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Autore: Alchbel    28/12/2011    12 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ Klaine Songs ~

 

23°_ Candles ~ Kurt

~ Di quando guadagni un fidanzato e non perdi il tuo migliore amico ~

 

 

Sono seduto, solo, nella sala studio della Dalton, cercando di concentrarmi su qualsiasi cosa che non riguardi troppo Blaine, o ciò che provo per lui – un mix di rabbia, tristezza e troppo, troppo amore che mi rende una miscela esplosiva. Per questo ho deciso di decorare la piccola bara in cui metteremo poi Pavarotti.

 

Non che questa attività mi faccia stare meglio, però almeno mi rilasso, facendo qualcosa che mi piace fare. Tuttavia, il pensiero non fa che scivolare sulla riunione dei Warbler avvenuta giusto ieri: canterò un duetto alle Regionali. Io.

 

Non riesco  a smettere di pensarci, di immaginare quale canzone dovremo cantare, quali emozioni dovrò trasmettere al pubblico, cosa proverò nello stare su un palco, con l’attenzione di tutti concentrata praticamente quasi solo su di me. E sto provando a non pensare al mio compagno di duetto ma… beh, credo sia inevitabile.

 

Ah, cavolo, avevo detto che avrei fatto di tutto per non pensare a Blaine! E invece eccomi qui, a crogiolarmi nel pensiero di quale canzone dovremo cantare insieme, di come mi sentirò a cantare con lui, di cosa proverò.

 

Forse non è stata una buona idea. Forse cantare con Blaine peggiorerà i miei sentimenti per lui – e mi chiedo se sia possibile che peggiorino – però, d’altro lato, non posso fare a meno di essere felice per un sogno che si avvera: cantare come solista in una competizione canora. E inoltre, potrei approfittare delle prove in cui io e Blaine saremmo costretti a stare soli per seguire il consiglio di Finn e parlare con lui. Anche perché sono ormai tre giorni che Blaine mi evita. C’è anche da dire tuttavia che sono io il primo a evitare lui.

 

Proprio in quel momento, sento chiedere, da una voce che conosco benissimo e che mi colpisce, come sempre, «Che cos’è?»

 

Alzo lo sguardo su Blaine, che è appena entrato nella sala, bello come al solito. Provo a risultare distaccato mentre gli rispondo, anche se sono molto felice di vederlo, nonostante tutto. «Sto decorando la bara di Pavarotti.»

 

Mentre Blaine si avvicina, io distolgo lo sguardo, troppo imbarazzato a sostenere per troppo tempo il suo. Con la coda dell’occhio noto Blaine appoggiarsi con le mani sul bordo della sedia di fianco a quella su cui sono seduto io.

 

«Beh fai in fretta. Ho la canzone perfetta per il nostro numero. Dobbiamo fare le prove.»

 

Questo attira certamente la mia attenzione, scacciando l’imbarazzo, che lascia il posto alla curiosità. Così decido di guardarlo – sarebbe da veri maleducati non farlo – e gli dico, «Spara.»

 

Lui sospira un po’ e distoglie lo sguardo, parendomi un po’ in imbarazzo. Non capisco perché debba essere in imbarazzo, ed effettivamente sarà durato solo mezza frazione di secondo, quindi è possibile che me lo sia immaginato. Ma, appunto, è solo un momento, perché poi riporta lo sguardo su di me e risponde, «Candles, degli Hey Monday.»

 

Ora capisco il suo imbarazzo. La canzone effettivamente non è una scelta che mi sarei aspettato da lui, e infatti glielo dico.

 

«Sono colpito. Di solito scegli le prime in classifica.»

 

Blaine mi guarda per un attimo e poi decide di sedersi accanto a me – cerco di non dare a vedere che dentro di me sto esultando: stiamo facendo la prima discussione pseudo normale da quando abbiamo litigato, lunedì. Quasi non mi sembra vero.

 

«Beh, cercavo qualcosa di un po’ più… sentimentale.»

 

Questo mi lascia spiazzato per un attimo. Per quale motivo Blaine vorrebbe cantare un duetto, che sia sentimentale, con me? Per un momento sento montare dentro di me la rabbia e inizio a dirmi mentalmente di non cominciare a farmi illusioni, che questo non significa niente, che Blaine non prova qualcosa per me che vada oltre all’amicizia.

