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Autore: imane    28/12/2011    4 recensioni
Il Natale è una festa davvero insopportabile per Draco Malfoy. Quest'anno poi è ben determinato a trovare il regalo giusto per Hermione, al fine di impressionarla e renderla felice. Ma chissà che il regalo più grande sia invece quello che sta sotto ai suoi occhi ogni giorno.
Prima classificata al contest Have a merry Glee Christmas di ErinMalfoy sul forum di efp.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Prima classificata al contest Have a merry glee Christmas indetto da ErinMalfoy sul forum di efp.
Vincitrice del premio Originalità nella medesima gara.


 

The greatest gift of all
 









 
 
It came into my dreams last night
A great, big man in red and white.
He told me that it's gonna be
A special year for you and me.
 
 
 
Lei che sapeva di cocco e meringa, di neve e di idilli non ancora avverati ma bisbigliati. Carezze come miele - il miele liquido degli occhi di lei - sussurri nell’aria, leggiadri, maliziosi, completi. Completi come loro due quando stavano insieme - i due pezzi del puzzle che si incastrano, le due metà della luna che si ritrovavano per formare una luna nuova -  in quel modo così sincero e naturale così intimo.
Hermione gli si avvicinò con un sorriso negli occhi che sapeva di loro. Gli posò le mani piccole ed incerte sulle spalle, per poi farle scivolare lungo la sottile striscia di bottoni della camicia, aprendoli uno ad uno.
Accarezzando, toccando, scoprendo.
Quando giunse a metà della sua opera portò il palmo caldo della sua mano destra, al livello del cuore. Draco lo sentiva battere forte nella gabbia toracica, come un cane fedele che esulta quando rivede il padrone.
Non finiva mai di stupirsi. Quando era cominciato tutto quello? Quando era arrivato fino a quel punto? Quando si era ritrovato ingarbugliato in quella matassa di sentimenti così confusa e al contempo così chiara? Non lo sapeva. Di evento in evento - di scalino in scalino - aveva percorso quella lunga strada che passava per le linee delicate e accennate sul palmo di lei. Linee con la stessa consistenza di quei fili che li tenevano uniti come due marionette appartenenti allo stesso spettacolo. Le medesime fibre che univano le loro parole, come vagoni di un treno.
Hermione unì lentamente le dita, come in un finto graffio, fino a trasformare quel gesto, in un pugno con le nocche rivolte verso di lui.
“Sei me.” bisbigliò al suo orecchio con voce scrosciante di felicità.
Ma fu quando si ritirò che avvenne la vera sorpresa.
Il suo volto piccolo e ben delineato, i suoi riccioli color castagno, fecero spazio a una grossa faccia paffuta sormontata da un floscio cappello rosso. Le mani delicate e femminee divennero tozze e maschili. Il corpo di lei, che aveva imparato ad amare anche nei più piccoli difetti, divenne di colpo grosso e tarchiato, con un pancione enorme e flaccido.
«Buon Natale Draco!» esclamò il grosso omone, buttandolo giù sul letto con una manata e sdraiandosi di fianco a lui con le braccia incrociate dietro alla testa.
Il ragazzo era senza parole. Forse per la prima volta nella sua vita, visto che lui di parole ne aveva sempre avute anche fin troppe, specialmente per un certo sfigato sfregiato di sua conoscenza. Poco dopo si riprese balzando sul materasso e puntando, rabbioso, un indice contro il nuovo arrivato.
«Esci immediatamente fuori da qui, Babbo Natale.» esclamò pronunciando le ultime due parole come se fossero una triviale imprecazione e non il semplice nome di colui che appariva una volta l’anno, durante l’omonima festa.
«Rilassati ragazzo mio. Sei sempre così agitato, sempre così stressato. Non ti fa bene sai?» replicò l’anziano signore, scuotendo la testa sul cuscino e battendo una mano sulla piazza vicino a lui. Draco seguì il gesto delle dita osservando l’impronta sul letto che sapeva ancora di ricci, lenzuola, lei.
«Senti vai dritto al punto. Questa è la classica scena dei film caria denti dove arriva il bonaccione che cerca di convertire il ragazzaccio di turno.» espose il giovane roteando gli occhi con fare annoiato «Bè sei fortunato, oggi ho proprio voglia di fare la mia buona azione quotidiana. Ti risparmierò tutta la faticaccia del discorso e parlerò chiaramente: no, non ho alcuna intenzione di cambiare. Ciao, arrivederci, addio.» salutò, scendendo dal letto, aprendo la porta della stanza ed indicando l’ombroso corridoio del dormitorio maschile.
L’altro non si scompose minimamente, anzi: si mise seduto sul letto e ruttò.
Draco storse il naso.
«Non dire sciocchezze figliolo. E soprattutto non cercare di improvvisarti Sherlock  Holmes, perché ti assicuro che sei piuttosto ridicolo nella parte.» sogghignò Babbo Natale, tirando fuori uno stuzzicadenti dall’enorme tasca laterale e usandolo per pulirsi i denti.
Draco sbuffò.
«Sono venuto qui per dirti solo una cosa.» continuò alzandosi e avvicinandosi a lui.
«Questo sarà un anno speciale per te e per lei.» sussurrò soltanto con un sorriso sulle labbra.
Un sorriso che sapeva di ricci, lenzuola, lei.
 
