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Autore: CiccioBaslardo    29/12/2011    1 recensioni
La storia di una famiglia di leoni costretta ad errare nella savana in cerca della propria felicità.
Un racconto crudo, selvaggio e pieno di pericoli. La savana è un posto pericoloso dove vivere e crescere, ma con la forza di volontà e l'amore che i personaggi provano l'uno per l'altro, le loro esperienze saranno meno dure.
(L'idea è presa da "Il re leone" della Disney, ma non vorrei far intromettere nessun personaggio canonico nella storia)
Questa è la mia prima storia pubblicata su EFP e cercherò di scriverla nel modo migliore che posso.
Vi prego di non trattenervi da comporre commenti duri (se mi farete il piacere di farne). Sarei felice di migliorare il mio stile di scrittura con il vostro prezioso aiuto.
Ringrazio anticipatamente; e vista la data, colgo l'occasione per augurare anche un buon capodanno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Specchio

 

"Forse si comporta in modo strano solo perché non è abituato a stare con gli altri" provava compassione per Pako e non poteva lasciarlo alla sua pazzia.

"Io… potrei aiutarlo. Insieme ce la potremo fare. Insieme... nessuno dei due sarà più solo"

Attenti agli specchi... attenti ai riflessi delle vostre debolezze.

 

Pako stava seguendo ormai da diversi giorni quel gruppo di leoni. Era a uscito già da molto tempo dalle sue terre di origine, per assolvere una promessa che l'orgoglio gli imponeva.

I giorni passavano veloci durante la loro marcia, le notti invece sembravano infinite, non riusciva mai a dormire. La iena silenziosa, li seguiva come un'ombra e li proteggeva dai pericoli senza però farsi scoprire. Tutto procedeva senza intoppo, e tra pochi giorni, sarebbe riuscito a liberarsi da quell'obbligo che si era imposto.

Quel giorno però successe per la prima volta una cosa che allarmò la iena: mentre Zleta e Mako erano a caccia, due dei cuccioli uscirono correndo dalla tana e si allontanarono molto. Si incamminarono viaggiando per quasi mezza giornata, fermandosi poi sotto un'albero per riposare.

-…Più tosto, sono preoccupata per Voty, noi siamo stati molto fortunati ad arrivare fin qui senza essere visti. Ma lui? Avrà la nostra stessa fortuna?- la voce della cucciola giunse fino alle orecchie di Pako, che curioso di sapere cosa li avesse portati così lontani dalla loro madre, si mise ad origliare.

-non lo so, ma da qui io non voglio muovermi. Se torniamo li in mezzo, potremmo incontrare qualche animale affamato. Io non voglio essere mangiato!- continuò il leoncino in tono irritato.

-Nemmeno io, ma dobbiamo cercare Voty…-

"Cosa diavolo è successo?! Non posso proprio distrarmi un'attimo? Fiji, maledetto bastardo! Non mi hai mai detto che sarebbe stato così difficile badare a questi cinque stupidi"

-E tu chi saresti?- Mentre era distratto, qualcuno si era avvicinato di soppiatto dietro le sue spalle. Il bisbiglio lo colse di sorpresa.

-Sei nuovo di qui! Dovrai pagare pegno lo sai? Hihihiihihiih…-

La iena si girò di scatto, saltando addosso all'animale inchiodandolo a terra. I suoi occhi lo fissavano tremanti senza un controllo, come se uno spirito si fosse impossessato del suo corpo. Dalle sue fauci uscivano rigoli di bava che andavano a cadere sul viso del malcapitato.

Era una iena, una giovane ed esile iena che aveva stampata in volto un'espressione atterrita.

-Co… cosa vuoi fare amico? Non ti ho fatto niente… volevo solo aiutarti a cacciare quei due leoni. E' da molto che non mangio ed un pasto ci farebbe comodo non trovi? Suvvia, lascia che ti aiuti-

La voce tremante della iena fece rinvenire Pako, che con fare gentile ed un orribile sorriso lasciò andare la presa e si tolse da sopra l'animale.

