~ Klaine Songs ~
23°_ Candles ~ Kurt
~ Di quando guadagni un fidanzato e non perdi il tuo migliore amico ~
Sono seduto,
solo, nella sala studio della Dalton, cercando di concentrarmi su qualsiasi
cosa che non riguardi troppo Blaine, o ciò che provo per lui – un mix di
rabbia, tristezza e troppo, troppo amore che mi rende una miscela esplosiva.
Per questo ho deciso di decorare la piccola bara in cui metteremo poi
Pavarotti.
Non che
questa attività mi faccia stare meglio, però almeno mi rilasso, facendo
qualcosa che mi piace fare. Tuttavia, il pensiero non fa che scivolare sulla
riunione dei Warbler avvenuta giusto ieri: canterò un duetto alle Regionali.
Io.
Non
riesco a smettere di pensarci, di
immaginare quale canzone dovremo cantare, quali emozioni dovrò trasmettere al
pubblico, cosa proverò nello stare su un palco, con l’attenzione di tutti
concentrata praticamente quasi solo su di me. E sto provando a non pensare al
mio compagno di duetto ma… beh, credo sia inevitabile.
Ah, cavolo,
avevo detto che avrei fatto di tutto per non pensare a Blaine! E invece eccomi
qui, a crogiolarmi nel pensiero di quale canzone dovremo cantare insieme, di
come mi sentirò a cantare con lui, di cosa proverò.
Forse non è
stata una buona idea. Forse cantare con Blaine peggiorerà i miei sentimenti per
lui – e mi chiedo se sia possibile che peggiorino – però, d’altro lato, non
posso fare a meno di essere felice per un sogno che si avvera: cantare come
solista in una competizione canora. E inoltre, potrei approfittare delle prove
in cui io e Blaine saremmo costretti a stare soli per seguire il consiglio di
Finn e parlare con lui. Anche perché sono ormai tre giorni che Blaine mi evita.
C’è anche da dire tuttavia che sono io il primo a evitare lui.
Proprio in
quel momento, sento chiedere, da una voce che conosco benissimo e che mi
colpisce, come sempre, «Che cos’è?»
Alzo lo
sguardo su Blaine, che è appena entrato nella sala, bello come al solito. Provo
a risultare distaccato mentre gli rispondo, anche se sono molto felice di
vederlo, nonostante tutto. «Sto decorando la bara di Pavarotti.»
Mentre
Blaine si avvicina, io distolgo lo sguardo, troppo imbarazzato a sostenere per
troppo tempo il suo. Con la coda dell’occhio noto Blaine appoggiarsi con le
mani sul bordo della sedia di fianco a quella su cui sono seduto io.
«Beh fai in
fretta. Ho la canzone perfetta per il nostro numero. Dobbiamo fare le prove.»
Questo
attira certamente la mia attenzione, scacciando l’imbarazzo, che lascia il
posto alla curiosità. Così decido di guardarlo – sarebbe da veri maleducati non
farlo – e gli dico, «Spara.»
Lui sospira
un po’ e distoglie lo sguardo, parendomi un po’ in imbarazzo. Non capisco
perché debba essere in imbarazzo, ed effettivamente sarà durato solo mezza
frazione di secondo, quindi è possibile che me lo sia immaginato. Ma, appunto,
è solo un momento, perché poi riporta lo sguardo su di me e risponde, «Candles, degli Hey Monday.»
Ora capisco
il suo imbarazzo. La canzone effettivamente non è una scelta che mi sarei aspettato
da lui, e infatti glielo dico.
«Sono
colpito. Di solito scegli le prime in classifica.»
Blaine mi
guarda per un attimo e poi decide di sedersi accanto a me – cerco di non dare a
vedere che dentro di me sto esultando: stiamo facendo la prima discussione
pseudo normale da quando abbiamo litigato, lunedì. Quasi non mi sembra vero.
«Beh,
cercavo qualcosa di un po’ più… sentimentale.»
Questo mi
lascia spiazzato per un attimo. Per quale motivo Blaine vorrebbe cantare un
duetto, che sia sentimentale, con me? Per un momento sento montare dentro di me
la rabbia e inizio a dirmi mentalmente di non cominciare a farmi illusioni, che
questo non significa niente, che Blaine non prova qualcosa per me che vada
oltre all’amicizia.
