Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Lady Numb    29/12/2011    3 recensioni
[Sequel di UNHOLY CONFESSIONS]
Zack e Natalie qualche anno dopo rispetto a dove li avevamo lasciati... ma anche la più tranquilla delle vite è a rischio se ombre dal passato tornano a farti visita...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mattina dopo, Zack, Natalie e Brian erano in ospedale e quest’ultimo, che se ne stava in disparte nella stanza dove avevano portato Jess, osservava estremamente preoccupato l’amico.

Come aveva previsto, quella mattina Zack era anche più a pezzi della sera precedente, nonostante facesse di tutto per nasconderlo, tuttavia non erano Jess e Aymee gli unici motivi.

Infatti, la prima cosa che Brian aveva notato quella mattina era che Nat sembrava faticare a guardare in faccia il ragazzo, una cosa che proprio non riusciva a spiegarsi.

Aveva ripercorso decine di volte gli eventi della notte appena trascorsa nella sua testa e non riusciva proprio a capire quale fosse il fattore scatenante di quel comportamento, un attimo Natalie si aggrappava a Zack come se da lui dipendesse la sua vita, l’attimo dopo lo teneva a distanza di sicurezza.

Ad ogni modo, qualunque fosse la ragione, l’unica cosa certa al momento era che Zack ci stava male, anche se faceva di tutto per nascondere anche quello Brian lo conosceva troppo bene.

Certo, in quel momento nemmeno lui si sentiva al top in realtà, sapeva che avrebbe dovuto aspettarselo, ma vedere Jess disteso inerme su quel letto d’ospedale aveva avuto un effetto non indifferente su di lui.

Era abituato a vedere quel bambino costantemente attivo, quando non stava correndo in giardino era dietro la batteria a scatenarsi, vederlo così faceva male al cuore e non poteva nemmeno immaginare che effetto avesse su Zack e Natalie.

‘Hai notizie da Larry, Bri?’.

Il ragazzo alzò la testa verso Zack, che gli aveva fatto quella domanda rompendo finalmente il silenzio che era calato nella stanza.

‘Ha detto di non preoccuparti di nulla, ha tutto sotto controllo...’ rispose lui ‘Voi preoccupatevi solo di Jess, ok?’

‘Ok...’ rispose Zack e solo in quel momento Brian capì che l’amico aveva semplicemente cercato un modo per parlare, dal momento che Natalie non sembrava avere la minima intenzione di interagire con lui o con nessun’altro, da quando erano arrivati si era limitata a stare seduta di fianco al letto di Jess, accarezzandogli di tanto in tanto la testa o la manina.

‘Io esco a fumare una sigaretta’ disse dopo un po’ Zack, alzandosi in piedi e lanciando un’occhiata a Nat, che però si limitò ad annuire impercettibilmente.

Brian vide l’amico scuotere appena la testa prima di uscire dalla stanza.

‘Ehy Nat, ti dispiace se esco un attimo anch’io?’ chiese alla sorella.

‘No... no, vai pure Bri’ rispose la ragazza, alzando appena lo sguardo da Jess.

Brian annuì, poi uscì dalla camera e si diresse verso il terrazzo, dove come aveva previsto trovò Zack, appoggiato in un angolo che fumava una sigaretta.

‘Ehy, tutto a posto Vee?’ gli chiese il ragazzo, appoggiandosi di fianco a lui e tirando fuori il pacchetto di sigarette a sua volta.

‘Per un cazzo Brian’ rispose Zack ‘Mia figlia è stata rapita, mio figlio è in coma, mia moglie non mi parla... di merda, direi’ continuò, per poi bloccarsi ‘Scusa... cazzo, devo smetterla di prendermela con chi non c’entra’ aggiunse infine Zack, abbassando lo sguardo sul pavimento.

‘Tutto a posto, tranquillo... almeno tu reagisci in qualche modo’ commentò Brian, dandogli una pacca sulla spalla.

‘Non so che le è preso...’ disse dopo un po’ Zack, evidentemente esasperato ‘Ci sto pensando da stamattina, ma non ricordo di averle fatto qualcosa... ho fatto qualcosa Bri?’ gli chiese, fissando in faccia l’altro.

‘Non credo tu abbia fatto nulla Zack, stai tranquillo’ lo rassicurò Brian, dal momento che l’amico sembrava piuttosto agitato ‘Non so spiegarmi perché reagisca così... ma è Natalie Zack, dovresti sapere meglio di me che ha reazioni un po’ fuori dal comune... ora devi pensare solo a Jess, ok?’

‘Non ce la faccio a pensare a Jess e ad Aymee da solo Bri... io non ce la faccio così’ rispose Zack, riportando lo sguardo a terra ‘Rischio seriamente di impazzire’

‘Zack, non sei da solo, ok? E Natalie prima o poi si riprende, ma ci siamo noi a pensare a lei, ok?’

‘Io ho bisogno di lei Bri... so che voi ci siete e lo apprezzo, non sai quanto... ma ho bisogno di lei’.

Brian non riuscì a ribattere nulla questa volta, sapeva che Zack aveva ragione, lui era coinvolto solo indirettamente, eppure la sera prima aveva subito cercato Michelle non appena era tornato a casa, capiva quanto Zack avesse bisogno di Nat in quel momento e non sapeva davvero come fare per aiutare il suo amico.

‘Torno dentro... il dottore dovrebbe passare fra poco’ disse dopo qualche minuto Zack.

‘Io faccio una chiamata a Mich e vi raggiungo’ rispose Brian e Zack annuì.

‘Ok... e grazie Bri... non scherzavo, lo apprezzo sul serio’

‘Non c’è nemmeno bisogno di dirlo Zack’ rispose l’altro.

Zack accennò un sorriso, poi rientrò nel reparto, mentre Brian finiva la propria sigaretta: in realtà non doveva affatto chiamare Michelle, voleva solo lasciare a Zack e Nat qualche minuto da soli nella speranza che potesse servire a sistemare quella situazione.

Brian ci provava davvero a comprendere sua sorella, ma a volte Natalie si comportava in modo davvero assurdo e quella volta in particolare proprio non riusciva a capirla, la conosceva abbastanza da sapere che aveva bisogno di Zack più che di chiunque altro, quindi il suo atteggiamento non aveva assolutamente senso.

 

Let your fire burn bright for the world to see

You are the better part of me

(Good Charlotte, Harlow’s Song [I can’t dream without you])

 

Nella sua vita, Zack aveva pensato tante volte che sarebbe impazzito: quando Natalie era sparita, quando aveva passato così tanto tempo in tour da non ricordare quasi più com’era fatta casa sua, quando aveva passato infinite notti di fila senza dormire per i concerti, quando Charlie aveva rapito Natalie, tantissime volte per tantissimi motivi diversi si era convinto che avrebbe perso il lume della ragione, ma alla fine era sempre finita bene.

Non era sicuro che quella volta non sarebbe successo.

Il solo fatto di avere davanti il suo bambino sdraiato inerme su un letto di ospedale era più che sufficiente per farlo impazzire, se poi ci si aggiungeva la sua bambina in mano a  un pazzo e sua moglie che lo trattava come se fosse trasparente senza motivo, allora il risultato era una miscela esplosiva che lo avrebbe portato alla follia in brevissimo tempo.

Accarezzò la testa a Jess, non che il bambino ne avesse bisogno visto che era assolutamente immobile, ma faceva bene a Zack, aveva bisogno di quel contatto, che poi era anche l’unico che riusciva ad avere con la sua famiglia, il che era in realtà assai triste.

