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Autore: Darling Eleonora    27/12/2011    1 recensioni
Nella prestigiosa Accademia San Margot, dove vi è difficile entrare, si iscrive Leonard, un ragazzo all’apparenza duro e associale ma dentro di sé nasconde un ’innato talento per la poesia, che da sempre il ragazzo ha tenuto segreto a tutti fuorché alla sua dolce sorellina Winnie, nata da pochi anni e causa del trasferimento della sua famiglia. La vita nell’accademia si scopre sorprendentemente piacevole per il nostro semiprotagonista, ma per ben poco perché inaspettatamente qualcuno viene a sapere della sua passione segreta cambiandogli la vita…
Dal secondo capitolo "La primavera":
Lei raddrizzandosi si tolse la polvere dai vestiti e in un secondo momento, si accorse che un fiore di ciliegiolo le era caduto sul viso. Lo prese candidamente e lo adagiò sul palmo mano, assumendo un’espressione tenera. Leonard capì che l’albero con la sua sfera non attirava solo cose pure ma soprattutto cose belle.
-Io mi chiamo…
Cercò di parlare nervosamente ma la ragazza non se ne accorse neppure e senza staccare lo sguardo dal fiore disse con una voce melodiosa:
-Sai che giorno è oggi?
Lui era sbalordito.
-Marte…
Lei lo interruppe nuovamente e un sorriso ironico le si dipinse in volto:
-Non in quel senso, e comunque è venerdì…
Lui arrossì e non aggiunse altro per paura di fare un’altra figuraccia. Lei si avvicinò alla sua finestra e sorridendo allungò il palmo della mano verso il suo. Lui d’impulso glielo offrì.
-Oggi è il 21 marzo…
Prese tra le dita affusolate la sua mano e vi posò sopra il fiorellino rosa con delicatezza. Poi finalmente intrecciò lo sguardo al suo con delle iridi verdi e sorrise.
-….l’equinozio di primavera.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La candela rossa

 
  
La stanza buia era illuminata solo dalla candela che teneva in mano. Era l’unica accesa tra tutti i ceri che i componenti del CeriseClub, ovvero il Comitato Consulenza Scolastica, tenevano in mano. L’atmosfera era carica di elettricità e non faceva che innervosire Leonard, il protagonista della serata. A lui era spettata una candela più grande e rossa simbolo del CeriseClub, profumava di ciliegia e quell’aroma riusciva un po a calmarlo, aveva paura di rovinare tutto. Quindi, fece sette passi per arrivare in fondo alla schiera di persone, poi dette semplicemente le spalle. Sperava che la cera non incominciasse così presto a colare sulla sua mano nuda; anche se da piccolo, nella casa di campagna di sua nonna adorava pasticciare con la cera dato che quando la corrente elettrica si staccava, esempio durante i temporali, bisognava spesso arrangiarsi.
Sentì dei passi, poi vide l’espressione seria del Conte davanti a lui. In quel momento notò che aveva un viso davvero bello: di un fascino quasi femminile, le iridi miele rivolte alla candela accesa venivano a contrasto con i lunghissimi capelli neri e allo stesso tempo venivano enfatizzate dalla pelle olivastra illuminata dalla luce d’orata. La prima volta che lo vedeva senza la solita espressione frivola in volto.
 
-Noi, membri del Comitato Consulenza Scolastica, siamo pronti a rinunciare anche alla più piccola delle nostre necessità…
 
Detto questo, avvicinò la candela a quella di Leonard e la accese, poi andò in fondo alla stanza e la sistemò in un vecchio candelabro d’ottone dove aveva già una candela posizionata, ma spenta. Subito dopo fu il turno di Adam.
 
-…promettendo di sforzarci per capire ogni situazione o problema ci si pari davanti…
 
Lo guardò dritto negli occhi e Leonard ebbe un fremito nel vedere quello sguardo duro e deciso, quasi fosse un avvertimento.
Poi accese la sua candela bianca, andandosi a sistemare di fianco al Conte dopo averla riposta. Poi vide labbra carnose che, mentre continuavano il discorso della sua cerimonia d’entrata nel club, erano piegate in un sorriso sereno:
 
-…. cercando di rimanere uniti e sempre pronti l’un l’altro a spalleggiarci….
 
Poi Mariù gli rivolse un ultimo sguardo tenero e, dopo aver acceso la sua candela fece oscillare i boccoli chiari acconto al candelabro e poi di fianco ai suoi due compagni.
Invece, durante il turno di Cerise, il ragazzo cercava di catturare il suo sguardo ma le iridi verdi e vitree della ragazza non lo toccarono un istante, aveva la stessa espressione vacua e decisa di una bambola di porcellana.
 
-…per avere la giusta risolutezza nel guidaregli studenti verso obbiettivi comuni;
 
La sua voce era molto dura e decisa, dalle sillabe che pronunciava si capiva quanto lei vi credesse. Come la sorella, quando fu il suo turno, anche Oscar gli mostrò un’espressione amichevole e incoraggiante.
 
