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Autore: Marikan    13/08/2006    5 recensioni
Una misteriosa ragazza. Un tremendo potere. E un passato dimenticato che torna dopo 3000 anni...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta era aperta.
Dall'apertura si intravedeva l'inizio di un lungo corridoio, che si andava a perdere nelle tenebre. Le sue pareti erano piene di disegni e geroglifici, vecchi di migliaia di anni, che con i loro occhi scrutavano e facevano la guardia al passaggio. Un alito di vento proveniente dall'imboccatura alle loro spalle investì i ragazzi, procedendo indisturbato per il corridoio, e sollevando il misto di polvere e sabbia che si trovava per terra da chissà quanti anni.
"Bene- disse il Professor Howkins - siete riusciti ad aprirla... finalmente..."
Il Faraone deglutì: "Inizia una nuova avventura..."
Forse, anche quella decisiva...aggiunse il piccolo Yugi.
"Si, si, ok- disse Seto, seccato - ma vediamo di sbrigarci, perché vorrei anche che finisse quest'avventura..." Il ragazzo si avviò verso l'entrata del corridoio, ma una mano gli si serrò sul polso, fermandolo: "Prudenza, Kaiba - lo redarguì il Dott. - non sappiamo quali insidie possa celare..."
Il moro ritirò con un piccolo strattone la mano, mormorando uno "Tsk..." un pò sdegnato, ma non aggiunse altro ne proseguì.
"Bhè...- disse un pò titubante Rebecca- cerchiamo di fare attenzione, ok?" E mosse un passo verso l'entrata della galleria.
"Vuoi andare con loro???" le chiese il nonno, preoccupato.
La ragazza si girò con un sorriso verso l'uomo, cercando di sembrare il più decisa e tranquilla possibile: "Sono importante per loro: chi gli tradurrà i geroglifici? o spiegherà qualcosa sulle antiche tradizioni egizie? Avranno sicuramente bisogno di me."
Il Professore la guardò tristemente, con il cuore che gli si stringeva al pensiero di lasciar andare la nipote ad avventurarsi da sola in un antico edificio egizio, pieno di trappole ed insidie; ma poi sorrise debolmente, rassegnatosi ormai all'idea che in fondo l'unica che avesse potuto mai accompagnare il Faraone ed i suoi amici all'interno di quella struttura, fosse proprio lei. Ma in quel momento non era l'unico in ansia: anche Maximilian Pegasus era preoccupato per la sorte della figlia. Gli mise una mano sulla spalla, cercando di trarre il massimo dal quel loro ultimo contatto; prima che la ragazza si inoltrasse letteralmente alla scoperta del suo passato. Lei si girò, sorridendo al padre: "Dad..." e l'abbracciò.
"Be careful, my sweetie. I don't want to lose another love...(Stai attenta, mio frugolino. Non voglio perdere un'altro amore...)" le sussurrò all'orecchio il padre.
"Do-don't worry dad (No-non ti preoccupare papà)- le rispose Kaede- I'll come back safe and sound, and finally I'll can tell you my story...(Tornerò sana e salva, e finalmente potrò raccontarti la mia storia...)" la voce le si incrinò un pò dalla commozione, ma si trattenne. Stettero ancora un pò abbracciati, restii a lasciarsi, com'era naturale; poi, distendendo le braccia, la ragazza si staccò e si unì ai suoi amici. I ragazzi diedero un'ultima occhiata ai due uomini e poi si incamminarono verso la scura bocca del corridoio della piramide.
I loro passi risuonavano sinistri lungo il corridoio illuminato da una serie di fiaccole appese alle pareti, rimbalzando ed echeggiando contro le pareti; mentre le fiamme disegnavano delle strane ed inquietanti ombre, con sagome simili a mostri, che sembravano rincorrersi sui muri, per poi perdersi nelle ombre che regnavano sulla maggior parte del loro percorso. Quest'atmosfera a dir poco lugubre non era di sicuro molto d'aiuto per la tensione  che i ragazzi provavano in quel momento, una tensione che però era costretta a sottostare ad un'emozione ben più forte, l'emozione di sapere che forse la direzione che avevano preso era quella esatta.
