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Autore: fann1kaoriyuki    12/08/2006    13 recensioni
- Che significa!?- Harry guardò nella stanza che avrebbe accolto le sue ore di punizione. Era una stanza sterile, con un tavolo insipido, due classiche sedie di legno, le pareti vuote prive di quadri e una sola finestra che si affacciava sul lago scuro. Fuori era buio pesto. Sul tavolo c’era un'unica candela che emanava una luce fioca. La stanza in sé non era in alcun modo sgradevole o spaventosa, ma c’era qualcosa, o meglio, qualcuno, seduto su una delle classiche sedie, vicino all’insipido tavolo nella stanza sterile e senza quadri. Con l’aria scocciata di chi era lì da molto: Draco Malfoy.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Che significa

- Che significa!?-

Harry guardò nella stanza che avrebbe accolto le sue ore di punizione.

Era una stanza sterile, con un tavolo insipido, due classiche sedie di legno, le pareti vuote prive di quadri e una sola finestra che si affacciava sul lago scuro. Fuori era buio pesto. Sul tavolo c’era un'unica candela che emanava una luce fioca.

La stanza in sé non era in alcun modo sgradevole o spaventosa, ma c’era qualcosa, o meglio, qualcuno, seduto su una delle classiche sedie, vicino all’insipido tavolo nella stanza sterile e senza quadri. Con l’aria scocciata di chi era lì da molto: Draco Malfoy.

- Non chiederlo a me! – sbottò il biondo guardando con astio il nuovo arrivato –Io sono qui per scontare una punizione e, immagino, anche tu. - sospirò - Del resto sopportare la tua vista è già in se una punizione… -

Harry evitando di controbattere alla battuta acida. Si guardò intorno, nella stanza non c’era segno di vita oltre al sempreverde per eccellenza, immaginò quindi che avrebbero avuto istruzioni in seguito pertanto raggiunse la sedia vuota, la portò dall’altro capo del tavolo e si accomodò.

Nessuno dei due osava aprir bocca, nessuno dei due guardava l’altro, nessuno dei due sapeva cosa fare… L’uno fissava un punto impreciso del muro, l’altro un punto impreciso del cielo nero che s’intravedeva dalla finestra.

Passarono diversi minuti prima che Harry trovò il coraggio di fare qualcosa d’impensabile: parlare con Malfoy!

- Pensi che dovremo restare qui ancora per molto? – chiese.

Draco sbadigliò sonoramente, ma con grazia, e non degnò il moretto di nessuna risposta.

- Ti ho fatto una domanda Malfoy! -

Degli occhi grigi si puntarono su Harry. Uno sguardo inespressivo e vuoto.

- Punto primo: perchè dovrei saperlo? Punto secondo: non ne ho idea. -

Harry si morse la lingua per averci provato, non poteva davvero sperare di avere una risposta da lui, e tornò a fissare quel, interessantissimo, punto impreciso del muro, mentre Draco il suo punto nel cielo.

 

Uno scoppiò improvviso attirò l’attenzione dei due che si voltarono di scatto verso la fonte. Un elfo si era materializzato nella stanza.

- Scusate signori - esordì timoroso l’animaletto – devo riferire un messaggio.-

L’elfo attese un segnale di uno dei due per continuare, non vedendolo arrivare parlò lo stesso.- Dovete rimanere tutta la notte qui da soli. Questa è la punizione. Nessuno potrà entrare o uscire. Domani verranno a controllare se siete ancora vivi. -

- Cosa?! – esclamarono assieme i due carcerati, ma prima di ricevere risposta l’elfo si smaterializzò nel nulla.

- Che diavolo significa!? – Chiese Harry con disapprovazione nella voce.

- Che la mia punizione è sopportarti Potter! – rispose disgustato l’altro.

- Non vale! – Protestò - Preferirei pulire i vasi da notte piuttosto! -

- Ne sono lusingato - strascicò il biondo tornando a fissare il vuoto del muro.

Harry incrociò le braccia al petto con aria contrariata – Che disastro! –

- Se permetti qui l’unico sfortunato sono io. –

Il grifone evitò di controbattere.

