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Autore: lifeawakening    27/12/2011    1 recensioni
Rachel Berry aveva sempre saputo di avere poteri psichici. Credeva di sapere tutto della vita. Questo fino a quando uno spirito che si rifiutava di morire entrò nella sua vita come un treno. E solo dopo che Rachel se ne innamorò, capì la vita non va esattamente come previsto, e nemmeno la morte, se è per quello.
[Rachel+Ghost!Quinn]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdT: Aggiornerò un capitolo più o meno ogni 10 giorni.. I periodi in cui avrò pochi impegni e sarò più libera, aggiornerò anche prima... Come avrete notato i capitoli sono enormi e ho bisogno di tempo, anche perchè vorrei evitare di farvi leggere un testo sgrammaticato o senza senso, dato che la maggior parte dei modi di dire inglesi non si possono tradurre letteralmente bensì vanno interpretati!
Detto questo..Spero che la storia stia continuando a piacervi tanto quanto sta piacendo a me! Buona letttura :) 
Claude

 

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Capitolo 2

Un mese di scuola, e le tempeste a Lima si erano fermate. Rachel si sistemò le pieghe sul davanti del vestito a pois blu e si appoggiò all'auto di Finn, dopo la scuola. Il giocatore di football arrancò fino a lei cinque minuti più tardi, trascinando la sua sacca con l'attrezzatura da football in una mano e il casco con l'altra.
 
“Ehi, Rachel. Scusa, ci è voluto un po’ più di tempo del previsto perché la Beiste' non ha bevuto la mia storia temeraria”, sottolineò mentre apriva l'auto e buttava la sua roba dentro. Rachel sorrise dolcemente e controllò il suo cellulare. “Va bene, Finn. Abbiamo ancora un paio d'ore prima che faccia buio, comunque. Hai ancora la mia borsa speciale in macchina?”
 
Finn annuì chino sul sedile posteriore. Estrasse un borsone a fiori rosa dalla plancia della sua auto e controllò il parcheggio prima di consegnarlo a Rachel. “Che cosa c'è lì dentro comunque?”
 
“Vedrai, Finn non voglio aprirlo qui in bella vista. Conosco abbastanza i nostri coetanei per sapere che non capirebbero la genialità del nostro piano. Quindi, se lo scoprissero potrebbero minare la sua stessa riuscita!” Rachel strinse la borsa a fiori al petto, e fece un sorriso luminoso verso Finn. Il ragazzo più alto annuì lentamente afferrò l'altro suo borsone, e chiuse a chiave la portiera.
 
“Okay, allora...” iniziò, cacciando le mani in tasca, “mi dici di nuovo il piano?”
 
Rachel alzò gli occhi al cielo mentre la coppia iniziò ad attraversare il parcheggio vuoto. “E' estremamente importante che si faccia attenzione questa volta, Finn. Il piano F, F sta per fantasma naturalmente, inizia proprio stasera alle 7:47 del pomeriggio. Al tramonto ci organizzeremo con l'attrezzatura”, disse Rachel, mimando le forme nell'aria mentre accarezzava la sua sacca da viaggio. “Allora, cominceremo la nostra ricerca.”
 
Finn si fermò in cima alla scalinata del McKinley, posando la mano sul braccio di Rachel per fermarla. “Siamo sicuri di volerlo fare? Ho cercato online ed è tipo ... è illegale campeggiare in un liceo dopo che è stato chiuso. Potremmo metterci in un sacco di guai”.
 
Rachel si morse il labbro e fissò Finn. “Ho usato Google anche io e, quindi sono consapevole delle possibili conseguenze delle nostre azioni. Se hai paura di essere scoperto, allora non c'è bisogno di restare. Sei tu quello che ha insistito per venire con me, così non sarei stata da sola nella scuola di notte .”
Finn fece un lungo respiro, fissando Rachel con uno sguardo costante. “Penso che tutto ciò sia assolutamente folle, ma tu sei la mia ragazza, quindi vengo con te. Ma sarà meglio non farsi beccare o mia madre mi ucciderà.”
 
Rachel piegò la testa di lato e sorrise. “Non ci prenderanno! Il mio piano è infallibile.” Rachel fece una pausa, guardando verso il suo fidanzato e rimuginando sulle sue parole. “No, è decisamente infallibile. Ora, andiamo. Dobbiamo raggiungere la stanza del coro”.
 


Rachel strisciò lungo la fila di armadietti, tenendosi saldamente al metallo freddo più che poteva. Questa era la terza volta che esaminava la scuola, e la quarta volta che si aggiustava la cuffietta nera dato che continuava a caderle sulla fronte. Organizzando il suo piano, aveva fatto in modo di dire a Finn di portare una serie di abiti neri per cambiarsi lì, e così avevano fatto. Rachel tirò su il maglione nero appena sentì vibrare il suo telefonino nella tasca della gonna.
 
Rispose frettolosamente. “Finn? Ci sono tutte le telecamere?” Rachel allontanò il telefono dall'orecchio e lo fissò in modo dubbioso prima di parlare di nuovo. “Finn? Sei tu??”
 
Udì solo un respiro pesante dall'altra parte prima che Finn finalmente rispondesse. “Si, mi dispiace, Rachel. Ho chiamato per dirti che ho preso le telecamere, ma poi ho visto la luce della torcia di qualcuno così mi son fatto prendere dal panico e sono scappato”.
 
Rachel abbassò lo sguardo verso la torcia nella sua mano prima di chiudere gli occhi esasperata. “Finn.. In che corridoio eri quando hai visto la torcia?”
 
Rachel puntò la luce della torcia elettrica sul cartello ‘CORRIDOIO 300’ mentre ascoltò Finn confermare i suoi pensieri. “Corridoio 300, perché?”
“Niente, Finn. Sai, la paranoia potrebbe rovinare l'intera indagine. Siamo qui per cercare di scoprire se il mio spirito risiede al McKinley, ricordi? Non vogliamo rovinare tutto, consentendo alla paura di oscurare il nostro giudizio .”
 
Finn brontolò qualcosa al cellulare e Rachel sorrise e lei scosse la testa. “Non c'è nessuno qui, a parte noi, non ti preoccupare. ho attraversato tutta la scuola per tre volte per verificarlo. Quante telecamere hai impostato?”
 
“Quattro, come hai detto tu. Vedi? Avevi bisogno di me perché non avresti potuto raggiungere certi punti totalmente da sola come pensi”.
 
