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Autore: nancysnape    28/12/2011    1 recensioni
< ...Così, con calma, spiegai tutti gli avvenimenti dei libri al Preside. Il quale, seppur meravigliato, sembrava accettare tutto quanto con calma. Mi spiegò che, in quello che lui definiva il 'mondo reale', Voldemort era stato sconfitto veramente grazie alla Maledizione Senza Perdono rimbalzata su di lui, dopo che aveva colpito Harry.
"Probabilmente vieni da un universo parallelo, dove la storia è andata diversamente. A dirti la verità, sono contento di vivere in questo, considerando che sono ancora vivo!"
Gli sorrisi, felice anche io che qui fosse stato tutto più semplice.
"Non credo proprio che tu stia sognando, perché io so di essere reale, e se tu mi stessi soltanto sognando, io non potrei vederti e percepirti così bene. Io sono reale, tu sei reale..." >
....
< "Lui è reale??"
"Certo, Stella...Come me, come te..." rispose divertito il Preside.
Scoppiai a piangere di gioia, non riuscendo a trattenermi.
"E' così bello vedervi vivi...i miei eroi!!" >
* Attenzione: prevedo di alzare il rating nei prossimi capitoli *
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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1.Che è mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un'illusione, un'ombra, una finzione

 

Sedevo sul morbido tappeto di camera mia. Computer appoggiato sulle gambe incrociate, sigaretta tra le labbra e tazza di caffè posata a terra.

Stavo scrivendo l'ennesima fanfiction, che riguardava i personaggi della mia saga preferita, Harry Potter. In quest'ultima, a differenza delle precedenti, stavo per lasciar morire il mio amato professore, proprio come succedeva nella realtà. Ero di pessimo umore e una morte romantica, di una coppia formata da Severus Piton e da un mio personaggio originale, mi sembrava più che giusta.

"Che sconforto oggi, mia cara" disse mia sorella, mentre leggeva le pagine sullo schermo del pc.

"Già...ma almeno muoiono insieme no? Innamorati e abbracciati. Sicuramente si ritroveranno da qualche parte dell'universo... Mentre io, il mio adorato Piton, non lo conoscerò mai!"

Sarah, mia sorella, mi lanciò un'occhiata che di solito riservava alle sue pazienti. Era una psichiatra.

"Stella, lo sai vero che Piton, Hogwarts, Harry Potter ecc, sono solo frutta della fantasia di una donna, che per quanto meravigliosa sia, non è Dio Creatore?"

Mi accesi l'ennesima sigaretta della giornata, annuendo verso di lei.

"Certo, lo so bene. Ma io dicevo, appunto, che è un peccato che al mondo non esista quest'uomo. E la magia. E Hogwarts...Non trovi?"

"Sì sì hai ragione..." rispose lei con fare troppo accondiscendente "dai ora non pensarci, andiamo fuori a cena...sushi??"

Sì, lei sapeva bene come farmi tornare il buon umore!

Sapevo bene che lei mi riteneva un pò fuori di testa, ma dopo tutto eravamo sorelle e mi voleva bene.

Io, d'altra parte, mi rendevo conto di essere un pò troppo ossessionata da quei libri, che leggevo continuamente. Ma evadere dalla realtà era ciò di cui avevo maggior bisogno.

Avevo lasciato la scuola un anno prima di diplomarmi, per scappare col mio fidanzato, quello che credevo essere l'uomo della mia vita. Lasciai la mia famiglia e i miei amici, per seguirlo negli Stati Uniti, dove voleva sfondare come chitarrista rock.

Ero una ragazzina immatura, di diciotto anni, proveniente da una famiglia benestante, cresciuta nella bambagia: non avevo mai affrontato niente di brutto nella mia vita, credevo che tutto sarebbe stato sempre perfetto. Prima di incontrare Jack.

Eravamo insieme da quasi un anno quando mi disse:

"Tesoro. Ho deciso di trasferirmi a Los Angeles: lì di sicuro farò fortuna. Tu devi venire con me, perché non posso vivere sapendoti lontana."

Mi sembrò una cosa romantica all'ennesima potenza: la settimana successiva preparai le valigie e scrissi una lettera di "addio" ai miei genitori. Presi tutti i miei risparmi, che, sommati agli stipendi di Jack, che lavorava da qualche mese, ci permisero di comprare i biglietti e pagare le prime notti in motel.

Qualche settimana dopo, io lavoravo come cameriera in un locale, mentre lui suonava in giro per le strade, portando a casa misere elemosine, che i passanti gli lasciavano.

