Follow your free soul.

Sirius Black non era stato mai molto incline alle regole. Anzi, per niente.
A partire da quando aveva sei anni e alle prese con la prima magia accidentale.

La sua adorata madre aveva organizzato uno dei soliti ricevimenti noiosi, a cui partecipano le solite persone noiose che fanno discorsi noiosi.
E’ così che Sirius Black, sei anni di pura pestilenza, aveva definito la sua vita. Noiosa.
E decise finalmente di dare una svolta, a questa noiosa vita che non gli apparteneva.
Quel giorno si ritrovò una madre furiosa con lui, che gli urlava maledizione e fatture, e vari appellativi vagamente dispregiativi, come feccia, disgraziato, ignobile, e cose simili.
Ma il piccolo Black non capiva tutta quella rabbia. Aveva semplicemente trasformato i colori spenti dei vestiti delle signore in allegre e vivaci tonalità che variavano dall’azzurro cielo, al verde mela, mostrando grande gusto in fatto di colori, tra l’altro. E aveva solamente fatto sparire i volavà, come li chiamava lui, rimpiazzandoli con caramelle gommose ultra zuccherate.

Dieci anni dopo, un Sirius Black sedicenne si sentì apostrofare di nuovo in quel modo, dalla voce candida della madre che giungeva dalla cucina.

Avrebbe voluto chiuderle la bocca con metri di Magiscotch, ma dopotutto non gli sembrava appropriato.
Meglio una bella litigata faccia a faccia, no?

Scese le scale più lentamente che poteva, la camicia infilata malamente nei pantaloni della tuta, abbinamento totalmente orrido, nonché il preferito del ragazzo per far impazzire la madre.
Arrivò in cucina dopo dieci minuti buoni, e quando la madre lo vide, fece un urlo talmente forte da riuscire a svegliare il gatto, sepolto sotto cinque o sei coperte, cercando di non vedere neanche lui la scena.

“Sirius Orion Black! Ti pare questo … un abbigliamento, se tale si può definire questo scempio, da portare in questa casa?”.
“Mamma, cara, dolcissima mamma. A confronto con la carta da parati di questa cucina, sono in smoking, io” commentò sarcastico, strappandone un pezzo dalla tappezzeria ormai logora e sbattendogliela in faccia.
“Ragazzo! Non osare rivolgerti così a me… Che ti ho cresciuto, sfamato e... ”
“Si, si, mi hai cresciuto come meglio hai potuto, imponendomi regole e doveri che non ho rispettato mai e dovrei esserti grato e bla bla bla… A questo punto avrei preferito crescere ovunque, OVUNQUE, piuttosto che avere una madre come te, che mi tratta come se nemmeno fossi suo figlio, disprezzandomi per una cosa futile che ha commesso un bambino di sei anni. Sei anni!” le urlò contro.

Guardò la madre con rabbia, sfogandosi per la prima, e ultima, volta con lei, lasciando la cucina sbattendo violentemente la porta.

Sirius Black non era stato mai molto incline a seguire le regole. Anzi, per niente.
Nemmeno quando aveva sedici anni, e riempiendo uno zaino con tutto ciò che possedeva, prese la scopa e uscì dalla finestra, planando sul prato davanti a casa sua, dove, anche se esposto alla forte luce del pomeriggio, era sicuro non l’avesse visto nessuno, dirigendosi verso una meta ancora sconosciuta che, Sirius ne era certo, si sarebbe rivelata da sola camminando.

Di nuovo qui. E a breve distanza dall'ultima cosa che o scritto. Mi sorprendo di me stessa.
Comunque questa cosuccia è dedicata in particolare a Jo e a Manuela Jackson, che mi sopportano sempre e sono disposte a leggere tutto ciò che gli piazzo davanti. E che non finirò mai di ringraziare.
Manuela, sei la mia fan namber uan. :3

Ah, notare la fantasia: TITOLO ORIGINALE: Sirius Black. (Perchè noi possiamo xD)

Ok, dopo sto sclero, spero vi piaccia, e come al solito.. Lasciate una recensioncina veloce veloce. :3