Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: F l a n    27/12/2011    8 recensioni
È una normalissima notte quella in cui Blaine trova una sorta di strano umanoide accasciato per terra, nel parco. Blaine ha sempre creduto nelle forme di vita extraterrestri, ma presto dovrà rendersi conto che Kurt Hummel non è semplicemente quello che lui crede "un Alieno" dalle sembianze umane.
Come farà Kurt Hummel a tornare da dov'è venuto?
E, precisamente, da dove proviene?
Un alternate Universe tendente allo sci-fi.
***
Estratto dal capitolo 2:
"Il ragazzo, o quello che era, si scostò velocemente da lui, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia, evidentemente troppo debole per qualunque movimento.
“Chi sei?” chiese Blaine, avvicinandosi ancora a lui, ricevendo solo uno sguardo diffidente, contrariato. I suoi occhi blu brillarono.
Blaine tese una mano in avanti, ma l’altro si scostò ancora, camminando sulle ginocchia. Stranamente la sua tuta, pur essendo bianchissima, non era né sporca di terra né di erba. Blaine ne concluse che quello che stava indossando doveva essere un tessuto particolarmente speciale.
“Sei umano?” chiese ancora, accucciandosi su di lui, fino ad essere al pari del suo viso, “non voglio farti del male."
[Klaine scritta per il BigBangItalia]
Genere: Romantico, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note di inizio capitolo: Ritengo questo capitolo uno dei più cruciali di tutta la fanfic. Per molti sarà il chiarimento di un po' di dubbi.
Inoltre, fin'ora abbiamo esplorato il punto di vista di Blaine, da ora cominciamo perlomeno in piccola parte, ad esplodare quello di Kurt.
Ho aggiornato oggi sapendo che molte persone il 30 saranno impegnate a pensare al capodanno o partiranno, spero non vi dispiaccia!
Vi lascio alla lettura e ci vediamo a fine capitolo!


6. “His Voice”

Quando rientrarono a casa, Blaine benedì il cielo che sua madre fosse ancora a lavoro, così poterono entrare senza bisogno di troppi stratagemmi e catapultarsi in camera il più velocemente possibile. Non sarebbe stato facile nascondere la marea di acquisti fatti al negozio di elettronica, ma avrebbe comunque trovato qualche scusa.
La prima cosa che fece Kurt una volta rientrato nella camera, fu togliersi gli abiti prestati da Blaine, guardandoli con aria contrariata.
“Sono contentissimo delle tute che indosso, queste cose non mi piacciono molto, mi ingrassano…”commentò, un po’ stizzito. Blaine rise, era buffo, in un certo senso.
“Senti, penso che mia madre tarderà un po’… vuoi farti un bagno? Sempre se puoi fartelo.”
Kurt inarcò un sopracciglio, dubbioso.
“Mi piacerebbe. Sì, tranquillo, ci si ripulisce anche da dove provengo per cui sarebbe magnifico… sono giorni che ho bisogno di ripulirmi. Gli ultimi bagni che ho fatto erano nelle fontane e nei laghetti artificiali di questa piccola cittadina.”
“Non dev’essere stato granché.”
“Affatto…”
“Allora seguimi, ti mostro com’è il nostro bagno, immagino sia diverso dal tuo.”
Kurt scattò verso Blaine e lo seguì lungo il corridoio, fino a quando non aprì una porta ed accese la luce.
“Bene, questo è il bagno…” disse, guardando poi Kurt e trovandolo con un’espressione a dir poco stupita. Naturalmente, Blaine aveva capito che doveva esser diverso da ciò a cui era abituato il suo ospite, per cui si premurò di spiegargli ogni cosa nel dettaglio, dal funzionamento della doccia al phon – che a quanto pare per lui era un vero mistero, da quanto aveva capito Blaine, loro avevano una sorta di gel che ‘asciugava’ i capelli una volta messo. Provò un moto di invidia perché sembrava davvero comodo.
“Bene allora suppongo che… posso lasciarti da solo.”
“Sì… credo di sì,”annuì l’altro, sfiorandosi la tuta  rivelando una lunga zip laterale, cominciando a sganciarla; Blaine rimase impalato a fissarlo, vicino alla porta, mentre la tuta si apriva lentamente rivelando una parte della pelle del suo ospite. Era bianchissima, pallida, marmorea, praticamente perfetta.
“Ehm, allora io vado.”
Blaine si chiuse la porta del bagno alle spalle, traendo un profondo respiro. Quel ragazzo sembrava emanare una specie di aurea fascinosa che lo incatenava a lui, non c’era altra spiegazione. Non si era mai lasciato ammaliare facilmente dai ragazzi, ma lui sembrava avere qualcosa di speciale, qualcosa che lo faceva sentire un vero e proprio rammollito.