Passò un’ora, prima che uno dei due iniziasse a parlare e, straordinariamente, fu Malfoy:

- Per cosa sei stato sbattuto qui? -

Harry soppesò la domanda, e da chi veniva – Ho lanciato un incantesimo a Piton  per sbaglio – Il tono faceva vagamente intuire quanto fosse falso quel “per sbaglio” – E tu?-

- Non sono affari tuoi sfregiato. - rispose acido

- Allora potevi starti zitto! – lo rimproverò con altrettanta acidità.

Passarono altri 15 minuti di silenzio tombale.

- Che…- iniziò nuovamente Malfoy – Che incantesimo hai lanciato a Piton? -

- Non sono affari tuoi furetto – gli fece il verso Harry.

Draco incassò il colpo.

In verità non era chiaro nemmeno al biondo del perché volesse riempire di parole il silenzio cimiteriale della stanza. Sapeva solo che voleva parlargli, guardarlo dritto negli occhi, interagire con lui…L’aveva sempre voluto.

Il “vuoto”, in se, spaventava Draco più d’ogni altra cosa. Colpa dell’indifferenza che i genitori gli riservavano, per la quale, se non era perfetto sotto ogni aspetto, non meritava di essere un Malfoy.

Aveva combattuto per ottenere la fama e la stima di tutti. Anche se gli altri, delle altre case, lo detestavano lui era consapevole che, in qualche modo, lo invidiavano per la raffinatezza e l’eleganza che dimostrava.

Tutti tranne lui.

Harry Potter.

In qualche modo l’aveva sempre cercato, segretamente ammirato…invidiato.

Lui voleva poter essere come lui, amato per quello che era dentro, non per ciò che rappresentava. Per lui i sorrisi non erano vuoti ma colmi di gioia. Lui era adorato non solo per essere il bambino sopravvissuto, ma semplicemente perchè era nel suo Dna. Com’era nel proprio essere odiato.

Segretamente aveva sempre cercato la sua compagnia e l’aveva maledetto per non essersene mai accorto…

- Facciamo un gioco! - propose Harry di punto in bianco. – 10 domande ciascuno, verità o si paga pegno. -

- Non ho tempo per i tuoi stupidi giochi da babbani! – protestò.

Harry alzò un sopracciglio – Hai altro da fare per caso? –

Draco sbuffando dalla noia.- Spiegami il gioco – concesse.

- Le regole sono semplici, o si dice la verità totale o si può rifiutare di rispondere. Solo che in tal caso dovrai fare qualcosa che l’altro ti ordina…Obbligatoriamente. –

- E come si fa a sapere se si afferma effettivamente il vero? – chiese Draco scettico.

Harry prese la bacchetta e pronunciando una formula face apparire una scatoletta quadrata con due luci, una verde, una rossa. Presentava anche dei numeri: al momento mostrava due numeri “10”.

– Se s’illumina il rosso, menti. Se s’illumina verde dici la verità. Ad ogni domanda, i numeri diminuiranno, chiaro?  – disse pacatamente.

Draco guardò la scatolina con ribrezzo. Harry sossghignò.

- Cos’è? Hai paura Malfoy? – lo provocò.

- I Malfoy non hanno paura, Potter. –

- Allora accetti? –

Sembrava quasi che Draco stesse facendo un patto con il diavolo tanto Harry si sentiva fiero di se stesso. Sapeva bene cosa fare, aveva tutto premeditato…voleva scoprire se Draco era un mangiamorte! Ed era un ottima occasione!

Dal canto suo Malfoy esaminava la proposta. Sapeva che dentro di lui c’erano cose da nascondere, ma non era detto che Harry gli rivolgesse le domande che lui temeva e questo gioco costituiva anche un arma a doppio taglio!

Infatti lui stesso poteva usufruire della situazione.

A tal proposito c’era una serie di domande che aveva sempre voluto fargli, seppur terribilmente banali.

- Bene Potter, Se non sai pensare ad altro… -

- Bene - disse Harry - Inizia tu –

Draco squadrò il moretto, non era il caso di iniziare pesantemente, ma voleva togliersi un dubbio che gli era sempre martellato in testa.

 – Che ne pensi della mezzosangue? – chiese.

Harry rimase un po’ interdetto. Voleva davvero chiedergli qualcosa di così idiota? Poco male.

- Non la trovo brutta – ammise senza problemi - Ma non è il mio tipo. -

Draco sembrò soddisfatto della risposta – Ora tocca a te - disse fingendo noia.

