Rose lo stava aspettando. Ogni giorno, a quell’ora, si sedeva in mezzo al prato, aspettando il suo principe azzurro, che puntualmente non arrivava. Aveva letto molto riguardo a quei principi che arrivavano su un cavallo bianco e trovavano la loro dama nelle storie babbane che sua madre le aveva prestato e riprestato. Qualcuna l’aveva anche portata a Hogwarts. La sua preferita era sicuramente La Bella e la Bestia. Una storia d’amore che non era basata sulle apparenze, una storia d’amore che ti insegnava a leggere nel cuore. Ed era lì, alla stessa ora, ogni singolo giorno, in mezzo allo stesso prato, che si sedeva e leggeva ogni volta una storia diversa, aspettando e sognando un principe che non sarebbe arrivato. Ma quel giorno qualcuno si avvicinò.
-       Ehmm, Weasley?
-       OH, principe, allora esisti, ti stavo aspettand … ah, sei tu.
-       Lasciamo stare questa storia e arriviamo al punto. Perché hai detto ad Albus quel che, insomma, quello che non è successo.
-       Scusa, credo di con comprendere il tuo strano linguaggio.
-       Dai, quello che ho quasi fatto …
-       Cosa? Dai, dillo, non fare il codardo, Scorpius.
-       E va bene. Perché gli hai detto chetihoquasibaciata?
-       Scusami?
-       Perché gli hai detto che ti – ho – quasi – baciata?
-       Ah, quello. Non lo so – sorrise ampiamente Rose.
-       Ti prego, mi stai rovinando l’esistenza!
-       Come siamo melodrammatici, calma biondino. È il mio migliore amico, aveva il diritto di sapere. E, anche se adesso ce l’ha a morte con entrambi, sono sicura che gli passerà – prima o poi.
-       Mi fai saltare i nervi Weasley.
-       Ora scusami, vai da qualche altra parte, sto aspettando un principe qui. Se ti servo, mi troverai in Sala Grande.
-       Ma …
-       Ciao, Scorpius, ciao.
Scorpius, sconfitto, decise di andarsene con la coda tra le gambe, e Rose poté continuare la sua lettura, non capendo di aver mandato via quello che sarebbe diventato il suo unico principe azzurro.