Prima di lasciarvi alla lettura della one-shot vorrei dirvi che la parte in corsivo sono i pensieri di Harry, mentre quella normale è di Ginny… detto ciò.. BUONA LETTURA!
Non
si può cambiare il passato.. ma si può decidere il proprio
futuro..
Di
Pikkola_Fe
Ginny
fissò pensierosa il lago che si stendeva di fronte a lei. Non voleva pensare,
non voleva riflettere, non voleva tornare con la mente al giorno precedente, il
giorno in cui tutto era cambiato. Non voleva, eppure si sa, il cuore non segue
mai ciò che la mente gli impone di fare. Provò ad opporre resistenza per un po’,
ma alla fine lasciò che i ricordi le invadessero la mente come un fiume in
piena, mentre cercava di trattenere i singhiozzi che le premevano in
gola.
La
battaglia contro i Mangiamorte, l’arrivo di Harry e Silente, la morte del
preside, il suo funerale, le parole di Harry…
“Ginny
ascolta… non posso più stare con te. Dobbiamo smettere di vederci… non possiamo
stare insieme…”.
Il
solito eroe che cercava di salvare il mondo. Sapeva che doveva farlo, sapeva che
era suo dovere, sapeva che non sarebbe mai stato in pace con se stesso se non
avesse combattuto contro Voldemort, ma nonostante ciò avrebbe preferito che lui
fosse rimasto con lei. Un leggero venticello le scompigliò i capelli rossi e la
ragazza volse lo sguardo al cielo. Era estate inoltrata, eppure il sole non era
caldo come gli anni precedenti. Sembrava quasi che anche lui fosse in lutto per
la morte di quel grande uomo che era Silente.
I
ricordi la invasero nuovamente, come se le avessero concesso una breve pausa
prima di tornare all’attacco.
Il
corpo di Silente, privo di vita, a terra. Harry chinato su di lui, lei che gli
prendeva la mano e lo portava via da quel luogo pieno di
tristezza.
Ginny
scosse la testa violentemente, cercando di scacciare quelle scene dalla sua
testa, senza ottenere però il risultato desiderato.
Piton
che scappava via… Malfoy che lo seguiva… la lapide bianca…
Troppi
avvenimenti, troppe morti dovute al regno di Voldemort.
Non
aveva paura di lui, provava solo rabbia nei suoi confronti. Era a dir poco
furiosa perché quell’uomo che voleva essere il padrone del mondo, stava
distruggendo la sua vita e quella delle persone accanto a
lei.
Se
soltanto lui non fosse esistito, se soltanto non avesse voluto diventare un Mago
Oscuro, lei avrebbe potuto continuare a stare con Harry, avrebbe potuto essere
serena senza preoccuparsi per la sorte della sua famiglia, avrebbe potuto
passare quell’ultimo giorno di scuola in compagnia di Harry, Ron ed Hermione
chiacchierando del più e del meno per poi salutare Harry alla stazione mentre
lui raggiungeva Lily e James Potter, i suoi genitori.
Strinse
forte la mano sull’erba umida, strappando qualche filo verde, poi si rilassò
contro il tronco dell’albero al quale era appoggiata.
Ormai,
tutto era passato, non poteva tornare indietro, non poteva cambiare ciò che era
successo. Rimase a fissare l’erba che stringeva in pugno, sgomberando la mente
da qualsiasi pensiero e godendosi il vento fresco che le accarezzava il
viso.
Rimase
così per qualche secondo, cercando di assaporare quell’attimo di tranquillità
prima della battaglia che la attendeva una volta tornata a casa, poi scattò in
piedi, gli occhi spalancati, come se qualcosa l’avesse disturbata. Continuò a
fissare il lago, mentre il cuore le batteva all’impazzata, cominciò a correre
verso la Sala Comune dei Grifondoro…
No,
non poteva cambiare ciò che era stato, ma poteva decidere il suo
futuro…
***
Harry
guardò pensieroso fuori dalla finestra. Il sole era coperto da qualche nuvola
passeggera, che giocava con i raggi creando ombre di ogni
genere.
Le
foglie degli alberi erano mosse da una brezza quasi autunnale, nonostante
fossero in estate.
Gli
anni precedenti il suo ultimo giorno di scuola era occupato da preoccupazioni
ben diverse da quelle che lo tormentavano in quel
momento.