-Oh, mi dispiace molto…- si scusò Pako mostrando tutti i suoi denti -…pensavo fosse qualcuno che cercava di rubarmi le prede. Comunque, il mio nome è Pako, posso sapere con chi condividerò la mia caccia?-

La iena a terra si rialzò e scrollandosi di dosso la polvere sorrise ingenuamente e disse -il mio nome è Jinko. Faccio parte del branco di queste terre. Ma non mi piace stare con loro…- -ti dicono che sei troppo debole per fare qualunque cosa giusto?-

Pako aveva notato l'esilità del corpo dell'altra iena, e ne approfittò per fare un commento compassionevole.

-Non preoccuparti, non ti giudicherò per come appari. Io non sono come gli altri. Valuto la testa più che il corpo. Alla forza bruta ci penso da me- lo rassicurò l'enorme iena.

A quelle parole Jinko abbassò lo sguardo imbarazzato dalla gentilezza dello sconosciuto.

-Sei così gentile, non come tutti gli altri. Loro… non mi vogliono bene…-

A quelle parole, l'energumeno accennò ad un lieve sorriso e riempì il vuoto creato dal silenzio -Sò cosa si prova a non essere accettati: io sono un'esiliato. Una iena troppo forte in un branco di idioti invidiosi. Mi hanno costretto ad andarmene per paura! Non volevano che diventassi capo. Dicevano che sarei stato troppo pericoloso... non è più un problema ormai- l'esile iena lo guardava stupefatta ascoltando il suo racconto.

-Ma ora non è il caso di annoiarti con queste storielle. Dobbiamo prendere quei cuccioli. Seguimi!- concluse Pako.

I leoncini in effetti, si erano allontanati di molto dall'albero e per fortuna, sembravano non rendersi conto di essere seguiti.

-Perché non li uccidiamo ora?- chiese Jinko agitato parlando sottovoce -potremmo tranquillamente prenderli senza troppi problemi...- -...e rischiare che qualcun altro si unisca al banchetto? No grazie!- lo riprese il suo compagno di caccia.

-Quando il sole calerà, molti degli altri cacciatori si addormenteranno, e noi potremmo agire senza che nessuno ci disturbi. Ti avverto di una cosa però...-

Pako fece una breve pausa, si girò con un sorriso verso Jinko e con tutti i suoi denti in vista, continuò il discorso con una strana espressione divertita in viso -...voglio giocare un po con le mie prede prima di ucciderle. Hihihihihihihihihihihi-

La gracile iena provò una sensazione gelida lungo la schiena che la fece tremare. Non aveva mai visto nessuno sorridere in quel modo.

Si fermò un attimo stando immobile mentre l'espressione di Pako tornava normale. Avrebbe voluto scappare il più lontano che poteva, ma non sarebbe riuscito a sfuggirgli comunque.

"Finché avremo altre prede non penserà a me…" Jinko cominciava a nutrire la paura che quello strano individuo, avrebbe potuto girarsi ed aggredirlo in qualsiasi momento. Ma se avesse mostrato timore, avrebbe solo peggiorato la situazione. Decise quindi di stare al suo gioco finché non fosse arrivata la mattina, poi si sarebbero separati e non avrebbe più dovuto vederlo... ne temerlo.

Pako riusciva quasi ad ascoltare i suoi pensieri e sentire le sue paure. Non era la prima iena che incontrava e che lo guardava in quel modo.

"Anche lui non vede l'ora di andarsene. E'proprio vero Fiji: alcuni individui nascono per stare da soli. Hihhhiihhihihi…"

 

Assorto nei suoi pensieri, Pako non si accorse nemmeno dello scorrere del tramonto. Fù Jinko ad avvertirlo.

-Pako, il sole sta calando, tra un po si mangia... Hiihihihihhiih...- La gracile iena era euforica, non vedeva l'ora di entrare in azione. Il suo stomaco brontolava e la fame cominciava a farsi sentire.

-Stai calmo, prima dobbiamo fare una cosa- lo interruppe Pako.

La iena alzò la testa come se avesse visto qualcosa di molto importante che non poteva in alcun modo ignorare. A pochi passi da loro, una leonessa era crollata a terra, svenuta in mezzo alla vegetazione.