Underneath the mistletoe
Hold me tight and kiss me slow.
The snow is high so come inside
I wanna hear you say to me! 
 
 
«L’arte delle pozioni è una gioia riservata a pochi eletti. E di certo tu Paciock, non rientri in questa cerchia.» sibilò Piton, immergendo il suo lungo naso adunco nei fumi verdastri e violacei che uscivano a ciminiera dal pentolone di Neville. Quest’ultimo cominciò ad agitarsi e a sudare, asciugandosi continuamente le mani sui pantaloni della divisa scolastica mentre il tenebroso professore, come un avvoltoio, girava rapido e furtivo tra i banchi, alla ricerca della sua prossima preda.
«Weasley.» scelse ovviamente  «Cos’è questa confusione? Capisco che tu sia abituato a vivere in mezzo all’immondizia - in tutti i sensi - ma dovresti far entrare il concetto di pulizia, in quel poco di materia grigia di cui Dio ti ha donato.» insultò, osservando disgustato il piano da lavoro che il giovane Grifondoro aveva ridotto in una discarica: alcuni lombrichi, scappati dal loro contenitore, strisciavano spensierati per la superficie del banco, arrampicandosi sul pentolone e cercando la morte di loro spontanea volontà. Forse dovevano aver sniffato un po’ di polvere di artigli di Drago riversa lì accanto, di fianco alle lingue di rospo finemente tagliuzzate.
“Parla quello che non si lava i capelli dalla rivolta dei Goblin. Cioè da sempre.” pensò ironico Ron. In effetti il giovane aveva ragione: la folta capigliatura del professore, unta e bisunta, vantava un tasso di grasso pari solo a quello dei tavoli della “Testa di porco”. E pensare che ce ne voleva per pareggiarli.
«Oh, Draco. Pozione perfetta, come al solito del resto.» si complimentò  «Imparate da lui voi altri stupidi, anche se dubito fortemente che ci riusciate.» terminò sarcastico con una strana smorfia sul viso che teoricamente avrebbe dovuto essere un ghigno ma che concretamente sembrava solo una brutta maschera di Carnevale.
Draco sorrise compiaciuto.
“Come sono bravo.”pensò molto modestamente, fiero di se stesso. Ora che aveva finito di preparare la pozione Aguzzaingegno poteva finalmente rilassare le spalle che, fino a quel momento, erano state tese e dritte come un manico di scopa, mentre con lo sguardo spaziava per l’aula. Dall’altro lato della classe Paciock stava entrando nella fase che gli studenti di Piton ormai definivano la modalità panico suicida.
Il soggetto in questione, innanzitutto, cominciava ad agitarsi , a confondersi, dimenticando anche le regole più basilari della materia. Ovviamente tutto quel movimento non poteva sfuggire all’occhio allenato del professore che come un falco pioveva in picchiata sulla preda, cercando di dilaniarla fino a portarla alla pazzia “Paciock non riesco a capacitarmi di come un inutile scarto della società magica come te sia potuto entrare ad Hogwarts. Ah già, dimenticavo: ormai da queste parti sono ammessi tutti visto che ci sono anche Potter e Weasley.” , “Paciock vuoi sbrigarti con quella pozione?” “Paciock, cinque punti in meno per Grifondoro a causa della tua inettitudine.”, “Paciock smettila di fissare il vuoto!” “Paciock datti una svegliata!”.
Paciock, Paciock, Paciock!
Lo studente in questione solitamente, per finire in bellezza, riusciva a mettere nei guai anche gli altri suoi compagni di lavoro. Non che lo facesse apposta, per carità; era come uno zoppo che nel tentativo di alzarsi da terra, finiva col buttare giù colui che aveva tentato di dargli una mano.
Lo studente sfortunato, comunque,annusava, guardava, deduceva. Cercava di trovare la soluzione al suo problema, di capire dove avesse sbagliato, magari tuffando la testa tra i pesanti fumi dei pentoloni degli amici. Ma poi ci scappava lo starnuto o la goccia di sudore o il capello fuori posto, e una semplice pozione Aguzzaingegno poteva diventare un’arma di distruzione di massa.
Ma c’era da considerare anche la presenza dell’angelo di turno.
Lei.
Leiche con la sua generosità e la sua saccenteria si piegava verso Neville, suggerendogli un rimedio al suo disastro. Lui che cominciava ad uscire dalla modalità panico suicida e che ben presto si ritrovava addirittura a sorridere. Lei, di nuovo, che si aggiustava una ciocca di capelli, ancora sorridente, e che incrociava il suo sguardo per sbaglio.
Un sorriso che sapeva di ricci, lenzuola, lei.
E poi c’era lui, Draco Malfoy, che codardo come una lepre evitava il suo sguardo.
Lei che si rattristava, adombrandosi.
 
