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Autore: Nebula216    27/12/2011    5 recensioni
"[...]-Eccola, sta andando verso il salto.-
Disse sorridente il biondo appena vide Champagne drizzare le orecchie e dilatare le narici: iniziava lo spettacolo. Il trio trattenne i cavalli sul posto, decisi a voler vedere il sauro e Lara saltare, il tutto sotto lo sguardo attento, e fiero, di Yamato.
In quelle poche falcate che li separavano dall’ostacolo, la castana si imponeva di stare calma e rilassata, ripetendosi che Champagne aveva fiducia in lei così come lei in lui… non poteva fallire.
Non potevano fallire.
Prendendo un respiro, alleggerì la mano e seguì i movimenti del cavallo; proprio in quel momento, percepì la terra scomparire sotto gli zoccoli del suo fratellino [...]"
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I’m An Equestrian!

 
 
Capitolo 1: Champagne
 

“Essere amati da un cavallo o da qualsiasi altro animale dovrebbe riempirci
di timore reverenziale perché non ce lo siamo meritato.”
(Marion C. Garretty)
 

 
 
Non era ancora sorto il sole, e lei era già desta.
Aveva preceduto il trillo fastidioso della radiosveglia, ormai aveva un orologio interno, soprattutto per quello che stava andando a fare.
Non erano gli incubi a svegliarla, non era la fame o la sete, bensì l’impazienza: non voleva sprecare un altro secondo nel letto, per quanto stanche potessero essere le sue membra.
Ogni cellula del suo corpo era già attiva, pronta per una nuova giornata… e lei era decisa, pronta a tutto. Scese dal materasso, sistemando velocemente le lenzuola e la trapunta: quell’inverno si prospettava il più rigido che avesse mai sentito, ma questo non la intimoriva. Sorrise mentre indossava un paio di pantaloni beige, una maglia a collo alto e un pile bello pesante blu: non poteva certo ammalarsi, chi avrebbe pensato a lui?
Prese dei calzini alti e massicci, quanto bastava per non farle congelare i polpacci, infilandoseli ed indossando, infine, un paio di stivali in cuoio nero.
Era impaziente, si vedeva lontano un miglio: lei doveva andare da lui, anche se aveva la febbre o era raffreddata fino al midollo.
Era un’esigenza.
Era vita.
La sua vita.
Raccolse quella massa di capelli mossi castani in una coda bassa, per poi prendere il giubbotto ed uscire di casa: la jeep grigia l’aspettava parcheggiata davanti alla piccola casetta che aveva comprato quando si era trasferita in quella città. Controllò che tutto fosse al suo posto in bauliera: cassetta con le spazzole, sacca degli stivali con, al suo interno, le vecchie scarpe da ginnastica ancora polverose dal giorno prima.
Sorrise, mettendo in moto e partendo con destinazione bar: certo, era impaziente, ma il suo stomaco reclamava la colazione… e come poteva rinunciare a un buon cornetto alla crema accompagnato da un cappuccino fumante?
Non c’era traffico a quell’ora, le strade erano letteralmente deserte, salvo qualche camion adibito a dei trasporti speciali.
Il bar dove era solita fare colazione non distava molto da casa sua, e ormai i proprietari la consideravano di casa in quel piccolo edificio color ocra dalla forma cubica. Parcheggiò il fuoristrada e scese, venendo investita da un’enorme massa di peli bianchi.
-AKAMARU CUCCIA!-
Disse a stento a causa delle risate e della lingua dell’enorme cane che le stava ripulendo la faccia. Se Akamaru era lì, allora anche Kiba non doveva esser tanto distante: il giovane Inuzuka, cow-boy appartenente a una squadra di team penning(1)locale, stava recuperando il grosso cane che, a momenti, avrebbe fatto soffocare la ragazza dalle risate.
-Dai Akamaru buono! La vedi tutte le mattine!-
-Tranquillo Kiba, ormai ci ho fatto il callo! Vero cucciolone?-
Disse la castana, carezzando con energia e dolcezza la testa del migliore amico di Kiba e ricevendo dei latrati di gioia: il giovane l’aiutò ad alzarsi, scusandosi nuovamente per il “placcaggio” del suo magnifico cane.
Tolta la polvere dai pantaloni aderenti beige, la ragazza entrò nel bar assieme all’amico, ordinando un paio di cappuccini e due cornetti.
-Allora, vai da lui?-
-Ovvio Kiba, dalla mattina al pomeriggio sono solo per lui.-