Rachel lo schernì attraverso il suo cellulare e lo chiuse interrompendo la chiamata. Sentì un fruscio alle sue spalle e puntò la torcia in quella direzione, non vedendo nulla. Fece un paio di respiri per tranquillizzarsi prima di incamminarsi verso il rumore. La bruna appoggiò la schiena contro un armadietto, appena si rese conto che il sole era del tutto tramontato. Era quasi il momento di iniziare.
 
“Spirito... se sei qui,” iniziò Rachel, socchiudendo gli occhi nell'oscurità, in cerca di qualsiasi cosa: “Voglio che tu sappia cosa sto facendo”.
 
Rachel fece una pausa, in attesa di qualsiasi indicazione che era stata ascoltata. Continuò ciò nonostante. “So che ci siamo lasciate un po’ male nella mia stanza l'altra volta che abbiamo parlato... Ma io sono ancora qui. Mi rendo conto che mi hai detto di lasciarti in pace. Ma non ho intenzione di farlo a prescindere. Ho un elenco di ragioni per non farlo, ma non voglio annoiarti con quello, per adesso…”
 
Rachel sentì il telefono vibrare di nuovo e vide il bagliore dalla tasca. Lo ignorò per il momento, però, dentro di sé imprecò contro l' impazienza di Finn. “Ti dirò però, che ci sono due ragioni principali.
 
La prima è che, per qualche ragione, a me sconosciuta, tu pensi che io sia in missione religiosa per esorcizzarti. E questo non è vero affatto. La seconda ragione per cui io non ti lascerò sola, spirito, è che mi affascini. Vedi... sin da quando avevo sei anni, io...”
 
Rachel urlò appena sentì una mano afferrarla di lato. Quella stessa mano le tappò la bocca e la trascinò. “Maledizione, zitta! Qualcuno potrebbe sentirti!”
 
Rachel si liberò con uno strattone dalla stretta di Finn e si portò una mano sul cuore, recuperando il fiato. “Finn”, sibilò, “tu mi ha fatto quasi venire un attacco di cuore! A cosa stavi pensando?”
 
Finn alzò le mani e fece spallucce. “Oh, io non lo so. Forse pensavo che qualcosa ti fosse successa dal momento che non rispondevi al telefono!”
 
Rachel sospirò e chinò la testa. “Mi dispiace... Stavo...”
 
“Parlavi con lei?” Finn aggiunse tranquillamente facendo un piccolo sorriso. “Va bene, sai. Io non sono un grande sostenitore dei fantasmi, ma ... Se mi parlassero come tu stavi parlando a lei…  Risponderei… Lei è qui?”
 
Rachel lo superò e afferrò la mano Finn con due mani. “Io non credo, no. Volevo capire quello che stavamo facendo qui. Ma, oh bene. Torniamo alla base…”
 
“Vuoi dire che la sala del coro?”
 
“…e prendiamo i nostri palmari.”
 
“Vuoi dire i registratori?”
 
Finn strinse entrambe le torce elettriche in una mano e Rachel in nell'altra facendosi strada attraverso i corridoi bui. “Finn, non hai guardato Ghost Hunters, come ti avevo detto di fare, vero?”
 
Finn balbettante, “Eh dai! L'hanno dato nel momento in cui Skins comincia a dare dei bei film”.
 



“Rachel e Finn nei corridoi del McKinley. Ci sono suoni provenienti dal dispositivo di riscaldamento, sembrano calci, e le tubature di tanto in tanto tintinnano, ma sembra essere tutto qui. Sono le 9:04 di sera.” Rachel disse semplicemente nel registratore audio.
 
Finn aveva smesso di fare domande molto tempo fa, scegliendo solo di seguire Rachel e farle fare la sua ricerca spettrale.
 
“Ciò che spero di ottenere con questo, Finn, è catturare la voce del fantasma su questo registratore”, spiegò Rachel.
 
Finn si morse il labbro. “Fin qui ci ero arrivato da solo, ma... Perché hai bisogno di farlo, se il fantasma è diciamo, disponibile a parlare direttamente con te?”
 
Rachel si fermò a metà strada, le spalle si abbassarono mentre guardava la periferica in mano. “Questo è un punto incredibilmente valido.”
 



Finn tenne il suo volto rivolto verso la telecamera termica in mano a Rachel, con un largo sorriso. “E’ così impressionante! Come hai fatto a ottenere una di queste?”
 
Rachel si illuminò e ridacchiò mentre guardava la faccia multicolore di Finn nello schermo della videocamera. “Mio padre supporta totalmente i miei tentativi di caccia ai fantasmi da quando ero una bambina e mi ha regalato una di queste. Rileva il calore e l'assenza di calore, il che rende l'oggetto fantasma perfettamente visibile.”
 
Finn prese la fotocamera da Rachel e la puntò verso di lei, lo zoom sulla sua faccia. “Sei tutta rossa! Significa che sei calda”, aggiunse, facendole l'occhiolino attraverso la fotocamera. Rachel non poté fare a meno di ridere mentre usò le mani per guidare la videocamera lungo il corridoio.
 
“Continuiamo professionalmente ora. Ho bisogno che tu mi dica se si vede qualcosa fuori dal comune sullo schermo, ok? Una macchia di blu quando il resto dello schermo è di colore rosso o una macchia di rosso se lo schermo è blu.”
 
Finn annuì mentre si mise a camminare lungo il corridoio. Avrebbe trasportato la telecamera per le sale e, nel frattempo, Rachel avrebbe sproloquiato una serie di domande, nel tentativo di convincere il suo spirito a reagire ad esse e mostrarsi alla telecamera.
 
“Qual è il tuo nome, lo spirito? Sei ancora arrabbiato con me? Vivi qui? E’ casa tua? Sei morta qui?”
 
Una volta che la coppia si fece strada attraverso tutti i corridoi e uscì fuori, Rachel chiese una pausa.
 
“Beh, non sembra stia accadendo nulla proprio ora. Possiamo tornare alla base e farci uno spuntino,” dichiarò Rachel, fissando la direzione i cui la telecamera termica era stata impostata su un treppiede. “Stai bene finora?”
 
Finn annuì insonnolito mentre guardò il suo cellulare. “Si, sto bene, ho mangiato qualche barretta extra proteica oggi per mantenermi in forze. Sono solo le 02:34 comunque, sono abituato a giocare a ‘Halo’ fino a quest'ora, quindi va tutto bene.”
 
Rachel rise. “Buono a sapersi”. Premette il viso contro l'obiettivo della fotocamera per l'ultima volta e gli soffiò un bacio prima di girarsi e incamminarsi con Finn verso la loro base.
 