Sospirò ripensando a Natalie, non riusciva proprio a capire cosa le fosse successo, prima si era aggrappata a lui come se non potesse farcela a superare tutto quanto se non lo avessero fatto insieme, che poi era esattamente quello che pensava lui, un attimo dopo lo evitava, non c’era altro modo per dirlo, Natalie evitava Zack e riusciva a farlo pur passando gran parte della giornata con lui.

Fortunatamente, odiava doverlo dire in quei termini ma era così, per la notte Natalie aveva deciso di andare a casa di Brian, suo fratello l’aveva convinta che restare con Jess in due non sarebbe servito a nulla e a dire il vero la ragazza sembrava essersi convinta all’istante quando aveva realizzato che avrebbe dovuto passare la notte intera da sola nella stanza di Jess con Zack, dal momento che giustamente Brian sarebbe tornato a casa.

Zack era grato al suo amico di essere rimasto con loro tutto il giorno, Brian era senza dubbio una delle persone che più di altre gli stava dando quel sostegno morale di cui aveva disperatamente bisogno.

Nonostante ciò, non si era mai sentito così solo come in quel momento.

Natalie era l’unica persona di cui lui aveva bisogno, l’unica che potesse capire quello che stava passando, l’unica con cui voleva parlare, ma era anche l’unica che non stava cercando di farlo stare meglio.

Era assolutamente certo che sarebbe impazzito, un essere umano non poteva sopportare tutte quelle cose in una sola volta: aveva paura per Jess, paura per Aymee, aveva anche paura per Natalie, in fondo Charlie era sempre stato notoriamente pericoloso soprattutto per lei, aveva paura per la sua famiglia, sia per la minaccia che incombeva su di essa, sia perché la sentiva scivolargli via dalle mani senza che lui riuscisse a trovare uno straccio di soluzione per riprendersela.

Non fu per nulla sorpreso quando sentì che il suo cellulare iniziava a vibrare, anche se era tardi si era aspettato che qualcuno lo avrebbe chiamato e fu ancora meno sorpreso di leggere il nome di Brian sullo schermo.

‘Ehy Bri’ rispose Zack, andando a sdraiarsi sul letto di fianco a quello di Jess, che gli era stato gentilmente messo a disposizione.

‘Ti ho svegliato?’ gli chiese l’altro.

‘Magari’ rispose Zack.

‘Già, lo avevo immaginato... volevo solo sapere se stavi bene... al di là dell’ovvio, intendo’

‘No, per niente Bri, non sto bene’ rispose il ragazzo, decidendo che non valeva la pena fingere ‘E non starò bene finché non riavrò mia figlia e Jess starà bene... ma starei meglio se capissi cosa passa per la testa a Natalie’.

Brian sospirò, avrebbe tanto voluto capirlo anche lui.

‘Ho provato a parlarci Zack, ma non ne vuole sapere, continua a glissare e sai meglio di me quanto è brava a farlo... abbiamo fatto appena in tempo a entrare in casa ed era praticamente già in camera, ha detto che era stanca...’

‘Lascia perdere Bri, la conosci meglio di me, non ne parlerà finché non ne avrà voglia... e spero che succeda presto, io non ce la faccio più ed è passato solo un giorno’

‘Lo so, ma mi fa arrabbiare Zack... non te lo meriti’ disse Brian ed era sincero, sapeva che sua sorella stava passando un momento terribile, ma lo stesso valeva anche per il suo amico, non si meritava quell’ulteriore preoccupazione, Aymee e Jesse erano più che sufficienti.

‘Non è il caso... non so cosa le sia preso, ma ha bisogno di qualcuno e visto che a quanto pare al momento io non vado bene, il primo della lista sei tu’ rispose Zack, nonostante il pensiero lo facesse stare ancora peggio, avrebbe dovuto essere lui quello che cercava di far stare meglio Nat, non Bri, anche se era suo fratello non sarebbe proprio dovuto toccare a lui.

‘Lo so, è l’unico motivo per cui non le ho detto nulla...’ fu costretto ad ammettere l’altro, in fondo Nat restava sua sorella e non era capace di dirle quello che pensava se questo avesse significato lasciarla da sola in un momento come quello ‘Però sai che se hai bisogno io ci sono per entrambi, ok?’

‘Lo so Bri, negherò a vita di averlo mai detto, ma sei un mito’

‘Sto registrando la telefonata, nega quanto vuoi’ ribatté Brian, riuscendo a far ridacchiare Zack ‘Ok, adesso scappo, credo di aver bisogno di dormire... e tu dovresti fare altrettanto’

‘Farò il possibile... notte, saluta Mich e Fifi’

‘Sarà fatto, notte Vee’ rispose Brian, riattaccando.

Zack appoggiò il telefono sul comodino di fianco al letto, poi si alzò e tornò a sedersi sulla sedia di fianco a quello del bambino, dando un’occhiata ai monitor, non  che lui ci capisse qualcosa, ma sapeva per certo che finché avessero continuato a produrre quel “bip” tanto regolare quanto stressante significava che tutto era nella norma e lui lo trovava rassicurante.

Si lasciò scappare un sorriso vedendo che la cresta che lui e Jess avevano fatto insieme il giorno prima era ormai un mezzo disastro, il bambino si sarebbe irritato da morire se l’avesse vista.

Ecco, quella era una cosa sbagliata da pensare, non faceva altro che sottolineare il fatto che Jess non stava solo dormendo, come stava invano cercando di far credere a se stesso dal giorno prima.

Certo, razionalmente sapeva perfettamente che non era vero, ma la realtà non era assolutamente tollerabile, non riusciva proprio ad accettarla, era come se il suo cervello andasse in stand-by ogni volta che provava anche solo a concepire come reale che il suo bambino rischiava di non essere più quello di sempre.

Il sollievo che aveva inizialmente provato quando Kev gli aveva detto che Jess era fuori pericolo era solo un lontano ricordo, ora sia lui che, ne era certo, Nat vivevano nell’angoscia più totale e avrebbero continuato a farlo finché Jess non si fosse svegliato e Kev avesse constatato che stava bene.

Zack si rifiutava di pensare all’altra ipotesi, anche se sapeva che non avrebbe dovuto, perché se quello che Kev gli aveva messo davanti quella mattina si fosse verificato avrebbe davvero dovuto essere preparato.

Quando, infatti, era passato a controllare Jess, Kev aveva spiegato a lui e a Nat cosa dovevano aspettarsi quando, probabilmente entro qualche giorno, avrebbero risvegliato il bambino dal coma indotto.

Le prospettive erano due: la prima, l’unica che Zack riusciva a concepire, era che Jess non avrebbe riportato nessun tipo di danno cerebrale in seguito al trauma cranico.

La seconda, quella che invece Zack stava rifiutando con tutte le sue forze, era che qualche danno di minore o maggiore entità potesse esserci.

Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero e tornando a concentrarsi sul presente, non poteva permettersi di lasciarsi andare, non ancora, anche se non era per niente facile.

Jess era tutta la sua vita, amava sia lui che Aymee esattamente allo stesso modo, ma con il suo cucciolo c’era un rapporto speciale, forse dovuto al fatto che aveva scoperto la sua esistenza dopo quattro anni, forse perché era Jess che lo aveva salvato dalla depressione che stava attraversando dopo la morte di Jimmy quattro anni prima, non ne aveva idea, quello che sapeva era che lui e Jess si capivano sempre al volo, fra loro c’era un’intesa che non aveva mai avuto con nessun’altro.