Poi però mi
viene in mente ciò che mi ha detto Finn, di scoprire cosa prova Blaine per me,
di chiederglielo direttamente. Purtroppo, questa è una cosa che non riesco a
fare, non con Blaine. Perciò decido di fargli una domanda che non è proprio
diretta, ma che, in qualche modo, potrebbe portarci a parlare anche del nostro
problema – ancora Kurt? Non c’è nessun noi, mettitelo bene in testa!
«Perché hai
scelto me come compagno di duetto?»
Lo guardo,
in attesa di una risposta, e lo fisso abbastanza insistentemente. Voglio che
capisca che mi preme saperlo, e che voglio che sia sincero con me. Blaine
sembra pensarci un bel po’ su e segue un lungo momento di silenzio imbarazzato.
Sembra quasi che stia decidendo qualcosa
e sembra che qualsiasi cosa voglia dirmi, sia anche piuttosto difficile, vista
la sua aria concentrata.
«Kurt, c’è
un momento…» fa una pausa, come se stesse cercando le parole adatte per
continuare. «Quando dici a te stesso, “Oh, eccoti,”» Fa un’altra pausa,
guardandomi negli occhi. I suoi sono di un colore indefinito. Inaspettatamente,
sento il cuore cominciare a pompare un po’ più velocemente del normale. «“E’
tutta la vita che ti cerco”»
Io resto in
silenzio, aspettando che vada avanti, cercando di capire cosa voglia dire.
Blaine mi sembra in difficoltà però, finché deglutisce e si avvicina a me,
spostando la sedia, mentre allunga una mano. E la posa sulla mia.
Improvvisamente, mi torna in mente un’altra volta in cui Blaine mi ha preso per
mano, la prima volta che ci siamo visti sulle scale della Dalton. Quella volta
mi ero stupito di come l’avesse afferrata senza alcun tipo di pregiudizio o
problema, ora invece mi stupisco di come una così semplice mossa mi faccia
sentire. Ci stiamo solo toccando le
mani – o meglio, lui sta toccando la mia – e il cuore quasi non lo sento più
per quanto corre. Quando inizia anche ad accarezzarmi il dorso della mano con
il pollice, non riesco nemmeno più a respirare.
«Guardarti
cantare Blackbird questa settimana,»
continua Blaine, alternando lo sguardo dai miei occhi al tavolo «per me ha
rappresentato quel momento, e riguardava te…»
Fa una pausa
ora, probabilmente per pensare a cos’altro dire. E per quanto io stia
letteralmente morendo dalla voglia di
sentire cos’ha da dire ancora, di avere la certezza di aver capito bene quello
che intende, non riesco a odiare questa pausa perché mi permette di guardarlo.
Mai finora Blaine è stato più bello, con gli occhi luminosi che dimostrano
imbarazzo, ma anche qualcos’altro che forse so come definire. Perché è ciò che
si vede nei miei occhi quando parlo di lui o con lui.
«Tu mi
emozioni, Kurt.»
Vorrei
deglutire ora, o scappare via, o avvicinarmi a lui e zittirlo in qualche modo
ma… sono bloccato, immobile. Non riesco a muovermi. Non riesco nemmeno a
sbattere le palpebre. Credo di essere in stato catatonico. E ancora, spero con
tutto me stesso di aver capito bene, perché se così non fosse, potrei morirne.
«E questo
duetto è solo una scusa per passare più tempo con te…»
Sorrido appena,
il cuore ormai mi si è fermato, non lo sento. Ma non mi preoccupo nemmeno più,
perché so di non sentirlo per un valido motivo. Ce l’ha Blaine.
Blaine,
perfetto, stupendo, imbarazzato Blaine, il mio migliore amico, il ragazzo senza
il quale non potrei vivere, il ragazzo che amo persino più di me stesso, il
ragazzo che mi sta fissando le labbra ora, e che si è alzato dalla sedia per
avvicinarsi lentamente a me.
Oh. Cavolo.
Il tempo di
un battito di ciglia che sento le sue labbra premere sulle mie, dolci e
delicate, ma anche decise; una sua mano preme sulla mia guancia, quasi come se
avesse paura che io scappi via. Blaine, come puoi anche solo pensare
minimamente che io possa fuggire? Mi stai baciando, finalmente.
