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Autore: calimeli    28/12/2011    11 recensioni
Ordunque, dimenticate la dolce e sobria Alagaesia di Paolini e fiondatevi nell'Alagaesia sadica di una scrittrice in erba che fuma erba!
Se non vi piacciono le fic OOC e comico/demenziali NON APRITE QUESTA FF!
“Murtagh, amore della mamma, posso sapere che hai fatto?” dico alzandomi e avvicinandomi a lui con un sorriso sadico.
“L’ha chiamato amore della mamma!” sussurra Cassie a Maggie. Lei annuisce spaventata.
Tutto intorno a noi si è fermato. Eragon, che giocava a carte con Ben, ci guarda esterrefatto, pronto a scappare non appena si complichino le cose. Non vi fidate quando vi dicono che Eragon è un uomo coraggioso: sono tutte baggianate.
“N-Niernen, amica mia, mi stai rompendo l’osso del polso”
“Murtagh, amore della mamma, l’osso del polso non te lo spezzo, te lo sbriciolo”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Nonsense, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 2: padri, futuri mariti e fairth

CAP. 2

Padri, futuri mariti e fairth.

Sono passati due mesi da quando si è schiuso l’uovo ed è nato Tongfut, il mio drago viola.

La Regina Annabelle è stata subito avvisata, così come la Regina Arya, che è arrivata a Gil’ead il giorno dopo, per dirmi che sarei dovuta andare ad Ellesmera.

Devo dire che fu un colpo, soprattutto per mio padre che si aspettava tutto ros’e fiori comunque, alla fine, mi ha lasciato andare.

Salutato tutto il paese (e per tutti intendo proprio tutto) sono salita sul drago della Regina. Ed è stato fantastico. Volare su un drago, intendo.

Ho scoperto anche che Arya, io ho l’onore di poterla chiamare così, è una person..pardon, elfo, molto socievole. O, almeno, così mi è parso.

Il viaggio per Ellesmera è stato duro, ma il fine giustifica i mezzi. Cioè, appena sono scesa da Fìrnen non sono riuscita più a muovermi (in parte perché mi facevano ancora male le gambe). Ellesmera era fantastica, per non parlare degli elfi che mi trattavano come una regina. Mi davano frutta e verdura a volontà, vestiti, mi intrecciavano i capelli, mi facevano di tutto e io, imbarazzata tanto che non si distingueva la mia faccia dai capelli, ringraziavo balbettando quel poco che sapevo nell’Antica Lingua.

Un elfo, Vrael, mi ha mostrato la mia ‘casa’, nella quale ho vissuto fino ad oggi, e mi ha aiutato ad ambientarmi. Era anche il mio maestro di scherma. Mi ha insegnato a tenere in mano una spada (prima la impugnavo tipo un bastone), a parare affondi e a farne e, grazie ai suoi insegnamenti, ho imparato a muovermi con più fluidità anche se, per questo, devo ringraziare soprattutto gli elfi e la mia permanenza ad Ellesmera.

Ho imparato a muovermi nel silenzio assoluto e a camminare senza fare rumore, ho imparato ad essere invisibile.

Tongfut ha imparato, invece, a volare, parlare, planare e scendere in picchiata.

*°*°*°*°*°*

Ora sono qua che aspetto Blohdgarm, uno degli elfi che vive con Eragon fuori da Alagaesia, che dovrà portare me e il mio drago alla Rocca di Glaedr (Eragon ha chiamato così il palazzo dove allena i Cavalieri). Chissà se è carino.

Arya si scusa e mi lascia sola, al confine della Foresta, perché ha alcune commissioni di Stato da sbrigare.


Il mio Drago è da qualche parte a cacciare e io non so che fare.

Girati i pollici.

Come sei spiritoso, Tong.

Mi hai dato un nome che fa schifo comunque.

Era il nome del nonno.

È lo stesso.

Sbuffo e scuoto la testa, conscia del fatto che Tongfut non può vedermi e mi stendo a terra. È quasi l’alba e riesco a vedere la stella del mattino. Chiudo gli occhi e rivivo tutti i bei momenti che ho vissuto fino ad oggi e mi scende quasi una lacrima quando penso a mio fratello che, sicuro, non sa ancora che sono un Cavaliere di Draghi.

Chissà come rimarrà quando lo verrà a sapere. Ho quasi voglia di andare fino ad Ilirea da lui e dirglielo di persona, ma se Blohdgarm arriva e non mi trova forse mi darà per morta. Anche se non credo che, in quanto elfo, Blohdgarm abbia senso dell’umorismo. Forse non sa neanche che vuol dire.

Sento qualcosa avvicinarsi e mi alzo subito in piedi, la mano sinistra postata sull’elsa della spada, ma mi calmo quando mi accorgo che è Tongfut.