“Oh! Ma ho dimenticato gli asciugamani!” esclamò, tra sé e sé, correndo in camera per recuperarli; avrebbe aperto la porta e li avrebbe appoggiati di lato sul lavandino. La doccia aveva un box con i vetri appannati per cui non avrebbe visto niente.

Quando Blaine bussò di nuovo dicendogli di essersi dimenticato gli asciugamani, si ricordò che forse Kurt non poteva rispondergli dentro la mente se non erano particolarmente vicini.
Aprì la porta con delicatezza ed improvvisamente sentì un suono; un suono dolce e melodioso che non aveva niente a che fare con lo scroscio dell’acqua. Erano parole e non erano parole sconosciute, era… una canzone.
Kurt stava letteralmente cantando sotto la doccia ed in sua presenza, per quanto fosse incredibile la voce non era nella sua testa ma nelle sue orecchie. Quella era la vera e propria voce di Kurt? Il cuore di Blaine si fermò per qualche secondo totalmente imbambolato di fronte alla sua figura offuscata dal box doccia. Sembrava voltato di spalle e sembrava anche non essersi accorto della sua presenza.
Poggiò gli asciugamani sul bordo del lavandino ma non se ne andò, rimase lì ad ascoltare la sua tenera voce, un po’ infastidito dal fatto che gli avesse mentito visto che la lingua in cui stava cantando era anche la sua e quindi, era chiaro, che potesse parlarla e un po’ affascinato perché non aveva mai sentito niente di simile in vita sua; ed era lunga da dire visto che lui partecipava ad un club di canto.

Kurt chiuse l’acqua e si voltò, notando forse la presenza di Blaine nel bagno ed aprendo lo sportello del box doccia di botto, rivelandosi nudo davanti a lui. L’altro si bloccò di colpo, arrossendo da capo a piedi, quasi incapace di dire qualcosa; ci volle molto autocontrollo per permettersi di guardarlo solo dal collo in su - il corpo del giovane rappresentava una grande fonte di tentazione per lui. alla fine decise di mettersi una mano sugli occhi per resistere meglio. Altrimenti il suo sguardo sarebbe sicuramente vacillato su tutto il suo corpo, lo sapeva.

“Da quanto sei qui?!”chiese, spaventato, ricordandosi però di parlargli nella mente.
“È inutile che insisti, ormai ho capito che puoi usare la voce. Solo che mi sfugge il motivo per cui me lo stavi nascondendo con tanta insistenza.”
“Che intendi dire?”
“Ti ho sentito cantare. Cantavi una canzone nella mia lingua. Ti chiedo di non prendermi ulteriormente in giro e di parlare con le tue labbra.”
Kurt sospirò, afferrando velocemente un asciugamano e legandoselo in vita, dando a Blaine un po’ di sollievo e togliendosi la mano dagli occhi.
“Suppongo di non avere scelta… se non quella di spiegarti,” finalmente la voce di Kurt giunse alle orecchie di Blaine per la seconda volta nell’arco di cinque minuti, il ragazzo si sentì decisamente sollevato. Perché mai mentirgli su una cosa del genere?
“Perché mi hai mentito?” chiese, ancora.
“Non potevo fare altrimenti. La mia voce può incantare chi la ascolta.”
Blaine inarcò le sopracciglia, indicandosi.
“Io non sono incantato, eppure ti ho sentito.”
Kurt sospirò; per la prima volta si sentiva messo a nudo da quel ragazzo, da quel semi sconosciuto che lo stava salvando ed aiutando. Non sapeva di cosa avesse paura, non sapeva perché la sua voce non avesse effetto su di lui… eppure, nei suoi studi, aveva letto che con il canto si potevano incantare gli umani di quel secolo, o affascinarli, o dar loro un’emozione. Che avesse frainteso quelle parole? Si morse il labbro inferiore, pensieroso.
“Non lo so. Ma suppongo sia un bene ormai… no?”
Blaine guardò il suo ospite ed annuì, un po’ titubante.
“Se non sapessi che vieni da lontano, ti direi che sembri un ragazzo qualunque.”
Kurt indietreggiò di qualche passo.
“Lo prenderò come un complimento.”