Blaine
emette un sospiro, muovendo la bocca sulla mia, e la mia mano trova il suo
posto sulla sua guancia. Senza pensare, apro la bocca, desideroso di avere di
più. E penso che fortunatamente sono
seduto, perché a quest’ora sarei probabilmente già crollato sul
pavimento: le mie gambe non avrebbero retto. Sento la sua lingua sfiorare
lievemente la mia ed è tutto così dolce e
giusto da farmi girare la testa.
Quando ci
stacchiamo, con uno schiocco anche piuttosto rumoroso, non posso fare a meno di
guardargli le labbra; questo mi fa immediatamente vergognare di me, però poi
noto che Blaine sembra avere il mio stesso problema.
Lo fisso
imbambolato mentre si risiede. E se nella mia testa sembra stia passando un
cricetino urlante L’ha fatto! L’ha fatto!
nella sua sembra ce ne sia un altro che stia dicendo L’ho fatto! L’ho fatto!
«Credo…
credo dovremmo provare,» dice Blaine, al massimo dell’imbarazzo. E io non penso
affatto a ciò che sto dicendo ora, le mie labbra si sono aperte da sole e la
voce è uscita senza che io le abbia dato il permesso di farlo.
E così sento
me stesso dire, «Pensavo lo stessimo facendo…» Ed effettivamente non so bene
cosa sto aspettando, ma quando lo vedo inclinare la testa di lato con
un’espressione desiderosa in volto, alzarsi velocemente e letteralmente fiondarsi sulle mie labbra, so che è questo che stavo aspettando.
Mi rendo
conto che io stesso mi sono alzato dalle sedia quando sento le mani di Blaine
vagare sulla mia schiena, in una carezza che mi regala nient’altro che brividi
di piacere. Le nostre lingue continuano ad intrecciarsi, la mia un po’ più
incerta; con la lingua, disegna il contorno delle mie labbra, tirandosi un po’
indietro e permettendomi di respirare. Afferro i suoi capelli e li stringo
forte, premendo di nuovo le labbra sulle sue e facendomi sfuggire un piccolo
gemito di felicità.
Nel sentire
la mia reazione, Blaine inizia a spingermi lentamente indietro, mentre le sue
mani che vagano lente e delicate sulle mie guance, tra i miei capelli, sulle
mie spalle e sul collo mi distraggono da dove mi sta portando. Sono totalmente
perso in lui.
Quando però
i miei polpacci si scontrano con il divano, apro gli occhi e mi scosto un po’
da Blaine, che mi rivolge uno sguardo a
metà tra il voglioso e lo spaventato. E improvvisamente, vengo assalito da una
paura incontrollabile, seguita a ruota dall’imbarazzo. Abbasso gli occhi e
faccio qualche passo di lato, mettendo una distanza di sicurezza tra me e
Blaine.
Non so cosa
mi stia succedendo, perché mi sono allontanato?
«Kurt…?»
La voce di
Blaine giunge alle mie orecchie quasi ovattata, come se provenisse da centinaia
di metri lontano da me, e non da un metro scarso.
So che lo
sto facendo preoccupare ma ora sono spaventato da morire. Non posso stare qui. Ho bisogno di parlare con qualcuno, ho
bisogno di qualcuno che mi dica che andrà tutto bene, che mi abbracci e che mi
dica cosa fare. Ho bisogno di mio fratello.
Alzo gli
occhi su Blaine, che mi guarda ancora più spaventato di prima. Fa un passo
verso di me, allungando una mano, ma io mi allontano, mentre sento le lacrime
premere di uscire e il desiderio profondo di parlare con il mio migliore amico.
Ma non posso. Non potrò più, forse.
«Scusa, io…»
mi sento balbettare appena, prima di girarmi e scappare via, lasciando sul
tavolo tutto quello che prima vi avevo posato su, lasciando la mia borsa ai
piedi del tavolo, lo stomaco pieno di farfalle vicino al divano, il cuore nelle
mani di Blaine e il cervello… non lo so. Credo di averlo perso.
Perché
diamine sto scappando via? Perché mi ritrovo in macchina, le lacrime che
scivolano lungo le guance, la paura che mi attanaglia dove prima avevo lo
stomaco? Perché sto guidando fino alla mia vecchia scuola? Perché sento di
avere il bisogno dei consigli di Finn, Mercedes, Rachel e Tina?
Perché sono
così spaventato?