Harry immaginò che la domanda “Sei un mangiamorte?” fosse troppo improvvisa e avrebbe destato un tantino di sospetti, quindi chiese semplicemente – Perchè sei stato punito Malfoy? –

Il biondo si chiuse in un silenzio tetro.

- Pago pegno – esordì.

- Paghi pegno? – chiese di rimando il moro, sorpreso.

- Pago pegno. – ripeté Draco – Che devo fare? –

Non riusciva a credere alle sue orecchie. Preferiva prendere ordini da lui piuttosto che dirglielo? La sua curiosità iniziava crescere a dismisura, ma non doveva lasciarsi sopraffare. Doveva pensare, piuttosto, a come smascherarlo. Gli venne un’ ideuzza.

- Togliti la maglietta! – ordinò il moro con un sorrisetto diabolico dipinto in volto.

Le iridi grigie del biondo si puntarono dritte in quelle smeraldo di Harry – Come? –

- E’ il pegno! Togliti la maglietta. -

- Non pensavo avessi… Certi gusti. – disse sorpreso Draco con un sorrisino divertito sul volto.

- Te la togli Malfoy o devo pensarci io? – chiese il moro di rimando.

Per un lungo istante Draco implorò mentalmente Harry di togliergliela con la forza e di non fermasi solo alla maglietta… ma si rese conto dell’assurdità della cosa e quindi si alzò iniziando l’agoniato spogliarello.

Il grifone aveva tutte le intenzioni di fargli denudare l’avambraccio e quindi, l’ipotetico marchio nero, ma dovette ricredersi sulla sua integrità mentale quando i suoi occhi ricaddero sui pettorali scolpiti del biondo che risplendevano alla luce fioca della candela.

Da quando Draco era così messo bene? E Da quando una visione del genere seccava la saliva nella sua bocca?

 I suoi occhi esplorarono lascivamente ogni minimo angolo di quel petto nudo, quasi a volerlo cospargere di morsi e… il resto lo lasciamo alla fantasia dei lettori.

- Non sbavare Potty! – disse Draco compiaciuto della palese reazione

Harry di tutta risposta sviò lo sguardo verso il tanto ricercato braccio che risultava fasciato fino al gomito. – Cosa hai fatto al braccio? –

Malfoy ghignò – E il mio turno per le domande Potter! –

Stavolta fu Harry ad incassare il colpo.

Draco si riaccomodò, ma cercò di non nascondere la visuale del suo torace al moro. Gli piaceva essere guardato da lui, soprattutto dopo l’inaspettata reazione. Ma voleva anche sentirla con le sue orecchie:

Voleva che Harry gli riferisse con la sua voce quanto gli era interessato guardarlo improvvisare uno spogliarello per lui.

- Allora Harry – domandò – Che effetto ti ha fatto contemplarmi mezzo nudo? -

Il moro trasalì. Non gli era stato indifferente… e lui l’aveva notato! Ma sarebbe morto prima di dirlo ad alta voce.

- Pago pegno -

Draco ghignò ancora, soddisfatto. Era già una mezza confessione. E ora poteva far fare QUALUNQUE cosa al griffondoro, e… chiuso lì, in stanza con lui, non pensava ad altro.

- Baciami allora! -

- Cosa?! –

- O lo fai o mi rispondi – sorrise divertito il sempreverde.

Harry aveva capito. Si stava divertendo! Spudoratamente divertendo a prenderlo per i fondelli! E lui si lasciava manovrare così facilmente, accidenti!!

Doveva decidersi, in fretta, ma non trovava altra soluzione…

Si alzò, attraverso il tavolo e, mantenendo l’equilibrio con una mano sul ripiano, si chinò sul ragazzo quanto bastava per sfiorare a malapena le sue labbra e allontanarsi.

Malfoy lo afferrò per il collo – E questo lo chiami bacio?! – protestò seccato.

Lo riavvicinò di nuovo a lui con forza e le loro labbra si ritoccarono, dapprima dolcemente, poi sempre più passionalmente, fino ad arrivare ad una lotta possessiva delle loro lingue nella quale nessuna voleva soccombere. Si staccarono solo in mancanza d’aria. I loro aliti si fuseroe il battito cardiaco era a mille.