Procedettero per un pò, silenziosi, timorosi ad emettere un qualsiasi tipo di suono che non fosse il rumore dei loro piedi sul pavimento. Poi finalmente il corridoio sboccò in una stanza. Essa era abbastanza grande, ed al centro vi si trovava un immenso altare d'avorio con bellissimi intarsi d'oro, i quali, nonostante fossero passati ben 3000 anni, rilucevano ancora come se fossero stati appena lucidati. Sui lati dell'ara vi erano incisi bellissimi geroglifici, anche loro inalterati nel tempo, con i colori ancora splendenti e cangianti. Anche le pareti della stanza sembravano appena finite: le figure spiccavano nitide contro le pareti color ocra, disegnati e pitturati con tanta dedizione e amore che i personaggi raffigurati sembravano animati da vita propria.
Ma la cosa che catturò maggiormente la loro attenzione fu una specie di piccola "costruzione" in legno collocata sull'altare. La costruzione era formata da una base e da quattro braccia che uscivano in diagonale da essa, per poi ripiegarsi ed arrivare quasi a congiungersi.
"Ma che diavolo è?" chiese Seto
Yami guardò lo strano manufatto, non avendo la minima idea di cosa fosse; ma il suo sguardo fu poi catturato da un altro particolare: sulla parete di fronte a loro si trovava un grande occhio dorato, l'occhio di Udjat che imperscrutabile li osservava, l'occhio dorato uguale a quello che si trovava sul Puzzle del Millennio. Il giovane Faraone lo osservò rapito, i suoi occhi erano stati catturati dalla sua nera pupilla, catturato da un messaggio sussurrato, un messaggio che gli era entrato in testa e non voleva più lasciarlo...non sapeva bene cosa quel messaggio gli dicesse, ma era sicuro che gli stava sussurrando che in qualche modo il piccolo manufatto di legno ed il grande occhio dorato erano collegati....e che centrasse il Puzzle.
"Rebecca- disse- c'è scritto qualcosa di importante che dovremmo sapere, sull'altare?"
"Uhm...-la ragazzina si chinò a leggere le iscrizioni, passandoci sopra l'indice a pochissima distanza, per non rovinarle-...dunque...qui dice che per poter accedere alla piramide vera e propria bisogna compiere una specie di "rito di passaggio", ma non specifica di che tipo..."
Il ragazzo passò lo sguardo dal occhio dorato al manufatto, e dal manufatto al occhio, sentendo che per completare l'arcano mancava qualcosa...
"L'hai sentito anche tu, vero?" sussurrò al suo giovane alter-ego.
Si...-rispose il piccolo Yugi, affiancandolo-...come...come...una specie di ape che ti ronza nella testa...ma che non è fastidiosa....
"Già...secondo te, a cosa serve quell'affare?"
Non ne ho idea, Faraone....
I due rimasero ancora un pò a guardare l'oggetto di legno, poi si girarono verso gli altri: "A voi dice qualcosa?"
Tutti scossero la testa in senso di diniego, affranti dall'essere così vicini alla loro meta eppure così lontani. Intanto la piccola Rebecca stava gironzolando qua e là, osservando bene bene la stanza, i suoi dipinti e le sue scritte. Si fermò presso l'occhio dorato, lo osservò e poi si mise a leggere i pochi e sbiaditi geroglifici che vi si trovavano sotto.
"Strano- mormorò, non capendo come a differenza dell'intero luogo, lì i geroglifici sembravano vecchi, quasi cancellati volutamente...-vediamo un pò...." Lesse l'iscrizione molto a fatica, certe volte addirittura indovinando il simbolo laddove non si riusciva quasi più a comprendere.
"Ehi Yugi!- esclamò alla fine- Qui c'è un'altra scritta....ma non riesco a comprendere bene il suo significato....riesco solo a riconoscere i simboli che stanno per Memoria e....uhm....Viaggio, o una cosa del genere, è molto deturpato...."
Il giovane si avvicinò alla ragazzina e si mise a sua volta ad osservare i geroglifici rovinati, pensieroso. Poi si accorse che la traiettoria dello sguardo dell'occhio dorato arrivava proprio nel punto in qui le quattro braccia della costruzione di legno sembravano riunirsi. Spinto da non so quale istinto, il Faraone si riportò davanti all'ara e, preso in mano il Puzzle del Millennio, ve lo adagiò sopra.