Ricordava perfettamente la prima cosa che aveva pensato quando lo aveva incontrato nell’appartamento di Natalie tre anni prima, era assolutamente incredulo perché si era reso conto di aver contribuito a mettere al mondo quel piccolino, quel bellissimo bambino che lo fissava incuriosito con i suoi occhioni verdi.

Nonostante facesse credere al resto del mondo il contrario, Zack non si riteneva chissà chi, certo, ci credeva davvero quando diceva di avere molta stima di se stesso, ma non pensava nemmeno di essere il re del mondo, eppure quando aveva visto Jess per la prima volta lui si era sentito proprio il re del mondo, perché era grazie a lui se quel cucciolo esisteva e bisognava proprio esserne fieri, era una cosa fantastica, Jess era speciale e lui si sentiva speciale per il solo fatto di essere suo padre.

Non poteva assolutamente accettare che un maledetto pazzo gli portasse via tutto questo, che gli portasse via il suo bambino.

‘Zack?’.

Il ragazzo si voltò, non aveva sentito la porta aprirsi e si trovò davanti ad un Kev alquanto sorpreso.

‘Ehy Kev’ lo salutò Zack.

‘Non pensavo di trovarti qui... pensavo foste andati a casa, tu e Nat’ commentò il ragazzo, entrando nella stanza ‘Attacco col turno di notte fra cinque minuti, sono passato a vedere se è tutto ok’

‘Per il momento nulla da segnalare, purtroppo... o per fortuna, dipende da cosa c’è da segnalare’ rispose Zack.

‘Allo stato attuale, la vedrei più sul ‘per fortuna’, Zack... vuol dire che le cose vanno come devono andare’ gli disse Kev ‘Comunque tu dovresti proprio dormire, sei esausto e si vede’ aggiunse poi il ragazzo.

‘Ci sto provando da un paio d’ore, ma non è che abbia ottenuto grandi risultati’

‘Immagino... qualche novità su Aymee?’ chiese Kev.

‘Purtroppo no... e qui il ‘purtroppo’ è l’unica opzione disponibile’ rispose Zack.

‘Già... abbi fede Zack, per quanto possa suonare stupido... Nate è uno dei migliori poliziotti che conosca, la trova’

‘Lo spero... Nate è bravo, ma quel bastardo è furbo... direi che un po’ di fortuna non guasterebbe’

‘Assolutamente... ok, devo scappare’ disse poi Kev, prendendo il cercapersone, che aveva iniziato a suonare, dalla tasca ‘Più tardi ripasso, tu cerca di dormire, sul serio... notte Zack’

‘A te Kev’ rispose il ragazzo, salutando l’amico prima che uscisse dalla stanza.

Qualche minuto dopo, Zack si alzò e tornò a sdraiarsi sul letto, Kev aveva ragione, era esausto sia fisicamente che mentalmente, sperava solo che i suoi pensieri gli lasciassero un po’ di respiro, giusto il tempo che bastava per addormentarsi.

 

Quando Zack aprì gli occhi, fu piacevolmente sorpreso di vedere della luce entrare dalla finestra, evidentemente aveva dormito qualche ora, nonostante gli sembrasse di non aver riposato per nulla, aveva passato una notte estremamente agitata, era stato un susseguirsi di incubi uno peggiore dell’altro.

Si mise a sedere sul letto e istintivamente portò lo sguardo su Jess, ma nulla era diverso dalla sera prima, il bambino era esattamente dove e come lo aveva lasciato.

Sospirò, non era decisamente un buon modo per risvegliarsi quello, poi si alzò in piedi e fece quattro passi nella stanza per sgranchirsi le gambe, sobbalzando quando sentì la porta aprirsi e abbassando istintivamente lo sguardo quando vide entrare Natalie seguita da Brian.

Era assurdo che non avesse nemmeno il coraggio di guardarla in faccia, ma faceva troppo male il modo in cui lei lo stava trattando, almeno lo sguardo distante che gli riservava dal giorno prima voleva evitarlo a se stesso.

‘Giorno Zee’ lo salutò Brian.

‘Ciao’ sussurrò Natalie, tanto che Zack la sentì a malapena, poi la ragazza andò a sedersi di fianco a Jesse, portando tutta la sua attenzione sul bambino.

‘Buongiorno’ disse Zack, pensando che di buono non c’era proprio nulla in realtà.

‘Dormito?’ si informò Brian.

‘Male, ma sì’ rispose Zack ‘Mi daresti un passaggio a casa? Almeno mi sistemo un po’, torno oggi... ok?’ disse, rivolgendosi a Brian sulla prima parte e a Natalie sulla seconda.

La ragazza si limitò ad annuire senza spostare lo sguardo da Jess e Zack scosse la testa, proprio non capiva.

‘Non devi nemmeno chiederlo Zack’ disse Brian, decidendo di rispondere alla domanda dell’amico per alleggerire la tensione ‘Se vuoi posso anche passare oggi, davvero’

‘Figurati Brian, prendo la macchina, tu e Mich siete stati più che fantastici già così’ rispose lui ‘Ok...  a dopo allora’

‘A dopo’ rispose Natalie, ancora una volta senza quasi guardare Zack.

Una volta che il ragazzo fu fuori dalla stanza di Jess con Brian, si appoggiò al muro, scuotendo ripetutamente la testa.

‘Non ce la faccio Bri... io così non ce la faccio’ disse Zack.

Brian gli mise una mano sulla spalla, senza sapere cosa dire, qualsiasi cosa gli venisse in mente suonava banale e inutile.

‘Dannazione, avessi fatto qualcosa per meritarmelo lo capirei, ma non ho fatto niente, niente cazzo!’ continuò Zack, aveva bisogno di sfogarsi e sapeva che Brian era l’unica persona con cui poteva farlo, nonostante fosse il fratello della fonte della sua frustrazione.

‘Zack, adesso ti porto a casa, poi ci parlo io, ok?’ disse Brian, decidendo di evitare la parte del “ non capisco cosa le succeda”, non sarebbe servita a far stare meglio il suo amico ‘Adesso però l’ultima cosa che ci serve e che ti serve è un esaurimento nervoso, ok?’.

Zack si limitò ad annuire, lasciandosi docilmente portare da Brian verso l’uscita: non se ne era reso conto fino a che Natalie non era entrata nella stanza, ma era stremato, nemmeno quarantotto ore e lui era già al limite.

Poteva solo pregare che finisse tutto presto, non solo perché moriva dalla voglia di riabbracciare la sua bambina e vedere Jess tornare quello che era sempre stato, ma soprattutto perché forse, non ne era sicuro in realtà, forse se tutto fosse finito Nat sarebbe tornata a essere normale.

 

Quando, un’ora più tardi, Brian tornò nella stanza di Jess, Natalie non sembrava essersi spostata di un centimetro e voltò appena la testa quando lo vide entrare, accennando un sorriso.

Brian si trattenne dall’apparire irritato, era stupido, ma non riusciva a sopportare che Nat fosse così normale con lui e così fredda senza motivo con Zack, proprio non gli riusciva.

D’altronde Michelle glielo diceva spesso che era troppo empatico quando si trattava dei suoi amici.

‘Perché gli fai questo Nat?’ chiese il ragazzo, attirando definitivamente l’attenzione della sorella.

‘Di cosa stai parlando?’ chiese lei, ma Brian si era accorto che aveva abbassato lo sguardo, segno che sapeva benissimo cosa intendesse.

‘Perché tratti così Zack?’