Blaine non rispose e si voltò di scatto, ricordandosi con un certo imbarazzo che Kurt era ancora nudo; i suoi occhi scorsero appena sotto il petto e si premurò di mettersi una mano sul viso per non vedere oltre.

“M-magari ne parliamo dopo… rivestiti,” disse, fuggendo poi fuori dalla porta, sentendo il proprio stomaco in fiamme.

Era sempre tutto più confuso e delirante. Quella specie di alieno umanoide parlava, era quasi identico a lui fisicamente ed era decisamente troppo bello per essere reale. Il giovane sospirò, portandosi una mano al cuore; cosa doveva fare per avere un po’ di pace?

*

Kurt arrivò in camera sua di nuovo nella propria divisa e con i capelli perfettamente acconciati e Blaine lo accolse con un tiepido sorriso.

“Quindi… credo che tu mi debba delle buone spiegazioni per questo.”
“Te le ho già date, non c’è niente da dire.”
“No? Senti, Kurt, sempre se è il tuo vero nome, io voglio aiutarti e te lo ripeterò da qui all’infinito, ma se tu non mi vieni incontro non potrò fare niente.”
Kurt sospirò, esasperato, portandosi una mano ai capelli.
“D’accordo. D’accordo. Io vengo da un altro pianeta e no, temo che gli aggeggi che abbiamo comprato non potranno aiutarmi. L’unica soluzione è rimanere sulla Terra e sperare che mi trovino e ti prego, Blaine, non lasciarmi da solo. Non saprei dove andare né cosa fare. In realtà sono disperato; mi mancano i miei amici, mi manca la mia famiglia, mi manca tutto. Attualmente però, non posso tornare indietro… e l’unica chance che ho di rimanere vivo, ora che tu conosci anche la mia voce e cominci a sapere un po’ troppo di me, sei tu. Ti chiedo solo di farmi rimanere, Blaine, tutto qua.”
“Io lo farò, ma sai che non posso mostrarti ai miei genitori… come farò a tenerti nascosto per tanto tempo?”
“Non puoi fingere che sia un tuo amico che non ha più una casa?” tentò Kurt, sentendosi terribilmente in imbarazzo.
Blaine sospirò, guardando l’altro.
“Io sì… suppongo di sì. Troveremo un modo. Ma la mattina dovrai venire a scuola con me. Ovviamente la Dalton è privata, per cui non potrai entrare, in compenso ti indicherò qualche posto sicuro in cui rimanere, diciamo che dovrò addestrarti a stare tra gli umani.”
“Ma non sono un cane!”
Blaine rise di riflesso.
“No, però molte abitudini ti risultano strane, per cui credo che sia opportuno fare qualcosa. Comunque sia, stasera parlerò con mamma, dicendole che ho un amico attualmente ‘senza tetto’, le chiederò se possiamo ospitarti. Mio padre non sarà molto d’accordo, ma poco importa, a questo punto dobbiamo trovare un modo per attrezzarti, non intendo buttarti in mezzo alla strada, non lo farei assolutamente…”
Lo sguardo di Kurt cadde sul pavimento, rimase a fissarlo per qualche secondo, rimanendo indecifrabile agli occhi di Blaine. Lui aveva un segreto, aveva un segreto enorme, troppo grande, ma non poteva ancora rivelarlo.  Però Blaine era buono con lui, era gentile, non aveva provato a fare degli esperimenti sulla sua persona, non lo aveva portato alla stampa o a chissà quale studio scientifico. Kurt interruppe il contatto col pavimento ed incontrò lo sguardo di Blaine, soffermandosi.

“Ti ringrazio, Blaine.” Disse, con voce tranquilla, forse per la prima volta anche quasi ‘serena’ anche se era chiaramente un tono di rassegnazione. Ma una sorta di rassegnazione positiva.
Blaine annuì e sistemò gli acquisti in un lato della stanza.

“Sei proprio sicuro che questi oggetti non ti servano?”
“Non lo so Blaine, vorrei provare a costruire una versione avanzata di un trasmettitore, ma ho paura di non riuscirci.”
“Se non ci provi, non lo saprai mai.”
Kurt annuì.
“In fondo hai ragione, penso che ci proverò…” rispose, guardando il sacchetto.
“Vado a prendere qualcosa da mangiare, spero di non intossicarti con qualcosa di umano!” esclamò, ridacchiando.

