Something in the way

 Era lì, davanti alla microscopica finestra della sua stanza, ad osservare il panorama che andava sul centro di quel microscopico paese 
in cui abitava e che li rovinò l’adolescenza.
I suoi capelli quasi color oro legati in una treccia le incorniciavano quel suo viso rosa pallido, pieno di lentiggini sulle gote.
E quella sigaretta, quella Lucky Strike rossa che teneva fra le dita le dava quell'aria da dura che a lei mancava.
Polly aveva bisogno di pensare anche se le avrebbe fatto male. Pensare per lei, specialmente in quel suo strano periodo di vita, significava piangere.
E anche se le lacrime non avrebbero potuto risolvere i suoi problemi ( che poi chissà quale problemi aveva; si pensa fossero problemi adolescenziali), sentiva che ne aveva bisogno.
Pensava soprattutto nei momenti in cui la noia la rapiva, e in quel periodo quei momenti erano tanti, forse troppi, ed anche molto frequenti.
Apriva la finestra, poggiava i piedi sul minuscolo davanzale, accendeva lo stereo ed ecco che, dopo la prima nota s
e non la seconda di Something in the way, dava fuoco a quella Lucky Strike maledetta; 
era così che iniziava a perdersi nei suoi pensieri, fumando e ascoltando i Nirvana.
Polly pensava a tante cose.
Polly sentiva che stava andando tutto male e che quel suo non far nulla davanti ai problemi che le si mostravano, la lacerava.
Polly voleva tornare ad essere la ragazza solare di sempre, ma quel vuoto, 
quel buco nero che le divorava lo stomaco ed il cuore non glielo permetteva.
Polly capì che nonostante il sole in cielo e il cinguettio degli uccelli se dentro stai male, 
se qualcosa ti logora l'anima, andare avanti con un sorriso è difficile, è un impresa impossibile, abbastanza impossibile.