‘Così come Bri, non sto facendo nulla’

‘Ah no?’ rispose lui, suonando più sarcastico di quanto non volesse essere, ma non pentendosene minimamente ‘Spiegalo a lui... o a chiunque altro, perché l’ho pensato io, lo ha pensato Mich, lo ha pensato Kev, lo ha pensato persino Vik... Dio, sembra quasi che tu gli stia dando la colpa di quello che è successo’

‘Non dire stronzate Brian!’ esclamò lei, alzandosi in piedi e sorprendendo il ragazzo, era la prima volta in due giorni che Natalie aveva una reazione a qualsiasi cosa.

‘Beh, scusa tanto se la cosa ti disturba, ti sto solo dicendo quello che tutti pensiamo e soprattutto quello che Zack pensa! Ma lo hai visto in che condizioni era quando se ne è andato, dannazione? Dovresti capire quello che sta passando e invece di semplificargli le cose gliele stai rendendo ancora più difficili! Smettila di essere dannatamente egoista Natalie, una buona volta smettila!’ sbottò Brian ‘Il mondo non gira intorno a te, dannazione!’

Natalie rimase qualche istante in silenzio, poi si voltò verso Brian, che non si era nel frattempo  mosso di un centimetro.

‘Posso anche prendere un taxi per tornare’ disse semplicemente lei, tornando poi a voltarsi verso Jess.

‘Come ti pare Natalie’ ribatté lui, uscendo dalla stanza senza aggiungere una parola.

 

Erano quasi le due quando Zack arrivò in ospedale, la mattina era stata una vera e propria tortura, non era riuscito a dormire e moriva dalla voglia di tornare da Jesse, ma al tempo stesso non voleva autoinfliggersi più tempo del necessario con Nat in versione gelo polare.

Era passato dalla stazione di polizia per parlare con Nate, nella vana speranza che ci fosse qualche novità che, infatti, non c’era, poi aveva girovagato a vuoto per le strade di Huntington, ovviamente in auto perché non poteva nemmeno pensare di muoversi a piedi, non con i giornalisti appostati ovunque pronti a placcarlo non appena si fosse distratto.

Salì in ascensore e una volta arrivato a destinazione si diresse metà felice e metà riluttante verso la stanza di Jess.

Quando aprì la porta, tuttavia, la prima cosa che attirò la sua attenzione oltre al bambino fu l’assenza di Brian: certo, il suo amico poteva semplicemente essere al bar a bere un caffè o in bagno, ma comunque gli sembrava strano.

‘Brian?’ chiese Zack, decidendo di risparmiarsi tutta la finta dei saluti, erano solo un’altra pugnalata.

‘Ha deciso di tornare a casa’ rispose Natalie.

Zack fissò la ragazza per qualche istante, non ci credeva assolutamente e il fatto che il tono di Natalie fosse tanto deciso non faceva che confermargli che faceva bene a non farlo.

‘Torno subito’ disse dopo un po’, uscendo dalla stanza e dirigendosi verso la terrazza, componendo il numero di Brian sul cellulare.

‘Zack?’ rispose l’amico.

‘Che è successo Brian?’

‘Ci ho provato Zack, ma te l’ho detto, mi fa incazzare e non sono certo il tipo che sta zitto’ rispose Brian.

Zack sorrise, in effetti se fosse stato in grado di controllarsi non sarebbe stato Brian Haner.

‘Ok... e ora?’

‘Ora aspetto che le passi qualsiasi cosa le frulli per il cervello, stavolta non sarò io a chiedere scusa Zack... non quando so per certo di aver ragione... e prima che tu me lo dica, sì, sto facendo il bambino, ma non me ne importa nulla’

‘Non avevo dubbi...’ commentò Zack, pensando che probabilmente era stata Mich a fargli quella ramanzina ‘Ok, volevo solo verificare i miei sospetti...’

‘Non è cambiato nulla, vero?’ chiese rassegnato Brian: non aveva creduto nemmeno per un istante che l’aver litigato con lui facesse cambiare atteggiamento a Nat, ma d’altronde la speranza era sempre l’ultima a morire.

‘No, in effetti no...’ rispose Zack.

‘Ok... ehy, mi fai sapere se c’è qualche novità su Aymee o Jess, ok?’

‘Ovviamente Bri’ lo rassicurò Zack, non ci voleva certo un genio per capire che la cosa che infastidiva il suo amico ancora più del comportamento della sorella era dover star lontano da suo nipote, non era un mistero per nessuno quanto Brian adorasse Jesse.

‘Bene... allora ci sentiamo... e fammi sapere anche se rinsavisce’ disse Brian.

‘Spero di dirtelo presto, saluta Mich e Fifi’ rispose Zack prima di riattaccare.

Perfetto, ora non solo Natalie lo trattava come se fosse invisibile senza motivo, ma probabilmente era anche nervosa per quello che era successo con Brian.

Ovviamente non faceva una colpa per quella situazione al suo amico, non solo perché sarebbe stato un comportamento da ingrato, ma soprattutto perché conosceva Brian e Natalie, quei due erano uguali quando si trattava di dire quello che pensavano, non erano in grado di stare zitti nemmeno se la posta in gioco fosse stata la loro stessa vita.

Se l’era aspettato dal momento in cui Brian gli aveva confessato di essere arrabbiato con Nat e sapeva che sarebbe successo nonostante avesse chiesto all’amico di lasciar perdere e in fondo era meglio così, probabilmente Bri gli aveva risparmiato una litigata con Natalie, perché se non glielo avesse detto lui, probabilmente avrebbe finito per farlo lo stesso Zack.

Rientrò nella stanza, andando sedersi di fianco al letto di Jess dalla parte opposta rispetto a dove si trovava Natalie, decidendo che probabilmente la ragazza non era dell’umore per avere una conversazione, o meglio, la pseudo conversazione che si era stabilita fra loro da quando era iniziato tutto quel disastro.

 

‘Ehy, ragazzi?’.

Nat e Zack alzarono lo sguardo verso Kev, che era appena entrato nella stanza di Jesse, e Zack vide la ragazza accennare un sorriso all’amico.

Quella fu una cosa che gli fece davvero male, e non si trattava assolutamente di gelosia.

‘Ciao Kev’ lo salutò Natalie ‘Oddio, c’è qualcosa che non va?’ chiese poi preoccupata, guardando Jess prima e poi di nuovo l’amico.

‘Non esattamente, rilassati Nat...’ le rispose lui, sedendosi vicino a lei e di fronte a Zack ‘Ok ragazzi, le cose stanno così: la situazione sta migliorando fortunatamente, per cui domani mattina lo facciamo svegliare... ed è a quel punto che potremo davvero valutare come stia’

‘In sostanza sapremo se ci sono stati danni o meno, giusto?’ chiese conferma Zack, dando voce a quei pensieri che stava cercando di reprimere da giorni.

‘Sì, esattamente...’ confermò Kevin ‘Volevo solo avvisarvi... vorrei davvero potervi dare un’idea, ma nemmeno io posso sapere nulla finché non si sveglia... passo domani mattina intorno alle dieci circa, quindi vi consiglierei davvero di andare a casa a dormire... quanto hai dormito stanotte Zack?’ chiese al ragazzo.

‘Poco in effetti...’ fu costretto ad ammettere Zack, anche se in realtà avrebbe voluto aggiungere che non dipendeva certo dal fatto che fosse rimasto in ospedale, dubitava che avrebbe dormito molto di più a casa propria.

‘Comunque vada domani sarà una giornata impegnativa ragazzi, avete bisogno di dormire entrambi... non posso obbligarvi ad andare a casa, ma posso consigliarvelo caldamente’.