"Zleta… non sei cambiata per niente a quanto pare"

Jinko notò che gli occhi del compagno fissavano quella vecchia leonessa in modo strano. Pako doveva avere qualcosa che non andava. Ma una strana luce nei suoi occhi, attirava irresistibilmente Jinko. Un bagliore di tristezza perpetua era sepolto nell'oscurità dello sguardo di quell'energumeno squilibrato.

"…solitudine… ?"

-Amico mio...- parlò Pako -...non molto lontano da quì, c'è una preda che ieri ho condiviso con il tuo branco. Per favore, vai a prenderla. E' un cucciolo di leone. C'è ancora molta carne da assaporare-

La iena dalla corporatura gracile, guardò l'altra e con espressione interrogativa, le chiese perché dovesse fare una cosa del genere. Non riusciva proprio a capirlo.

-Se vuoi cacciare con me, dovrai fare quello che ti dico. Te l'ho detto che mi piace giocare- la voce di Pako, anche se calma, trasmetteva un senso di gelo al compagno.

-Quella leonessa è esausta per la fame. Guarda com'è magra. Mangerebbe qualsiasi cosa... immagina la sua espressione vedendo che ha divorato un cucciolo di leone- gli occhi divertiti e spiritati della iena, fissarono quelli di Jinko.

-Credimi amico mio... ci divertiremo- concluse Pako mostrando la sua orribile dentatura.

Jinko rabbrividì, e si allontanò senza dire niente.

-Spero che tu non abbia intenzione di scappare. Mi dispiacerebbe molto rimanere ancora da solo. Tu sai cosa voglio dire. Sai che significa essere soli. Ti prego... non abbandonarmi- disse Pako.

Jinko si girò e vide ancora quel bagliore nello sguardo del compagno. Adesso, era ben chiaro.

"Solitudine…"

-Non preoccuparti...- rispose -...neanche io sono come tutti gli altri. Io ti voglio aiutare, non ti abbandonerò- la giovane iena sorrideva mentre parlava. 

Dopo un lungo scambio di sguardi, Jinko si girò con il sorriso ancora in volto e sparì tra l'erba alta.

 

Il sole stava calando ed i due piccoli a quanto pare si erano persi.

Pako non poteva più aspettare, doveva approfittare del fatto di essere da solo per portare quei due cuccioli indietro. La tana non era molto distante ormai, sarebbe potuto tornare in tempo per incontrarsi con Jinko. Decise quindi di prendere l'iniziativa ed avvicinarsi.

I due fecero molto rumore, se fosse stato qualcun altro non avrebbe avuto problemi ad individuarli.

Pako sì divertì a girargli in torno come un'avvoltoio prima di farsi vedere.

-no! Ci ha sentiti! Ci ha sentiti!- disse la cucciola sottovoce.

-Zitta! ci sentirà…- la riprese Kimo.

Dopo quello scambio di battute, mentre il cucciolo stava per finire la frase, la iena decise di rilevarsi per non spaventarli troppo e magari farli scappare.

-E di cosa dovreste aver paura piccolini?-

I due si immobilizzarono e lo fissarono con occhi ricolmi di terrore.

-…di me?- continuò Pako -No, no, no. Non dovete preoccuparvi di me. Io sono una iena particolare… io non mangio cuccioli per scelta. Non mi piace che le mie prede abbiano poca carne sulle ossa, che tra l'altro sono troppo molli per fare i denti. No, no. Non siete decisamente il mio pasto preferito- concluse accennando un sorriso.

-E' da un po che vi seguo e non riesco a capire dove stiate andando. Non posso lasciare da soli due bei cucciolotti come voi, mi fate troppa tenerezza- il sorriso della iena si allargò a dismisura liberando delle esalazioni a cui i leoni non erano abituati.

A Kimo e Thare lacrimarono gli occhi.

"Ma guarda te questi marmocchietti! Pulitini, vizziatelli. Siete proprio dei leoni!" si offese la iena.

-Hihihihihhiihhihihihihihihhihihihi… scusatemi piccolini a volte mi dimentico di stare a parlare con voi pulitini- ma non lo diede a vedere.

-Chi sei tu?- intervenne Thare, che aveva trovato la forza di parlare.