Neanche
un’ora dopo sono davanti al McKinley. Scendo dalla macchina quasi correndo,
senza preoccuparmi del fatto che potrei incontrare qualche giocatore di
football rimasto a scuola nel pomeriggio per gli allenamenti. Se mi vedessero
qui, non so che cosa potrebbero farmi, ma ora come ora non mi interessa.
Procedo per i corridoi vuoti verso una meta precisa, l’unica aula dentro la
quale mi sembrava andasse tutto bene, nonostante tutto.
Ed eccola
lì, la porta dell’aula coro. Accelero l’andatura, e quando mi ci trovo di
fronte, mi scosto all’indietro giusto in tempo per evitare di venire colpito in
piena faccia dalla porta, aperta da Puck. Il ragazzone mi guarda dall’alto,
alzando un sopracciglio.
«Cosa ci fai
qui?» chiede sorpreso.
Io sono così
sconvolto che quasi non riesco a parlare. «Io… Finn. Devo parlare con Finn.»
Fortunatamente
vedo Finn spuntare da dietro la spalla di Puck; i suoi occhi incontrano i miei
e vorrei che capisse, anche solo guardandomi, di quanto sono sconvolto al momento.
Ma non dovrei dimenticarmi che sto parlando di Finn, che ovviamente mi fissa
grattandosi il mento e chiedendomi, «Ti serve qualcosa?»
Sospiro,
esausto, ed entro dentro, cercando Mercedes con lo sguardo. In aula non c’è
quasi più nessuno, se non per Lauren – che si affretta subito a trascinare via
Puck – e la mia amica. Non appena mi vede, capisce subito che qualcosa non va,
perché molla gli spartiti che aveva in mano e mi si avvicina, stringendomi in
un forte abbraccio.
Io la
stringo forte e scoppio di nuovo a piangere. Sento il rumore di una porta
chiudersi e dei passi pesanti avvicinarsi, segno del fatto che Finn ha chiuso
la porta e poi si è avvicinato a me e Mercedes, in piedi nel bel mezzo
dell’aula coro. La mia amica mi accarezza piano la schiena, cercando di
calmarmi. E io mi sento improvvisamente un idiota, perché li sto facendo
preoccupare e non ce n’è nessun motivo. Perché diamine, Blaine mi ha baciato!
Però la cosa mi spaventa a morte.
Dopo quelli
che paiono secoli, mi stacco da Mercedes e mi accascio su una sedia, vicino a
mio fratello che mi guarda come se fossi uno strano animale scappato dallo zoo,
ovviamente senza capire, né immaginare probabilmente, cosa è appena successo.
E invece,
anche questa volta, Finn mi sorprende.
«Hai parlato
con Blaine?» mi chiede, e lo vedo stringere i pugni sulle cosce.
Annuisco,
lasciando stare la reazione confusa di Mercedes, che si deve essere certamente
persa qualche passaggio. Non le avevo detto della morte di Pavarotti, né di ciò
che era successo dopo l’ultima lite tra me e Blaine; e non credo immaginasse
nemmeno che ne avrei parlato con Finn.
«Ha detto
che non gli piaci?» dice Finn, posandomi una mano sulla spalla.
Io guardo le
due persone presenti nella stanza, poi abbasso lo sguardo, vergognandomi di ciò
che sto per dire loro.
«No. In
realtà lui mi ha… Blaine mi ha baciato.»
E mentre lo
dico ad alta voce, mi sento sul punto più alto del paradiso, ma allo stesso
tempo all’inferno. Perché è vero, è reale, Blaine mi ha baciato; ma come è vero
questo, anche la mia paura è vera. La paura che questo cambi tutto.
«E poi… beh…
sono scappato qui.»
Finn e
Mercedes si fissano per un attimo sconvolti – ma anche con un largo sorriso in
volto, quello di Finn forse un po’ meno largo – poi spostano lo sguardo su di
me e iniziano a urlarmi improperi addosso. Io li fisso senza alterarmi più di
tanto; era proprio questa la reazione che mi aspettavo da loro, dirmi che sono
un cretino. Io stesso me lo sto dicendo.
Li lascio
sfogarsi per un po’, soprattutto per darmi l’occasione di sentirmi insultato
per bene una buona volta per quello che ho combinato, e infine li zittisco,
quando sembra che non abbiano più aria nei polmoni.