-cercando di riuscire a sostenere e sorreggerechiunque ne avrà bisogno…
 
E come un bravo bambino che aveva recitato correttamente la poesia alla maestra, si scansò per fare posto alla vera bambina del club.
Julie lo guardava dritto negli occhi anche se era parecchio più bassa di lui, non si faceva certo intimorire, così Leonard le sorrise d’impulso.
 
-…incoraggiando tutti a dare sempre di più senza aspettare nulla in cambio.
 
Le abbassò la candela intenerito e lei spalancò gli occhi scioccata, accesa la sua candela andò svelta a sistemarla nel candelabro, quando si voltò era tutta rossa, come se avesse subito un’umiliazione e non volesse crederci. Non ne capiva il motivo.
Leonard, non sapendo che fare dato che era rimasto il solo a non aver parlato, si fece più avanti di fronte alla schiera dei membri del club. Non osava dire una parola. Cerise, avanzando, poggiò le mani sopra le sue, “Come quella volta con il fiore di ciliegio” pensò Leonard, e lo invogliò ad avanzare fino a che non raggiunsero il candelabro.
-Adesso, Leonard, ripeti con me.
Lui annuì.
-Per essere pronti…
Chiuse gli occhi.
 
-Per esser pronti…
 
-…a offrire sempre il nostro aiuto…
La sola cosa che sentiva era la voce di Cerise.
 
-…a offrire sempre il nostro aiuto…
 
-…ogni uno nel proprio piccolo,
Nient’altro.
 
-…ogni uno nel proprio piccolo,
 
Il ragazzo a quel punto percepì la voce della ragazza come se gli angoli della sua bocca si fossero curvati.
-anche solo mostrando un semplice sorriso di conforto.
 
-anche solo mostrando…un semplice sorriso di conforto.
 
Quando aprì gli occhi vedeva dell’allegria nel viso di tutti.
-Forza Leonard, ora tocca a te…accendi la tua candela.
Disse la ragazza al suo fianco andando a guardare l’unica candela spenta della stanza. Allora, il giovane si allungò fino al cero più in alto, il suo cero, e tutti trattennero il fiato finché non l’accese.
Poi ci fu un sospiro generale, un momento di smarrimento per Leonard che invece non sapeva bene come procedere, per fortuna Cerise intervenne in suo aiuto:
-E adesso…
Disse delicatamente.
-Party!
Esclamò Mariù facendolo sobbalzare, mentre un coro di trombette da festa aveva incominciato a sfondagli i timpani e le luci del salone del Comitato venivano accese.
-Vado a prendere da mangiare!
-Io mi occupo della musica!
-Aspetta Adam, non così in fretta, devi aiutarmi a portare i giochi!
-Oscar, chiedilo al Conte che lo vedo piuttosto libero…
Infatti il conte si era spalmato ad abbracciare Leonard.
-Oh mio piccolo fiorellino, la tua cerimonia è stata così toccante!
Disse con i lucciconi agli occhi.
-E smamma!
Cercò di scollarselo di dosso, ma lui reagì e gli prese il mento con due dita destando uno stato di shock al ragazzo:
-Non trattarmi così! Ho visto quanto ti sei emozionato mentre la mia e la tua candela si sono accese, di la verità si è acceso qualcos’altro li sott…
Prima che potesse continuare venne zittito dal cazzotto di Leonard.
-Scusaci, lo so che siamo un po fuori dal normale ma non siamo dei cattivi ragazzi!
Rise di gusto Cerise. Il giovane le sorrise.
-Ne sono sicuro.
Disse andando scompigliare amichevolmente la frangia della ragazza per poi voltarsi a posare la candela rossa sul tavolo affianco al candelabro con le sette candele accese e andare a dare una mano col Conte per i festeggiamenti.
 
Cerise si sentì scottare le guance.
-Signorina Cerise venga, ho preparato la sua torta preferita!
Lei non parve sentire. Andò a sfiorarsi la fronte, rimasta colpita da quel contatto improvviso.
-Signorina, si sente bene?
Chiese allarmata Mariù.
-Ha la febbre?!
Disse la cameriera del club, andando a scostare gentilmente la mano sopra la sua fronte, per tastarla. Lei parve riprendersi e scosse la testa con violenza, “Ma che diavolo mi prende?” si chiese.
-Hem, non preoccuparti Mariù andiamo, non vedo l’ora di assaggiare la tua torta!
 
Il giovane Dorian, vicepresidente del club più potente li a scuola, percorse il lungo corridoio fino ad arrivare dinnanzi al portone bianco del dormitorio maschile. Bussò un colpo lungo, uno breve, uno lungo e altri due brevi, e la persona al di là lo invogliò:
-Entra.
Entrò nella stanza.
-Allora, parla Dorian.
-Hansel, è stata appena ufficializzata l’entrata di Leonard Mircle nel Cerise Club…
Il capo del LitteraturesClub ebbe una reazione ben troppo familiare al ragazzo. Sul suo volto comparve un sorriso che lo fece rabbrividire: dietro quell’espressione cordiale, quegli occhi glaciali si celava una persona egoista e senza scrupoli, la stessa persona che un tempo gli era stata tanto vicina.
 
  
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