"Che cosa...?" cominciò Tristan, ma fu subito zittito dall'immenso bagliore che la pupilla del occhio di Udjiat aveva cominciato ad emanare.
Trascinati da una forza sconosciuta e irresistibile, i ragazzi si diressero verso l'occhio e vi si inginocchiarono davanti, abbassando il capo  come in attesa di una sentenza.
Quando si rialzarono si ritrovarono in uno spazio completamente nero, fatta eccezione per un piccolo bagliore alle loro spalle. Kaede sì girò per dare un'occhiata attraverso il piccolo foro da cui proveniva la luce, e rimase un pò spaventata nel vedere se stessa svenuta sul pavimento di fronte all'occhio con i suoi amici; ma poi si tranquillizzò, capendo cos'era successo: "L'occhio deve aver separato..." ma non riuscì a finire la frase detta tra se e se, che un urlo ruppe il silenzio, e tutti si girarono nella direzione da cui era provenuto. Videro Tea con le mani premute contro la bocca e con un espressione sconcertata sul volto, mentre stava guardando con occhi sbarrati due figure davanti a lei; così gli altri seguirono il suo sguardo....
"Ma che avete da guardarmi con quelle facce??" chiese Yugi.
"Ehm...credo che sia a causa mia..." disse una voce che di solito poteva sentire solo lui.
Il ragazzino si girò, rimanendo a sua volta sbigottito: "F-faraone?!? Ma cosa...come...??"
"Credo sia stato l'occhio di Udjiat,-disse Kaede, esponendo la sua teoria- che ha separato le nostre anime dai nostri corpi. Guardate. -indicò il piccolo spiraglio alle loro spalle, mostrandogli i loro corpi privi di sensi distesi a terra- Ecco perché ora possiamo vedere entrambi gli Yugi."
"Wow!" fecero Tristan e Joey in coro, mentre Seto rimaneva scettico, come al suo solito.
Intanto Yugi e Yami si stavano osservando, un pò straniti dal momento che ora erano due entità separate, distinte, indipendenti. Il ragazzino capì per la prima volta che cosa avesse dovuto provare, se il Faraone riscopriva il suo passato e se ne tornava nel mondo degli spiriti; e sentì come una stretta al cuore, un dolore insopportabile, un senso di abbandono e inquietudine. Ma i suoi pensieri furono interrotti dalle parole spazientite del presidente della KC: "Allora, avete in mente di stare qui a decide quale dei due sia meglio o continuare sto cavolo di viaggio?"
"Ehm...continueremo, se solo sapessimo dove andare..." lo rimbeccò Mai, alludendo all'oscurità che li attorniava.
Ma non aveva neanche finito di dire la frase che le tenebre si squarciarono, e la vista di un immenso deserto si materializzò davanti a loro. Rimasero completamente disarmati davanti all'apparizione dell'immensa distesa di sabbia, che si protendeva fino ad oltre a loro visuale; quasi a voler cingere con i suoi granelli i confini del mondo.
"Ma che razza di posto è mai questo?" disse Seto, ma l'unica risposta che ricevette fu un grido stridulo dal cielo. Tutti alzarono gli occhi verso l'immensa distesa azzurra, punteggiata qua e là da qualche nube, e videro un puntolino muoversi in cerchi sopra di loro. L'uccello mandò un'altro grido e scese di una decina di metri, potendo così dare una maggiore visuale di se al gruppo di ragazzi.
"Ehi, ma quello..." dissero Kaede e Yami all'unisono, guardandosi un attimo negli occhi per ricevere conferma uno dall'altro, e poi tornando a posare lo sguardo sul falco che aveva salvato il Faraone dall'attacco del serpente.
"Quello cosa?" chiese Joey, non avendo ancora capito; mentre il Faraone alzava una mano in segno di saluto e di ringraziamento verso il volatile, il quale scese in picchiata per passare così tanto davanti al ragazzo, che lo spostamento d'aria gli fece scompigliare i capelli. Poi il falco se ne tornò a quote più alte, e scomparve nell'orizzonte di fronte a loro.
"Bhe, non so voi, ma a me sembra un chiaro invito a seguirlo..." disse il Faraone, incamminandosi nella direzione dov'era scomparso il volatile, seguito poi dal resto del gruppo.