La iena la guardò e sorridendo rispose -sono una iena gentile che vi riporterà dalla vostra mamma...- -BUGIARDO!!!- gli urlò la piccola.

"Piccola stupida! ti farai sentire!" Pako si guardò intorno per essere sicuro che non ci fosse qualche cacciatore notturno nelle vicinanze.

-Sentite...- continuò -...se volete fidarvi, bene. Altrimenti vi lascerò da soli. Scegliete presto cosa fare perché io me ne vado-

Dopo quelle parole ci fù un periodo di silenzio, durante il quale la iena li fissò  con aria interrogativa. Stava cominciando a perdere la pazienza.

-Va bene! Fate come vi pare- sbottò irritato Pako.

-NO! Aspetta!- lo fermò Kimo

"Piccolini, vi conosco troppo bene"

-Verremmo con te!- -No Kimo! Che fai? Potrebbe essere una trappola!- si intromise Thare.

-Lo so sorellina, ma non abbiamo altra scelta. Potremmo morire comunque, ed io non voglio dare questo dispiacere a mamma senza aver provato ad uscire da questa situazione!- concluse sconsolato il cucciolo.

-Ottima scielta!- disse la iena prendendo per la collottola il piccolo e portandolo nell'erba alta.

-NO! Kimo! KIMO!!!- Thare provò a raggiungere i due, ma la vegetazione non gli permetteva di stare al loro passo.

-Resta qui! ...- si udì la voce rassicurante del fratello in lontananza -...tornerò a prenderti!-

La iena cominciò a correre il più velocemente che poteva. Aveva perso troppo tempo, e doveva assicurarsi che anche la leonessa fosse al sicuro.

Ad un tratto vide la tana in lontananza. Quando fù abbastanza vicino, poggiò il cucciolo a terra e gli disse di tornare alla caverna, che presto la madre e la sorella sarebbero tornate sane e salve.

Detto questo, Pako cominciò a correre nella direzione da cui era venuto.

Il leoncino sconvolto e con le lacrime agli occhi, gridò per attirare nuovamente la sua attenzione.

-NO! Aspetta, non posso rientrare nella caverna! Mio fratello...- -Kimo!- lo smorzò una voce famigliare dietro di lui.

-Kimo! Dov'è Thare?- Voty lo stava chiamando.

Era davanti all'entrata della grotta e stava bene.

 

"Devo sbrigarmi, Jinko sarà già tornato... spero non abbia fatto sciocchezze"

Quando tornò indietro la gracile iena era già sul posto che osservava attonito le due scene: la leoncina tremava nell'erba, preda della paura e distante da lei, la vecchia leonessa si contorceva a terra, come se fosse stata preda di un dolore lancinante.

Pako si avvicinò al compagno e gli domandò cosa fosse successo.

Jinko si girò verso la grossa iena con gli occhi in lacrime -Cosa ho fatto? Ti ho ascoltato ed ho dato quel cucciolo a quella leonessa-

Gli occhi della gracile iena erano disperati e da essi, scaturivano copiose lacrime di rabbia -NON MI HAI DETTO CHE FOSSE SUO FIGLIO!!!-

Jinko saltò a dosso a Pako nel tentativo di buttarlo a terra. La grossa iena però schivò l'attacco ed invertì la situazione. Adesso era lui ad aver atterrato per la schiena il giovane.

Avvicinò il muso all'orecchio del compagno e disse -stai calmo! Mi vuoi spiegare cos'è successo, prima che mi venga l'impulso di ucciderti seduta stante?-

-Perché lo hai fatto?- pianse Jinko -tu non sei così. Io l'ho visto! Non sei un mostro! Allora perché ti comporti come tale?-

Pako non capiva. Rimase fermo a guardare il suo compagno piangere fino a che un sussulto gli arrivò alle orecchie.

-IO HO MANGIATO MIO FIGLIO! COME POSSO CREDERE DI ESSERE ANCORA VIVA!!!-

La iena si rese conto solo in quell'istante che il manto della leoncina catturata il giorno seguente, era stranamente identico a quello di Kimo.

Al solo pensiero di quello che stesse passando per la testa della leonessa, Pako si tolse da sopra il compagno in lacrime e lo sollevò tirandolo per la collottola.

