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Autore: Viki_chan    27/12/2011    7 recensioni
Hermione ha un gatto che mangia qualsiasi cosa.
Harry forse è un giocattolo fallato.
Senza un pezzo, una casetta non è la stessa.
“Che colore?”
“Cosa?”
“Che colore sarà, la mia casetta?”
“Quello che vuoi.”
“La voglio verde come i tuoi occhi.” "
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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One shot per il DnAuror Seconda edizione indetto da Cercando chi dà la roba alla Rowling. Dedicata a tutte le Auror che come me amano questa coppia e la bella musica.

Lego House



I’m out of sight, I’m out of mind
I’ll do it all for you in time
And out of all these things I’ve done I think I love you better now
(Ed Sheeran - Lego House)



Non c'è niente di sbagliato, no.
Harry aveva aperto gli occhi con quella frase che gli ronzava nella testa.
La notte non lo aveva aiutato.
Quelle parole gli erano sfuggite di bocca, per errore, una sera d'inverno.
Una birra con troppa schiuma, spillata da un barista inesperto con un marcato accento irlandese.
“Sembra un folletto.” aveva detto lei riempiendosi il labbro superiore di schiuma.
Lui ne aveva presa un po' con un dito e gliel'aveva soffiata addosso.
Lei aveva sorriso.
“Abbiamo regalato a Rosie dei Lego. Ma Ron non ha pazienza e il gatto... beh, il gatto si è mangiato la porta della casetta. E Rosie piangeva e io...”
“E tu sei qui a bere una birra con Harry.” l'aveva interrotta lui alzando il boccale.
Troppa schiuma.
Neve perfetta per una casetta di Lego senza porta.
“Il gatto sta bene?”
“Benissimo. Ma la casetta... Non sarà più la stessa. Ma non penso che Rosie ci rimarrà male a lungo. Lei non ama i Lego.” Hermione aveva abbassato gli occhi. “A me quella casetta piaceva. Chi è la bambina tra le due?”
“Tu, sicuramente. Te la ricomprerò.”
“Era di Rosie.”
“Allora ne comprerò una solo per te. Con un piccolo zerbino e una porta blindata, impossibile da mangiare.”
La guardò, sorrise.
“E se non ti piacerà la butteremo giù e la ricostruiremo su misura.”
Hermione era riuscita nel difficile atto di bere schiuma e ridere nello stesso momento.
Aveva iniziato a tossire.
Ridendo ancora.
“Harry Potter, capo degli Auror, costruttore di casette di Lego. La tua vera identità è quasi più interessante della tua maschera.”
Harry aveva impiegato un secondo in più per ridere.
Hermione se n'era accorta.
“Che colore?”
“Cosa?”
“Che colore sarà, la mia casetta?”
“Quello che vuoi.”
“La voglio verde come i tuoi occhi.”
Harry l'aveva guardata senza pensarci.
Pentendosi immediatamente.
Non era bello sentirsi così studiato.
Gli occhi di Hermione indugiarono a lungo suoi suoi.
“E il tetto lo voglio rosso.”
“Come i capelli di Ron?”
“No, come il tetto delle casette di Lego. Hai mai visto una casetta con il tetto di un altro colore?”
“No, ma non sono un grande esperto.”
“No, credo di no.”
Harry aveva finito la birra con un sorso.
“Se ci alziamo adesso troviamo Hamleys ancora aperto.”
Hermione ci aveva impiegato qualche secondo in più.
Ma non lo aveva fatto aspettare molto.
Si era alzata e si era infilata velocemente il cappotto.
Prima di uscire, aveva lasciato una cospicua mancia al barista.
“Quella birra era tremenda, c'era...”
“...Troppa schiuma.” aveva continuato lei trascinandolo verso il grande negozio di giocattoli. “A me piace così.”
Harry non aveva detto altro, l'aveva seguita.
Aveva guardato i suoi occhi brillare davanti alle vetrine colme di decorazioni di natale.
Addobbi e bambole e Lego.
“E' perfetta Harry.” aveva esclamato davanti ad una teca.
Una casetta piccola e spoglia.
Lego verdi e rossi.
Harry aveva cercato uno dei commessi e aveva chiesto di poterla toccare con mano.
Hermione era rimasta a fissarla per lunghi minuti, prima dalle mani di Harry poi dalle sue.
Non era solo una casetta, Harry lo sapeva.
“La porta. Guarda quanto è carina la porta.”
Harry si era avvicinato, sfiorando per sbaglio le dita di Hermione.
“Prendiamola.”

Istruzioni mal rispettate, un po' di pazienza.
La casetta venne montata in quel pub, lo stesso.
Lo stesso folletto.
Troppa schiuma nella birra, ancora.
Harry aveva guardato la casetta e Hermione con la stessa intensità.
“Posso farlo solo con te.” aveva sussurrato lei tenendo lo sguardo fisso sulla costruzione, aprendosi in un sorriso. “Essere un po' immatura e libera. Un po' fuori di testa, lontano dalla vista di tutti.”
“Hermione, io sarò sempre qui. E nonostante le cose che sono successe... Rosie e i miei figli e tutto... io penso di amarti di più di prima.”
Harry aveva provato a tenere quelle parole chiuse nel suo petto.
Forse, anche lui era fallato.
Un gatto gli aveva mangiato la porta.

Hermione aveva lasciato che la casetta le cadesse dalle mani.
Un tonfo li aveva informati entrambi che alcuni pezzi si erano staccati dalla base.
Harry ne aveva sentiti alcuni sbattergli contro.
Ma i loro occhi, quelli no.

Non avevano visto, tanto erano concentrati in uno scambio di pensieri doloroso e sbagliato.
Immagini, momenti, parole troppo intimi per essere esposti all'impietosa luce della realtà.


Non c'è niente di sbagliato, no.
Si era svegliato, Harry.
Si era svegliato in una casa di mattoni e intonaco e pittura e porte.
Niente Lego e tetti rossi e pareti verdi-occhi-di-Harry.
Si era seduto in cucina, solo.
Ginny era entrata un istante dopo, sedendosi accanto a lui.
Un'espressione sofferente in viso.
“Che c'è?”
“I bambini. Ho dormito con un pezzo di Lego conficcato in un braccio, guarda.”
Gli aveva mostrato il braccio.
Segni rossi, forme geometriche.
“Di che colore era?”
“Cosa?”
“Il Lego.”
“Ce l'ho qui, eccolo.”
Ginny aveva tirato fuori dalla tasca della vestaglia un pezzo di Lego, verde.
Harry lo aveva preso in mano, se l'era girato tra le dita.
A casa di Hermione, una casetta incompleta doveva sentire la mancanza di quel piccolo pezzo di sé.





   
 
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