Si inoltrarono nel deserto che sembrava non finire mai, senza alcuna traccia o segnale di dove fossero  o dove stessero andando. Ovunque si girassero la sabbia color ocra dominava la visuale, rompendo qua e là la simmetria piatta dell'orizzonte con qualche duna, ma nessuna di queste così particolare da poter fungere come punto di riferimento o indicazione. I ragazzi procedevano a rilento, sotto il sole cocente del deserto, e pian piano gli animi cominciarono a farsi bui e le speranze ad affievolirsi; inoltre, non avendo previsto quella lunga marcia non si erano equipaggiati a dovere, ed ora, assetati e abbrustoliti dal sole, cominciavano a credere che gli dei avessero voltato loro le spalle.
"Siamo sicuri che volesse che lo seguissimo, e non che volesse fare uno spiedino con il tuo braccio, Faraone?" chiese Tristan, ormai stufo di sentirsi tutto appiccicaticcio a causa del sudore. Ma Yami non rispose, percependo in bocca i primi sentori del gusto amaro della delusione.
Non può essere.. si ripeteva mentalmente
Il piccolo Yugi, ora che si erano separati, non poteva più leggere i pensieri del suo alter-ego; ma capiva comunque cosa lo preoccupava, e così gli si avvicinò: "Su Faraone, non possiamo aver fatto tutta questa strada per niente...vedrai che riusciremo ad uscire anche da questa situazione!"
"Lo spero tanto Yugi..." mormorò l'altro, in risposta.
Il gruppo si fermò per qualche istante a riprendere le forze, recuperando però ben poco a causa del sole che picchiava e del caldo torrido e insopportabile.Ma ben presto qualcosa catturò la loro attenzione: infatti tra le onde create dal calore, i ragazzi poterono distinguere una massa informe che procedeva dritta dritta verso di loro ad una velocità sostenuta.
"Cos'è?" chiese il piccolo Mokuba.
"Non ne ho idea-gli rispose il fratello maggiore- ma non ho nessuna intenzione di stare qui a scoprirlo."
"E fai bene..-si intromise Rebecca, guardando con occhi pieni di paura la nube ce si stava avvicinando pericolosamente, ad una velocità più elevata; sempre più vicina, sempre più vicina...- perché quello è il khamsin..."
"Il cosa?" chiese Tea
"é un vento caldo che soffia da sud nel deserto egiziano...e provoca tempeste di sabbia..." spiegò la biondina.
Con un nuovo sguardo pieno di terrore, i ragazzi si volsero a guardare prima la tempesta di sabbia ormai molto vicina, e poi la giovane Howkins; esprimendo con gli occhi ciò che le loro bocche paralizzate non riuscivano a dire...che cosa facciamo ora??
La ragazzina spaziò con lo sguardo l'intero orizzonte e poi uno sguardo impotente si formò sul suo volto, notando l'assenza completa di ripari: " Possiamo solo coprirci naso e bocca, e sperare di uscirne bene..."
"Oh, perfetto..." sbottò Seto
Comunque i ragazzi alzarono i baveri delle loro giacche e tirarono fuori fazzoletti, bandane e quant'altro era in loro possesso per proteggersi al meglio dalla tempesta; che nel frattempo aveva guadagnato un'altro bel pò di terreno nei confronti del gruppo. Ora potevano distinguere i turbinii della sabbia mossa dal forte vento caldo del deserto, mentre la vedevano sempre più vicina, ed enorme...finché non gli fu addosso.
La tempesta gli investì in pieno, rischiando di mandarli gambe all'aria, tale era la potenza del vento. I granelli di sabbia si infiltrarono in ogni buco libero, in ogni piega del corpo e degli indumenti; oscurando loro la vista e irritando occhi, bocca e naso.
Yami girò la testa da una parte all'altra nel tentativo di scorgere almeno le sagome d Yugi e degli altri, ma sul mondo attorno a lui era calato un muro color giallo-ocra. Tentò di aprire la bocca per chiamare i ragazzi, ma un ondata di sabbia gliela riempì, nonostante si fosse coperto il capo con un turbante, costringendolo a sputare e a tossire per dieci minuti buoni.
La situazione per gli altri non era certo migliore: tutti cercavano di stare uniti per non perdersi un quel mare di sabbia che li avvolgeva, ma purtroppo il fato volle che non affrontassero tutti insieme l'avventura che li aspettava.