 Blaine risalì velocemente le scale, offrendo a Kurt un paio di dolcetti ed un bicchiere di acqua fresca.
Kurt addentò il dolcetto gustandolo con particolare felicità, sembrava non aver mai assaggiato niente del genere.
“Da dove provengo esistono sapori diversi. Probabilmente perché ormai abbiamo ingredienti diversi, però è davvero delizioso…” si congratulò rivolgendo uno sguardo felice a Blaine.
“Li ha cucinati mia madre, sono dei cupcakes,” rispose, assaggiandone uno a sua volta.
“Sono molto dolci, mi piacciono le cose dolci,” Kurt ne prese un altro, uno con la glassa azzurra.

Finirono di mangiare i cupcakes e Kurt si sentì d’impulso più contento. Il fatto che Blaine stesse scoprendo più cose sul suo conto non era propriamente una cosa positiva, ma per qualche assurda ragione, Kurt ne era quasi felice, forse era stanco di mantenere i segreti che erano dentro di lui, o forse, poco a poco, stava imparando a fidarsi di Blaine.
Blaine era così dolce, con lui, Blaine gli ricordava altre persone, le persone da dove proveniva che lo amavano. Blaine era un po’ come la sua famiglia, l’unica persona che aveva in quel momento e cominciava ad essere pericolosamente vicino e non solo fisicamente.
“Hai un po’ di sporco qui…” mormorò Blaine, risvegliandolo dall’incanto ed allungando una mano verso di lui per ripulire il labbro inferiore con un dito, osservando gli occhi di Kurt spalancarsi e tremare al contatto. Portò via i residui di zucchero e gli sorrise con dolcezza, doveva aver appena colpito il suo nuovo ospite con quel gesto.
“Oh…” Kurt rimase qualche minuto buono a fissare l’altro ragazzo, incantandosi; sembrava non lo avesse mai visto davvero, sembrava che qualcosa stesse cambiando dall’evento di poco prima avvenuto in bagno. Normalmente era la sua voce a dover incantare gli umani, sembrava invece che qualcosa di Blaine stesse incantando lui. Gli occhi forse? La sua gentilezza? Il giovane era sicuro che se solo Blaine lo avesse voluto avrebbe potuto buttarlo fuori di casa, ed invece non lo aveva fatto.

“Mi piacciono i ragazzi” disse di botto Kurt, rompendo il silenzio.
Blaine alzò il volto verso di lui, aggrottando le sopracciglia.
“Come scusa?”
“Qua da te c’è ancora questa distinzione, per cui… visto che tu me lo hai detto, penso sia corretto che io faccia lo stesso. Mi piacciono i ragazzi” ripeté, con una certa fermezza ma sentendo il cuore tremare per qualche inspiegabile ragione.
Blaine annuì, e gli sorrise.
“Grazie, beh… per avermelo detto, suppongo…” mormorò, consapevole di apparire piuttosto sconnesso. Afferrò il suo bicchiere d’acqua mentre sentiva le guance andargli in fiamme.
“Era il minimo. Da dove provengo non è più un problema, ma qui sembra esserlo da quel che dici.”
“Lo è,” affermò secco, Blaine, con un po’ di amarezza nella voce.
“Ma non sei solo, Blaine.”
“No… lo so, però mi sento solo.”

Kurt allungò una mano sulla sua spalla e la accarezzò, sorprendendo il giovane Warblers. Era la prima volta che faceva un gesto del genere, un gesto carino, sentito. Blaine gli sorrise con riconoscenza.

Forse il loro rapporto poteva cominciare a prendere una piega migliore.

Note di fine capitolo:
Per prima cosa, voglio ringraziare tutti coloro che leggono, recensiscono e seguono la mia storia! Grazie, grazie di cuore!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che lascerete un vostro parere, che come sempre sono decisamente ben graditi!
ne approfitto per augurare buone feste a tutti ed il prossimo aggiornamento sarà il primo venerdì del 2012, se non ci sono imprevisti :)

Inoltre, volevo segnalare per chi lo volesse, una one shot Natalizia che ho scritto ispirata allo schiaccianoci e potete trovarla qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=903973&i=1
Alla prossima e buone feste a tutti!

Flan
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: F l a n