- Interessante Potter! – constatò Draco mordendosi il labbro inferiore.

A quelle parole Harry si allontanò. Troppo velocemente per sembrare naturale o calmo.

Riattraversò la stanza e si riaccomodò sulla sua sedia.

Non si spiegava perché lo avesse fatto… cioè, lo sapeva, ma non si spiegava perchè gli aveva permesso di baciarlo in quel modo…e doveva ammettere che gli era anche piaciuto!

Senza contare che aveva avuto un’insolita palpitazione a vedere Malfoy a petto nudo…

Si maledì mentalmente per la situazione mordendosi nervosamente il labbro.

- Tocca a te. – disse Malfoy sogghignando.

Quel bacio, per Draco, era il migliore che avesse mai avuto e sentiva il suo cuore in preda ad una tachicardia mai provata, cercava tuttavia di mantenere il controllo… Anche se sentiva chiaramente il sangue pulsargli nelle vene.

Harry intanto tentava di riprendere la salivazione normale e di trovare una domanda adatta.

-         Cosa hai fatto al braccio? –chiese.

Improvvisamente il sorriso svanì dal volto del biondo che portò i suoi occhi alle bende che attorniavano il suo arto superiore. Un espressione che Harry non aveva mai visto in lui: sofferenza, vergogna, disagio, paura…

Durò solo un istante, poi portò nuovamente i suoi occhi scuri sul moro. – Mi sono ferito – rispose piatto.

Il Grifone ebbe come la sensazione che quelle parole fossero solo in parte sincere. La scatolina puntò sul verde, ma c’era in ogni modo qualcosa che non andava. Malfoy era strano… quella benda, Harry ora ne era certo, nascondeva il marchio nero!

Il sempreverde riacquistò il controllo:

- Allora Potter! Da 1 a 10 quanto ti è piaciuto baciarmi? -

Una nota sensuale comparì nella sua voce.

Ancora domande idiote? Possibile che non avesse null’altro da chiedergli?

Tuttavia non poteva essere sincero, n’andava del suo onore e del fatto che la graduatoria 1/10 fosse relativamente troppo piccola per poterlo misurare.

- Pago pegno. -

Harry iniziò a pentirsi di aver proposto il gioco. Gli aveva già chiesto un bacio, figuriamoci cosa gli avrebbe chiesto ora…o forse, sperava in qualcosa…?

- Ho pietà per te sfregiato… - disse Draco di nuovo divertito – Eppure non mi va d’essere l’unico mezzo nudo qui. Sai fa freddino e non voglio essere l’unico a prendersi un malanno. Magari, chissà, ti stronca! -

Harry tirò mentalmente un sospiro di sollievo, si alzò e iniziò a far scivolare lentamente il tessuto sulla sua pelle. Per tutto il tempo Draco non gli staccò gli occhi di dosso, fissandolo con intensità.

Non era per nulla messo male, anzi! Ringraziò il cielo che ci fosse il tavolo a bloccare la visuale al grifone perché il sangue aveva deciso di confluire tutto in un solo punto… Draco sentiva l’inguine pulsare.

Harry si riaccomodò sulla sedia con l’aria scocciata.

- Se qualcuno entrasse ora immagina cosa penserebbe! – esclamò portandosi una mano al viso per strofinarlo.

- Tocca a te – si limitò a bofonchiare il biondo Serpeverde, tentando di rientrare in possesso delle sue facoltà.

Il grifone si concesse qualche minuto di riflessione. Aveva già sprecato 2 domande e non aveva ancora scoperto nulla. Valutò l’ipotesi di spostare le domande sulla sua famiglia, ma non gli avrebbe risposto… Anche se tutto sommato fargli pagare pegno non era affatto male. Era quando doveva rimetterci lui che la cosa gli dava un po’ fastidio. Soprattutto se si mettevano in mezzo sensazioni mai provate o represse.

Convenne che fosse meglio continuare a tastare il terreno, se poi la sua curiosità veniva saziata ancora meglio!

- Allora Potter? -

- Come ti sei ferito al braccio? -

- Ho già risposto al riguardo. –

- No. Hai risposto che al braccio qualcosa c’è, ma non come c’è finita… -

Il biondo s’incupì nuovamente – Pago pegno. –

- Sai, a qualche domanda potresti anche rispondere! -

- Non vorrai dirmi che non ti piace darmi ordini – cercò di ironizzare Draco.