Quinn stava passeggiando attraverso le porte del McKinley High intorno 03:00. Non che normalmente facesse così tardi, ma quella notte aveva avuto qualche difficoltà a ‘dormire’, così era andata lì.
 
Sospirò mentre si faceva strada lungo il corridoio principale in pigiama di flanella e una felpa rossa McKinley. “Non si usa più accendere il riscaldamento qui?" Quinn si chiese appena notò un debole un anello di nebbia attorno al suo corpo.
 
Era così occupata a guardare se stessa che non si accorse di essere passata attraverso un oggetto che non era assolutamente normale che fosse in mezzo al corridoio. Quinn si fermò quando le mancò l’aria e mormorò: “Ma che diavolo?”
 
Fece marcia indietro e alzò le sopracciglia quando si trovò faccia a faccia con una videocamera. Si mosse verso la parte posteriore di questa e aggrottò le sopracciglia mentre guardò nello schermo. “Che razza di macchina fotografica è questa?” si domandò, guardando tutti i colori sullo schermo. Esitante, Quinn si sporse e agitò una mano davanti all’obiettivo. Lo schermo balenò di blu per un secondo e Quinn ansimò.
 
“Che cos'è questa cosa?” Tenne la mano davanti alla telecamera e fissò il leggero contorno bluastro della sua mano sullo schermo. Quinn fissò pericolosamente la fotocamera con la bocca aperta. “Una telecamera che rileva le variazioni di temperatura, da quando si fanno queste cose? Dannazione”.
 
Interruppe l'ispezione della macchina fotografica quando udì delle voci venire dal fondo al corridoio, verso di lei. Fece un passo indietro nell'ombra prima di darsi una pacca in fronte con la mano perché, ma dai? Lei era un fantasma, non aveva bisogno di nascondersi nell'ombra.
 
“Finn!” Quinn batté un pugno sugli armadietti dietro di lei. Ovvio che fosse Rachel.
 
“Dove diavolo è stata sino ad ora?” Quinn sussurrò a se stessa mentre i suoi occhi esaminavano i corridoi, cercando la fonte della voce che aveva sentito.
 
“Non posso credere che tu non abbia avviato la fotocamera per registrare!” Quinn ridacchiò appena Rachel e il suo fidanzato furono dietro l'angolo, vestiti completamente di nero.
 
“Pensavo che l’avessi fatto tu quando la stavi toccando!”
 
Quinn udì gemere Rachel quando la bruna si fermò davanti alla telecamera, girando intorno al treppiede in modo da poter controllare la parte posteriore. Passarono pochi secondi in silenzio mentre sia Finn che Quinn osservavano Rachel dimenarsi con la fotocamera, prima che iniziasse agitare le mani per aria. “Non stava registrando. Non abbiamo nulla di documentato dell'ultima ora.”
 
Finn cautamente mise una mano sulla spalla di Rachel parlandole dolcemente. “Va tutto bene, davvero, tutto bene! Hai detto tu stessa che se fosse stata qui, ti avrebbe già parlata.”
 
“Finn, abbiamo indagato per quasi sette ore...” dichiarò Rachel, completamente scoraggiata appoggiò la mano sulla telecamera e fissò l'obiettivo, “pensi... Pensi che io sia pazza, Finn?”
 
Quinn alzò la testa nell'ombra e aggrottò le sopracciglia al suono della voce di Rachel. Guardò Finn stringere le spalle della ragazza prima di mordersi il labbro e guardarla completamente piena di rimorsi. “Io... Non lo so, Rachel. Forse ti sei solo lasciata un po’... trasportare. Non sarebbe esattamente...” Finn lasciò la frase in sospeso appena il corpo sotto la sua mano cominciò a tremare dalle lacrime. “Oh, no, Rachel, non piangere...”
 
Quinn si avvicinò alla coppia e socchiuse gli occhi nel buio. La luce proveniente dalla torcia di Finn faceva brillare il volto di Rachel per le lacrime che le scorrevano sulle guance. Quinn la guardava rapita come se il suo cuore appartenesse a quella ragazza che, in realtà, lei avrebbe dovuto chiamare ‘il nemico’. La bionda aprì la bocca per dire qualcosa, quando Finn la anticipò.
 
“Rachel... Ascoltami. Nessuna persona sana di mente avrebbe potuto immaginare tutto quello che hai detto che ti è successo. Forse questo ha solo dimostrando la tua teoria, no? Che lei non vive qui, o qualsiasi altra cosa i fantasmi facciano...”
 
Rachel si voltò verso Finn e accarezzò il suo petto rassicurante. “Va tutto bene, davvero.” Si asciugò il viso e indossò un finto sorriso. “Abbiamo ancora tre ore di indagine dalla nostra parte! Sono sicura che troveremo qualcosa. Ora sto bene, davvero. E’ probabile che abbia solo fame”.
 
Il volto Di Finn si illuminò e annuì, eccitato. “Già! Probabilmente si. Andiamo a farci uno spuntino poi andiamo a cercare ancora quelle voci fluttuanti”.
 
Quinn osservò Rachel seguire Finn lungo il corridoio, scuotendo la testa a bocca aperta verso il giocatore di football. “Non posso credere che sia riuscita a...” Quinn mormorò a se stessa volgendo il suo sguardo verso la videocamera di Rachel. Quinn le si mise dietro di nuovo e annuì lentamente, quando vide la scritta “Registrazione in corso!” lampeggiare sullo schermo. Si morse le labbra e il suo sguardo si volse verso Rachel e Finn poi verso la fotocamera, e nuovamente verso i ragazzi.
 



Rachel si spostò all'indietro e Finn si schiantò contro di lei, andando a sbattere contro gli armadietti. “Questo non è il modo di svolgere un'indagine, Finn!”
 
Finn si aggrappò a Rachel e la usò come scudo mentre emise dei suoni soffocati “Che diavolo è stato?”
 
La bruna sorrise e si girò verso la fila di armadietti che si stavano aprendo e chiudendo alternativamente, apparentemente per conto proprio. “Questo, Finn, è il mio spirito”. Teneva la videocamera in direzione degli armadi mentre sibilava contro la sua spalla “Finn, controlla l'ora!”
 
Il ragazzo distolse gli occhi sbarrati dagli armadietti abbastanza a lungo da dire a Rachel che erano le 04:01, il ghigno soddisfatto di Rachel le attraversava il volto da parte a parte, quando gridò sovrastando il rumore, “Spirito! Grazie per averci mostrato la tua presenza. Anche se non so se sei ancora arrabbiato con me o no, ho solo una domanda per te”.
 