Il ragazzo dai capelli scomposti e selvaggi rise, iniziando a zuccherare il cappuccino: Lara Scarlett si svegliava alle sei di mattina e tornava a casa alle diciotto, sia con il vento che con la pioggia, persino con la neve… niente la fermava quando si incaponiva su qualcosa. Era capace di prendere la pala e spalare la strada fino alla sua meta se necessario, anche se le sarebbe costato ore di fatica e freddo nelle ossa… ma lei era testarda, quasi quanto il suo compagno.
Si completavano in un certo senso.
La ragazza addentò il cornetto ancora caldo, sciogliendosi letteralmente a sentire la crema quasi bollente solleticare le papille gustative. Dopo aver ingoiato il boccone, guardò il cow-boy.
-Come sta la scatenata?-
-Ah bene. Per poco non mi butta per terra la signorina.-
La castana rise a vedere la faccia scocciata, e divertita, dell’amico.
-Ti capisco Kiba. Ogni tanto anche al mio fratellino prende un giramento di scatole. Non devi arrabbiarti.-
-Sì, ma ci sono le qualificazioni di team penning tra un mese. Non sai quanto ci sta massacrando Asuma.-
Chi non conosceva Asuma Sarutobi, grande istruttore di team penning?
Paziente, giustamente.
Comprensivo, altroché.
Simpatico, e fin qui tutti erano d’accordo.
L’unica pecca stava nei suoi allenamenti alquanto massacranti in vista di gare come regionali o nazionali e, a quanto sembrava, era più che deciso a portare il trio sul podio. Dette una pacca sulla spalla del ragazzo, rincuorandolo e augurandogli buona fortuna: doveva scappare, se Asuma sopportava i ritardi non poteva certo dire lo stesso di Yamato.
Pagata la colazione, salì sulla jeep e partì a razzo, raggiungendo in poco tempo un enorme cancello grigio scuro: le porte del Paradiso.
Sorrise, ingranando la marcia e passando con la macchina nel sentiero principale, costeggiato da immensi alberi. A destra e a sinistra, a distanza di sicurezza dalla via, regnavano immensi paddock(2)ospitanti i cavalli più svariati: da completo(3), da attacchi(4), da monta americana(5), oppure semplicemente vecchietti ancora arzilli che si godevano la pensione.
Continuò a guidare, fino a quando non raggiunse il parcheggio e spense il motore del fuoristrada: l’odore del fieno mescolato a quello del cuoio le arrivò alle narici, delicato come una leggera brezza primaverile. Prese senza pensarci due volte tutto ciò che le serviva dalla bauliera: un piccolo sacco nero di fibra secondaria, una cassetta di plastica blu-azzurra con scritto il suo nome e cognome e, infine, un sacchetto colmo di carote fresche.
Con passo svelto, entrò in una scuderia, venendo accolta da sbuffi e nitriti dei vari cavalli, fino a quando una testa, dritta e di bella conformazione, non le sbarrò la strada, mordicchiandole con le labbra candide il colletto del giubbotto.
Lara sorrise, lasciando le cose per terra ed abbracciando il collo robusto ed elegante del suo stallone, un Selle Français(6)di dieci anni dal mantello sauro(7 e seguenti), con due balzane ai posteriori, stella in fronte, bevente in bianco sul muso… e due occhi talmente espressivi da sembrare umani.
-Sì sì, sono qui Champagne.-
Rise sentendo il fiato caldo del cavallo solleticarle l’orecchio, un suo modo per supplicarla di non farlo lavorare.
-Scusami fratellino, ma oggi lavoriamo sodo.-
Il bel sauro, a sentire le parole “lavoriamo” e “sodo”, sbuffò sonoramente, mentre la ragazza rideva e gli faceva indossare la cavezza blu(8): Champagne non era davvero così svogliato, sapeva quanto tirava per andare sui salti… la sua era semplice scena. Allacciata la lunghina(9) all’anello inferiore della cavezza, tirò leggermente ed uscì dal box, seguita fedelmente dallo stallone che, davanti alle femmine, iniziava a trotterellare sul posto e sfilare tutto impettito. Lara rise, carezzandogli quel collo che sprizzava potenza ed eleganza da tutti i pori: sarebbe morta per quel cavallo, avrebbe dato l’anima per salvarlo.
Appena lo legò ai due venti(10) nel corridoio, gli regalò un bacio sul collo, togliendo con cura la coperta blu con ricami dorati sui bordi, iniziando a pulirlo a dovere: sebbene la coperta gli coprisse il mantello tosato, quella peste trovava sempre il modo di insudiciarsi.
Le sarebbe piaciuto scoprire come poi!
Rise quando, nel pulirgli la pianta dello zoccolo anteriore sinistro, il destriero le solleticò con un leggero movimento di labbra la schiena.
-Champy!-
L’interessato tornò a guardarsi intorno con nonchalance, mentre la ragazza finiva la pulizia degli zoccoli e prendeva dalla selleria i finimenti necessari per iniziare la sessione di allenamento. Sistemò il gel(11) sulla schiena del compagno, poi fu la volta di un sottosella e dell’agnellino(12), ambedue bianchi; infine, mise la sella e strinse leggermente il sottopancia.