 

Poi però mi viene in mente ciò che mi ha detto Finn, di scoprire cosa prova Blaine per me, di chiederglielo direttamente. Purtroppo, questa è una cosa che non riesco a fare, non con Blaine. Perciò decido di fargli una domanda che non è proprio diretta, ma che, in qualche modo, potrebbe portarci a parlare anche del nostro problema – ancora Kurt? Non c’è nessun noi, mettitelo bene in testa!

 

«Perché hai scelto me come compagno di duetto?»

 

Lo guardo, in attesa di una risposta, e lo fisso abbastanza insistentemente. Voglio che capisca che mi preme saperlo, e che voglio che sia sincero con me. Blaine sembra pensarci un bel po’ su e segue un lungo momento di silenzio imbarazzato. Sembra quasi che stia decidendo qualcosa e sembra che qualsiasi cosa voglia dirmi, sia anche piuttosto difficile, vista la sua aria concentrata.

 

«Kurt, c’è un momento…» fa una pausa, come se stesse cercando le parole adatte per continuare. «Quando dici a te stesso, “Oh, eccoti,”» Fa un’altra pausa, guardandomi negli occhi. I suoi sono di un colore indefinito. Inaspettatamente, sento il cuore cominciare a pompare un po’ più velocemente del normale. «“E’ tutta la vita che ti cerco”»

 

Io resto in silenzio, aspettando che vada avanti, cercando di capire cosa voglia dire. Blaine mi sembra in difficoltà però, finché deglutisce e si avvicina a me, spostando la sedia, mentre allunga una mano. E la posa sulla mia. Improvvisamente, mi torna in mente un’altra volta in cui Blaine mi ha preso per mano, la prima volta che ci siamo visti sulle scale della Dalton. Quella volta mi ero stupito di come l’avesse afferrata senza alcun tipo di pregiudizio o problema, ora invece mi stupisco di come una così semplice mossa mi faccia sentire. Ci stiamo solo toccando le mani – o meglio, lui sta toccando la mia – e il cuore quasi non lo sento più per quanto corre. Quando inizia anche ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice, non riesco nemmeno più a respirare.

 

«Guardarti cantare Blackbird questa settimana,» continua Blaine, alternando lo sguardo dai miei occhi al tavolo «per me ha rappresentato quel momento, e riguardava te…»

 

Fa una pausa ora, probabilmente per pensare a cos’altro dire. E per quanto io stia letteralmente morendo dalla voglia di sentire cos’ha da dire ancora, di avere la certezza di aver capito bene quello che intende, non riesco a odiare questa pausa perché mi permette di guardarlo. Mai finora Blaine è stato più bello, con gli occhi luminosi che dimostrano imbarazzo, ma anche qualcos’altro che forse so come definire. Perché è ciò che si vede nei miei occhi quando parlo di lui o con lui.

 

«Tu mi emozioni, Kurt.»

 

Vorrei deglutire ora, o scappare via, o avvicinarmi a lui e zittirlo in qualche modo ma… sono bloccato, immobile. Non riesco a muovermi. Non riesco nemmeno a sbattere le palpebre. Credo di essere in stato catatonico. E ancora, spero con tutto me stesso di aver capito bene, perché se così non fosse, potrei morirne.

 

«E questo duetto è solo una scusa per passare più tempo con te…»

 

Sorrido appena, il cuore ormai mi si è fermato, non lo sento. Ma non mi preoccupo nemmeno più, perché so di non sentirlo per un valido motivo. Ce l’ha Blaine.

Blaine, perfetto, stupendo, imbarazzato Blaine, il mio migliore amico, il ragazzo senza il quale non potrei vivere, il ragazzo che amo persino più di me stesso, il ragazzo che mi sta fissando le labbra ora, e che si è alzato dalla sedia per avvicinarsi lentamente a me.

 

Oh. Cavolo.

 

Il tempo di un battito di ciglia che sento le sue labbra premere sulle mie, dolci e delicate, ma anche decise; una sua mano preme sulla mia guancia, quasi come se avesse paura che io scappi via. Blaine, come puoi anche solo pensare minimamente che io possa fuggire? Mi stai baciando, finalmente.