-In piedi! Devi riportare quella leoncina alla tana! Io penserò alla madre- -NO!- sbottò Jinko.

-Non voglio fare più nulla di quello che chiedi! E' ancora un tuo gioco malato? Ti vuoi divertire anche con quella povera cucciola? Ti diverti a vedere la sofferen... ?-

Pako saltò nuovamente sopra la iena e la immobilizzò a terra, guardandola con uno sguardo che sembrava fuori da ogni controllo.

-Non fare l'idiota! Fai quello che ti dico senza troppe storie. Altrimenti, questa notte stessa, ucciderò tutti i membri del tuo branco. So dove abitate e non ho intenzione di tirarli fuori dai miei giochetti! Perciò, se non vuoi che soffrano loro... sopprimi la tua coscienza e fai quello che voglio! Quando dico che mi voglio divertire... significa che nessuno potrà farmi cambiare idea. Che siano quei leoni o la tua famiglia poco importa-

La giovane iena era disperata, non sapeva cosa fare.

-Io credevo che in te ci fosse solo tanta solitudine... invece... sei malato!- Jinko chiuse gli occhi ricacciando dentro le lacrime e poi rispose -farò come vuoi...-

Quella risposta fu dettata dai morsi della fame che l'affliggevano da qualche giorno. Senza l'aiuto di quell'essere non sarebbe potuto sopravvivere ancora per molto.

Aveva litigato con il suo branco, e senza di loro, era da giorni che non riusciva a mangiare qualcosa. Se non si fosse nutrito neppure oggi, non avrebbe avuto nemmeno la forza di cacciare piccole prede o di combattere contro gli altri sciacalli per procurarsi una carogna.

Allo stesso tempo, non poteva nemmeno permettere che Pako "giocasse" anche con il suo clan. Lo avevano cacciato, ma era stato un suo errore. Non poteva far pagare loro un grosso sbaglio che aveva commesso lui.

"Mi dispiace piccoli, l'unica cosa che posso fare... è cercare di convincerlo ad uccidervi in fretta"

L'energumeno sorrise e si tolse da sopra la gracile iena, che si alzò da terra e se ne andò con aria sconsolata.

-Jinko!- la richiamò Pako -...quella cucciola... non era sua figlia. Ha il manto uguale a quello del cucciolo che ho riportato alla tana dai fratelli- disse tristemente.

-Cosa?!- sbottò Jinko -...e perché mai avresti voluto salvare la vita ad una leonessa?-

-I debiti... vanno sempre saldati- rispose l'enorme iena mentre fissava Zleta -se non lo fai, la vita diviene dura come la roccia. I colori non saranno mai più gli stessi. Non riposerai mai più bene durante le notti...-

Il tono di Pako era triste e nostalgico. I suoi occhi fissavano la leonessa che parlava da sola. Erano lucidi.

"Non posso credere che stia piangendo. Ma chi è in realtà?" Jinko era confuso, non sapeva cosa pensare. La mente era annebbiata, ma l'istinto gli diceva di ascoltarlo e di fare ciò che gli aveva detto. La speranza di aver trovato qualcuno così simile a lui, non voleva andarsene.

 

"Chi sei tu?" Pensava la giovane iena mentre correva verso la cucciola.

-Mamma. Aiuto!- gridò la leoncina poco prima di essere presa per la collottola e portata via. Thare svenne per lo spavento. Per fortuna la madre era troppo lontana per sentire il suo richiamo.

Jinko corse il più rapido che poteva verso la tana dei cuccioli, seguendo le tracce che Pako gli aveva lasciato al primo passaggio. Arivato davanti all'entrata, lanciò il corpo inerme della cucciola all'interno della grotta e scappò lontano, verso un rialzo nella pianura dove si poteva vedere con chiarezza ciò che succedeva intorno.

"Chi sei Pako?" Quella domanda aveva continuato a tormentarlo per tutta la corsa. Non poteva credere di provare qualcosa per un animale così bestiale e malato.

Il suo modo di fare era strano. Sembrava che in lui risiedessero due personalità diverse. Una di esse era riuscita ad attrarlo, mentre l'altra gli metteva soggezione.