Lui avvicina la sua grande testa alla mia e fa un verso simile ad una risata e sento quasi tremare la terra. Ha solo due mesi, ok, ma è molto possente, come drago.

Mi ristendo e credo di essermi addormentata quando una coscienza conosciuta tocca la mia. Lascio entrare Tongfut nella mia mente.

Credo che stia arrivando qualcuno.

Davvero? Io non sento niente.

Tu sei un’umana, non puoi sentire.

Grazie, gentile come sempre.

Solo con te, piccola mia.

Scuoto la testa e mi alzo, le braccia incrociate.

Da dove arriva? Chiedo mentalmente

Est.

Cioè?

Mi fa segno di guardare alla mia destra.

È giorno inoltrato, quindi il sole è alto, ma non vedo comunque niente altro che una luce gialla abbagliante.

Poi qualcosa si fa spazio tra la luce. È un minuscolo puntino all’orizzonte, ma capisco che è un drago.

Le mie certezze sono confermate da un ruggito talmente potente da far tremare la terra sotto di me e che per poco non mi fa cadere.

Ci mette poco ad arrivare, e capisco che il drago deve avere più di cento anni, tanto ch’è grosso. È almeno quindici volte Tongfut e quasi due volte Fìrnen.

Il Cavaliere, al contrario, sembra avere poco più di vent’anni. Quest’ultimo scende dal suo drago in un modo talmente disinvolto che lo fa sembrare quasi un presuntuoso che sta lì a dire ‘io ho un Drago e tu no’. Anche se, devo ammetterlo, è un gran bel ragazzo.

Il suo Drago rosso sbuffa e mi arriva una ventata d’aria calda tutt’altro che piacevole.

Tongfut gli si avvicina e i due si annusano a vicenda.

È un maschio.

L’ho capito, grazie.

Sai almeno chi è?

Che vuoi che ne sappia, io, Tong.

Castigo.

Chi? Cosa? Come? Quindi tuo padre?

Sì, piccola mia.

E quindi il Cavaliere è Murtagh.

Sì.

Che ha più di cento anni.

Sì, piccola mia.

Cazzo.

Il mio Drago ride. Che cavolo mi ride? Ho trovato carino uno con più di cento anni! Non so perché ma mi metto a ridere, e Murtagh mi guarda, in attesa.

Lo squadro da capo a piede e gli porgo la mano.

“Niernen”

“Credo che il tuo Drago ti abbia già detto chi sono” risponde lui avvicinandosi e stringendomi la mano.

“Lo credo anche io, ma uno farebbe bene a presentarsi.”

Lui, senza lasciarmi la mano, la bacia.

“Murtagh”

“Ora va meglio”

Passano alcuni minuti in silenzio, interrotti solo dallo sbuffare dei due Draghi.

“Ortensia” se ne esce, ad un tratto Murtagh.

“Già”

“Come mai?” Mi guarda. Ha degli occhi azzurri enormi, in contrasto con i suoi capelli scuri.

“La madre di mia nonna era un’elfa e si chiamava così” Alzo le spalle.

“È un bel nome”

“Già” ripeto per la seconda volta.

Murtagh si alza e mi porge la mano. L’accetto ben volentieri e mi alzo anche io, scrollandomi di dosso i residui di terra.

“Credo che sia ora di andare” dico.

“Già, il viaggio è abbastanza lungo. Castigo.” Concorda lui, chiamando il suo drago.

Io mi avvicino a lui e inizio a sellarlo come mi ha insegnato a fare Vrael.

Sento una coscienza sconosciuta premere contro la mia e alzo le barriere mentali ma le riabbasso quando Tong mi dice che è Castigo.

Credo che tu debba venire con noi, umana. Il viaggio è lungo e se il tuo drago portasse anche te dovremmo fermarci ogni dodici ore.

Mi stai dicendo che sono grassa? Penso ironica e Castigo ride, per quanto glielo permetta la sua condizione di Drago.

Sto solo dicendo che…

Ho capito, ho capito.

Finisco di allacciare la sella a Tongfut e gli do un bacio sulle squame della mascella, poi Murtagh mi aiuta a salire sul dorso di Castigo che, wow, è enorme, tanto che potrebbero starci tre me stese.

“Sei la prima persona che sale sul dorso di Castigo, oltre me” mi dice Murtagh mentre lega ben bene i lacci che assicurano le caviglie. Io faccio lo stesso.

“Mi sento onorata, allora” e ringrazio mentalmente Castigo.

Noto che dietro di me ci sono varie lastre di ardesia, quelle che si usano di solito per fare il fairth. Vedo che ce n’è anche uno già fatto raffigurante un lago al sorgere del sole.