Gli regalò una carezza sulla spalla mentre gli sistemava i parastinchi(13 e seguente) e le paranocche alle zampe.
-So cosa stai pensando.-
Disse la castana, osservandolo negli occhi grandi e illuminati da una scintilla di pura curiosità. Gli grattò teneramente il garrese(14).
-Sì, ho portato le carote.-
Champagne nitrì felice, scuotendo a destra e a sinistra la testa perfetta, nel momento in cui la compagna d’avventure gli sistemava una coperta in pile sulla schiena per mantenerlo al caldo; quando finì, prese dal sacchetto nero il suo cap. Mentre se lo allacciava con cura, osservò attentamente il suo fratellino: ogni giorno lo trovava più bello del precedente, e ancora non capiva come i suoi precedenti proprietari l’avessero definito un “incompetente” e “imperfetto”.
Sbuffò scuotendo la testa mentre metteva al suo piccolino, come era solita chiamarlo, la testiera: poteva essere imperfetto per la gente, ma per lei era il miracolo più bello che ci fosse nel mondo. Sistemò meglio la sella, strinse a dovere il sottopancia e condusse il sauro fuori dalla scuderia: tempo di tirare giù le staffe e tirargli le gambe che era già salita, pronta per iniziare una nuova giornata di allenamento.
Arrivata al campo coperto, dove altri cavalieri e amazzoni si stavano allenando, chiese il permesso per entrare, venendo accolta da un uomo giovane, con occhi scuri e capelli castani corti: Yamato, il suo istruttore di salto ostacoli.
-Buongiorno Lara, è carico il francesino?-
-Buongiorno a te Yamato. Sì, è carico, ma si sente più yankee che francesino.-
Rise quando Champagne agitò la testa, come per confermare ciò che la sua amazzone aveva detto.
Il maestro sorrise divertito, togliendo la coperta in pile dalla groppa dello stallone e lasciando iniziare il lavoro della sua allieva: prima fase di trotto sulla pista ad entrambe le mani, per riscaldare i muscoli dell’equide.
L’uomo osservò con attenzione le falcate dell’animale e il ritmo che lui e la diciannovenne stavano tenendo: i passi erano fluidi e continui, sempre con la stessa cadenza; passi di danza, pura e semplice magia.
Lara non era da meno: ogni suo gesto, ogni suo sguardo, esprimevano una gioia e una dolcezza immense, non c’erano mai durezza o dominio nelle sue azioni.
L’istruttore accennò un sorriso, ordinando al binomio di intensificare il lavoro: era il tempo di darci dentro.
Dopo diversi minuti di riscaldamento, a base di trotto in tutte le sue varianti, transizioni e passaggi su delle barriere a terra, Yamato sistemò un primo salto: una croce di Sant’Andrea(15) non troppo alta. Il sauro, appena vide l’ostacolo, iniziò a sbuffare sonoramente, agitandosi sul posto come se avesse tra le gambe qualche serpe o un fastidioso topo.
La ragazza ben sapeva perché il suo compagno si stava comportando in quel modo, lo aveva imparato a suon di rovinose cadute: Champagne voleva saltare ad ogni costo. Era nato per questo… lui era nato per volare.
-Ok Lara, lascialo venire ma con calma, non è il momento per liberare la sua energia. È una croce bassa, quindi vieni con un galoppo adeguato.-
-Va bene Yamato! Forza bello!-
Una leggera pressione al costato con i talloni e il maestoso destriero partì al galoppo riunito verso quella croce, un salto che richiamava il Selle Français, il quale lo eseguì perfettamente.
Le croci, ben presto, diventarono dei verticali(16) sempre più alti, i quali infuocarono ancor di più il carattere, già alquanto nevrile, del fratellino. Yamato le dava consigli su come tenere i talloni, le spalle, cosa fare e non fare, e ogni volta migliorava quella giovane amazzone che cresceva assieme a quello stallone rinnegato: Lara non poteva comprarlo, purtroppo non aveva i mezzi, ma il carattere del sauro completava questa mancanza. Champagne ne aveva sentiti di cavalieri sulla sua sella, e sempre li aveva rifiutati con sgroppate ed impennate, a volte facendosi anche male: lui era un cavallo orgoglioso, lui richiedeva di avere qualcuno, sopra di lui, che sapesse assecondarlo.
Lui pretendeva un cavaliere, o un’amazzone, che lo montasse bene.