Nat e Zack annuirono, allora Kev si alzò in piedi.

‘Ok... io vado a fare il mio giro di visite, ripasso più tardi comunque... a dopo ragazzi’.

I due lo salutarono e non appena la porta si fu richiusa calò di nuovo il silenzio glaciale che aveva accompagnato i due nelle ultime quattro ore.

‘Resto io stanotte, tu vai pure a casa Nat’ disse infine Zack, lui non aveva la minima intenzione di muoversi di lì, almeno la presenza di Jess lo faceva pensare per intervalli di tempo più o meno lunghi a qualcosa che non fosse Aymee o Natalie.

‘Sicuro?’ chiese lei.

‘Sì, non c’è problema... vai dai tuoi?’

‘Sì, vado da loro... ok, allora chiamo un taxi...’

‘Non serve, sono venuto in macchina’ disse lui, prendendo le chiavi dalla tasca e passandogliele.

‘Grazie... ok... beh, a domani allora’ rispose lei, dando un bacio sulla fronte a Jess e alzandosi poi in piedi ‘Notte’

‘Notte, a domani’ rispose Zack, lasciando cadere la testa all’indietro quando la ragazza fu uscita: insostenibile, quella situazione era insostenibile.

Decise di chiamare Brian per comunicargli le novità su Jess, almeno si sarebbe sentito utile per qualcuno.

‘Pronto?’

‘Ehy Bri, Zack’

‘Lo avevo intuito vedendo il tuo numero sullo schermo in effetti... dimmi!’

‘Kev è stato qui, domani mattina svegliano Jess’

‘Ok... beh, è una buona cosa, no?’

‘In sé sì, lo è... poi vedremo come sta’

‘Ehy Vee, un po’ di ottimismo... è un soldatino, vedrai che andrà bene...’ cercò di rincuorarlo Brian, era chiaro dal tono di voce che Zack era terrorizzato alla prospettiva di quello che poteva accadere il giorno successivo.

‘Sinceramente preferisco non illudermi Bri... considerato che ultimamente la mia vita è un disastro dietro l’altro, soprattutto’ rispose Zack ‘Beh, vedremo come va’

‘Sei ancora in ospedale?’

‘Sì, faccio ancora la notte’

‘Nat?’

‘Le ho detto di andare a casa, passa la notte dai tuoi’

‘Già, avevo immaginato che si sarebbe rifugiata là... o loro o Vik’

‘Credo non voglia finire a litigare anche con Viki e sa benissimo che succederebbe... non per niente siete amici tu e lei’

‘Esatto... ok, allora domani passo con Mich, che le piaccia o no Jess è mio nipote e se si sveglia voglio vederlo’

‘Ovviamente Brian, non c’è nemmeno da discuterne’

‘Oh, quasi me ne dimentico, Matt, Johnny, Arin e relative dolci metà ti salutano... a quanto pare non vogliono disturbare e hanno eletto me portavoce ufficiale della combriccola... e chiedo a nome di tutti se Nathan ti ha detto qualcosa di nuovo...’

‘Purtroppo no, stanno ancora cercando di capire chi possa essere il complice di Charlie, stamattina mi ha detto che hanno ristretto il campo a tre persone, appena hanno un nome saremo i primi a saperlo’

‘Ok... Zee, sicuro che vuoi restare lì anche stanotte? Guarda che se vuoi venire qui non c’è problema...’ disse Brian, immaginava che Zack avesse detto a Natalie di andare a casa solo per non dover passare un’intera notte con lei che a malapena lo considerava.

‘Tranquillo Brian, non è un problema... tanto non cambia nulla, qui, lì, stessa situazione’

‘Come preferisci... a domani allora’

‘A domani’ lo salutò Zack, poi riattaccò e vedendo che erano quasi le sette decise di scendere al bar per mangiare qualcosa, almeno avrebbe fatto passare un’altra oretta.

 

‘Sapevo che non mi avresti dato ascolto’.

Zack alzò lo sguardo dalla rivista che si era comprato all’edicola dell’ospedale e sorrise appena alla battuta di Kev.

‘Dovresti saperlo che non sono uno che segue gli ordini’ ribatté il ragazzo.

‘Speravo che per una volta mi dessi ascolto’ ammise Kev ‘Mi sembra che vada tutto bene qui’ aggiunse poi, dando un’occhiata ai valori di Jess.

‘Speriamo vada bene anche domani’ commentò Zack, accarezzando la fronte al bambino.

‘Già... Zack, sai che normalmente è Viki quella che indaga, ma devo chiedertelo, che succede a Nat?’ domandò Kev, non era sfuggito a nessuno il cambiamento di umore di Natalie e, soprattutto, l’effetto devastante che stava avendo su Zack.

‘Vorrei poterti rispondere Kev, ma non lo so, sinceramente non lo so’ disse Zack ‘Non lo ha capito nemmeno Brian, il che è tutto dire considerato che a lui Natalie ha sempre detto più o meno tutto... anzi, quando ha cercato di chiederglielo stamattina hanno litigato, giudica tu’

‘Sai, io capisco che la situazione sia quella che è... però non piace a nessuno vedere l’effetto che ti fa’

‘Per il momento mi concentro su Jess e spero che vada tutto bene... e chissà che questo non cambi le cose...’

‘Lo spero Zack, perché non te lo meriti proprio’ disse Kev ed era sincero, conosceva Zack da una vita ed era senza dubbio una delle persone più buone che conoscesse, senza contare che conosceva molto bene anche il Zack padre di Jess e Aymee e decisamente non si meritava di sopportare altro oltre all’inferno per il rapimento della piccola e il coma del bambino.

‘Grazie Kev... non so davvero che dirti, spero in bene... per tutto quanto’

‘Lo speriamo tutti... e inutile dirti che se hai bisogno di qualsiasi cosa fuori di qui, sai dove trovare me e Viki’

‘Lo so e non smetterò mai di ringraziarvi tutti’

‘Figurati... vorremmo solo che non ce ne fosse bisogno’

‘Mai quanto lo vorrei io... ehy, ma sei ancora al turno di notte?’ chiese Zack, ricordando che l’amico lo aveva fatto anche il giorno prima.

‘Fossi matto... no, stacco ora, volevo vedere come andava qui prima di tornare a casa... e volevo verificare se avevo vinto la scommessa con Viki e dal momento che sei qui, ho decisamente vinto’.

Zack ridacchiò, tipico di Viki scommettere male.

‘Sei sleale, lo sai che lei punta sul buonsenso che non esiste in me e negli altri’

‘Devo pur avere qualche soddisfazione ogni tanto’ commentò Kev ‘Ok, ora vado... questo è un consiglio Zack, dormi, non stavo scherzando, comunque vada domani sarà lunga’

‘Ok dottore, notte, saluta la pazza e i pargoli’

‘Notte a te, sarà fatto’ rispose l’altro prima di uscire.

Una volta solo, Zack tornò a leggere la sua rivista, pensando che nonostante la situazione attuale fosse delle peggiori, almeno la fortuna di avere degli amici fantastici l’aveva ancora, senza di loro era assolutamente certo che non sarebbe stato in grado di sopportare nemmeno un decimo di quello che aveva sopportato nelle ultime quarantotto ore.

 

‘Non mi hai ancora spiegato cos’è successo stamattina’.

Brian sobbalzò, era talmente preso dalla sua chitarra che non aveva nemmeno sentito Michelle arrivare dietro di lui.

‘Cioè?’