 

Blaine emette un sospiro, muovendo la bocca sulla mia, e la mia mano trova il suo posto sulla sua guancia. Senza pensare, apro la bocca, desideroso di avere di più. E penso che fortunatamente sono  seduto, perché a quest’ora sarei probabilmente già crollato sul pavimento: le mie gambe non avrebbero retto. Sento la sua lingua sfiorare lievemente la mia ed è tutto così dolce e giusto da farmi girare la testa.

 

Quando ci stacchiamo, con uno schiocco anche piuttosto rumoroso, non posso fare a meno di guardargli le labbra; questo mi fa immediatamente vergognare di me, però poi noto che Blaine sembra avere il mio stesso problema.

 

Lo fisso imbambolato mentre si risiede. E se nella mia testa sembra stia passando un cricetino urlante L’ha fatto! L’ha fatto! nella sua sembra ce ne sia un altro che stia dicendo L’ho fatto! L’ho fatto!

 

«Credo… credo dovremmo provare,» dice Blaine, al massimo dell’imbarazzo. E io non penso affatto a ciò che sto dicendo ora, le mie labbra si sono aperte da sole e la voce è uscita senza che io le abbia dato il permesso di farlo.

 

E così sento me stesso dire, «Pensavo lo stessimo facendo…» Ed effettivamente non so bene cosa sto aspettando, ma quando lo vedo inclinare la testa di lato con un’espressione desiderosa in volto, alzarsi velocemente e letteralmente fiondarsi sulle mie labbra, so che è questo che stavo aspettando.

 

Mi rendo conto che io stesso mi sono alzato dalle sedia quando sento le mani di Blaine vagare sulla mia schiena, in una carezza che mi regala nient’altro che brividi di piacere. Le nostre lingue continuano ad intrecciarsi, la mia un po’ più incerta; con la lingua, disegna il contorno delle mie labbra, tirandosi un po’ indietro e permettendomi di respirare. Afferro i suoi capelli e li stringo forte, premendo di nuovo le labbra sulle sue e facendomi sfuggire un piccolo gemito di felicità.

 

Nel sentire la mia reazione, Blaine inizia a spingermi lentamente indietro, mentre le sue mani che vagano lente e delicate sulle mie guance, tra i miei capelli, sulle mie spalle e sul collo mi distraggono da dove mi sta portando. Sono totalmente perso in lui.

 

Quando però i miei polpacci si scontrano con il divano, apro gli occhi e mi scosto un po’ da Blaine, che mi  rivolge uno sguardo a metà tra il voglioso e lo spaventato. E improvvisamente, vengo assalito da una paura incontrollabile, seguita a ruota dall’imbarazzo. Abbasso gli occhi e faccio qualche passo di lato, mettendo una distanza di sicurezza tra me e Blaine.

 

Non so cosa mi stia succedendo, perché mi sono allontanato?

 

«Kurt…?»

 

La voce di Blaine giunge alle mie orecchie quasi ovattata, come se provenisse da centinaia di metri lontano da me, e non da un metro scarso.

 

So che lo sto facendo preoccupare ma ora sono spaventato da morire. Non posso stare  qui. Ho bisogno di parlare con qualcuno, ho bisogno di qualcuno che mi dica che andrà tutto bene, che mi abbracci e che mi dica cosa fare. Ho bisogno di mio fratello.

 

Alzo gli occhi su Blaine, che mi guarda ancora più spaventato di prima. Fa un passo verso di me, allungando una mano, ma io mi allontano, mentre sento le lacrime premere di uscire e il desiderio profondo di parlare con il mio migliore amico. Ma non posso. Non potrò più, forse.

 

«Scusa, io…» mi sento balbettare appena, prima di girarmi e scappare via, lasciando sul tavolo tutto quello che prima vi avevo posato su, lasciando la mia borsa ai piedi del tavolo, lo stomaco pieno di farfalle vicino al divano, il cuore nelle mani di Blaine e il cervello… non lo so. Credo di averlo perso.

 

Perché diamine sto scappando via? Perché mi ritrovo in macchina, le lacrime che scivolano lungo le guance, la paura che mi attanaglia dove prima avevo lo stomaco? Perché sto guidando fino alla mia vecchia scuola? Perché sento di avere il bisogno dei consigli di Finn, Mercedes, Rachel e Tina?

Perché sono così spaventato?