Tutti gli armadietti contemporaneamente si chiusero e Rachel sentì la pelle d'oca sulle braccia. Rabbrividì e espirò fuori, vedendo il suo respiro vorticare di fronte a lei. Finn si mosse in avanti e avvolse un braccio intorno a Rachel. “È calato il freddo come se fossimo in una tomba”, le sussurrò in un orecchio. Lei annuì e fece un passo indietro nel suo abbraccio.
 
“La renderò ancora più semplice. Hai la residenza permanente in questa scuola, spirito? E' la tua casa?”
 
Rachel, dentro di sé, prese come un buon segno quando l'aria continuò a vorticare anche dopo che lei aveva posto la domanda. Il suo fantasma era ancora nella stanza. “Se non vuoi parlare con me, allora va bene... Però... Basta… Basta anche sbattere un armadietto per il si, e due per il no”.
 
Rachel sentì respiro affannoso di Finn dietro di lei mentre attendevano in silenzio. Dopo che il silenzio si protrasse per un paio di minuti, Finn emise un gemito. “Penso che se ne sia andata.”
 
Rachel guardava avanti con lo stesso sguardo determinato che aveva quando aveva fatto la domanda. “Non se n'è andata.”
 
“Ma, Rachel, è stato...”
 
“Non se n' è andata!” Rachel ripeté con forza, guardando il suo fiato uscire in un turbine davanti alla sua bocca. “Non riesci a sentirla, ancora adesso?”
 
Finn si strinse nelle spalle dietro di lei. “Non so... Cosa dovrei sentire oltre al freddo?”
 
Lo sguardo di Rachel scese sulle braccia dove aveva ancora i brividi e la pelle d’oca. Le sue dita si contrassero lungo i fianchi appena sentì l'elettricità dall'aria attraversarle tutto il corpo. Corrugò la fronte e si domandò come Finn non potesse sentire tutta la stanza carica della presenza dello spirito.
 
Pochi minuti dopo Finn cominciò a camminare avanti e indietro dall’impazienza. Rachel sospirò. “Va bene... Credo che lei non abbia intenzione di...”
 
Si ritrasse e due armadi si aprirono contemporaneamente e poi si richiusero. Rachel ignorò le imprecazioni di Finn dietro di lei e vivacemente chiuse l'obiettivo della sua videocamera, spegnendola.
 
“Così, la scuola non è casa tua... Annotato. Grazie, spirito. Credo che ora sia giusto che sia tu a porre a me una domanda in cambio della tua risposta alla mia”.
 
Finn aprì la bocca e boccheggiò, fissando con gli occhi spalancati il punto in cui si chiuse con un botto un armadietto. “Rachel, non credo che sia una buona idea.”
 
La bruna lo liquidò con un gesto della mano. “Va bene, davvero. Voglio che sappia che lei può fidarsi di me, e la fiducia può essere data solo imparando e acquisendo informazioni. Pertanto, se hai una domanda, ti risponderò. E' giusto”.
 
Rachel consegnò la videocamera a Finn prima di spianare le pieghe della gonna nera. “Quando sei pronto, spirito.”
 



Quinn si sedette con la schiena premuta contro una fila di armadietti, le ginocchia tirate sul petto e il mento quasi appoggiato sulla sua spalla sinistra. Le uniche luci nel corridoio provenivano dalla torcia che Finn aveva appoggiato sulle sue ginocchia e dalla spia rossa dalla videocamera sul pavimento accanto al ragazzo. Si era addormentato dopo un'ora di silenzio, seduto contro gli armadietti con le gambe distese davanti a lui. Rachel imitò la posizione di Quinn per terra con la schiena contro la stessa fila di armadietti del fantasma.
 
Non era come se Quinn non avesse voluto parlare con Rachel, quando le aveva detto di fare domande. Non era come se Quinn non avesse voluto già parlarle , avrebbe persino voluto gridarle contro, una volta. Ma più Quinn seguiva Rachel in giro per la scuola con lo strascicato pretesto di un'indagine paranormale quella notte, più Rachel parlava con Quinn. La bruna aveva vagato per i corridoi del McKinley High con un registratore audio da dieci dollari in entrambe le mani e un sorriso sul volto come se le avesse semplicemente parlato.
 
Quinn aveva camminato accanto alla la bruna mentre questa le aveva chiesto il suo colore preferito, quello che era stato il suo cibo preferito, se avesse tirato scherzi alla gente perché si annoiava, se avesse mai cantato, e quanti anni avesse. Quinn non aveva risposto a nessuna delle domande Rachel perché aveva davvero paura che Rachel sentisse effettivamente di nuovo la sua voce.
 
Quando Quinn avvolse le braccia attorno alle ginocchia, continuò a osservare ogni movimento di Rachel. Si strofinò distrattamente la guancia contro la spalla mentre l'altra con aria assente fissava gli armadietti di fronte a loro.
 
Il cielo all'esterno cominciò a illuminarsi mentre il Sabato mattina iniziò a farsi strada. Quinn chiuse gli occhi ermeticamente e appoggiò la fronte sulle braccia. Lei non riusciva a parlare con Rachel di nuovo, non con questa impostazione, non in un ambiente informale. Quinn era lei stessa diventata pazza per un intero mese nel tentativo di capire perché diamine Rachel volesse conoscerla. A parte la curiosità istintiva che chiunque avrebbe avuto se si fosse trovata nella posizione di Rachel, Quinn non poteva fare a meno di sentirsi come se ci fosse un motivo più profondo. Qualcosa di più forte che le aveva impedito di parlare con Rachel di nuovo.
 
Come se lei potesse effettivamente conoscere qualcuno, Quinn rise dentro di sé al solo pensiero, come se qualcuno potesse trattarla come se fosse umana. Come se avesse un'anima...
 
“Non capisco”. La testa di Quinn si scosse mentre il suo sguardo atterrò su Rachel, che era nella stessa posizione in cui era stata seduta per un'ora, aspettando solo che Quinn facesse o dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. Quinn corrugò la fronte mentre si concentrò sul volto insoddisfatto di Rachel.
 
“Non capisco perché non mi parli più. Non è come se non riuscissi a sentire la tua presenza quando sei intorno a me. So che sei stata con me per ore. E’ che non ti fidi di me?”
 
Quinn sospirò e scosse la testa. Chiuse gli occhi e si rese conto Rachel non avrebbe potuto vedere quel gesto. Indipendentemente da ciò, Rachel continuò a parlare. “Non so cos’altro fare per dimostrarti che io non sono qui per farti del male.”
 