“È per questo che abbiamo fatto tardi. Mi piaceva così tanto il lago Eldor che ho fatto un fairth” si giustifica Murtagh mentre sorvoliamo il fiume Edda.

Trascorriamo il resto del viaggio in silenzio e sento le gambe farmi male. Sembra che Murtagh se ne sia accorto e dice mentalmente a Castigo di atterrare. Mi sembra che anche Tong sia stanco.

L’atterraggio mi sballotta di qua e di là, meno male che i legacci mi hanno tenuta ben salda. Slego questi ultimi e Murtagh, da vero gentiluomo, mi aiuta a scendere. Mi domando da chi abbia imparato ad essere così gentile. Come se mi avesse letto nel pensiero, mi guarda e mi sorride. Io quasi mi sciolgo ma non lo do a vedere.

Che schifo.

Fatti i fatti tuoi, tu.

Fortunatamente vicino al fiume Edda c’è una fitta vegetazione, quindi trovo frutta in abbondanza.

Nel frattempo Murtagh accende il fuoco con un semplice incantesimo e va vicino al fiume per prendere un po’ d’acqua. Io torno dove ci siamo accampati con talmente tanta frutta e verdura in braccio che quasi inciampo ma, fortunatamente, riesco a stare in piedi e a non fare una figuraccia. Tong, con la sua cosa, mette un panno a terra e io lascio cadere tutta la frutta, che porto vicino al fuoco.

Quando arriva, Murtagh mi guarda, poi va vicino a Castigo e da una sacca caccia della carne. Me ne porge un pezzo ma rifiuto.

“Sono vegetariana”

“Vege-che?”

Lo guardo alzando un sopracciglio e poi mi ricordo che è stato un eremita per quasi più di cento anni, quindi non può sapere le “mode” del momento.

“Un vegetariano è una persona che non mangia carne, come gli elfi” gli dico facendo un esempio e addentando una mela rossa.

“Quindi mangi solo frutta e verdura?”

“Anche derivati”

“Tipo?”

“Formaggi, uova, latte, eccetera eccetera” dico facendo girare la mano.

“Ba’” commenta lui addentando una fetta di carne essiccata.

Finisco quasi tutta la frutta che ho preso e il restante lo do a Tong.

Contento di aver conosciuto tuo padre?

Contenta di aver conosciuto il tuo futuro marito?

Sì.

Sì anche io.

Sorrido e gli do una pacca sul muso, poi mi accovaccio vicino a lui e, dalle sacche che porta, caccio una pergamena che ho preso da Ellesmera e incomincio a leggere.

Murtagh mi guarda interessato, poi prende un pezzo di legno, si siede a terra e comincia ad intagliare mentre Castigo, dietro di lui, si addormenta.

Quando finisco di leggere la pergamena Tong si è addormentato e Murtagh sta ancora finendo di intagliare il legno. Mi avvicino e mi siedo vicino a lui circondando le gambe con le braccia.

“Che cos’è?”

“Lo vedrai domani” mi risponde senza alzare gli occhi dal legno. Sbuffo un po’ scocciata, mi alzo e torno ad accovacciarmi vicino al mio drago, dove mi addormento.

*°*°*°*°*°*

Macciao, belle e dolci anime in pena! Non ho niente da dire, solo che dopo questo capitolo devo suicidarmi davvero D:
...
Ok, no, io ho sempre qualcosa da dire. La prima è che siete davvero dolci, perché avete recensito il capitolo scorso che, a parer mio, non meritava neanche di essere scritto, tanto che fa schifo ù_ù Quindi.. Grazie, thanks, gracias, merci, takk(è islandese, ma mai fidarsi di Google Traduttore) e Gǎnxiè(cinese semplificato, sempre secondo google traduttore :D) :D
Poi, poi, poi, a qualcuno di voi piace Kingdom Hearts come videogioco o come manga? *_*
Io lo amo, e sto uscendo pazza perché non riesco a finire il gioco ç___ç
Quindi adesso vi lascio e vado a cercare di uccidere Xemnas con l'aiuto di Sora e Riku :D
un abbraccio grande grande *_*
eli

ps: Ecco a voi, come li immagino io, Niernen (Hayley Williams, anche per il carattere schietto *_*) e Murtagh (Garrett Hedlund, che nel film di 'Eragon' è Murtagh, ovviamente ù_ù)

     
ok, immaginatevela con la fragia                  Ma guardatelo, non è strafighissimo
spostata di lato e con gli occhi                   Garrett? Viene proprio voglia di sbaciuc-
verdi ed è come la immagino                          chiarselo a non finire *__*
(e come la sogno la notte) io :D

   
 
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