DESTINO.
 
Ehi tu.
Ti capita mai di pensare al tuo futuro? Dove sarai tra 10 anni? Starai studiando? Starai ballando in qualche discoteca? Starai facendo un discorso pubblico?
Con chi sarai? Da solo? Con la persona che ami? Con i tuoi amici? Davanti ad una folla impazzita solo per te?
Te lo domandi mai? Io sì e penso: è così difficile pensare che una ragazza come me, possa realizzare il suo sogno?
Quando mi chiedono: “Cosa farai da grande?”
Io rispondo sempre: “Non lo so, però sarò a Londra. Magari lì troverò qualcuno perfetto per me. Io in Italia non ci resto”
Gli adulti mi guardano sempre con quel sorriso che dedicano anche ai bambini che credono ancora a Babbo Natale, il sorriso che ti dice: “Sogna pure tesoro. Tanto non ci riuscirai mai”
Perché? Perché mi chiedo. Perché io, con la passione per le lingue, per le città straniere e per i viaggi, non posso andare a Londra? Perché non posso lavorare come traduttrice nel mio studio ad Harrow?
Anche le persone che dovrebbero appoggiarti, ti guardano come se tu stessi sognando ad occhi aperti.
Nessuno che ti guardi sognante e che ti dica: “Spero proprio che tu ce la faccia. Io credo in te.”
Nessuno.
E questo mi fa arrabbiare ancora di più.
Mi fa arrabbiare ma mi fa anche diventare più decisa.
Quando vedo quello sguardo o quel sorrisino, penso: “Brutto pezzo di carta straccia, quando ti invierò il mio primo libro tradotto, la mia prima foto con il Big Ben, la mia prima cartolina, il mio invito di nozzeda Londra, vedremo chi farà il sorrisetto. Vedremo chi sarà felice. Vedremo chi sarà sorpreso. Vedremo chi sarà seduto in cucina, con lo sguardo triste, di quelli che sanno che i loro sogni non li hanno realizzati. Vedremo chi penserà: cavolo. Aveva ragione. Ce l’ha fatta.”
E poi penso: “Mi piacerebbe vedere le loro facce… Ma io sarò a Londra!”