"MOKUBA!!!" gridò Seto, ingoiando anche lui la sua buona parte di sabbia, nel tentativo di trovare il fratellino.
Una mano gli si strinse sul polso, ma non era la manina del piccolo Kaiba ma bensì quella di un normale adolescente. Seto strattonò un attimo il braccio, ma vedendo che non mollava la presa, vi rinunciò.
"MOKU..cough cough..BA!!!" urlò di nuovo, ma nessuno rispose al suo appello. Al contrario colui che gli aveva afferrato il polso lo strattonò, in modo che lo seguisse; e solo allora, volgendo lo sguardo verso la persona, si accorse che in totale erano in tre. Le due sagome attaccate a lui cominciarono a dirigersi verso quella che ritenevano la direzione in cui procedevano prima dell'arrivo della tempesta.
"FARA...cough cough cough..gngnnnnnnnn..."
"Oddio, chi si sta strozzando?? Joey, sei tu?"
"Gnnn...SI!...cough cough..."
Il biondino sentì due braccia circondargli la vita, per imprimergli poi una spina poderosa affinché sputasse la sabbia; infatti, dopo alcuni tentativi, Joey riuscì a liberarsi del insidioso nemico.
"Grazie...chiunque tu...sia..."
Ancora mezzo intontito venne preso per il colletto del giubbotto e trascinato verso una direzione non ben precisata.
.............
.............
.............
Passarono diverse ore, prima che la tempesta accennasse a diminuire; ma nonostante il flusso vorticante della sabbia fosse diminuito, ne rimaneva abbastanza da rendere ancora la vista oscurata e i sensi sperduti.
In mezzo a quel mondo ocra, a Yami parve di scorgere qualcosa...un ombra, una macchia più scura, una forma molto famigliare...una porta.
Strattonò i compagni che era riuscito a recuperare e li condusse  verso quella che poteva essere la loro salvezza.
Non so cosa ci faccia una porta nel bel mezzo del deserto, ma qualcosa mi dice che è la strada giusta... pensò il giovane Faraone.
Un grido, nel cielo.
Yami alzò lo sguardo e sorrise: una piccolissima e quasi invisibile sagoma si stagliava nel cielo ancora color ocra, dirigendosi senza ombra di dubbio verso quella misteriosa porta in mezzo al deserto. Allora il ragazzo non ebbe più esitazioni e proseguì a passo spedito.
"Ehi...quella...non...vi sembra...una grotta?" provò a chiedere Tristan, cercando di ingoiare meno sabbia possibile.
"Uh?- borbottò una ragazza accanto a lui, che gli dava l'impressione di essere Mai- cavoli, hai ragione...ragazzi! Forse abbiamo trovato qualcosa!" finì, rivolgendosi al gruppetto di persone che erano riusciti a recuperare.
In quel momento la tempesta decise di non importunare più: molto lentamente, ma con costanza, il vento cominciò a calare ed i granelli di sabbia a posarsi per terra; in nuove dune e percorsi che il khamsin aveva plasmato. Con il dissolversi della sabbia, la visibilità tornò pian piano sempre più nitida; finché a far lacrimare gli occhi non rimasero solo i granelli che vi erano entrati durante la tempesta. Finalmente ora si poteva fare l'appello e sperare che non mancasse nessuno.
Il piccolo Mokuba stava cercando con lo sguardo il fratello maggiore, ma senza alcun risultato; la stessa cosa stavano facendo gli altri, che si accorsero di tre assenti:...
...Yami, Seto e Kaede si trovarono davanti a quella strana entrata quando finì la tempesta.
"Ma dove...?" cominciò l'americana, subito interrotta dal grido di Kaiba: "MOKUBAAAAA!! DOVE SEI, MOKUBA!!!"
L'altro ragazzo gli mise una mano sulla spalla: "Su Seto, vedrai che Mokuba sta bene..."
"La fai facile tu!- rispose l'altro girandosi di scatto e molto bellicosamente verso di lui- Quei quattro stupidi dei tuoi amici possono anche cavarsela da sola, anzi forse Wheleer mi lascia un pò perplesso; ma lui è ancora piccolo!"
"C-certo, mi rendo conto, ma vedrai che sta bene..."