 

Neanche un’ora dopo sono davanti al McKinley. Scendo dalla macchina quasi correndo, senza preoccuparmi del fatto che potrei incontrare qualche giocatore di football rimasto a scuola nel pomeriggio per gli allenamenti. Se mi vedessero qui, non so che cosa potrebbero farmi, ma ora come ora non mi interessa. Procedo per i corridoi vuoti verso una meta precisa, l’unica aula dentro la quale mi sembrava andasse tutto bene, nonostante tutto.

 

Ed eccola lì, la porta dell’aula coro. Accelero l’andatura, e quando mi ci trovo di fronte, mi scosto all’indietro giusto in tempo per evitare di venire colpito in piena faccia dalla porta, aperta da Puck. Il ragazzone mi guarda dall’alto, alzando un sopracciglio.

 

«Cosa ci fai qui?» chiede sorpreso. 

 

Io sono così sconvolto che quasi non riesco a parlare. «Io… Finn. Devo parlare con Finn.»

 

Fortunatamente vedo Finn spuntare da dietro la spalla di Puck; i suoi occhi incontrano i miei e vorrei che capisse, anche solo guardandomi, di quanto sono sconvolto al momento. Ma non dovrei dimenticarmi che sto parlando di Finn, che ovviamente mi fissa grattandosi il mento e chiedendomi, «Ti serve qualcosa?»

 

Sospiro, esausto, ed entro dentro, cercando Mercedes con lo sguardo. In aula non c’è quasi più nessuno, se non per Lauren – che si affretta subito a trascinare via Puck – e la mia amica. Non appena mi vede, capisce subito che qualcosa non va, perché molla gli spartiti che aveva in mano e mi si avvicina, stringendomi in un forte abbraccio.

 

Io la stringo forte e scoppio di nuovo a piangere. Sento il rumore di una porta chiudersi e dei passi pesanti avvicinarsi, segno del fatto che Finn ha chiuso la porta e poi si è avvicinato a me e Mercedes, in piedi nel bel mezzo dell’aula coro. La mia amica mi accarezza piano la schiena, cercando di calmarmi. E io mi sento improvvisamente un idiota, perché li sto facendo preoccupare e non ce n’è nessun motivo. Perché diamine, Blaine mi ha baciato! Però la cosa mi spaventa a morte.

 

Dopo quelli che paiono secoli, mi stacco da Mercedes e mi accascio su una sedia, vicino a mio fratello che mi guarda come se fossi uno strano animale scappato dallo zoo, ovviamente senza capire, né immaginare probabilmente, cosa è appena successo.

 

E invece, anche questa volta, Finn mi sorprende.

 

«Hai parlato con Blaine?» mi chiede, e lo vedo stringere i pugni sulle cosce.

 

Annuisco, lasciando stare la reazione confusa di Mercedes, che si deve essere certamente persa qualche passaggio. Non le avevo detto della morte di Pavarotti, né di ciò che era successo dopo l’ultima lite tra me e Blaine; e non credo immaginasse nemmeno che ne avrei parlato con Finn.

 

«Ha detto che non gli piaci?» dice Finn, posandomi una mano sulla spalla.

 

Io guardo le due persone presenti nella stanza, poi abbasso lo sguardo, vergognandomi di ciò che sto per dire loro.

 

«No. In realtà lui mi ha… Blaine mi ha baciato.»

 

E mentre lo dico ad alta voce, mi sento sul punto più alto del paradiso, ma allo stesso tempo all’inferno. Perché è vero, è reale, Blaine mi ha baciato; ma come è vero questo, anche la mia paura è vera. La paura che questo cambi tutto.

 

«E poi… beh… sono scappato qui.»

 

Finn e Mercedes si fissano per un attimo sconvolti – ma anche con un largo sorriso in volto, quello di Finn forse un po’ meno largo – poi spostano lo sguardo su di me e iniziano a urlarmi improperi addosso. Io li fisso senza alterarmi più di tanto; era proprio questa la reazione che mi aspettavo da loro, dirmi che sono un cretino. Io stesso me lo sto dicendo.

 

Li lascio sfogarsi per un po’, soprattutto per darmi l’occasione di sentirmi insultato per bene una buona volta per quello che ho combinato, e infine li zittisco, quando sembra che non abbiano più aria nei polmoni.