«Va bene
ragazzi, so che sono un idiota, un deficiente, un cretino e una regina del
dramma, grazie. Ma…» sento di nuovo salire le lacrime, pronto a tirare fuori
ciò che mi spaventa più di ogni altra cosa, «… ora tutto cambierà. Il rapporto
mio e di Blaine.»
«E non era
ciò che volevi?» chiede Finn.
«Sì, ma…» mi
asciugo la lacrima che mi è caduta sulla guancia. «Non voglio perderlo come
amico… Lui è il mio migliore amico, e voglio poter parlare con lui di qualsiasi
cosa. E ora lui prova qualcosa per me, e questo ci renderebbe tecnicamente una
coppia… Oddio che poi lui non ha detto nulla su quello che siamo effettivamente
ora –»
«Certo che
non l’ha fatto, sei scappato via!» mi interrompe Mercedes.
«-So che
cambierà tutto, e se un giorno dovessimo lasciarci e non rivolgerci più la parola?
Non solo lo perderei come fidanzato, possibile o meno, non lo so… ma lo
perderei anche come amico e –»
Mi fermo,
incapace di continuare a causa del magone che mi blocca la gola. Come ho fatto
a essere così stupido? Ho aspettato per mesi che Blaine ricambiasse i
sentimenti che provavo per lui, e ora che l’ha fatto, sono scappato, spaventato
dal cambiamento. In tutti questi mesi di attesa, come ho fatto a non pensare
che le cose, se fossero andate per il meglio, sarebbero per forza cambiate? Avrei potuto prepararmi mentalmente. E invece
la paura è arrivata tutta insieme.
E… e se
fosse tutto un sogno? Se stessi solo sognando?
Finn si
china su di me e mi mette una mano sulla spalla. «Senti Kurt, posso capire la
tua paura ma…» Cerca con lo sguardo Mercedes, forse alla ricerca di un aiuto.
«Ma è ovvio
che le cose cambieranno, tesoro,» continua la mia amica. «Blaine ora prova
qualcosa per te, quindi il vostro rapporto cambierà. Ma se ci pensi, era già
cambiato quando tu gli avevi detto dei tuoi sentimenti per lui; così com’era
cambiato quando tu ti sei trasferito alla Dalton, quando credevi che Blaine
provasse qualcosa per Rachel, quando avete litigato per la questione sul
sesso.»
Vedo Finn
fare una faccia a metà tra il preoccupato e lo sconvolto, ma fortunatamente
Mercedes continua a parlare.
«I rapporti
cambiano continuamente, tesoro, si evolvono. Non si può dire se si evolvano in
meglio o in peggio, ma per scoprirlo non ti resta che viverlo.»
Resto in
silenzio per qualche secondo, pensando alle parole dette dalla mia amica. Ha
ragione. Ha assolutamente ragione. Ora devo solo decidere se voglio viverlo…
Tempo mezza
frazione di secondo che sono in piedi. Non c’è nemmeno bisogno di pensare:
certo che voglio viverlo! Voglio vivere tutto con Blaine. E anche se sono
ancora spaventato da morire, so che probabilmente Blaine stesso lo sarà… e
anche per gli stessi motivi.
«Grazie
ragazzi. Avete ragione io… devo andare.» Li guardo negli occhi, sorridendo come
non mai e stringendo entrambi in un abbraccio, per poi precipitarmi fuori
dall’aula, senza guardarmi indietro e notare l’espressione confusa di Finn e
quella radiosa di Cedes.
*
Busso
leggermente alla porta, facendo un sospiro profondo. Non so perché sto bussando
alla porta di quella che è anche la mia stanza, ma sento quasi come se dovessi
chiedere il permesso di entrare, dopo aver abbandonato Blaine senza alcuna
spiegazione. L’improvvisa ansia che non ci sia nessuno ad aspettarmi, che
Blaine, vista la mia reazione, abbia cambiato idea, mi prende per un momento,
ma poi sento la sua voce invitarmi a entrare.
Apro la
porta lentamente ed entro nella stanza. Blaine è seduto sul mio letto, la
schiena appoggiata al muro, i piedi puntati sul letto e le mani che pendono
dalle ginocchia. Quando incrocio il suo sguardo, posso notare le piccole
venature rosse nei suoi occhi. Sembra quasi che abbia pianto. La sua
espressione è un misto di preoccupazione e tristezza, a cui si aggiunge un
pizzico di felicità quando mi vede.