- Oh immensamente, ma non c’è gusto così –

- Tu non fare domande a cui sai bene che non risponderò e valuterò l’ipotesi di risponderti. Per ora: pago pegno. –

- Sembra che tu ci provi gusto ad avere ordini Malfoy! –

- Piantala e dimmi che devo fare ameba! –

Il Grifone si scervellò per trovare un ordine:

- Inginocchiati di fronte a me e ripeti“Sei tu il migliore Potter!”-

- Non ci penso nemmeno!! –

- Allora rispondi! –

- No!-

- Si!-

- No!-

- Si!-

- No!!-

-Sii! –

- No!!!!-

- Inginocchiati davanti a me Malfoy! -

Il nervosismo nel biondo aveva praticamente raggiunto le stelle. Si portò di scatto una mano al braccio sinistro iniziando a sciogliere le bende.

- E’ questo che vuoi Potter?!?! – le bende scivolavano via velocemente – Vuoi sapere cosa c’è sotto?! Eccoti servito! – Gli mostrò il braccio.

In contrasto dalla pelle avorio, il braccio presentava lunghi tagli scarlatti ancora colmi di sangue. Le ferite erano profonde. Altre ridotte a cicatrici… segno che i tagli erano stati ripercorsi più volte.

Harry ripensò alla frase che aveva detto poco fa il biondo “mi sono ferito”…voleva forse intendere che si feriva da solo? Era davvero così? Se si, perchè mai?

- Malfoy … - cercò di parlare Harry.

- Risparmiatelo! Non voglio pietà. – sbottò il biondo ritirando il braccio e iniziandolo a fasciare nuovamente, con scarsi risultati. Il griffondoro immaginò che qualcuno lo bendasse per celarlo al resto della scuola, segno che taluno sapeva della sua condizione, ma che sfuggisse a dargli un aiuto più tangibile…

Ragionava questo, mentre il biondo serpeverde combatteva contro le bende che non ne volevano sapere di rimettersi a posto, quindi Harry fece qualcosa d’impensabile: aiutò Draco. Distese le braccia e afferrò saldamente le bende per poi avvolgerle accuratamente attorno al braccio straziato dell’altro. Lui non obiettò nulla all’aiuto, anche perché se era per lui quelle bende non avrebbero più nascosto il suo segreto.

Nel mentre, il serpeverde era catturato delle smorfie che il moro faceva intanto che lo fasciava, gli venne in mente il bacio di poco prima. Non era passata neanche un’ora, ma sentiva come se fosse passata una vita…

Se fosse stato possibile avrebbe riunito le loro labbra anche subito. Ma non poteva.

Lui era un Malfoy…e l’altro un Potter. Sarebbe crollato il mondo, prima che avesse qualche speranza di essere ricambiato.

Perché Malfoy era innamorato.

Malfoy era innamorato di “Sfregiato Potter” e, se prima era pressoché un sospetto, ora n’aveva la certezza.

 

- C’è qualcuna che ti piace? – sussurrò senza rendersene conto. Era la domanda più idiota che potesse fargli, ma gli pareva la più naturale del mondo.

- Come scusa? –

- Il gioco Potty. Tocca me. –

- No, nessuna – proclamò.- Perché ti fai del male Draco? –

- Cos’è questa confidenza? –

- Rispondi… -

Il serpeverde socchiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Ormai si era rivelato, che senso aveva continuare a nasconderlo?

- Le apparenze ingannano. Non c’è nulla di felice nel vivere in una casa enorme e raffinata senza condividerla con nessuno. I miei genitori non ci sono mai, devo essere perfetto in tutto per guadagnarmi il mio cognome… per guadagnarmi il loro rispetto. Non vi è nulla di piacevole nell’essere seguito e ammirato per qualcosa che non sono…Se tutti sapessero come sono davvero, se sapessero che sono solo…-

- Ma Tyger e Goyle? –

Un sorriso amaro gli si dipinse sul volto- Non esiste solo la solitudine fisica Harry –

Il grifone avvertì un tuffo al cuore. Conosceva bene la sensazione d’essere solo in mezzo a tante gente, di non sentirsi amato, il non provare il calore di una famiglia.