‘Brian Elwin Haner Junior, non penserai davvero che io mi beva la storia del “Natalie ha preferito stare con i miei perché voleva parlare un po’ con mamma”, vero? Non pensavo mi sottovalutassi fino a questo punto’

‘Non lo farei mai’ rispose sorridendo il ragazzo, facendola sedere in braccio a lui ‘Ok miss Sherlock, le cose stanno così: io e mia sorella abbiamo uno la testa più dura dell’altro e abbiamo avuto un leggero... diverbio, chiamiamolo così’

‘Soggetto del diverbio?’ chiese la ragazza, osservandolo preoccupata: sapeva che a Brian non piaceva litigare con sua sorella, soprattutto considerata la situazione in corso.

‘Zack... o meglio, il modo in cui sta trattando Zack... lo sai come sono, voglio bene a Nat, ma voglio bene anche a Zack e stavolta ha ragione lui, non si merita di venir trattato così’

‘Sono d’accordo’ rispose la ragazza.

‘Sul serio?’ chiese sorpreso Brian: certo, era convinto che Mich la pensasse come lui, ma si era aspettato che non prendesse bene il fatto che avesse scelto proprio quel momento per litigare con la sorella.

‘Sul serio Bri... voglio bene a Nat e sto male se penso a quello che sta passando, ma non ha nessun valido motivo per trattare così Zack, che vorrei ricordarti è anche mio amico... l’ho visto solo l’altra mattina ma mi è bastato, non si merita di stare così’

‘Già... però odio litigare con Nat, so che anche se fa finta di nulla ci sta male e non ne ha bisogno ora... ma non ce l’ho fatta, non sopporto che si comporti normalmente con tutti tranne che con Zack, è più forte di me’

‘E io ti adoro perché sei così’ gli disse lei, scompigliandogli i capelli ‘E ora che pensi di fare?’

‘Nulla... non voglio dargliela vinta, deve capire che così fa solo star male Zack... vedremo domani, io in ospedale da Jess ci vado che le piaccia o no intanto’

‘Non essere tragico Bri, sono certa che non arriverebbe mai al punto di dirti di stare alla larga da Jess, qualunque motivo la spinga a fare così con Zack di sicuro non la porterebbe ad essere così stupida’

‘Lo so, lo so... oh, mi conosci, devo fare un po’ la prima donna’ scherzò lui.

‘Vero anche quello’ disse lei.

‘Papà!’.

Brian e Mich si voltarono verso la porta, abbastanza stupiti di vedere Fifi sulla soglia.

‘Ma non l’avevi messa a letto?’ chiese perplesso Brian.

‘A quanto pare sa uscire dal lettino’ osservò Mich, sorridendo alla bambina, che era semplicemente adorabile col suo pigiamino lilla.

‘Abbiamo una piccola scalatrice qui!’ commentò Brian, facendo alzare Michelle e alzandosi a sua volta per poi andare a prendere in braccio Fifi.

‘Papà, no onno io!’ disse la piccola, gettandogli le braccia intorno al collo.

‘Ah no? E cosa vogliamo fare allora? È tardi signorina!’ le disse Brian, dandole un bacio sulla guancia.

‘Attoni!’ esclamò la piccola, facendo ridere entrambi.

‘Stiamo crescendo una piccola malata di cartoni, lo sai Mich?’ commentò Brian.

‘Meglio quelli che Justin Bieber’ disse lei, scoppiando a ridere davanti alla faccia inorridita del marito.

‘... Cartoni siano principessa!’ rispose, dirigendosi con la bambina in salotto.

 

La mattina successiva nella stanza di Jess la tensione era tale da essere quasi palpabile, sia perché nonostante in quel momento avessero disperatamente bisogno l’uno dell’altra Zack e Nat continuavano a sembrare due estranei costretti a stare nella stessa camera, sia perché Kev stava sistemando i dosaggi dei farmaci per far sì che Jess si risvegliasse lentamente.

‘Ok...’ disse Kev, rivolgendosi a Zack e Nat ‘Allora, in teoria l’effetto dei farmaci che ha già in circolo dovrebbe esaurirsi nell’arco delle prossime due ore... io ora devo continuare con le visite, l’infermiera passa ogni dieci minuti, quando si sveglia sono subito qui, ok?’.

I due annuirono, troppo tesi per riuscire anche solo a dire un semplice ‘sì’.

‘Perfetto... state bene?’ chiese poi Kev, sapeva che il momento era particolarmente difficile per i due e avrebbe di gran lunga preferito che qualcuno dei loro amici fosse lì con loro.

‘Tutto ok Kev...’ rispose Zack, poco convinto: in realtà non era per nulla ok, non sapeva quanto avrebbe ancora potuto sopportare quella tensione.

‘Si può?’.

Kev tirò un sospiro di sollievo quando vide sua moglie fare capolino nella stanza, ora si sentiva decisamente più tranquillo al pensiero di lasciare i due.

‘Ehy Viki’ la salutò Zack.

‘Vi disturbo?’ chiese lei.

‘Assolutamente no’ le rispose Natalie, facendole cenno di sedersi vicino a lei.

‘Ehy’.

I quattro si voltarono verso la porta e sorrisero vedendo Mich, ma Natalie si fece immediatamente seria quando vide Brian entrare dietro di lei, tuttavia il ragazzo decise di ignorarla e andò a sedersi di fianco a Zack.

‘Ok, a dopo ragazzi’ li salutò Kev, uscendo dalla stanza.

‘Come va tesoro?’ chiese Viki a Nat.

‘Non lo so... nervosa, direi’ rispose la ragazza.

‘E tu Zee? Kev mi ha detto che sei rimasto ancora qui stanotte, hai dormito almeno un po’?’ chiese sempre Viki al ragazzo.

‘Quel che basta’ rispose lui.

‘Qualche notizia da Nate?’ chiese Brian all’amico, che scosse la testa.

‘L’ho chiamato un’ora fa, ma per il momento nulla...’ spiegò lui e a nessuno sfuggì come Nat sembrasse avergli prestato attenzione per la prima volta mentre diceva quelle parole, d’altronde Aymee era il pensiero fisso di entrambi insieme a Jess.

‘Avete mangiato qualcosa voi due?’ chiese poi Mich.

‘Io ho preso un caffè al bar’ rispose Zack.

‘Idem’ intervenne Natalie.

‘Ho detto mangiare, non bere... soprattutto tu Nat, tua madre ha fatto la spia, non hai nemmeno cenato...’ le disse Mich preoccupata.

‘Tranquilla Mich, non morirò di fame... non mi va ora, davvero...’

‘Come vuoi... ok, quindi com’è la situazione qui?’

‘Per il momento aspettiamo, in teoria l’effetto dei medicinali che gli somministravano per tenerlo così dovrebbe affievolirsi nel corso delle prossime ore... e poi vedremo’ rispose Zack e Brian gli mise istintivamente una mano sulla spalla, era evidente che il ragazzo era terrorizzato.

‘Ok... e allora aspettiamo’ disse Viki, prendendo una mano a Natalie e sorridendo a Zack, evitando accuratamente di dire “andrà tutto bene”, perché in fondo, per quanto lei e, ne era certa, anche Brian e Mich odiassero ammetterlo, non era affatto scontato che quella volta sarebbe “andato tutto bene”.

 

‘Zack?’.

Il ragazzo si voltò verso Brian, che lo fissava preoccupato e a ragione, erano quasi due ore che stava in quella stanza ad aspettare che succedesse qualcosa Kev li aveva avvisati che poteva volerci del tempo, ma lui stava seriamente per perdere il senno.