Quinn aprì la bocca per dire, per chiedere a Rachel perché fosse lì, allora. Ma come tutte le altre volte in cui aveva provato, quella notte, la bocca si chiuse di scatto trattenendo le parole in gola. Il terrore di Quinn era troppo grande. Aveva troppa paura di Rachel, di ciò che significava Rachel, e di ciò che Rachel poteva fare. Quinn non aveva avuto contatti umani, non era consentito che ne avesse, quindi perché ora? Ci doveva essere un tranello, e Quinn non era sul punto di rischiare la sua posizione sulla terra per capire cosa fosse quella trappola.
 
“Voglio solo conoscerti... Questo è quanto. Questa è l'esperienza più eccitante della mia vita, spirito, e ora mi sento legata a te. Non riesco a spiegare il motivo, ancora, ma se non mi parli di nuovo, non sarò mai in grado di capirlo.”
 
Quinn appoggiò la testa contro gli armadietti. Questa ragazza di nome Rachel, seduta a cinque metri di distanza da lei, era una delle cose più terrificanti che Quinn avesse mai dovuto affrontare. Quinn aveva le labbra socchiuse e l'aria si precipitò fuori prima che lei si rendesse conto di quello che diceva. “Non posso fidarmi di nulla, ok?”
 
I suoi occhi color smeraldo si spalancarono e rapidamente lanciò un'occhiata verso Rachel, una parte di lei sperava che la bruna non l'avesse sentita, e se anche l'avesse fatto, stava facendo in modo che se non se accorgesse comunque. Lei continuava a guardare con sguardo assente davanti a sé, impiegò un minuto buono prima di annuire. “Va bene”, disse sinceramente.
 
Quinn continuò a guardarla con uno sguardo tagliente. “Questo significa che rinuncerai, andrai avanti, mi lascerai stare?”
 
Rachel attese il tempo di un battito di ciglia prima di scuotere la testa in senso negativo, mantenendo il suo sguardo in avanti. “No.”
 
La mascella di Quinn cadde e Rachel si prese il labbro inferiore tra i denti bianchi. “Non credo di capire, spirito,” la bruna disse gravemente, finalmente volgendosi verso la direzione in cui era seduta Quinn, “Non posso rinunciare”.
 
Quinn vide Rachel tranquillamente alzarsi in piedi e lisciarsi la gonna. Lei toccò la gamba di Finn con il piccolo piede e gli disse che era ora di levare le tende, e che avevano bisogno di ripulire nel caso qualcuno fosse entrato nella scuola.
 
Quinn non ebbe la possibilità di parlare con Rachel di nuovo, e per questo, fu quasi riconoscente. Lei percorse le sale del McKinley molto tempo dopo che Rachel e Finn se n'erano andati. Ore dopo, finì su una delle sedie di plastica dura della sala del coro, le mani sulle ginocchia e le dita dei piedi ripiegate verso l'interno, e si perdette tra i pensieri. Non è che Quinn non volesse un amico, ma non aveva mai pensato di poter averne. Era un fantasma, per l'amor di Dio, e anche uno di quelli che era stato completamente lontano dal contatto umano per dieci lunghi anni tortuosi.
 
Quinn scosse il capo e strinse i pugni mentre discuteva con se stessa. Come poteva anche prendere solo in considerazione d lasciare che Rachel entrasse nella sua vita? Quinn non sapeva quasi nulla di questa ragazza, solo che era un perdente con un ragazzo carino e questa idea folle che aveva un sesto senso. Era una minaccia per il progetto di Quinn, e Dio l'aveva tanto aiutata, Quinn non era sul punto di gettare all'aria il piano, su cui aveva trascorso otto anni, per una ragazza pazza che aveva solo bisogno di una revisione decente della realtà.
 
Si alzò e scosse la testa di nuovo. “Non posso andarci piano solo perché qualcuno dice vuole sapere qualcosa di più su di me. È tutto a posto e normale per lei, ma, non è così per me. Ha bisogno di una forte dose di realtà, e ho bisogno di farla stare dannatamente lontana da me, così lei non potrà rovinare il mio piano.” Quinn buttò lo sguardo verso la sala del coro e un sorriso maligno le si diffuse sul viso. Bene, pensò Quinn, se Rachel non avesse rinunciato volontariamente, Quinn l'avrebbe obbligata con la forza. Avrebbe fatto sì che Rachel desiderasse di non aver mai voluto ficcare il suo grosso naso negli affari di Quinn, e una volta che Quinn si fosse liberata di lei, avrebbe potuto continuare con il suo piano.
 



Quinn non si aspettava, quando entrò dalle porte del McKinley il Lunedi mattina, di essere accolta da un morbidoso piccolo agnello attaccato ad una lenza seduto sul pavimento di fronte a lei. Si fermò a metà strada, infilando le mani nelle tasche della sua giacca da Cheerio e inclinando la testa all'indietro. Lei scrutò il corridoio, facendo un giro completo su se stessa, prima di fissare di nuovo l'animale accucciato. Che diavolo era quello?
 
I corridoi erano ancora per lo più deserti, così Quinn decise che chiunque avesse messo quell’esserino peloso era in attesa di qualcuno in particolare, e non solo un ragazzo a caso. Quinn alzò un sopracciglio e controllò l'orologio sul muro, prima di decidere di seguire il filo e vedere chi fosse l'idiota che stava tirando quello scherzo.
 
le spettrali scarpe da tennis bianche di Quinn non facevano alcun rumore mentre lei raggiungeva in fondo al corridoio, eppure lo sentiva nella sua mente come lo immaginava per abitudine. Aggirò gli armadietti del Corridoio 100 e si fermò. Le spalle e il viso si rilassarono appena non vide altro che Finn Hudson seduto lì, con la canna da pesca in mano. Poteva dire dalla sua espressione che si sentiva un idiota per essere nella posizione in cui era. Finn alzò le spalle sotto la sua giacca della squadra e rivolse lo sguardo intorno alla sala, come se cercasse qualcuno.
 
Quinn sospirò nel mentre che si chiedeva quando avrebbe smesso Rachel con queste stronzate. Decise di iniziare il suo progetto di far si che Rachel la lasciasse in pace, dannatamente prima di quanto lei prevedesse. La bionda sorrise mentre si chinava dietro Finn. Quinn piegò la testa mentre librò la sua mano fantasma sul braccio del ragazzo, sorridendo appena i capelli gli si rizzarono e il ragazzo gelò.
 