 

«Va bene ragazzi, so che sono un idiota, un deficiente, un cretino e una regina del dramma, grazie. Ma…» sento di nuovo salire le lacrime, pronto a tirare fuori ciò che mi spaventa più di ogni altra cosa, «… ora tutto cambierà. Il rapporto mio e di Blaine.»

 

«E non era ciò che volevi?» chiede Finn.

 

«Sì, ma…» mi asciugo la lacrima che mi è caduta sulla guancia. «Non voglio perderlo come amico… Lui è il mio migliore amico, e voglio poter parlare con lui di qualsiasi cosa. E ora lui prova qualcosa per me, e questo ci renderebbe tecnicamente una coppia… Oddio che poi lui non ha detto nulla su quello che siamo effettivamente ora –»

 

«Certo che non l’ha fatto, sei scappato via!» mi interrompe Mercedes.

 

«-So che cambierà tutto, e se un giorno dovessimo lasciarci e non rivolgerci più la parola? Non solo lo perderei come fidanzato, possibile o meno, non lo so… ma lo perderei anche come amico e –»

 

Mi fermo, incapace di continuare a causa del magone che mi blocca la gola. Come ho fatto a essere così stupido? Ho aspettato per mesi che Blaine ricambiasse i sentimenti che provavo per lui, e ora che l’ha fatto, sono scappato, spaventato dal cambiamento. In tutti questi mesi di attesa, come ho fatto a non pensare che le cose, se fossero andate per il meglio, sarebbero per forza cambiate? Avrei potuto prepararmi mentalmente. E invece la paura è arrivata tutta insieme.

 

E… e se fosse tutto un sogno? Se stessi solo sognando?

 

Finn si china su di me e mi mette una mano sulla spalla. «Senti Kurt, posso capire la tua paura ma…» Cerca con lo sguardo Mercedes, forse alla ricerca di un aiuto.

 

«Ma è ovvio che le cose cambieranno, tesoro,» continua la mia amica. «Blaine ora prova qualcosa per te, quindi il vostro rapporto cambierà. Ma se ci pensi, era già cambiato quando tu gli avevi detto dei tuoi sentimenti per lui; così com’era cambiato quando tu ti sei trasferito alla Dalton, quando credevi che Blaine provasse qualcosa per Rachel, quando avete litigato per la questione sul sesso.»

 

Vedo Finn fare una faccia a metà tra il preoccupato e lo sconvolto, ma fortunatamente Mercedes continua a parlare.

 

«I rapporti cambiano continuamente, tesoro, si evolvono. Non si può dire se si evolvano in meglio o in peggio, ma per scoprirlo non ti resta che viverlo.»

Resto in silenzio per qualche secondo, pensando alle parole dette dalla mia amica. Ha ragione. Ha assolutamente ragione. Ora devo solo decidere se voglio viverlo…

 

Tempo mezza frazione di secondo che sono in piedi. Non c’è nemmeno bisogno di pensare: certo che voglio viverlo! Voglio vivere tutto con Blaine. E anche se sono ancora spaventato da morire, so che probabilmente Blaine stesso lo sarà… e anche per gli stessi motivi.

 

«Grazie ragazzi. Avete ragione io… devo andare.» Li guardo negli occhi, sorridendo come non mai e stringendo entrambi in un abbraccio, per poi precipitarmi fuori dall’aula, senza guardarmi indietro e notare l’espressione confusa di Finn e quella radiosa di Cedes.

 

 

*

 

 

Busso leggermente alla porta, facendo un sospiro profondo. Non so perché sto bussando alla porta di quella che è anche la mia stanza, ma sento quasi come se dovessi chiedere il permesso di entrare, dopo aver abbandonato Blaine senza alcuna spiegazione. L’improvvisa ansia che non ci sia nessuno ad aspettarmi, che Blaine, vista la mia reazione, abbia cambiato idea, mi prende per un momento, ma poi sento la sua voce invitarmi a entrare.

 

Apro la porta lentamente ed entro nella stanza. Blaine è seduto sul mio letto, la schiena appoggiata al muro, i piedi puntati sul letto e le mani che pendono dalle ginocchia. Quando incrocio il suo sguardo, posso notare le piccole venature rosse nei suoi occhi. Sembra quasi che abbia pianto. La sua espressione è un misto di preoccupazione e tristezza, a cui si aggiunge un pizzico di felicità quando mi vede.