Senza pensarci
due volte, chiudo la porta alle mie spalle e mi precipito verso di lui,
sedendomi sul letto e stringendolo in un abbraccio. Inutile dire che arrossisco
non appena sento stringermi con la stessa forza con la quale io sto stringendo
lui.
«Scusami scusami
scusami scusami…» inizio a sussurrare contro il suo collo, il cuore che torna
finalmente a farsi sentire. Blaine dovrebbe essere arrabbiato con me, ne
avrebbe tutte le ragioni, ma sono felice del fatto che reagisca stringendomi un
po’ più forte e scuotendo leggermente la testa.
«No, non
preoccuparti… Non c’è bisogno che ti spieghi. Ho capito perché sei scappato
via…» sussurra anche lui.
«No invece,
io…» comincio, scostandomi da lui per guardarlo in volto. «Non sarei dovuto
scappare così, senza alcuna spiegazione. È che mi sono spaventato da morire.
Avevo paura di aver perso il mio migliore amico…»
Faccio una
pausa e lo guardo negli occhi; e questo mi basta per capire che è vero, anche
lui ha avuto la mia stessa paura. Questo non fa che sentirmi ancora di più in
colpa, perché lui non ha reagito così, ma è rimasto; sarebbe rimasto, lo so, e
ne avremmo parlato con calma. Io invece mi sono dovuto comportare da drama
queen e scappare via.
Blaine però
non sembra assolutamente arrabbiato con me, anzi sembra che l’aria triste che
aveva quando sono entrato in stanza sia completamente scomparsa. Inclina un po’
la testa, guardandomi negli occhi con un’intensità tale da farmi quasi
sospirare di felicità. Ho sempre desiderato che lui mi guardasse così.
È questo che
mi da la forza di dirgli anche un’altra cosa, una cosa che mi spaventa
tantissimo, sebbene sia un’emerita scemenza.
«E anche… è
che ci ho sperato così tanto che tu finalmente provassi qualcosa per me, che
ora che è successo… ho paura che sia tutto un sogno.» Distolgo lo sguardo dal
suo, arrossendo e incominciando a gesticolare. «So che è una cavolata ma –»
Ma vengo
interrotto dalle sue labbra, che si sono posate di nuovo sulle mie, delicate
come non mai, in un semplice contatto che non viene approfondito. Blaine apre
la bocca per parlare, senza però staccarsi da me.
«Non è un
sogno, Kurt. È tutto vero.»
Io sorrido,
sempre contro le sue labbra, incapace di dire qualsiasi cosa. Al momento ho il
cervello totalmente in pappa, perso tra le iridi dorate e le venature verdi dei
suoi occhi. Anche Blaine mi sta guardando dritto negli occhi, e sembra anche
lui perso in un mondo a parte.
Dopo qualche
secondo però Blaine si tira indietro; inaspettatamente emetto un verso di
protesta, cosa che lo fa sorridere radioso. Arrossisco, ma non posso fare a
meno di sorridere nel vedere la sua espressione. Blaine si alza e mi prende per
mano, trascinandomi con lui davanti alla finestra, dietro alla quale gli alberi
della Dalton illuminati dalla luce del tramonto si muovono appena, mossi dal
vento. Se fossi in condizioni normali farei una battutina sull’incredibile
cliché della dichiarazione al tramonto, ma non sono in condizioni normali,
affatto.
Non appena
ci ritroviamo davanti alla finestra, Blaine guarda per un attimo fuori,
sorride, e infine si volta verso di me, afferrandomi anche l’altra mano. Si
schiarisce la gola, sembrando di nuovo imbarazzato come prima.
«In realtà
prima è stata un’improvvisata; volevo fare le cose per bene, ma non ho
resistito.» Faccio per interromperlo e dirgli che il modo in cui si è
dichiarato è stato il migliore del mondo, anche solo per il fatto che era lui a dichiararsi a me, ma vengo interrotto. «Perciò, ora vorrei rimediare.»
Blaine fa un
passo verso di me, avvicinandosi tanto che riesco a sentire il calore che
emana. O forse sono io che sto bruciando per autocombustione.
«Tu sarai
sempre il mio migliore amico. Sei la persona migliore che conosco, la persona
che mi capisce meglio di tutti, quella da cui voglio ricevere consigli e
parlare di qualsiasi cosa. Ma sarebbe un onore per me se tu diventassi anche il
mio ragazzo.»