Il fantasma soffiò dolcemente nel suo orecchio, chiedendosi se avrebbe avuto un qualsiasi effetto su di lui. Quando Finn scatto lateralmente dalla sua posizione accovacciata, sbattendo la schiena contro gli armadietti, Quinn sorrise.
 
Finn cominciò furiosamente a riavvolgere il filo da pesca cominciò a balbettare: “Io… Sto sperando che tu sia qui, fantasma, e che io non stia perdendo la mia testa di cazzo. Il che può succedere sai, ho sbattuto la testa nella partita della scorsa settimana...” Fece una pausa appena l'agnello giunse da dietro l'angolo e Quinn sospirò, indurendo le spalle.
 
“Comunque”, continuò Finn, raccogliendo delicatamente e cullando l'agnellino in una mano, “questo è di Rachel e lei mi avrebbe ucciso se gli fosse successo qualcosa. Speravo che ti avrebbe attirato. Ho una domanda per te.”
 
Quinn alzò un sopracciglio e, come se Finn l'avesse vista , frettolosamente aggiunse. “Non è che tu abbia bisogno di rispondere, anche se sarebbe assolutamente figo. Pensavo... Credo che sia più un… Un favore.” Fece una pausa, spostando gli occhi da destra a sinistra lentamente, mentre cercava di individuare la posizione di Quinn. “Spero di non star fissando il tuo petto o nulla. Scusa se lo sto facendo. Non ho mai parlato con una tipa morta prima”.
 
Quinn aveva gli occhi chiusi mentre si lasciò sfuggire un sospiro. Non doveva essere così sensibile al riguardo, era solo stata debole. Ancora, le faceva male. Le sue palpebre si aprirono nel mentre che Finn continuò. “La questione è... è che io rivoglio Rachel come prima. E’ così ossessionata da questa inquietante faccenda dei fantasmi che sta succedendo qui... E’ tutto quello che in cui si concentra. Vuole solo aiutarti e io sono.. tipo..” Fece una pausa, muovendo la mani in aria in qualche gesto che a Quinn non fu possibile discernere, “io continuo a ripeterle, baby, non puoi aiutarla. Se avesse avuto bisogno d'aiuto sarebbe venuta da te. Lascia stare. Ma lei non vuole ascoltare. Penso che sia ossessionata. Così, ho pensato... Che tu potresti semplicemente andare via.”
 
Quinn fissò Finn con sguardo intenso mentre stava in piedi congelata. Alla fine Finn puntò la giusta direzione e incontrò i suoi occhi, mandandole uno sguardo che sentì nel profondo del suo ossa. “Non sto cercando di offenderti... Voglio solo la mia ragazza... Eri da qualche altra parte, oppure eri solo silenziosa, prima. Non potresti semplicemente tornare a quello?”
 
Gli occhi Di Quinn caddero verso il suolo mentre si mordeva le labbra. Le era stato chiesto di andarsene dopo che aveva appena preso contatto con qualcuno? Forse questo perché lei non doveva parlare con nessuno. Si voltò bruscamente sui tacchi e ignorando l'ultimo discorso di Finn si fece strada attraverso gli studenti che erano appena arrivati. Lei non godette neppure del fatto che Finn stava diventando pazzo a parlare con se stesso fino a quando non era riuscito ad individuarla..
 
Quinn si fermò quando Rachel Berry svoltò da dietro l'angolo. Quinn sembrava pietrificata mentre guardava le scarpe ‘Mary Janes’ di Rachel cominciare a muoversi verso di lei. Se avesse continuato in quella direzione, Rachel l'avrebbe attraversata, eppure Quinn non pensò a scansarsi. Alzò la testa di lato mentre guardava Rachel camminare verso di lei con occhi preoccupati. Questa innocente ragazza in un maglione nero, era ossessionata da Quinn? Perché?
 
Rachel subì una brusca frenata a pochi centimetri da Quinn come se avesse appena sbattuto contro un muro di mattoni. La sua altezza permise a Quinn di guardare dritto negli occhi di Rachel. Immaginò, proprio per una frazione di secondo, che Rachel la stesse fissando a sua volta.
 
La bruna spalancò gli occhi e si lasciò sfuggire un sospiro fin troppo profondo. Guardò il suo fantasma senza fiato di fronte a lei e fissò ermeticamente i suoi occhi verso Quinn.
 
Quinn si immobilizzò e osservò come la mano di Rachel si era alzata in aria, come se volesse riposare sulla guancia di Quinn. Proprio quando la sua mano era sul punto di passare attraverso la guancia di Quinn, Rachel la ritrasse come se fosse stata appena bruciata. Il fantasma non aveva nemmeno battuto ciglio. Tutti i suoi pensieri erano profondamente sintonizzati con il modo in cui petto di Rachel si alzava e si abbassava dall'azione del respiro, e il modo in cui le labbra rosa, lentamente, si incurvarono in un sorriso incerto.
 
“Io non volevo né venirti addosso né passarti attraverso” Rachel sussurrò. Portò la borsa stretta al petto, chinò il capo, e fece un passo al lato di Quinn. Quinn chiuse gli occhi stretti, tuttavia, quando sentì, con un colpo, qualcosa passarle attraverso la testa e il torace.
 
Aprì gli occhi e, il più rapidamente possibile, li richiuse chiedendosi che cosa diavolo l'avesse attraversata. La sua bocca si aprì leggermente e le sopracciglia si incurvarono di tristezza quando vide Rachel, ancora in piedi davanti a lei, coperta di appiccicosa granita al limone. La bruna aveva gli occhi ancora chiusi quando un gruppo di Cheerios passò con bicchieri vuoti di granita in mano, nemmeno degnando Rachel di uno sguardo.
 
Rachel aprì gli occhi e sorrise di nuovo, le disse: “Hanno scelto il limone perché è impossibile che se vada dai miei maglioni.” Lei annuì come per dimostrare l’evidenza prima di scivolare a destra e camminare da Quinn alle braccia di Finn.
 
Quinn fissava con aria assente il punto macchiato di granita sulle piastrelle bianche, dove poco prima stava Rachel. Il suo sguardo si levò alla schiena della Cheerio che aveva inzuppato Rachel, e in un batter d'occhio, Quinn fluttuò per metà corridoio tra la scuola e si mise di fronte a lei.
 
“Qual è il tuo problema?” Quinn urlò alla più alta Cheerio bionda. “C'era qualche motivo in tutto ciò?”
 
La Cheerio bionda si girò e aprì il suo armadietto. Quinn era alta quanto lei, e se questa ragazza non fosse stata una stronza puttana, le avrebbe potuto anche ricordare se stessa. “Scusa, ehi? Devi ascoltarmi, tesoro. Quando ero nelle Cheerios, non provavamo nemmeno a fare stronzate del genere. Non attaccavamo mai nes...”
 