‘Ci sono, ci sono’ lo rassicurò lui, ma Brian continuava a non sembrare convinto.

‘Ragazzi, che ne dite se...’ iniziò Viki, ma fu interrotta da Natalie.

‘Jess!’.

Un secondo dopo, Zack e Nat erano ai due lati del letto del bambino, che aveva iniziato a strizzare gli occhi, mentre gli altri tre osservavano a distanza.

‘Ehy, cucciolo, mi senti?’ gli disse Zack, accarezzandogli la fronte.

‘Papà...’ sussurrò Jess, ma fu abbastanza per far apparire sia sul volto di Zack che su quello di Nat il primo sorriso vero dopo due giorni di inferno.

‘Tesoro, siamo qui, tranquillo...’ gli sussurrò Natalie, prendendogli la mano.

‘Vado a chiamare Kev’ disse Viki, precipitandosi fuori dalla stanza.

Nel frattempo, Jess aprì gli occhi, richiudendoli però subito a causa della luce, per poi riaprirli di nuovo.

‘Ehy, cucciolo’ gli disse Zack, sorridendogli ‘Ben svegliato’.

‘Papà... mamma...’ disse il bambino, guardando prima uno e poi l’altro.

‘Tranquillo tesoro, va tutto bene’ lo rassicurò Natalie, vedendo che Jess sembrava spaventato.

‘Qualcuno qui si è svegliato?’ chiese Kev, entrando nella stanza seguito da Viki e da un’infermiera ‘Ehy, Jess, bentornato fra noi... ok ragazzi, non odiatemi per questo ma devo chiedervi di uscire finché non ho finito...’ disse poi rivolto a Zack e Nat, che annuirono seppur evidentemente riluttanti.

‘Non ci vorrà molto, promesso’ li rassicurò Kev e i due annuirono, uscendo dalla stanza insieme ai loro amici.

 

Mezz’ora più tardi, proprio quando Brian si era ormai convinto che Zack sarebbe entrato a forza nella camera di Jess da un momento all’altro, il gruppetto vide Kev uscire e Natalie e Zack furono da lui in un attimo.

‘Ok ragazzi... non potrei essere più felice di dirvi che sta bene!’ disse Kev, mentre i due lo fissavano con un’espressione a metà fra l’incredulo e l’estatico.

‘Nessun danno?’ chiese per sicurezza Zack.

‘Assolutamente no... e adesso è anche decisamente più sveglio di prima... e farete meglio a entrare... l’infermiera è brava, ma la sua pazienza non è infinita...’ commentò Kev e non ebbe certo bisogno di ripeterlo due volte, i due si fiondarono nella stanza dopo averlo ringraziato, seguiti da Brian, Mich e Viki.

‘Mamma, papà!’ esclamò Jess non appena li vide.

‘Tesoro mio’ disse la ragazza sedendosi sul letto di fianco a lui e abbracciandolo ‘Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai?’ gli disse poi, accarezzandogli i capelli.

‘Mamma, c’era un signore cattivo, ha preso Aymee!’ disse Jess, che nel frattempo si era messo a piangere ‘Io non volevo lasciargliela prendere!’

‘Ehy, è tutto a posto cucciolo, stai tranquillo’ tentò di rassicurarlo Zack, decidendo che poteva far finta che con Nat andasse tutto bene per un po’ e abbracciando il bambino a sua volta, Jess era la sua unica priorità in quel momento ‘Adesso è passato, non pensarci più, ok?’

‘Dov’è Aymee?’ chiese il bambino.

‘Non lo sappiamo tesoro’ gli disse Natalie, era inutile inventarsi storie ‘Ma vedrai che Nathan la trova, ha trovato anche la mamma, ti ricordi?’.

Il bambino annuì, calmandosi un po’ e lasciandosi ben volentieri coccolare da Natalie e Zack.

‘Papà?’

‘Dimmi cucciolo’

‘Quando posso tornare a casa?’.

Tutti quanti nella stanza sorrisero, Jess era sempre il solito impaziente.

‘Ehy piccoletto, avrai anche la testa dura, ma porta un po’ di pazienza’ gli disse Brian, facendogli l’occhiolino.

Per tutta risposta Jess sbuffò, facendo ridere gli altri.

‘Ehy cucciolo, lo zio ha ragione, un po’ di pazienza, qualche giorno e torni a casa, ok?’ gli disse Zack.

‘Uff... ok’ si rassegnò Jess ‘Mamma?’

‘Dimmi amore’

‘Ho fame’ le disse lui e Natalie sorrise, dandogli un bacio sulla fronte.

‘E beh, questo mi sembra importante... sei un po’ fuori tempo per il pranzo, ti vado a prendere qualcosa al bar, ok?’

‘Lascia, ci vado io’ intervenne Brian, in fondo poteva anche dimenticarsi di avercela con Nat per cinque minuti.

‘Grazie Bri’ gli disse Zack.

‘Per il piccoletto questo e altro!’ rispose l’altro prima di uscire dalla stanza.

 

‘Ragazzi, io credo che sia il caso che andiate a casa a dormire stanotte... tutti e due’.

Sia Zack che Natalie alzarono lo sguardo su Michelle, che aveva appena pronunciato quella frase, ed entrambi scossero la testa allo stesso momento.

‘Siate ragionevoli... Nat, non dormi da due notti e non venire a dirmi il contrario perché lo so’ continuò Michelle ‘E Zack, ho visto fantasmi con una cera migliore della tua’ aggiunse, ignorando l’occhiata sdegnata dell’amico.

‘Ha ragione lei ragazzi, siete esausti...’ intervenne Viki ‘Non potete continuare con questi ritmi’

‘Ma...’ iniziò Nat, lanciando un’occhiata a Jess, non voleva proprio lasciarlo da solo.

‘Ci possiamo restare io e Bri con lui stanotte’ la interruppe Mich, dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa col marito, che annuì senza esitazioni ‘Riposatevi e per domani vedremo, ma ne avete bisogno e lo sapete anche voi’.

Zack e Natalie esitarono un attimo, ma alla fine annuirono, in realtà il ragazzo stava già pensando a viaggio di ritorno in macchina da solo con Nat, ma scacciò rapidamente quel pensiero, almeno finché era con Jess non voleva rovinarsi l’umore.

‘E va bene... ehy cucciolo, resti con la zia e lo zio stanotte, ok?’

‘Però domani tornate, vero?’ chiese Jess.

‘Certo che tornano piccoletto... ma devi sapere che mamma e papà sono stati qui tutto il tempo mentre dormivi e adesso hanno bisogno di riposarsi un po’... ok?’ gli disse Brian e Jess annuì.

‘Ok’ rispose Jess.

‘Bravo il mio cucciolo’ gli disse Zack, abbracciandolo ‘Ehy, fai il bravo, ok?’

‘Sì papà!’ disse Jess, abbracciandolo a sua volta.

‘Buonanotte amore mio’ lo salutò Natalie ‘Mi raccomando, eh!’ aggiunse poi, scompigliandogli i capelli.

‘Sì mamma, promesso!’ rispose lui.

‘Esco con voi, ciao Jess!’ intervenne Viki.

‘Ciao Viki!’ la salutò Jesse.

‘Grazie ragazzi’ disse Zack rivolto a Michelle e Brian.

‘Non dirlo nemmeno’ gli rispose Michelle.

‘Infatti Vee...e poi mia madre sarà semplicemente in estasi all’idea di tenersi Fifi per una notte intera’ disse Brian, facendo sorridere Zack.