 

Senza pensarci due volte, chiudo la porta alle mie spalle e mi precipito verso di lui, sedendomi sul letto e stringendolo in un abbraccio. Inutile dire che arrossisco non appena sento stringermi con la stessa forza con la quale io sto stringendo lui.

 

«Scusami scusami scusami scusami…» inizio a sussurrare contro il suo collo, il cuore che torna finalmente a farsi sentire. Blaine dovrebbe essere arrabbiato con me, ne avrebbe tutte le ragioni, ma sono felice del fatto che reagisca stringendomi un po’ più forte e scuotendo leggermente la testa.

 

«No, non preoccuparti… Non c’è bisogno che ti spieghi. Ho capito perché sei scappato via…» sussurra anche lui.

 

«No invece, io…» comincio, scostandomi da lui per guardarlo in volto. «Non sarei dovuto scappare così, senza alcuna spiegazione. È che mi sono spaventato da morire. Avevo paura di aver perso il mio migliore amico…»

 

Faccio una pausa e lo guardo negli occhi; e questo mi basta per capire che è vero, anche lui ha avuto la mia stessa paura. Questo non fa che sentirmi ancora di più in colpa, perché lui non ha reagito così, ma è rimasto; sarebbe rimasto, lo so, e ne avremmo parlato con calma. Io invece mi sono dovuto comportare da drama queen e scappare via.

 

Blaine però non sembra assolutamente arrabbiato con me, anzi sembra che l’aria triste che aveva quando sono entrato in stanza sia completamente scomparsa. Inclina un po’ la testa, guardandomi negli occhi con un’intensità tale da farmi quasi sospirare di felicità. Ho sempre desiderato che lui mi guardasse così.

 

È questo che mi da la forza di dirgli anche un’altra cosa, una cosa che mi spaventa tantissimo, sebbene sia un’emerita scemenza.

 

«E anche… è che ci ho sperato così tanto che tu finalmente provassi qualcosa per me, che ora che è successo… ho paura che sia tutto un sogno.» Distolgo lo sguardo dal suo, arrossendo e incominciando a gesticolare. «So che è una cavolata ma –»

 

Ma vengo interrotto dalle sue labbra, che si sono posate di nuovo sulle mie, delicate come non mai, in un semplice contatto che non viene approfondito. Blaine apre la bocca per parlare, senza però staccarsi da me.

 

«Non è un sogno, Kurt. È tutto vero.»

 

Io sorrido, sempre contro le sue labbra, incapace di dire qualsiasi cosa. Al momento ho il cervello totalmente in pappa, perso tra le iridi dorate e le venature verdi dei suoi occhi. Anche Blaine mi sta guardando dritto negli occhi, e sembra anche lui perso in un mondo a parte.

 

Dopo qualche secondo però Blaine si tira indietro; inaspettatamente emetto un verso di protesta, cosa che lo fa sorridere radioso. Arrossisco, ma non posso fare a meno di sorridere nel vedere la sua espressione. Blaine si alza e mi prende per mano, trascinandomi con lui davanti alla finestra, dietro alla quale gli alberi della Dalton illuminati dalla luce del tramonto si muovono appena, mossi dal vento. Se fossi in condizioni normali farei una battutina sull’incredibile cliché della dichiarazione al tramonto, ma non sono in condizioni normali, affatto. 

 

Non appena ci ritroviamo davanti alla finestra, Blaine guarda per un attimo fuori, sorride, e infine si volta verso di me, afferrandomi anche l’altra mano. Si schiarisce la gola, sembrando di nuovo imbarazzato come prima.

 

«In realtà prima è stata un’improvvisata; volevo fare le cose per bene, ma non ho resistito.» Faccio per interromperlo e dirgli che il modo in cui si è dichiarato è stato il migliore del mondo, anche solo per il fatto che era lui a dichiararsi a me, ma vengo interrotto. «Perciò, ora vorrei rimediare.» 

 

Blaine fa un passo verso di me, avvicinandosi tanto che riesco a sentire il calore che emana. O forse sono io che sto bruciando per autocombustione.

 

«Tu sarai sempre il mio migliore amico. Sei la persona migliore che conosco, la persona che mi capisce meglio di tutti, quella da cui voglio ricevere consigli e parlare di qualsiasi cosa. Ma sarebbe un onore per me se tu diventassi anche il mio ragazzo.»