Ecco cosa si ritrovava a pensare Yamato mentre alzava le barriere per un ultimo salto e la sua allieva si riposava: voleva testare questo legame, voleva vedere fino a che punto si era consolidato. Guardò un’ultima volta il salto: per la castana era un salto raro da poter eseguire, le ultime volte che l’aveva fatto era sempre caduta a terra… ma questo era successo due anni prima, quando il cavallo, ancora, non la conosceva a dovere.
-Ok Lara, come prima va bene? Non cambiare niente. Lascia che sia lui a prendere l’iniziativa e, soprattutto, metti K.O la paura. Vai!-
Bastò un lieve tocco di talloni per far partire il sauro al galoppo corretto, mentre Kiba e i suoi due compagni di squadra, Naruto Uzumaki e Shikamaru Nara, si fermarono con i loro cavalli per osservare quel binomio che aveva ancora tanto da dimostrare alla gente.
-Eccola, sta andando verso il salto.-
Disse sorridente il biondo appena vide Champagne drizzare le orecchie e dilatare le narici: iniziava lo spettacolo. Il trio trattenne i cavalli sul posto, decisi a voler vedere il sauro e Lara saltare, il tutto sotto lo sguardo attento, e fiero, di Yamato.
In quelle poche falcate che li separavano dall’ostacolo, la castana si impose di stare calma e rilassata, ripetendosi che Champagne aveva fiducia in lei così come lei in lui… non poteva fallire.
Non potevano fallire.
Prendendo un respiro, alleggerì la mano e seguì i movimenti del cavallo; proprio in quel momento, percepì la terra scomparire sotto gli zoccoli del suo fratellino: i suoi occhi continuarono a guardare oltre il verticale, incontrando i tre cow-boys intenti ad applaudire estasiati.
Quando atterrò, non si trattenne: mollò le redini e avvolse con le braccia il collo energico di Champagne, il quale rallentò l’andatura fino al passo; Yamato applaudì sorridente e si avvicinò al binomio.
-Bravissimi! Bhè, devo dire che siete pronti per la gara di dopodomani.-
-Una gara!?-
Domandò, a metà tra l’emozionato e lo stupito, la ragazza, occupata a premiare il suo compagno a quattro zampe con una zolletta di zucchero. L’istruttore annuì.
-Esatto. È a scopo benefico, i soldi del ricavato andranno all’ospedale cittadino… e guarda caso io vi ho iscritti subito. Quindi puliscilo, riposatevi e vi voglio vedere fare un bel netto!-
La ragazza annuì sorridente, allentando il sottopancia della sella ed uscendo dal campo, coprendo accuratamente la groppa del sauro con la coperta in pile.
-Ehi ragazzi!-
Disse al trio del team penning.
-Ah niente scuse eh! Ti vogliamo vedere alle Olimpiadi!-
Esordì Kiba, facendola ridere di gusto.
-Kiba, io non cavalco per competere. Mi sento in pace quando salgo sulla sella.-
-Sì, però devi ammettere che un verticale di un metro e venti non è robetta… E stai buona tu Ginger!-
Disse Shikamaru alla sua giumenta, una Quarab(17 e seguenti) sauro rosso con una balzana per zampa che di pigro aveva ben poco. I tre amici risero a vedere il moro alle prese con la cavalla impaziente di lavorare.
-Vi lascio ai vostri allenamenti, Champagne merita molto riposo in vista della gara. Stressarlo è inutile.-
Si salutarono e, dopo averlo dissellato, pulito, coperto e messo nel box, lo riempì di carote e coccole: Champagne la stupiva ogni giorno, le aveva sempre regalato emozioni nuove, soddisfazioni immense, e sentiva che sarebbe sempre andata così. Gli regalò un bacio sul collo, appena in tempo per sentire la risata cristallina di un ragazzo ventenne con occhi e capelli neri come la pece.
-Buongiorno Lara!-
-Buongiorno a te Obito! Come stai?-
Il ragazzo, detto Tobi, appoggiò una sella western vicino alla porta del box, roteando la spalla per evitare di anchilosarla.
-Tutto bene. Ti ho vista nel campo, siete una combinazione vincente.-
Le rispose il moretto, prima di girarsi verso la porta delle scuderie a causa di un nitrito colmo di impazienza; tempo di tornare a fissare la castana che entrambi scoppiarono a ridere.
-Vado, sennò sua altezza El Dorado mi butta giù in passeggiata! In bocca al lupo per la gara! Verrò sicuramente a vedervi!-
Disse, prima di prendere tutti i finimenti e dileguarsi dalle scuderie. La ragazza rise, tornando a grattare amorevolmente il garrese del suo amico.
-Finché ci sei tu al mio fianco non avrò paura di niente. Finché saremo insieme ti proteggerò da tutti e da tutto… te lo prometto Champy.-
Lo stallone girò il muso, regalandole delle leccate sulla mano che, per lei, corrispondevano a baci affettuosi.
Avrebbero dato spettacolo, se lo sentiva. 