"Possibile che tu veda sempre tutto rose e fiori?! Potrebbe essergli successo qualcosa!" e detto questo, il moro si girò per andare in cerca del fratellino.
"Ehi! Where are you going? (Ehi! Dove stai andando?)"
"A cercarlo, mi pare ovvio." rispose, senza nemmeno girarsi
Yami gli corse dietro e gli si parò davanti: "Questo deserto presenta insidie che nemmeno immaginiamo. Cosa succederebbe se si scatenasse un'altra tempesta mentre sei in cerca di Mokuba? Potresti perderti e, ancor peggio, allontanarti da dove è o si sta dirigendo tuo fratello. Anche io ho perso il mio Aibou, e quindi capisco cosa provi...Ascoltami: per ora la cosa più saggia da fare è rimanere uniti e scoprire cosa sia quella specie di porta..."
Seto strinse i pugni, frustrato all'idea di essere stato fermato di nuovo e costretto a fare ciò che gli veniva detto; ma nonostante questo tornò a girarsi verso la porta e mormorò: "Spero solo che quei quattro pagliacci dei tuoi amici me lo facciano riavere vivo e integro, altrimenti..." finì il moro, girandosi e dirigendosi verso quella strana entrata. Yami e Kaede si scambiarono un'occhiata sorridendo, e poi si affrettarono a raggiungere il loro compagno; il quale si era già avventurato all'interno della "porta".
"Secondo voi dovremmo entrare?" chiese Tristan
"Bhe, non mi pare ci siano alternative..." disse Tea
"Bene allora! Gambe in spalla gente!" proclamò Mai, precedendo gli altri ed avventurandosi per prima in quella strana grotta. Gli altri non poterono far altro che seguirla.
"Cavoli, se solo ci fosse qui Rebecca..." mormorò Yami, passando per l'ennesima volta lo sguardo sulla parete fitta di geroglifici. I tre si erano avventurati all'interno del corridoio finché le pareti attorno a loro non avevano cominciato pian piano a riempirsi degli affascinanti ma arcani simboli egizi; che loro non avevano la benché minima idea di come interpretare.
"è inutile star qui a scervellarci con degli stupidi disegnini- disse il presidente della KC- quando magari più avanti c'è la fine di quest'incubo..."
Kaede annuì: "Seto's right (Seto ha ragione). Certo, questi geroglifici significheranno pur qualcosa, ma non penso che siano loro il motivo per cui siamo finiti qui.."
Il giovane Faraone si girò verso i suoi compagni, sorrise e disse: "Forza allora, continuiamo il nostro viaggio!"
Nonostante quella strana caverna si trovasse nel bel mezzo del deserto, l'interno di essa era scuro e umido: più i tre vi si avventuravano dentro difatti, più la luce lasciava il posto alle tenebre e dal soffitto cominciarono a cadere grosse gocce di acqua stagnante. I ragazzi procedevano nel silenzio più assoluto, interrotto solo dal sordo tonfo che le gocce provocavano cadendo sul pavimento e dal rumore dei loro passi. Il corridoio sembrava non finire mai: le parete assomigliavano a lunghi rotoli di papiro srotolati per chilometri e chilometri, ma ora che la luce del caldo sole del deserto non li illuminava più con i suoi raggi, i simboli incisi sopra sembravano aver acquistato un oscuro aspetto sinistro: gli occhi di umani e animal sembravano scrutarli con un cipiglio severo, mentre i tralci di vite ed i canneti di giunchi sembravano voler uscire dal muro e prendere vita, per circondarli con le loro spire...
Nonostante la visibilità ridottissima, ad un certo punto Kaede notò qualcosa davanti a loro...
"Ragazzi guardate! Sembra che ci sia...qualcosa..."
Seto e Yami seguirono la direzione del suo indice, e videro una debole luce tremolare in lontananza. Affrettarono il passo, e man a mano che si avvicinavano potevano scorgere meglio ciò che gli si stagliava davanti
"Ehi- esclamò il Faraone- sembra che sia...un'altra "porta"...-
I tre arrivarono finalmente alla fonte della luce: Yami aveva visto giusto, infatti si trattava di una porta che conduceva in una piccola stanza, in cui brillavano diverse fiaccole, fonte della luce che avevano scorto in lontananza. Ma la stanza non sembrava offrire molte altre attrattive: infatti oltre che le fiaccole, dentro vi era uno specchio a grandezza d'uomo posizionato al centro della stanza.