 

Blaine… sempre così distinto e formale. È anche per questo che sono innamorato di lui. Improvvisamente sento il desiderio di dirglielo, di rispondere alla sua dichiarazione dicendogli che non deve nemmeno chiedere, che è ovvio che voglio diventare il suo ragazzo, e che sarebbe un onore per me non per lui. Ma non gli dico nulla, non perché lo reputo troppo presto, ma perché reputo che la cosa migliore da fare ora sia chinarsi in avanti e baciarlo.

 

Ed è quello che faccio. Gli accarezzo una guancia con la mano, affondando le dita nei suoi ricci alla base del collo, e poso le labbra sulle sue. E questa volta sono io a baciarlo per primo, stringendolo a me e forzandolo dolcemente ad aprire la bocca, per far toccare le nostre lingue che, come tutto ciò che ci riguarda, come le nostre voci, i nostro cuori e le nostre mani, unite sono perfette.

 

 

~ ∞ ~

 

 

The power lines went out
And I am all alone
But I don't really care at all
Not answering my phone

 

Non posso crederci. Ce l’ho fatta! Sono sul palco delle Regionali e sto cantando, da solo. La paura che all’inizio avevo, quella che la voce non potesse uscirmi affatto o che potesse uscire tremante e poco certa, mi ha ormai abbandonato del tutto, perché sta andando tutto bene.

Parlare con Blaine all’inizio mi ha fatto bene; mi ha fatto rilassare a sufficienza per salire sul palco con il cuore che batteva a una velocità certamente superiore al normale, ma neanche come se mi stesse per uscire dal petto.

 

La luce dei riflettori illumina solo me, mentre cammino in avanti, dritto verso il pubblico e spaziando con lo sguardo la platea, passando dai nostri avversari ai miei vecchi compagni di coro a semplici sconosciuti. E ora che mi ritrovo sotto questa luce, quasi non mi sembra vero.

 

Questo è un sogno che si realizza, un sogno che ho continuato a perseguire in tutti questi anni e che molto spesso credevo non si sarebbe avverato mai; invece, fortunatamente, non è stato così, il mio sogno si è finalmente realizzato.

 

E ora che mi ritrovo qui a cantare da solo di fronte a un pubblico, l’unica cosa che voglio è sentire un’altra voce, quella voce che mi ha catturato fin dal primissimo momento, unirsi alla mia e darmi forza. Come sempre ha fatto.

 


All the games you played
The promises you made
Couldn't finish what you started
Only darkness still remains

 

E il mio desiderio viene immediatamente esaudito, la voce di Blaine si leva alta e sicura alle mie spalle; e io non posso fare a meno di distogliere lo sguardo dalla platea e portarlo su di lui, che avanza verso di me. E i nostri occhi si incontrano e l’unica cosa che mi resta in mente è che questo ragazzo è mio.

 

Abbasso la testa, compiaciuto, mentre Blaine mi passa dietro per poi ritrovarsi all’altro mio fianco; io lo seguo con lo sguardo, incapace di fissare altro. Ora come ora non mi importa se ci giudicheranno poco professionali, ma non posso trattenermi. Voglio guardare Blaine.

Spero che lo prendano come uno sguardo previsto dalla coreografia.

 


Lost sight
Couldn't see
When it was you and me
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
I'm beginning to see the light
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
But I think I'll be alright

 

Riparto appena in tempo sulla musica, indietreggiando e cercando di ricordare i passi della coreografia; ma passi in realtà non ce ne sono, questo pezzo è sempre stato tutto giocato su di noi, su me e Blaine, e non su un vero e proprio balletto. È un gioco di sguardi ciò che movimenta questo pezzo, nient’altro.

 

E difatti gli occhi di Blaine non si staccano neanche per un attimo dai miei; mi segue, le labbra stirate in un piccolo sorriso che è tutto per me, aspettando il suo turno per cantare. Il cuore mi batte appena più veloce, ma non per paura; batte veloce per la felicità.

 

Quando finalmente le nostre voci si uniscono, vengo di colpo investito da un chiaro ricordo: la prima volta che abbiamo cantato assieme, la prima volta che ho notato quanto le nostre voci si compenetrassero l’una all’altra, senza una che prevalesse per forza sull’altra. Mi torna in mente il viso di Blaine circondato dalle stelle di natale, sullo sfondo la finestra della sala studio della Dalton e la neve che cadeva al di fuori.