- Fingo sempre d’essere qualcun altro…qualcuno che la mia famiglia vuole. Così facendo non so più chi sono…e mi faccio del male. – Gli occhi grigi tornarono sulle bende immacolate – Ho bisogno di sentire dolore, per comprendere che sono ancora vivo -

Una risata forzata echeggiò nella stanza. – Non dirmi ci credi davvero Potter! -

Non voleva pietà e non voleva che Harry lo guardasse con quegli occhi smeraldo così penetranti in maniera così misera.

- Ci credo – rispose serio indicando la scatolina – Forse sei più sincero di come non lo sei mai stato in vita tua.-

- Torniamo al gioco – ordinò Malfoy – Tocca me –

- Sono tutto orecchi – rispose poco convinto l’altro, non poteva costringerlo a sfogarsi ulteriormente.

Il serpeverde tamburello con le dita sul tavolo. La situazione era degenerata, fuori controllo e non sapeva come sistemare le cose…sentiva che qualsiasi tentativo sarebbe stato del tutto vano o propenso solo a rallentare l’inevitabile declino.

Harry era ancora in attesa della domanda e Malfoy ne aveva solo una in mente.

- Tu mi odi Harry? -

Chiamarlo Harry era strano, ma gli veniva naturale…lui ora sapeva qualcosa che pochi o nessuno conoscevano e di conseguenza si era instaurato qualcosa di diverso tra i due, qualcosa di molto simile alla fiducia…

L’altro soppesava la domanda del biondo. Lo odiava? Fino ad ieri avrebbe detto immediatamente di si, ma ora, con i nuovi eventi, si era reso conto che non conosceva affatto Draco Malfoy, che non sapeva nulla, che lui stesso aveva contribuito a pensare di lui ciò che traspariva non ciò che era. Quelle ferite in qualche modo sentiva che fossero per causa sua.

Ma non era solo pietà che provava ora come ora…

Avvertiva chiaramente l’urlo silenzioso ma straziante che emanava il suo cuore.

Portò gli occhi smeraldini nelle iridi cupe del biondo e ne rimase incantato: erano così profonde che sentiva di potercisi perdere.

Reprimette l’impulso di abbracciarlo.

- No, non ti odio -

Il serpeverde abboccò un sorriso. Almeno era un inizio…

- E tu? Mi odi Draco? -

Draco serrò il pugno e iniziò a dondolarsi sulla sedia, come un bambino nervoso.

- Direi di no… - bofonchiò.- Dirai a qualcuno di tutta questa storia? -

- Quello che è stato, è, e sarà fatto in questa stanza…resterà in questa stanza.- disse serio Harry – E poi non ci tengo a dire in giro che ti ho baciato! – scherzò.

- Hey!! Baciare Draco Malfoy è un onore! – sbottò sarcastico.

Dopo qualche attimo di silenzio, un insolita ilarità si diffuse nella stanza. Draco e Harry ridevano! Assieme!

- E’ quasi divertente essere puniti… -

- Parla per te Sfregiato! – scherzò – A quest’ora potevo farmi qualcuno!! –

- E invece ti tocco io! Povero piccolo! -

Draco si portò una mano al mento in segno di riflessione, ghignò – Da come baci potrebbe essere una piacevole esperienza, tutto sommato…-

Le gote del grifone si tinsero di scarlatto – C-Come?!-

Draco rise fragorosamente alla reazione esagerata – Scherzavo Potter! Mio dio come sei credulone!! –

Harry mise il broncio per qualche secondo, finché non si perse a fissare incantato il biondo che rideva. Era così carino quando era allegro…certo era affascinante anche quando era il freddo e spietato serpeverde, ma così era molto meglio…per un breve istante valutò la proposta, ma sgombrò la mente da pensieri del genere…che diavolo gli veniva in testa?!

- Draco…- lo chiamò Harry. Il biondo cercò di tornare serio con due profondi respiri. – Quando usciremo resterà tutto come prima? -

- Perché? Tu cosa vorresti?-

–Essere tuo amico. – rispose esitante.

 

Draco guardò Harry sconvolto, poi voltò il capo velocemente verso la finestra.

Sentiva le lacrime accavallarsi tra loro, in bilico…ma non poteva! Non doveva! Non davanti ad Harry!

Era sì commosso per le parole del moro, ma sentiva anche una stretta al cuore.