Angolo autrice: Questa storia per me è necessario pubblicarla, poiché è un tributo agli insegnamenti della mia ex-istruttrice di salto ostacoli e al pony migliore che abbia mai conosciuto, Champagne (identico al cavallo di Lara).
Spero che vi piaccia, per me è una vera gioia rievocare questi insegnamenti così.
E ora, un pò di glossario equestre per aiutarvi nella comprensione! (a seguire le immagini dei primi cavalli presentati!)

Glossario:


1) Team Penning:Nel tempo massimo di un minuto e mezzo tre binomi facenti parte di una stessa squadra devono separare tre vitelli, contrassegnati da uno stesso numero, e portarli all'interno di un piccolo recinto (pen) situato in fondo all'arena.
La mandria è formata da trenta capi numerati da 0 a 9.
Vince la squadra che nel minor tempo possibile porta tre vitelli contrassegnati dallo stesso numero nel pen.
E' fatto divieto, pena l'eliminazione toccare o maltrattare i vitelli.


2) Paddock: Grandi recinti adibiti al riposo dei cavalli, provvisti di capannine per proteggere gli equini dalle intemperie.


3) Completo: E' composto da tre discipline: Salto ostacoli, dressage e cross-country che vengono praticate in tre giorni (l'ordine non me lo ricordo XD). La storia si concentrerà molto sul salto ostacoli.
 

4) Attacchi: Disciplina che ricorda la guida delle carrozze. Gli attacchi possono essere singoli (1 cavallo), coppie (2 cavalli al traino) o quattro cavalli.