Non solo le nostre voci sono belle da sentire insieme, ma per me rappresenta qualcosa di più. Per molto tempo è stato l’unico modo che avevo per sentirlo davvero vicino; ma soprattutto, è importante il modo in cui mi sento quando canto con Blaine. Mi sembra di essere nel posto giusto al momento giusto; mi sembra che niente possa farmi star male, che niente possa abbattermi; mi sento incredibilmente me stesso.

 


One day
You will wake up
With nothing but your sorries
And someday
You will get back
Everything you gave me
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
I'm beginning to see the light

 

Non faccio quasi più caso a nulla che non sia Blaine; non mi rendo conto degli altri Warblers che si muovono alle nostre spalle, né del fatto che alcune persone tra il pubblico abbiano acceso degli accendini per rendere l’atmosfera romantica; bado solo a quanto sia bello Blaine in questo momento e al cercare di comunicare al pubblico le mie emozioni.

 

Voglio che le persone che ci stanno guardando in questo momento capiscano che ciò che lega me e Blaine va al di là della semplice amicizia, che si rendano conto della gioia e della speranza che sto provando.

 

Perché ora, in questo preciso istante, mi sento il ragazzo più felice sulla faccia della Terra. Perché non solo sto cantando in un ruolo primario durante una competizione ufficiale, non solo sto cantando con una seconda persona, del mio stesso identico sesso, di fronte a un pubblico che potrebbe non apprezzare, ma sto cantando anche insieme al ragazzo di cui sono innamorato e, ironia della sorte, vengo persino ricambiato.

 


Blow the candles out  (candles out)
Looks like a solo tonight (Solo tonight)
But I think I'll be alright

 

 

E mentre la canzone si avvia alla sua conclusione, mi rendo conto che è tutto merito di Blaine. È grazie a lui se ho avuto la possibilità di cantare in una competizione ufficiale – avessi dovuto aspettare Mr Schue, avrei fatto prima a invecchiare – ma soprattutto, è grazie a lui se il sogno di avere qualcuno al mio fianco si è finalmente realizzato.

 

Durante tutti questi mesi, ci sono stati dei momenti in cui credevo di non farcela, con Blaine; momenti in cui pensavo che lui sarebbe stato un altro da aggiungere ai ricordi di persone per cui avevo provato interesse e dai quali non ero stato ricambiato.

 

Durante tutti questi mesi, ci sono stati momenti in cui ho sofferto.

 

Ma col senno di poi, non c’è niente che cambierei. Perché tutti i nostri errori, tutte le nostre liti, ci hanno portato dove siamo ora. Mi hanno portato dritto tra le sue braccia. Mi hanno portato a vivere un sogno, il mio sogno che porta il nome di Blaine.

 

Ora non ho più paura. Non ho paura di perdere il mio migliore amico, perché Blaine lo sarà per sempre. Non ho paura di perdere il mio ragazzo, perché so che Blaine non ha alcuna intenzione di andarsene. In questo istante credo davvero in ciò che sto cantando: andrà tutto bene.

 

 

 

NOTE:

Qui pachelbel! =)

Allora, tanto per cominciare, volevo scusarmi per il fatto che tutte quante vi aspettavate tutt’altro nel capitolo 22… E forse vi aspettavate altro anche da questo capitolo! xD Però diciamo che ci tenevo a sottolineare una cosa che per me è molto importante: Kurt e Blaine, oltre a essere fidanzati da ora in avanti *coriandoli esplodono per aria e unicorni volteggiano cercando di prenderne il più possibile* sono anche migliori amici. Per questo ho fatto reagire Kurt in quella maniera – facendolo scappare. Perché lui si era così perso nel suo ideale romantico su Blaine e così via, che non aveva pensato al fatto che avrebbe potuto perdere il suo migliore amico nel processo… Fortunatamente poi torna in sé (farei una statua a Mercedes e Finn *__*)

 

Un’ultima cosa e poi vi saluto. Questo capitolo è importante perché segna il primo incontro tra Cippalippa e Asdrubale, i due cricetini nella testa di Blaine e Kurt rispettivamente, i cui diritti appartengono tutti a Clara! ♥

 

Detto questo, io scappo! =)

Baci a tutti *sparge amore*

 

 

   
 
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