 
It's a very, very, merry, merry christmas.
Gonna party on 'til Santa grants my wishes.
Got my halo on I know what I want
It's who I'm with.
It's an extraordinary merry christmas! 
 
 
 
Quando Harry Potter, si ritrovò sbattuto contro una nicchia della parete pensò che la fine fosse vicina.
Voldermort ce l’aveva fatta.
Alla fine era riuscito a superare le apparentemente invalicabili difese di Hogwarts e ora era lì per vendicarsi, per ucciderlo, per…
Per niente.
«Potter, ho bisogno del tuo aiuto.» esclamò Draco Malfoy masticando rapidamente tutte le parole.
Non riusciva ancora a capacitarsi di essere caduto talmente in basso da avere bisogno della mano dello Sfigato per eccellenza. Ma non poteva far altro. Era arrivato a un punto di non ritorno, al capolinea di tutta quella maledetta vicenda, e ora era costretto a rivolgersi a lui.
Harry intanto aveva strabuzzato gli occhi, diffidente.
«Ah sì e perché?» chiese grattandosi la nuca mentre la sua mente formulava le più svariate delle ipotesi.
Forse era una trappola: in realtà voleva solo vendicarsi, ucciderlo, farlo a…
No, ancora niente.
«Perché…» iniziò l’altro titubante, ancora restio ad ammettere la verità «Perché non so che regalo farle.»
Harry si tolse gli occhiali, pulendoli con il lembo del mantello della sua uniforme invernale. Chinò il capo, evitando accuratamente lo sguardo del suo interlocutore. Sapeva che in quel preciso istante, nello sguardo del giovane Serpeverde, infuriava una tempesta di ombre, di miele, di lenzuola e di ricci. Di lei. E sapeva anche che non era il caso di condividere quel momento: era come una deliziosa torta esposta in vetrina che poteva essere ammirata ma non toccata.   
«Malfoy mi deludi, sai?» soffiò finalmente Harry tornando a fissare negli occhi il giovane.
L’altro lo guardò sorpreso.
«Che intendi dire sfregiato?» sibilò irritato, cominciando già a pentirsi della sua trovata avventata.
Maledette, maledettissime stupide idee.
«Credevo che ormai tu la conoscessi abbastanza. Ad Hermione non importa niente del regalo giusto. Non gliene frega niente dei gioielli, dei vestiti e dell’ultimo disco delle Sorelle Stravagarie.» replicò ironico «E sai perché?» continuò a bassa voce sorridendo dolcemente.
Draco si scostò, comprendendo.
«Perché ha te. Perché tu sei il suo idromele.» terminò sussurrando certo che Draco avesse capito il vero significato celato dietro alle sua parole.
 