La Cheerio bionda si voltò e attraversò Quinn, scioccandola in silenzio. Quinn guardò le tre cheerleaders allontanarsi, spensierate, come se non avessero appena rovinato la giornata di Rachel. Fino a quando non svoltarono l'angolo a sinistra e scomparvero alla vista di Quinn, Quinn non realizzò: la cheerleader non aveva sentito Quinn. Nessuno l'aveva sentita. Fece un giro completo per vedere tutti gli studenti attualmente nella sala. Nessuno di loro aveva sentito urlare Quinn.
 
Nessuno di loro poteva sentirla, tranne Rachel.
 



Rachel alzò la testa dalle mani e guardò avanti, i capelli sulla nuca si rizzarono. Spostò le gambe da sotto la scrivania e si girò verso la sua camera da letto. “Posso aiutarti?”
 
Il documento su cui stava lavorando si sollevò leggermente e contemporaneamente Rachel sentì un brivido di nuovo. Finn alzò lo sguardo dal suo libro di storia dalla sua postazione sul letto. “Hm? Io non ho detto niente”.
 
Rachel gli fece cenno di stare zitto. “Non tu, Finn. Lei è qui”.
 
Il libro di testo di Finn gli cadde in grembo mentre girò le gambe ai lati del letto di Rachel. “Cosa?” quasi urlò.
 
Rachel corrugò la fronte appena sentì la carta muoversi sulla sua scrivania di nuovo. “Cosa c'è di sbagliato in te, Finn?”
 
Il ragazzo si morse le labbra mentre scuoteva la testa. “Io non pensavo che fosse ancora in giro.”
 
Rachel inclinò la testa mentre i suoi occhi si offuscarono con sospetto. “E' passata una settimana dall'ultima volta che ho effettivamente avuto contatti con lei. Anche dopo l'incidente della granita. Perché sembra che tu sappia qualcosa al riguardo, Finn?”
 
Finn alzò gli occhi al cielo e si passò le mani tra i capelli disordinati, lasciando cadere la testa all'indietro. “Guarda, Rachel, sei solo diventata davvero troppo ossessionata da tutta questa stupida faccenda del fantasma. Non ho mai pensato che l'avrei detto, ma mi mancano i tuoi… Diciamo, sproloqui su Broadway. Non ho sentito nulla a proposito di stelle dorate in un mese.”
 
Rachel si morse preoccupata il labbro inferiore tra i denti. Le sue orecchie si rianimarono un po’ quando sentì una voce dolce attraversarle la mente. “Lui ha ragione”.
 
Rachel sospirò, scuotendo la testa. “Lo so…”
 
Finn alzò gli occhi di nuovo fino a Rachel. “Cosa sai?”
 
Rachel lo guardò, confusa, finché la voce di Quinn percorse la sua mente di nuovo. “Lui non mi sente. Nessuno può, in realtà, fatta eccezione per te. A parte questo, ha ragione. Sei ossessionata. Hai bisogno di andare avanti con la tua vita, ok? E...”
 
Rachel sbatté le palpebre un paio di volte mentre guardava dritta negli occhi confusi di Finn, cercando di mantenere la calma mentre aspettava che il fantasma proseguisse. I suoi occhi castani brillarono di terrore appena le parole che temeva infine la colpirono. “E, solo... Lasciami in pace”.
 
Il petto Rachel si sollevava e si abbassava a causa del fiato d'aria che le era rimasto bloccato in gola. Finn le fu al fianco in un lampo seduto in ginocchio sul pavimento con la piccola mano di Rachel stretta nella sua, chiedendole perché stava piangendo e cosa avesse detto.
 
Guardò dietro di lui, tuttavia, lasciando che le sue domande cadessero nel vuoto. Quando chinò il capo e chiuse gli occhi ben stretti, Rachel si concentrò completamente sul lasciare che una parola le attraversasse la mente, nella speranza che forse il suo spirito l'avrebbe sentita. Non sapeva come funzionasse il sistema di comunicazione del mondo spiritico , ma se avesse permesso alla parola ‘NO’ di invadere la sua mente abbastanza a lungo, forse il suo fantasma avrebbe ricevuto il messaggio.
 
Rachel sentì come se non bastasse, però. Con la testa ancora china e gli occhi ancora chiusi e con Finn che ancora continuava a sussurrarle paroline d'amore in un orecchio, Rachel fece in un respiro profondo. Quando il  "no" uscì dalle sue labbra in un sussurro ardente, aprì gli occhi e quasi riuscì a vedere la parola fluttuante appena oltre le sue labbra.
 
Chiuse gli occhi ancora una volta, sprofondando in Finn. Il suo fantasma l'aveva sentita.
 



Rachel aveva impiegato un'altra mezz'ora per convincere Finn che lei stava bene abbastanza perché lui fosse libero di andare via. Dopo di che, Finn convinse Rachel che lui non aveva nulla a che fare con il fatto che il suo fantasma non le aveva fatto visita o non fosse stato in circolazione per una settimana. Rachel gli credette abbastanza da lasciarlo andare a casa, ma non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo negli occhi di Finn, quando aveva saputo che non erano soli nella stanza.
 
Rachel scosse la testa e avvolse il suo cardigan giallo più vicino al corpo. Nonostante fosse una notte del periodo di scuola e nonostante Finn le avesse promesso che sarebbe stata bene dopo che se ne fosse andato, Rachel uscì dalla finestra della sua camera da letto venti minuti dopo che se ne andò. Nessun pensiero di paura le attraversò la mente mentre vagava da sola attraverso Lima dopo il tramonto, le strade tortuose secondarie fino a quando raggiunse il parco in cui era solita giocare quando era piccolina.
 
Ora, mentre oscillava avanti e indietro sull'altalena scricchiolante, Rachel rifletté. Ignorò il vento gelido, segnale che l'inverno era quasi arrivato a Lima. Ignorò i fari delle rare macchine che passavano davanti a lei. Ignorò il pesante senso di colpa di sapere che i suoi padri la credevano a letto, addormentata, completamente al sicuro in casa.
 
Le piccole mani di Rachel erano strette attorno alle catene dell'altalena quando si concentrò sulla terra sotto di lei. Fece un respiro profondo e permise alla sua mente mettersi al passo con se stessa.
 