"Ma bene...-esclamò Seto, con il suo solito tono sarcastico-..abbiamo affrontato un viaggio nel deserto su di una scomoda carretta, una tempesta di sabbia in cui ho perso mio fratello per cosa?! Uno stupido specchio!!! Tsk, ne avrò cento, come quello, a Villa Kaiba..."
Il Faraone tentò di calmarlo: " Su Seto, calmati! Di sicuro ci sarà un motivo per cui quello specchio si trova qui!"
"Ora basta, mi sono stufato del tuo ottimismo cosmico! è per colpa tua se mi trovo qui ora, con voi due, disperso in chissà quale parte di questo ridicolo Paese! E con mio fratello messo ancora peggio! Mi dici come faccio a restare calmo?!?!"
"Seto...per una volta...fidati di me, di noi...sono sicuro che tutto questo fa parte di un piano già disegnato...Kaede, diglielo anche tu.......Kaede??" Yami si girò verso l'americana, che per tutto quel tempo era rimasta ad osservare lo specchio, rapita.
"Cos'è- intervenne Kaiba- ti è cresciuto un brufolo sul naso?"
La ragazza non fece caso alla battutina del moro, ma disse: " Voi dite che sia uno specchio qualunque...allora perché io vi ci vedo riflessi dentro vestiti da antichi egizi??"

 Hoooooooooolaaaaa!! ^O^ Finalmente, dopo tanto tempo, ritorno con l'attesissimo (seee, ma dove? NdTutti)<< farò finta di non aver sentito...dicevo, con l'undicesimo capitolo ^O^!!! Chiedo scusa e mi prostro ai piedi di voi lettrici, per aver dovuto aspettare tanto, ma purtroppo sono arrivata alla fine della storia "programmata" ovvero, che avevo già in mente; quindi d'ora in avanti me la inventerò di sana pianta ^^'''...Vabbè, spero siate clementi, che no vogliate linciarmi, ma soprattutto che volgiate ancora seguirmi ^^'''...Ah, volevo ringraziare tutte coloro che mi hanno fatto gli auguri di buon compleanno, anche se sono passati ormai 5 mesi ^^''' grazie ragazze *-*!!...ora passo ai...

THANKS TO:

-magic: (Ciao ^^ Che bello, una new entry *-*!! Mitica dici? oddio, non esageriamo, comunque, grazie mille ^///^ spero tu voglia continuare a sguirmi -_^ un bacio!)

-Kelly: (Chore *-*!! Ma perché rinunciare all'Egitto per Tea? basta fare così ^_^ *Marikan prende Tea e la rinchiude nello sgabuzzino delle scope del negozio del nonno di Yugi* e ora, alla volta dell'Egitto *O*!!(Comunque, voglio ribadire, che io NON sono geloso di NESSUNO!! >_<*NdSeto) Setonzolo, sai che due negazioni in una stessa frase si annullano, e quindi affermano ^__^...(d'oh >.

-MaNa_: ( Manuccia mia *-*!! Oddio, mi dispiace per il tuo bernoccolo xD Spero che per questo chap tu non ti rimetta di nuovo ad urlare, altrimenti se poi tuo fratello ti uccide, ti avrò sulla coscienza °-°''..xD...Sono contenta che la frase della scimmia ti sia piaciuta, mi meraviglio pure io: non so da dove cavoli l'abbia tirata fuori xD..vabbè, spero che anche questo capitolo te gusti ^^...a proposito, quando aggiorni le tue fic? °^° Sn in attesa *_*!! Ciao lowwe!)

-Akemichan: (Ciao!! Sono contenta che l'episodio del serpente ti sia piaciuto *-* sai, ci speravo che ti piacesse! Mi sembrava un buon elemento, che poteva dare alla storia qualcosa di più "egiziano" ecco, e sentirmi dire da un'autorità cm te in fatto di Egitto, bhe...non sai quanto mi hai resa felice *-*!! Grazie per i consigli sulla punteggiatura, il fatto è che scrivo e solo a volte faccio una riveduta generale per gli errori =P me troppo scansafatiche xD vabbè...uhm, mi sa che per la sorpresa dovrai pazientare un pò anche tu ^^'' Baci!)

 

  
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