L’amicizia non gli bastava…voleva qualcos’altro.

Lui amava Harry Potter…

Ci aveva messo 5 anni per capirlo, ma alla fine ce l’aveva fatta. Aveva provato tante di quelle emozioni per lui come l’invidia e l’odio solo per quel rifiuto al primo anno. Sentimenti che lo accecavano dalla reale emozione che sentiva, l’amore.

Questo anno, infatti, si era domandato perchè non riusciva a disinteressarsi del bambino sopravvissuto, del perché voleva scocciarlo, infastidirlo, tormentarlo…

 

Si alzò e si diresse verso la finestra rivolgendo il suo sguardo sul grande lago nero, il cielo era più chiaro, anche se era ancora lontana l’ora in cui il tiepido sole invernale avrebbe fatto capolino all’orizzonte.  Con diversi respiri profondi riuscì a cacciare indietro le lacrime, ma non poter far nulla quando Harry lo raggiunse e, inspiegabilmente, lo attorniò con le sue braccia, dolcemente.

- Puoi piangere…- gli sussurrò il Grifone - nessuno lo saprà mai.-

Tutta la frustrazione, l’agonia e l’angoscia provata in tutta la sua vita sgorgarono dalle iridi grigie, senza alcun controllo accompagnate da un grido disperato. 

Ripensò a tutta la sua vita passata ad ubbidire ad un padre privo d’amore, ad una madre prima d’istinto materno, alla solitudine che lo avvolgeva, alle notti che passava insonne a tormentarsi sul suo futuro, su ciò che realmente voleva, ma che non poteva ottenere.

Ora ciò che voleva era lì, accanto a lui. Le sue braccia lo attorniavano con una dolcezza mai provata prima, mai avvertita ma ricercata e bramata dal più profondo del suo cuore.

 

Dopo un po’ si calmò, però restò fermo a lasciarsi coccolare dal Grifone. Con l’orecchio sul petto ancora nudo di quest’ultimo, Draco, ascoltava il battito cardiaco di Harry, cos’ rilassante anche se risultava leggermente accelerato.

- Stai meglio? – chiese gentilmente il moro.

- Si…- sussurrò l’altro – Harry perché mi hai abbracciato? –

Gli occhi smeraldo puntarono nel vuoto – Non ho resistito.- ammise.

Draco si scostò per guardarlo negli occhi, voleva perdersi in quelle iridi profonde, colorate di un verde smeraldo stupendo.

Si avvicinò piano e posò le sue labbra salate su quelle dell’altro, dolci e inebrianti come il miele …solo un istante, dopodichè abbasso gli occhi, non parve avere più il coraggio d’alzare lo sguardo su di Harry.

Dal canto suo il moro non sembrava infastidito, anzi. Portò una mano al mento di Draco e lo alzò per far incrociare ancora i due sguardi. Si chinò sulle sue labbra e lo baciò con tutta la dolcezza che possedeva.

Restarono qualche minuto ad abbracciarsi amorevolmente finché Draco non si allontanò da Harry per andarsi a sedere. Le braccia incrociate sul tavolo, la testa nascosta negli arti.

Dapprima Harry non si spiegò il perché l’avesse allontanato, poi si avvicinò anche lui alla sua sedia e vi si accomodò.

Passò molto tempo prima che uno dei due parlasse, un tempo interminabile che avvertivano entrambi con un gran peso.

- Dobbiamo smetterla con questo gioco – prese coraggio Draco – Ha già causato troppi guai -

Harry buttò un occhio al conta-domande: erano rimaste 3 domande per lui e 2 per Draco.

- No. – ordinò secco Harry – Finiamo il gioco.-

Il respiro di Malfoy era lento e ritmico come una persona stanca, del resto avevano passato tutta la notte lì – Avanti spara – disse.

- Perchè mi hai baciato? -

Draco soppesò la domanda – Perchè mi andava. – sorrise forzatamente – E tu perché l’hai fatto? –

- Perchè mi andava!- gli fece eco sarcasticamente.

Il serpeverde gli lanciò uno sguardo acido.

- Io ti piaccio Draco? – continuò il Grifone serio.

Il cuore dell’altro saltò un battito, ma del resto anche un troll l’avrebbe capito a questo punto.

S’incupì - No – rispose.