C'erano stati momenti in cui Rachel, bisogna ammetterlo, era diventata ossessionata da un obiettivo o un sogno. In quale altro modo qualcuno avrebbe potuto avverare i propri sogni, se non quello? Non vi era modo per Rachel di poter andare da Lima a New York senza essere ossessionata dal controllo di ogni sentiero che l'avrebbe condotta al suo futuro.
 
Certo, questo aveva portato al bullismo e allo scherno da parte della popolazione adolescente idiota di Lima. Rachel scosse il capo quando un piccolo sorriso abbellì il suo viso. No, non aveva mai dato peso agli insulti, ed ecco perché era sempre molto più vicina alla Julliard.
 
Il sorriso sparì dal suo viso, però. Forse Finn non aveva tutti i torti, dopo tutto. Le sopracciglia aggrottate di Rachel quasi si unirono mentre cercava di ricordare l'ultima volta che aveva messo un video su Myspace, o l'ultima volta che aveva combattuto contro Mercedes o Brittany per un assolo al Glee.
 
La testa di Rachel scattò. Il Glee Club! “Oh mio Dio” Rachel sussurrò a se stessa quando si rese conto di quanto fosse stata fuori dalla realtà. La sua bocca si spalancò quando si rese conto che non aveva contribuito neanche ad una canzone della playlist delle provinciali, aveva optato per sedere nella parte posteriore e leggere il suo nuovo libro sulla comunicazione con i fantasmi.
 
Le sue ballerine nere colpirono il suolo con un tonfo sordo quando frenò l'altalena. Scosse il capo in stato di shock quando si rese conto che non aveva quasi nessun ricordo di quello che era accaduto nella sua vita quelle ultime settimane. Poteva, però, ricordare ogni singola volta che aveva sentito il suo fantasma e ogni secondo dell'audio che conteneva un suono che avrebbe potuto potenzialmente essere stato soprannaturale.
 
Le parole precedenti dello spirito quella notte, risuonarono attraverso la sua mente come aggrovigliate con quelle di Finn. Rachel lentamente realizzò, con un pizzico di umiliazione, che era stata così avvolta nel suo mondo costellato di voci fluttuanti e spettri che aveva dimenticato che il mondo reale era ancora vivo. Che le persone che amava erano ancora vive.
 
Eppure, l'unica persona da cui era totalmente presa, così ossessionata dal volerla aiutare e conoscere, le aveva chiesto di essere lasciata in pace.
 
Rachel guardò il vento raccogliere una grossa pila di fogli e portarli via. Si morse l'interno della guancia, mentre guardava il rotolo di fogli quasi completamente intrecciati l’uno all’altro. Perché si sentiva così legata a quello spirito? Rachel portò la mano a stare sul suo stomaco poiché sentiva le viscere contrarsi. Solo il pensiero di dimenticare il suo fantasma, andare avanti, senza sapere nemmeno chi fosse, a Rachel faceva fisicamente male.
 
Rachel era sempre stata accusata di essere ossessionata da cose che non sarebbero mai accadute. Lei era stata schernita per aver creduto nel cambiamento e in un futuro migliore pur vivendo in un luogo chiuso da mura grigie. Lei scosse la testa. No, tutta questa cosa non era un'ossessione. Non è vero?
 
Rachel tirò fuori il suo cellulare. Controllò l'ora e rimase senza fiato. Subito cominciò a camminare verso casa, sapeva che se non avesse iniziato a correre subito, non sarebbe mai riuscita ad infilarsi a letto per tempo, e poi… Si fermò. Lei non aveva seguito la sua normale routine per almeno una settimana.
 
I suoi occhi chiusi si chiusero mentre strinse i pugni al suo fianco con un tumulto interiore che continuava a assalirla. No, non c'era modo di lasciare il suo spirito da solo. Era collegato a lei, contava e troppo in lei a quel punto, per abbandonarla su due piedi. Lei non aveva nemmeno capito chi fosse, ancora.
 
Rachel riaprì gli occhi e fissò la strada davanti a lei. O l'aveva capito? I suoi occhi si chiusero al ricordo di un fuoco ardente da qualche parte nella sua mente, l'illuminazione mandò suoi pensieri in fiamme. Si ricordò di auto, lacrime e vigili del fuoco che gridavano ai passanti sul marciapiede a soli venti metri davanti a Rachel. Si ricordò che il suo papà indossava il suo maglione preferito marrone e Rachel il suo nuovo paio di scarpette da ballo. Si ricordò che aveva premuto il viso contro il finestrino posteriore della macchina dei suoi genitori quando aveva visto una donna dai capelli biondi cadere in ginocchio e urlare...
 
Rachel aprì di scatto gli occhi castani che furono offuscati dalle lacrime. “No,” Rachel sussurrò, scuotendo la testa avanti e indietro. Non era la stessa ragazza. Non poteva essere. Era solo una coincidenza il fatto che Rachel ricordasse l'incidente in modo così vivido. Cosa avrebbe potuto ricordare una bimba di sei anni, della prima volta che vedeva un incidente d'auto mortale?
 
Rachel espirò in un soffio, il respiro rotto, mentre rivolse un ultimo sguardo alla strada prima di girarsi e di tornare verso casa sua.
 
L'intero viaggio del ritorno, Rachel si diede da fare facendo una lista di tutto ciò di cui aveva bisogno per tornare in pista con la sua vita. Non era in procinto di abbandonare il suo fantasma, ma , che diamine, non aveva intenzione di lasciare la sua vita cadere a pezzi per questo. Rachel cominciò a rimpiangere la sua escursione di mezzanotte quando si rese conto che lei non conosceva la via del ritorno a casa sua col buio così come la conosceva durante il giorno.
 
Tuttavia, seppellì la sua preoccupazione nella profondità della sua mente pianificando di riscrivere la lista per le regionali in base ai suoi standard senza che il Glee Club necessariamente ne fosse a conoscenza e potesse fermarla. Prima di rendersene conto, oltrepassò un familiare albero di ciliegio rosa alla fine di una strada residenziale. Quell’albero era sempre stato il segnale per sapere che era quasi a casa.
 
Quando Rachel finalmente si addormentò, quella notte, l'incidente con il suo fantasma indugiava nella parte più nascosta della sua mente, ma era finalmente in grado di pianificare la sua giornata, senza preoccuparsi di quali aree della scuola sarebbero state adatte ad un incontro spettrale.









NdT2: Ho amato particolarmente questo capitolo! Rachel che va a sbattere contro Quinn mi ha tolto il fiato.. Ma soprattutto la parte in cui Rach si ricorda l'incidente e la donna bionda che urla disperata... Mi ha spezzato il cuore! :'(
   
 
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