Ma a quanto pare, a lui andava bene così. Io lavoravo, lui se la spassava.

Cercavo di non pensare al profumo da donna impregnato sui suoi vestiti, al suo rincasare ad ore tarde, con la scusa di aver suonato con un gruppo di ragazzini entusiasti, che lo avevano supplicato.

Non volevo accettarlo, mentivo a me stessa e lasciavo correre.

Finché un giorno non lo trovai a letto con una donna di quasi quarant'anni.

Rincasai da lavoro prima del previsto, in quanto quel giorno non c'era nessuno e il capo mi aveva gentilmente concesso qualche ora, per preparare una cenetta romantica al mio ragazzo.

Trovai vestiti sparsi per tutta la casa, mentre dalla camera da letto provenivano urla e gemiti.

Non si accorsero di me quando entrai, così rimasi a fissarli appoggiata allo stipite della porta, con le lacrime che scendevano senza controllo.

La finta bionda mi vide:

"Ciao bella, vuoi unirti alla festa?"

Una puttana. Aveva soldi per pagare una prostituta, ma non per portarmi al cinema una sera.

"Stella! Non è come pensi!"

Jack si alzò dal letto, staccandosi dalla donna nuda, che sembrava a suo agio stesa nel mio lato del letto.

Arrancò verso di me, inciampando nelle lenzuola, mentre io non riuscivo a muovere un solo muscolo., ero paralizzata dal dolore. Sentivo rompersi qualcosa dentro di me.

"Scusami ti prego, non volevo, non intendevo..."

Io non riuscivo a ragionare lucidamente. Gli risposi lapidaria:

"Sai, sono venuta a casa perché volevo prepararti una sorpresa. Ma a quanto pare l'hai fatta tu a me... Ioquesta sera volevo annunciarti che avremo un bambino."

Lui restò pietrificato. Io, solo allora, mi resi conto di quello che dovevo fare: presi di corsa le mie poche cose e corsi via, lasciandolo con la sua puttana e senza i miei soldi che gli permettevano di vivere così. Fermai un taxi, lanciandomi in mezzo alla strada, e chiesi che mi portasse in aeroporto.

L'aereo sarebbe partito soltanto l'indomani mattina e avevo un bel pò di ore davanti; decisi che avrei dormito nella sala d'aspetto.

Prima però uscii: avevo bisogno di camminare per sfogarmi. Attraversai una strada, che passava al di sopra di un fiumiciattolo. Mi persi a fissare il moto incessante e ipnotico dell'acqua, mentre piangevo senza nemmeno rendermene conto.

Come potevo essermi fidata di lui? Sapevo che tipo era, sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto soffrire. E gli avevo dato lo stesso il mio amore, la mia vita, tutto.

Non so di preciso come, ma mi trovai in piedi sopra il muretto che delimitava la strada; senza fermarmi a riflettere più di tanto, decisi che l'unica cosa da fare era porre fine alla mia inutile esistenza: mi gettai nel vuoto, sentendo che il mio cuore si liberava da ogni peso mentre spiccavo il volo.

 

Ci era mancato poco. Qualche minuto di ritardo nei soccorsi e sarei morta.

Se un passante non mi avesse notata, chissà quanto ci avrebbero impiegato a trovare il mio corpo.

Persi il bambino e questo mi distrusse. Volevo morire con lui, non vivere senza.

Nei due mesi in cui l'avevo avuto nel mio grembo, non lo percepivo ancora fisicamente dentro di me, era troppo piccolo, ma il mio cuore era già suo.

Come avevo potuto essere così egoista? Se non avessi tentato di suicidarmi, ora terrei stretto tra le braccia un fagottino appena nato.

Jack non si fece vivo, nemmeno con i miei o mia sorella. Sembrava sparito dalla faccia della terra.

Troppo tardi avevo capito che era soltanto feccia: non potevo perdere il mio tempo dietro a simili persone.

Severus Piton, invece, non mi avrebbe tradita. Non mi avrebbe abbandonata e lasciata a me stessa. Piton mi avrebbe amata, sempre.

Mi addormentai nel mio caldo e morbido letto, dopo l'abbuffata di sushi, pensando intensamente al professore di Pozioni.



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Ciao a tutti!
Ho iniziato una nuova fan fiction. Spero che vi piaccia! Il primo capitolo è solo introduttivo, un pò noiosetto magari? Breve sicuramente, i prossimi saranno ben più lunghi, tranquille.
Prometto che dal prossimo sarà tutto più avvincente! Prometto di postare tra domani e venerdì il prossimo capitolo, che ci porterà ad Hogwarts. :-)

A presto!

   
 
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