagna: un inferno. D’istinto si portò le mani alle orecchie, la testa prese a girargli vorticosamente, cancellando la concentrazione e annullando l’incantesimo di levitazione.

“Non mettere su una delle tue scenate; è inutile, non ci casco!” l’ex-paladino si avvicinò, prendendolo per la collottola dell’armatura e sollevandolo da terra “Dimmi immediatamente qualc-”

Kuja aprì un occhio, cercando di capire cosa avesse interrotto il ciarlare del guerriero; ma intuire dove fosse indirizzato il suo sguardo era difficile: l’elmo lasciava intravedere solo la sinistra luce emanata dai suoi occhi demoniaci, non la direzione in cui erano rivolti. Un brivido gli percorse la schiena quando avvertì la presa sulla sua giacca aumentare di intensità.

Garland, dal canto suo, non riusciva a distogliere lo sguardo dal collo niveo del jenoma dove, prima abilmente nascosto dall’armatura viola, campeggiava quello che sembrava essere a tutti gli effetti…

“Un succhiotto?!”

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CHIEDO PERDONOOOOO!!!! LA. SCUOLA. E'. UN. INFERNOOO!!! Devo studiare tutto il giorno e, complice il blocco dello scrittore, sono arrivata in stra-ritardo ad aggiornare!!! Perdonatemiiii!!!!!
Guardate il lato positivo però: vi ho fatto il regalo di Natale *schiva un pomodoro marcio*
Purtroppo, non posso promettere un veloce aggiornamento: calcolando che quando arriverà mia madre, lei non mi farà neanche avvicinare al computer, e che per tutto Gennaio dovrò cercare di recuperare matematica (mi sta minacciando quel prof T_T), probabilmente il prossimo capitolo finisce a febbraio... prova all'esame di stato permettendo... No no, a febbraio aggiorno!!! (almeno ci provo... *schiva una zucca*)
Vabbè, a parte i saluti, vi auguro un BUON NATALE e UN FELICE ANNO NUOVO!!

   
 
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