5) Monta Americana: Nell'equitazione esistono svariate tipologie di monta: Americana (quella dei cow-boys per intenderci), inglese (la classica, che fornisce una base solida), vaquera (tipica dei "cow-boys" spagnoli) ect...

6) Selle Français: Cavallo da sella francese, è uno dei migliori sangue caldo da competizione a livello internazionale.La razza si distingue maggiormente nel salto ostacoli e nel completo, ciò non toglie che il francese da sella si riveli anche un piacevole compagno per l'equitazione di campagna. La razza deriva dall'incrocio tra fattrici normanne locali e stalloni purosangue inglesi.
Il Selle Français ha un'altezza che mediamente varia dai 160 ai 170 cm al garrese ma si possono trovare esemplari più piccoli e più grandi. 


7) Sauro, balzane, stella in fronte, bevente in bianco: Mantello monocromatico con numerose varianti. Il sauro può avere qualunque tonalità da biondo rossastro (sauro rosso nota 17) a bruno intenso, con coda e criniera uguali o più chiari.
Le balzane sono tracce bianche di altezza variabile che si presentano solo sulle zampe, i cosiddetti "calzini". Sono, come la stella in fronte (macchie di pelo bianche) e il bevente in bianco (la zona della bocca e delle narici si presenta ricoperta di peli bianchi), elementi identificativi del cavallo


8-9-10) Cavezza e lunghina: La cavezza (o capezza) è un finimento che si usa per portare a mano o legare il cavallo attraverso la lunghina, una corda provvista di moschettone. La cavezza può essere in cuoio, più elegante, o di materiale sintetico, meno elegante ma sicuramente più pratica.
Il metodo più sicuro per legare un cavallo è detto "legare ai due venti": il cavallo viene agganciato sia a destra che a sinistra con delle corde provviste di moschettoni applicate alla cavezza.

 
11-12) Gel e agnellino:  Detto "salvagarrese" (garrese: vedere nota 14), è un cuscinetto con imbottitura in gel sagomato appositamente per la schiena. Va messo sotto il sottosella e la sua funzione è quella di assorbire gli urti.
L'agnellino è un cuscinetto sagomato da mettere fra la sella e il sottosella: può essere di vero agnello o sintetico. La funzione è la medesima del gel, oltre ad un uso estetico.


13) Parastinchi e Paranocche: Protezioni per gli arti anteriori (parastinchi) e per gli arti posteriori (paranocche), poiché le zampe sono una delle zone più sensibili e delicate del corpo equino. Sono usate nelle discipline in cui il rischio di contusioni alle zampe è elevato (salto ostacoli, cross country...).

14) Garrese: Il garrese, nei quadrupedi, è il punto più alto del dorso; si trova nella zona di incontro tra collo e scapole, e serve a misurare l'altezza dell'animale. 

  

  15) Croce di Sant'Andrea:     Detto salto di precisione, poiché indica al cavaliere il punto esatto dove saltare grazie a come si presenta (una X orizzontale), poiché obbliga il binomio ad eseguire il salto al centro. Se viene a mancare una buona direzione e un buon controllo del cavallo, si rischia l'abbattimento di una delle barriere che compongono il salto.


16) Verticale: Detto anche dritto. E' un salto che richiede molto impulso ma poca velocità. E' difficile da valutare perché non possiede elementi che possano indicare la pendenza al cavaliere. Si presenta con le barriere messe orizzontalmente sui pilieri ("pali" che sorreggono le suddette barriere e vanno a formare, nel complesso, il salto/ostacolo).

17) Quarab, sauro rosso: Il Quarab è un incrocio derivato da un Quarter Horse (cavallo da monta americana) e un purosangue Arabo (esistono anche incroci fra purosangue arabi e Paint Horse, i cavalli pezzati). Il sauro rosso è una variazione del mantello sauro, nel quale i crini e i peli del cavallo si presentano color mattone.

E ora, ecco a voi Champagne (Lara), Ginger (Shikamaru), Dakota (Kiba), Bittersweet (Naruto) e El Dorado (Obito-Tobi). Gli ultimi quattro cavalli impareremo a conoscerli meglio nei capitoli successivi ^^.


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Bacioni!
Nebula216
 



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