I suoi occhi però, non potevano mentire. Pako aveva solo bisogno che qualcuno lo aiutasse. Di qualcuno che lo facesse sentire... non solo.

"Siamo amici... io lo aiuterò. Non mi importa quanto ci vorrà, ma io lo aiuterò a…"

-Ah! Sei qui!- la giovane iena sussultò al richiamo che provenì da dietro di lei. Era Pako che si era avvicinato a lui di soppiatto senza farsi sentire.

-Hihihhihihih-

-Pako! Mi hai spaventato! Andiamo a prendere i cuccioli! Sto morendo di fame!- lo sgridò Jinko.

Lo grossa iena non disse niente e si mise seduta affianco a lui, fissando un punto nell'erba.

Entrambe riuscirono a vedere la scena di una leonessa che uscì dalla vegetazione per poi svenire ed essere riportata dentro dai suoi cuccioli.

-Eccola lì- Puntualizzò l'enorme iena.

-Sei un idiota Pako! Come ti salta in mente di aiutare una leonessa e salvare i suoi cuccioli, riportandoli entrambi alla tana?- la voce di Jinko aveva assunto un tono di gelosia così palese che dovette cercare una scusa per giustificare quelle parole.

La giovane iena era gelosa. Lui voleva aiutarlo. Lui si era messo in gioco per salvarlo dalla solitudine. Perché aveva aiutato loro e stava facendo morire di fame lui? Lui lo amava, non quei stupidi leoni.

-Ti sei bevuto il cervello? Adesso vorranno rimanere! Si sentiranno accettati!- Fù l'unica cosa che gli venne in mente.

Pako non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Si limitò a rispondere irritato -stai zitto idiota! Non ti ho chiesto io di aiutarmi! Quel leone mi ha salvato la vita, ed io non posso non ricambiare. Al tuo confronto, ho un'onore da difendere!-

Jinko non capiva di cosa stesse palando e non aveva nemmeno l'intenzione di scoprirlo in quel momento. L'unica cosa che voleva, era ferirlo come lo stava ferendo lui.

-Ah! Bell'onore! Dare da mangiare a quella leonessa una cucciola che abbiamo preso l'altra notte. A me sembra che tu voglia divertirti come al solito, razza di bastardo!-

L'enorme iena rispose rabbiosa a quelle parole.

-Ti ho detto di stare zitto! Quella era l'unica preda che avevamo! Forse avresti preferito che ci fosse stata la tua testa al suo posto?-

"Pako! Come puoi parlarmi così?!" lo stomaco di Jinko ebbe dei crampi.

"Pur di seguirti, ho soppresso la mia coscienza ed ho sopportato la fame. E tu oltre che sfamare quella leonessa al posto mio... mi aggredisci in questo modo? Perché... ?" La giovane iena riuscì a stento a trattenere le lacrime.

Il sorriso di Pako si allargò a dismisura mostrando tutti i denti, ed i suoi occhi con espressione vuota fissavano la gracile iena.

-Suvvia Pako, calmati… "…ti prego, no!"- disse Jinko indietreggiando non riuscendo più a trattenere le lacrime.

-Anzi, adesso che ci penso, mi sta venendo fame. Io ieri non ho mangiato, lo sai…- disse Pako facendosi sfuggire una risata isterica che sembrava non aver fine.

-Cosa?! Ei Pako! Cosa vuoi fare? Non vorrai davvero… ? No… Pako siamo amici! PAKO… NOOOOooo… !!!-

Un morso al collo e l'aria che manca. Lo sguardo rivolto al celo e tutte le stelle che piano piano si spengono.

"Io… lo... ama…"

Il cuore di Jinko smise di battere.

 

Pako mollò la presa e fece cadere a terra il corpo di quella iena.

Con un sorriso soddisfatto in volto guardò il corpo della sua vittima.

-Povero Jinko... io ti avevo anche avvertito che mi piace giocare con le mie prede. Voi iene siete così facili da ingannare. Nel mondo non c'è posto per gli ingenui come te... addio amico mio-

Il sorriso scomparve per dare spazio ai morsi che si susseguivano, spezzati da una risata che squarciò le prime luci dell'alba.

-HIHIHIHIHIHIHIIHIHIHIHIHI-

  
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