Blaine…
sempre così distinto e formale. È anche per questo che sono innamorato di lui.
Improvvisamente sento il desiderio di dirglielo, di rispondere alla sua
dichiarazione dicendogli che non deve nemmeno chiedere, che è ovvio che voglio
diventare il suo ragazzo, e che sarebbe un onore per me non per lui. Ma non gli dico nulla, non perché lo reputo troppo
presto, ma perché reputo che la cosa migliore da fare ora sia chinarsi in
avanti e baciarlo.
Ed è quello
che faccio. Gli accarezzo una guancia con la mano, affondando le dita nei suoi
ricci alla base del collo, e poso le labbra sulle sue. E questa volta sono io a
baciarlo per primo, stringendolo a me e forzandolo dolcemente ad aprire la
bocca, per far toccare le nostre lingue che, come tutto ciò che ci riguarda,
come le nostre voci, i nostro cuori e le nostre mani, unite sono perfette.
~ ∞ ~
The power
lines went out
And I am all alone
But I don't really care at all
Not answering my phone
Non posso
crederci. Ce l’ho fatta! Sono sul palco delle Regionali e sto cantando, da
solo. La paura che all’inizio avevo, quella che la voce non potesse uscirmi
affatto o che potesse uscire tremante e poco certa, mi ha ormai abbandonato del
tutto, perché sta andando tutto bene.
Parlare con
Blaine all’inizio mi ha fatto bene; mi ha fatto rilassare a sufficienza per
salire sul palco con il cuore che batteva a una velocità certamente superiore
al normale, ma neanche come se mi stesse per uscire dal petto.
La luce dei
riflettori illumina solo me, mentre cammino in avanti, dritto verso il pubblico
e spaziando con lo sguardo la platea, passando dai nostri avversari ai miei vecchi
compagni di coro a semplici sconosciuti. E ora che mi ritrovo sotto questa
luce, quasi non mi sembra vero.
Questo è un
sogno che si realizza, un sogno che ho continuato a perseguire in tutti questi
anni e che molto spesso credevo non si sarebbe avverato mai; invece,
fortunatamente, non è stato così, il mio sogno si è finalmente realizzato.
E ora che mi
ritrovo qui a cantare da solo di fronte a un pubblico, l’unica cosa che voglio
è sentire un’altra voce, quella voce che mi ha catturato fin dal primissimo
momento, unirsi alla mia e darmi forza. Come sempre ha fatto.
All the games you played
The promises you made
Couldn't finish what you started
Only darkness still remains
E il mio
desiderio viene immediatamente esaudito, la voce di Blaine si leva alta e
sicura alle mie spalle; e io non posso fare a meno di distogliere lo sguardo
dalla platea e portarlo su di lui, che avanza verso di me. E i nostri occhi si
incontrano e l’unica cosa che mi resta in mente è che questo ragazzo è mio.
Abbasso la
testa, compiaciuto, mentre Blaine mi passa dietro per poi ritrovarsi all’altro
mio fianco; io lo seguo con lo sguardo, incapace di fissare altro. Ora come ora
non mi importa se ci giudicheranno poco professionali, ma non posso
trattenermi. Voglio guardare Blaine.
Spero che lo
prendano come uno sguardo previsto dalla coreografia.
Lost sight
Couldn't see
When it was you and me
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
I'm beginning to see the light
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
But I think I'll be alright
Riparto
appena in tempo sulla musica, indietreggiando e cercando di ricordare i passi
della coreografia; ma passi in realtà non ce ne sono, questo pezzo è sempre
stato tutto giocato su di noi, su me e Blaine, e non su un vero e proprio
balletto. È un gioco di sguardi ciò che movimenta questo pezzo, nient’altro.
E difatti
gli occhi di Blaine non si staccano neanche per un attimo dai miei; mi segue,
le labbra stirate in un piccolo sorriso che è tutto per me, aspettando il suo
turno per cantare. Il cuore mi batte appena più veloce, ma non per paura; batte
veloce per la felicità.
Quando
finalmente le nostre voci si uniscono, vengo di colpo investito da un chiaro
ricordo: la prima volta che abbiamo cantato assieme, la prima volta che ho
notato quanto le nostre voci si compenetrassero l’una all’altra, senza una che
prevalesse per forza sull’altra. Mi torna in mente il viso di Blaine circondato
dalle stelle di natale, sullo sfondo la finestra della sala studio della Dalton
e la neve che cadeva al di fuori.