Il
giorno precedente era morta una persona che gli aveva quasi fatto da padre. Dopo
Sirius, Silente era stato colui che più l’aveva aiutato in quei giorni oscuri.
L’aveva consigliato, l’aveva seguito e l’aveva considerato un adulto capace di
riflettere.
Il
suo sguardo si spostò verso il lago, increspato da rare onde. Proprio lì,
appoggiata ad un albero c’era lei. I capelli rossi al vento, lo sguardo perso
nel vuoto. Semplicemente lei, Ginny.
Harry
rimase a fissarla per qualche secondo, ripensando a ciò che era successo il
giorno prima, alle parole che le aveva rivolto.
“Ginny
ascolta… non posso più stare con te. Dobbiamo smettere di vederci… non possiamo
stare insieme…”.
Aveva
resistito alla tentazione di abbracciarla ed urlare al mondo intero, a Voldemort
e ai suoi mangiamorte che quella era la ragazza che
amava.
La
sua parte razionale del cervello l’aveva fermato in tempo, mostrandogli
l’immagine del corpo senza vita di Ginny, mentre Voldemort sussurrava qualcosa
di malvagio.
Non
voleva essere la causa della sua morte, voleva che lei vivesse, che non fosse
costantemente in pericolo. Più si ripeteva quelle parole, più si rendeva conto
di quanto fossero ridicole. Lei era sempre in pericolo, che fosse con lui o con
la sua famiglia. Voldemort avrebbe scoperto quanto era importante per lui, non
sarebbe riuscito a nascondere per molto tempo quell’amore che gli divampava nel
petto.
Si
riscosse dalle sue riflessioni quando vide Ginny stringere con forza l’erba fino
a staccarne qualche filo. Avrebbe voluto raggiungerla, parlarle, consolarla,
dirle tutto ciò che sentiva, ma non poteva. Aveva fatto la sua scelta, non
poteva tornare indietro proprio in quel momento…
Si
voltò verso Ron ed Hermione, seduti sul divano difronte al camino, stretti in un
abbraccio. li invidiava perché loro potevano stare insieme senza problemi,
mentre lui era stato costretto a rinunciare a Ginny. Si sentiva svuotato, come
se un parte di se stesso fosse morta il giorno precedente, assieme a Silente.
Ginny era quella parte che gli mancava. Ormai non poteva stare senza di lei, era
il suo ossigeno.
Strinse
forte i pugni pensando a tutto il dolore che Voldemort gli stava causando. Prima
i suoi genitori, poi Sirius, poi Silente e adesso era costretto a rinunciare
all’unica persona che davvero lo faceva sentire vivo, lei,
Ginny.
Si
voltò nuovamente verso la finestra e rimase ad osservare per qualche altro
secondo Ginny, riflettendo, cercando una soluzione che gli permettesse di stare
con lei…
All’improvviso
scattò in piedi, gli occhi sgranati, i pugni ancora serrati. Ron ed Hermione lo
guardarono sorpresi chiedendo se stesse bene.
Lui
non rispose, ma iniziò a correre verso il buco del ritratto…
***
“non
posso cambiare il passato…”
“ma posso cambiare il futuro”
“ho
provato a rinunciare a te ma…”
“la sola idea di doverti abbandonarti mi toglie il
respiro…”
“ti
aspetterò, Harry…”
“spero che tu mi aspetterai, Ginny…”
“perché
stare senza di te…”
“sarebbe come vivere a metà…”
“voglio
passare con te tutto
il
tempo che ci rimane, Harry…”
“voglio stare con te fino alla fine, Ginny…”
“perché
io ti amo, Harry…”
“perché io ti amo, Ginny…”
due ragazzi che si incontrano, occhi che si incrociano, due cuori che battono all’unisono, un unico amore da condividere, coltivare e custodire come qualcosa di prezioso, perché l’amore supera tutto, l’amore è lì, dentro di te, non puoi cancellarlo, non puoi scordarlo. Ti brucia dentro, ti invade il corpo, ti costringe a guardare la realtà: non puoi stare senza la tua metà. La mente non avrà mai il sopravvento sul cuore e, in fondo, questo è proprio quello in cui sperano tutti i giovani innamorati.
Un
abbraccio, un bacio, i suoi capelli rossi che invadono il suo viso, i loro
profumi che si fondono, i loro battiti che accelerano sempre di più fino a
formarne uno solo. È l’amore, bellissimo e difficile da
comprendere.
FiNe!!