‘Giusto...’

‘Oh, e ricordati di chiamare gli altri... soprattutto Val’ gli ricordò Brian.

‘Sarà fatto, notte ragazzi, a domani’li salutò Zack, uscendo dalla stanza seguito da Nat e Viki.

 

Zack spense la televisione, aveva fatto passare più volte tutti i canali ed era ormai chiaro che nulla avrebbe attirato la sua attenzione, non finché avesse continuato a pensare a Nat al piano di sopra.

Natalie era andata subito in camera non appena erano arrivati a casa senza rivolgere nemmeno una parola più del necessario a Zack e il ragazzo aveva deciso di aspettare a raggiungerla, sarebbe stato davvero troppo masochistico stare nello stesso letto con lei in quel momento.

Sospirò, lasciando cadere la testa sulla spalliera del divano: era un incubo, non c’era altra spiegazione, quella situazione doveva essere un maledetto incubo da cui non riusciva a svegliarsi.

L’unica nota positiva di quei tre giorni d’inferno era arrivata quella mattina, quando gli avevano confermato che Jesse non aveva riportato danni cerebrali, ma nonostante quel fatto e la gioia che aveva provato vedendo il suo cucciolo aprire gli occhi, il pensiero di Aymee nelle mani di quel pazzo di Dawson continuava a stringergli il cuore in una morsa dolorosa.

Natalie col suo atteggiamento poi non aiutava, Zack si stava arrovellando il cervello nel tentativo di capire cosa potesse averle fatto per meritarsi quell’indifferenza da parte della ragazza.

Improvvisamente si sentì profondamente arrabbiato, forse era lo stress che iniziava a venire a galla, ma gli sembrava estremamente ingiusto venire trattato così da Natalie, doveva sopportare esattamente quello che stava sopportando lei, gli sembrava ingiusto doversi accollare un altro peso.

Con una determinazione la cui provenienza non era chiara nemmeno a lui, Zack si alzò dal divano e si diresse a passo spedito verso le scale, salendo al piano superiore ed entrando subito dopo nella sua stanza.

Vide Nat sobbalzare impercettibilmente, segno che era sveglia, ciononostante continuò a restare immobile, dandogli le spalle.

‘Si può sapere cosa ti ho fatto Nat?’ chiese Zack, restando sulla porta.

Natalie si mise a sedere sul letto, tenendo lo sguardo fisso sul materasso senza dire una parola.

‘Non me lo merito Nat... non me lo merito proprio’ continuò Zack, avvicinandosi al letto e sedendosi sul bordo.

Solo in quel momento si accorse, grazie alla luce che entrava dal corridoio, che Natalie stava piangendo.

‘Mi... mi dispiace Zack... io... io...’ iniziò lei, ma fu costretta ad interrompersi a causa dei singhiozzi.

‘Nat, che succede?’ le chiese lui, decisamente preoccupato ma senza avvicinarsi a lei, forse aveva toccato il tasto giusto, non voleva rischiare di rovinare tutto.

‘Io... è colpa mia Zack... dovresti odiarmi, è solo colpa mia’ sussurrò appena lei, ma Zack la sentì comunque e un secondo dopo la stava abbracciando.

‘Ma che stai dicendo Nat?’ le chiese lui, sinceramente confuso da quello che aveva detto la ragazza.

‘Charlie... è colpa mia... e ora lui ha Aymee... è solo colpa mia... ce l’ho portato io nelle nostre vite...’

‘Natalie’ la chiamò Zack, serio ‘Adesso ascoltami: non è colpa tua, chiaro?’

‘E invece sì!’ ribatté lei ‘Se non avessi fatto la cazzata di andarmene a Washington non lo avrei mai conosciuto... Dio, lo devo pagare a vita quel maledetto errore!’ continuò lei, in lacrime.

‘Nat, adesso calmati: non è colpa tua e io non ce l’ho con te... chiaro? Ti prego...’ le disse lui, quasi in lacrime a sua volta ‘Ti prego Natalie, io ho bisogno di te, non farmi mai più una cosa del genere, così mi uccidi, ok?’.

Nat annuì, lasciando che il ragazzo la facesse sedere in braccio a sé e affondando il volto nella sua spalla.

‘Rivoglio la mia bambina Zack’ disse dopo qualche istante Nat, senza alzare la testa.

‘Lo so...’ le rispose lui, tenendola abbracciata ‘Lo so Nat... e la riportiamo a casa... non so come, ma la riportiamo a casa, fosse l’ultima cosa che faccio’.

La sentì annuire, senza però spostare la testa dalla sua spalla.

‘Ehy...’ la chiamò lui, spostandola quel che bastava per poterla guardare in volto ‘Tutto ok?’ le chiese.

‘Scusa... mi dispiace, sono stata una stupida’

‘Solo un pochino’ le rispose lui sorridendole e abbracciandola di nuovo.

‘No, molto più che un pochino’ insistette lei, ridacchiando.

‘Oh beh, tu lo hai detto’ si arrese lui, dandole un bacio sui capelli ‘Ti amo, ok? Non mi passerebbe mai per la testa di dare la colpa a te, vedi di mettertelo in questa testolina complicata’

‘Ok, farò il possibile... ti amo anch’io’ rispose lei.

‘Non avevo dubbi’ commentò lui, facendola ridere.

‘Zack?’ lo chiamò Natalie dopo qualche minuto in cui nessuno dei due aveva detto una parola.

‘Che c’è?’

‘Ho paura... non ho mai avuto così tanta paura in vita mia’ disse lei e Zack la strinse ancor di più a sé.

‘Anch’io Nat... ma se c’è una cosa giusta che mi ha detto tuo fratello in questi giorni è che non dobbiamo lasciarle avere il sopravvento...’

‘Sono stata terribile con Bri’

‘Sono sicuro che sia più che disponibile a perdonarti Nat’

‘Ma lo sono stata’

‘Nat, siamo stati tutti un po’ fuori di testa in questi giorni... io l’ho praticamente aggredito verbalmente il primo giorno, eppure non mi ha mai mollato... e non ha mai mollato nemmeno te oppure oggi non sarebbe stato lì’

‘Lo so...’ rispose lei.

‘Ecco, quindi non farti troppi problemi, domani ci parli e ti garantisco io che si sistema tutto... e adesso che ne dici se dormiamo un po’? Mi duole ammetterlo, ma Mich ha ragione, sono inguardabile’ disse lui, facendola ridere.

‘Ok... anche perché aveva ragione su di me, non ho dormito queste due notti’

‘E allora dai, sotto le coperte!’ disse lui, trascinandola sotto le lenzuola abbracciata a sé.

 

E con un ritardo imbarazzante, ecco il capitolo due!

Dai, per farmi perdonare è lunghino ;)

Un enorme GRAZIE  a chi ha recensito il primo capitolo... ci sono state delle recensioni davvero spettacolari e merita una special mention quella di Amor Vincit Omnia che mi ha commosso... grazie cara! (Lo so, la punteggiatura è la mia pecca... io ci provo, mi impegno, ma alla fine sbaglio sempre... sono l’esempio vivente che una cattiva insegnante alle medie può segnarti a vita -.-)... spero di vedere ancora recensioni da parte vostra per questo capitolo... e spero di vederne anche qualcuna nuova :D

Ricordandovi che ho altre due new entry nel mio profilo-storie, Save me e Shattered by broken dreams, vi lascio e alla prossima lovelies!

 

xoxo,

Lady Numb

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Lady Numb