Non solo le
nostre voci sono belle da sentire insieme, ma per me rappresenta qualcosa di
più. Per molto tempo è stato l’unico modo che avevo per sentirlo davvero
vicino; ma soprattutto, è importante il modo in cui mi sento quando canto con
Blaine. Mi sembra di essere nel posto giusto al momento giusto; mi sembra che
niente possa farmi star male, che niente possa abbattermi; mi sento
incredibilmente me stesso.
One day
You will wake up
With nothing but your sorries
And someday
You will get back
Everything you gave me
Blow the candles out
Looks like a solo tonight
I'm beginning to see the light
Non faccio
quasi più caso a nulla che non sia Blaine; non mi rendo conto degli altri
Warblers che si muovono alle nostre spalle, né del fatto che alcune persone tra
il pubblico abbiano acceso degli accendini per rendere l’atmosfera romantica;
bado solo a quanto sia bello Blaine in questo momento e al cercare di
comunicare al pubblico le mie emozioni.
Voglio che
le persone che ci stanno guardando in questo momento capiscano che ciò che lega
me e Blaine va al di là della semplice amicizia, che si rendano conto della
gioia e della speranza che sto provando.
Perché ora,
in questo preciso istante, mi sento il ragazzo più felice sulla faccia della
Terra. Perché non solo sto cantando in un ruolo primario durante una
competizione ufficiale, non solo sto cantando con una seconda persona, del mio
stesso identico sesso, di fronte a un pubblico che potrebbe non apprezzare, ma
sto cantando anche insieme al ragazzo di cui sono innamorato e, ironia della
sorte, vengo persino ricambiato.
Blow the candles out (candles out)
Looks like a solo tonight (Solo tonight)
But I think I'll be alright
E mentre la
canzone si avvia alla sua conclusione, mi rendo conto che è tutto merito di
Blaine. È grazie a lui se ho avuto la possibilità di cantare in una
competizione ufficiale – avessi dovuto aspettare Mr Schue, avrei fatto prima a
invecchiare – ma soprattutto, è grazie a lui se il sogno di avere qualcuno al
mio fianco si è finalmente realizzato.
Durante
tutti questi mesi, ci sono stati dei momenti in cui credevo di non farcela, con
Blaine; momenti in cui pensavo che lui sarebbe stato un altro da aggiungere ai
ricordi di persone per cui avevo provato interesse e dai quali non ero stato
ricambiato.
Durante
tutti questi mesi, ci sono stati momenti in cui ho sofferto.
Ma col senno
di poi, non c’è niente che cambierei. Perché tutti i nostri errori, tutte le
nostre liti, ci hanno portato dove siamo ora. Mi hanno portato dritto tra le
sue braccia. Mi hanno portato a vivere un sogno, il mio sogno che porta il nome di Blaine.
Ora non ho
più paura. Non ho paura di perdere il mio migliore amico, perché Blaine lo sarà
per sempre. Non ho paura di perdere il mio ragazzo, perché so che Blaine non ha alcuna intenzione di andarsene. In questo
istante credo davvero in ciò che sto cantando: andrà tutto bene.
NOTE:
Qui
pachelbel! =)
Allora,
tanto per cominciare, volevo scusarmi per il fatto che tutte quante vi
aspettavate tutt’altro nel capitolo 22… E forse vi aspettavate altro anche da
questo capitolo! xD Però diciamo che ci tenevo a sottolineare una cosa che per
me è molto importante: Kurt e Blaine, oltre a essere fidanzati da ora in avanti
*coriandoli esplodono per aria e unicorni volteggiano cercando di prenderne il
più possibile* sono anche migliori amici. Per questo ho fatto reagire Kurt in
quella maniera – facendolo scappare. Perché lui si era così perso nel suo
ideale romantico su Blaine e così via, che non aveva pensato al fatto che
avrebbe potuto perdere il suo migliore amico nel processo… Fortunatamente poi
torna in sé (farei una statua a Mercedes e Finn *__*)
Un’ultima
cosa e poi vi saluto. Questo capitolo è importante perché segna il primo
incontro tra Cippalippa e Asdrubale, i due cricetini nella testa di Blaine e
Kurt rispettivamente, i cui diritti appartengono tutti a Clara! ♥
Detto
questo, io scappo! =)
Baci a tutti
*sparge amore*