Gli occhi smeraldi del moro saettarono sulla scatolina che si tinse di verde. Era sincero…

- Ma… - tentò di controbattere.

- Io ti piaccio Harry? –

Gli aveva rinfacciato la domanda. Harry sentiva una stretta al petto: non piaceva a Draco…allora perchè tutto questo? Tuttavia decise di non mentire ne a lui ne a se stesso.

- Si, mi piaci. – disse quasi rammaricato.

Un espressione incredula comparse sul viso di Malfoy –Come?! –

- Mi piaci. – ribadì.

Il cuore di Draco inizi una folle corsa nel nulla. Piaceva ad Harry, piaceva ad Harry…

Ma la sua risposta di prima…

- Harry…- esordì – Richiedimelo… -

- Come?-

- Richiedimi se mi piaci… -

- Per essere preso per il culo. No grazie. –

Draco supplicò Harry – Ti scongiuro… -

Ma perchè doveva essere così complicato? Harry scoprì di non riusciva a resistere a quei suoi occhi imploranti… così ripeté monotonamente – Ti piaccio Draco? – come se era una domanda detta quante volte dalla risposta scontata.

Il serpeverde sorrise sinceramente felice – No, non mi piaci… - ribadì

- Fanculo…-

- Ti amo.-

 

Stavolta fu il cuore di Harry di saltare un o più battiti. Non capitava tutti i giorni di sentire una cosa del genere da Draco Malfoy! Sorpreso si alzò e iniziò a camminare nervosamente avanti e dietro. Era tutto troppo improvviso, non sapeva cosa fare.

Il gioco era finito. Quella era l’ultima domanda. Se ne fossero seguite altre non avrebbe avuto la certezza della sua sincerità ma…

Si fiondò su di Draco e lo bloccò alla sedia.

- Giuramelo! – lo minacciò.

- Te lo giuro –

- Da quando? –

- Da sempre –

- Mi ami? –

- Ti amo –

- Sei sincero? –

- Fidati di me Harry. –

Di tutta risposta, il moro catturo ancora le labbra di Draco con un bacio passionale.

Draco fu scosso da un brivido mai provato…si sentiva…vivo!

 

Un debole raggio di sole penetrò nella stanza sterile con il tavolo insipido e le due sedie classiche. Harry aveva indossato la maglietta, così come Draco…i due avevano preso decisamente freddo.

- Cosa ne sarò di noi, ora? – chiese Harry titubante.

- Nulla, quando usciremo da qui ognuno andrà per la propria strada.-

- Cosa?!-

- L’hai detto tu – disse Malfoy – “Quello che è stato, è, e sarà fatto in questa stanza…resterà in questa stanza”- recitò

- Ma come puoi?! –

Draco sospirò poi si voltò verso il moro serio - Harry… - iniziò.

La porta si spalancò e Piton e la McGrannt fecero capolino dall’ uscio.

- Siete ancora vivi. – constatò Piton,

La voce severa della donna lo seguì:

- Ora siete liberi di andare! Poiché è domenica potete recuperare le ore di sonno perse.-

Harry e Draco si guardarono un ultima volta, poi il serpeverde, con la sua solita aria di superiorità strattono i due professori e svanì nei corridoi del castello seguito da Piton.

La Mc Grannit scortò Harry fino al ritratto della signora grassa.

- Mi scusi professoressa…?.-

- Si Potter? –

- Come mai Malfoy era in punizione? –

La professoressa parve pensierosa attraverso i suoi occhiali quadrati.

- Ha colpito un suo compagno di cosa, apparentemente, senza motivo…-

- Senza motivo? –

- Pare che il compagno fosse impegnato in una delle solite conversazioni sul tuo conto, forse si sente l’unico in grado di beffeggiarti…- ipotizzò.- Si faccia una bella dormita Potter, a domani – detto questo lasciò Harry solo.

 

Dopo quella notte nulla sarebbe tornato come prima. L’amore sbocciato alla tenue luce di una candela non poteva essere dimenticato, quindi Harry raggiunse la sua decisione…

Mentre si accomodava tra le sue coperte rosso-oro promise a se stesso che avrebbe fatto qualunque cosa per avere ciò che gli spettava.

- Aspettami Draco – sussurrò.

Si addormentò.

 

   
 
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