It doesn't come as a surprise
Who's been naughty, who's been nice.
There's someone here for everyone
Another year has just begun.
Silent night, not inside.
 
 
Era il suo idromele. Era il suo idromele. Era il suo idromele.
Mentre Draco correva affannato, sentiva quella frase rimbombargli per la testa come un mantra, svolazzargli davanti agli occhi come un boccino d’oro.
Era stato davvero uno stupido a non capire niente fino a quel momento. Avevano faticato così tanto per stare insieme, per completarsi, a discapito di pregiudizi ed ostacoli vari.  E lui, ora, rischiava di mandare tutto a monte per una stupida incertezza.
Per lei il Natale era una festa davvero unica che sapeva di ginepro, di biscotti e di colori. E lui si era perso, accecato da quel nuovo mondo, totalmente estraneo al suo stile di vita: non era solito ricevere regali né tantomeno farli. Suo padre gli aveva sempre detto che “il Natale era una stupida festa per Babbani, approdata, chissà come e ad opera di chissà chi, nel mondo magico.”
Era il suo idromele.
Negli ultimi giorni si era allontanato sempre  più da lei, rifugiandosi nell’umida sala comune dei Serpeverde alla ricerca di ispirazione, di un’idea per un fantastico regalo da farle. Si era sdraiato sul divano osservando le ombre disegnate sul soffitto dalle candele - dita lunghe, scure, infide, come i dubbi che attanagliavano la sua mente bloccandola tra le catene dell’incertezza - con la speranza di avere un colpo di genio.
Ma non era successo niente.
Il tempo era passato e lui si era allontanato sempre più demoralizzato. Gli si erano aperti occhi che non sapeva manco di avere: ora osservava con più attenzione i suoi coetanei intenti a bisbigliare tra di loro negli ampi corridoi di Hogwarts, segreti, consigli e progetti sui regali da fare alle fidanzate. Quest’ultime con gli occhi luminosi come piccole lanterne, sorridevano maliziose fingendo di non sapere già il dono che avrebbero ricevuto: cosa assolutamente impossibile, visti i biglietti lasciati cadere accidentalmente nella tasca dell’uniforme del ragazzo di turno.
Nel frattempo lui, Draco Lucius Malfoy, l’astuto principe delle serpi, non riusciva a trovare il regalo giusto per la sua amata.
Che vergogna, che palle, che irritazione.
E ora Hermione si stava allontanando come una barca alla deriva e di certo lui avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare la sua immensa stupidità.
E quando un Serpeverde diceva tutto, era perché intendeva proprio tutto tutto.
Era il suo idromele.
Corse rapido contro il fiume di studenti diretti quel pomeriggio a Hogsmeade, sicuro di trovarla in Biblioteca. Si catapultò nell’ampio locale, affannato e boccheggiante, trovandola seduta ad un tavolo sotto la finestra intenta a leggere un libro.
«Io…regalo…idromele…corri.» espose molto chiaramente, ansimando.
Hermione lo guardò scettica con un sopracciglio alzato.
«Che succede Malfoy, hai per caso perso la tua tanto famigerata loquacità a forza di stare in silenzio?» ironizzò lei, riferendosi al fatto che lui non le rivolgesse parola da giorni.
Draco deglutì. Quando lo chiamava per cognome c’erano sempre guai in arrivo. Forse convincerla a venire con lui sarebbe stato molto più difficile del previsto.
«Devi venire con me. Per favore.» soffiò con la voce in preda a un’emozione incontenibile.
Hermione sussultò.
«Ti voglio mostrare una cosa.» chiarì sorridendo mentre le prendeva delicatamente un polso invitandola ad alzarsi.
Lei lo fissò negli occhi chiari per qualche istante, gonfiando le guance fintamente offesa, mentre lo seguiva dovunque lui volesse andare.
Era il suo idromele.
 
 
Won't you meet me by the tree?
Slip away so secretly.
Can't you see how this could be?
The greatest gift of all! 
 
 
Corsero come pazzi tra i corridoi, tra gli alberi, tra la neve, boccheggiando e soffiando nuvole di vapore pronte a disperdersi nell’aria. Dietro di loro le calde sciarpe coi colori delle loro case - rosso, oro, verde, argento - svettavano come bandiere d’aria, gridando a tutti che i loro cuori erano occupati e che non sarebbero mai più stati liberi, pregni d’amore com’erano.
Salirono su tronchi e toccarono muschi, fino a giungere davanti a quell’antica bottega dolciaria che era Mielandia.
«Aspettami qui.» ordinò lui cercando di suonare perentorio ma risultando solo estremamente dolce.
Era il suo idromele.
Quando tornò aveva in mano un uovo.
«Tieni, questo è per te. Buon Natale.» le disse, serio, mettendole lo strano oggetto tra le mani.
Lei lo fissò, girandoselo tra le dita. Era commestibile e dolce, visto l’odore e il negozio da cui era stato acquistato, dedusse scervellandosi sotto il ghigno di lui. Lo guardò dubbiosa prima di spezzarlo in due.
E magia fu.
Un mare di bolle, frizzanti, briose, allegre, uscirono dall’uovo librandosi per aria, incantandola. Esplodevano in un mare di scintille colorate, per poi formare buffe figure per aria: un Lepricano, una castagna, una bottiglia.
Una bottiglia di idromele.
«Perché tu per me sei come un idromele: riesci a scuotere ogni mia più piccola molecola, ogni mia più piccola particella, ogni mio più remoto pensiero, il mio cuore. Riesci a farmi spumare, in tutti i sensi.» continuò prendendola per i fianchi e attirandola a sé, mentre lei arrossiva per il doppio senso insito nella frase «E io ti amo. Ti amo nonostante io sia un grandissimo idiota che non ne capisce niente di idromele ma solo di burrobirre. Ti amo nonostante io sia un grandissimo coglione che spesso dice e fa quello che non dovrebbe. Ti amo perché sei me, e io sono te.» soffiò chiudendo gli occhi ed accarezzandole i capelli mentre lei appoggiava la testa nel suo cantuccio, nell’angolo tra la dura linea delle scapole, e quella più morbida del collo.
«Stringimi forte e baciami.» sussurrò lei con voce più dolce di un fiume, di una cascata di miele.
E lui lo fece. La strinse ancor più forte, quasi volesse inglobarla a sé, e la baciò.
Quello sarebbe stato un anno speciale per loro.



 
 

In ritardo, ecco la mia prima fiction Draco/Hermione. Mi sono divertita un mondo a scriverla e spero che anche a voi faccia sorridere così come ha fatto con me (: Come sopracitato questa storia è vincitrice del contest natalizio indetto da ErinMalfoy sul forum di EFP perciò ecco i suoi bellissimi banner per la storia: Banner classifica; Banner originalità (:
Bè che altro dire? Babbo Natale dice a Draco che "questo sarà un anno speciale per voi". Questa frase ha molte sfumature. Ho in mente una long-fiction e in questo senso The greatest gift of all, potrebbe essere addirittura un missing moment della futura storia (: 

A presto,
imane.



 


 
   
 
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