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Autore: Levineisabitch_    29/12/2011    6 recensioni
Ecco come è finita la storia di Monique.
Il suo finale era troppo smieloso e fatto male, non mi convinceva.
Se vi piacciono le storie d'amore, allora leggete quell'altra e questa lasciatela stare.
In alternativa, benvenuti nella piccola prigione personale della mente di Monique.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Monique.'
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-A grande richiesta l'ultimo capitolo di Monique. Si puo' leggere oppure no, potete attenervi all'ultima versione, se volete.
Questa è la parte drammatica della storia. Hope you like it.-

SPIN-OFF
Sentivo una sensazione strana, dritta al cuore.
Una fitta, poi un’altra e un’altra ancora.
Perché pensavo ancora a lui? Mi aveva abbandonata, come fanno i bambini quando trovano qualcosa di più interessante.
Sentivo ancora le sue parole rimbombarmi in testa ‘Amarti? E’ stato un brutto periodo ed è ora che voglio metterci la parola fine’.
Non mi amava più, l’aveva mai fatto?
Calmati, Monique, calmati.
Supererai anche questa,dopotutto.
Eravamo ritornati in Italia, io e Davide stavamo insieme, io e Mike eravamo migliori amici e Thomas come al solito si faceva con ogni singola ragazza che trovasse sul suo passaggio.
Un giorno Davide era entrato in camera mia e mi aveva sputato addosso quelle parole, così, senza un perché.
O, almeno, io il perché non lo sapevo.
Ed eccomi qua, due anni dopo, che piangevo ancora ricordandomi di lui.
Era l’unico che mi faceva sentire bene eppure mi aveva lasciata.
Continuavo a pensarlo, costantemente.
Avevo diciannove anni e un lavoro in officina di aeronautica militare, grazie al massimo  dei voti in economia alle superiori.
Da un po’ di tempo avevo cercato di rifarmi una vita, accettando appuntamenti da colleghi, compagni di università (che frequentavo nonostante il lavoro chissà come.) e da chiunque altro.
Alla fine annullavo sempre all’ultimo minuto o gli davo buca, il pensiero di Davide fisso.
Avevo addirittura lasciato la casa di Sue e mi ero stabilita in Australia, abbastanza lontana dall’Italia, ma col cuore appiccicata.
Sue aveva faticato a capire le ragioni della mia partenza e Michael anche.
Ma non ce l’avrei fatta a sopravvivere dovendo guardare Davide in faccia tutti i giorni, mi sarei sentita umiliata ed inutile, immatura e fuori luogo.
Avrei voluto una risposta da lui, certo, ma non riuscivo a chiedergliela.
Era un giorno di febbraio, il diciassette per essere precisi, quando mi arrivò un messaggio da Mike: ‘mi manchi.’
Non si era fatto sentire per due lunghissimi anni, come me, e ora gli mancavo.
Mi senti una stretta al cuore.
Digitai in fretta e furia la risposta: ‘Ora? Anche tu. Ma è troppo tardi.’
Mike si decise a rispondere solo due giorni più tardi, quando oramai avevo perso ogni speranza.
‘Torna. Davide .. non c’è. Non ci sarà. Ti prego. Ho bisogno di te.’
Ma a volte è troppo tardi per certe cose.
Quello di cui avevo bisogno era solo una spiegazione, quindi decisi di tornare.
Solo perché non potevo continuare così, la mia vita faceva decisamente schifo.
Non aveva senso contrappormi a quella richiesta, passati due anni.
Sapevo che sarei tornata, prima o poi.
Inutile combattere, quando sai che hai già perso in partenza, no?
Rieccomi, nella ridente Italia, nella frettolosa e animata Milano.
Mi avviai verso la casa di Sue, ricordando ancora perfettamente dove fosse.
Suonai il campanello, esitante: avevo paura che sarebbe stato Davide ad aprirmi.
E invece no, ecco una ragazza sui sedici anni, sorridente che mi apre.
-Sono Monique, ciao. Posso entrare? Devo vedere Michael.- le dissi cordiale, dato che lei non si spicciava a parlare.
-MIKEEE! C’è una persona per teeeee!- urlò lei, con una voce stridula ma piacevole.
-Michela, calmati! Arrivo.- una voce da uomo: quello non poteva essere Michael.
E invece lo era: stava arrivando alla porta, nel suo metro e ottanta sicuro.
Era cresciuto, si vedeva.
Mi veniva da piangere: come avevo fatto due anni senza di lui? Mi pareva impossibile.
Appena mi vide sulla soglia mi travolse e mi abbracciò.
Mi sentivo piccola in confronto a lui.
Una goccia mi bagnò il viso mentre sentivo lo sguardo di tale Michela perforarmi.
Michael sciolse l’abbraccio, con mio rammarico e fece le dovute presentazioni.
-Lei è Monique, la mia migliore amica.- lo ero ancora? Sulla mia faccia spuntò un sorriso enorme. –Lei è Michela, la mia ragazza.- come avevo immaginato.
Michela era una bella ragazza, bionda con gli occhi color cioccolato, di sicuro tinta.
Aveva addosso un semplice maglioncino nero con scollo a V coperto da una scarpetta con dei teschi stilizzati e un jeans.
-Devi raccontarmi un sacco di cose, tu! Ma sono qui per una spiegazione, lo sai.- sospirai.
Michela tolse il disturbo e andò in cucina, dove c’era qualcun altro. Chi non mi è dato a sapere.
-Lo so. Ti ho contattata perché ho trovato qualcosa che di sicuro ti interessa. Oddio, non fraintendere. Mi sei mancata, ma non volevo disturbarti, volevo lasciarti tempo, sapevo che saresti tornata.- non mi guardava in faccia.
-Cos’hai trovato?- chiesi in un sussurro.
-Una lettera. E’ per te. Leggila, ma, per favore, resta. Abbiamo tutti bisogno di te, qui. Ti prego.- stavolta mi guardava negli occhi, fui io a distogliere lo sguardo.
-Dammi. Tornerò in Australia, lo sai. Qui ci sono troppi ricordi, mi uccidono.- risposi semplicemente, anche se avrei voluto rimanere con Michael, conoscere la sua ragazza, consolarlo nei momenti bui, aiutarlo in inglese, rivedere Sue, aiutarla in cucina, vedere Thomas come stava..ma non potevo.
-Eccola.- mi porse una bustina verdognola.
Mi sedetti sul divano, aprendola, Mike se s’era andato.



Per Sabrina.
Ti amo, okay? Sappilo. Ti ho sempre amato e perché io ti ho detto che non è così non vuol dire che stessi dicendo la verità.
Ti ho lasciata un mese fa, la mia vita è già vuota. Voglio abbracciarti, ma sei lontana.
Voglio dirti che ti amo, ma non posso.
Scusami.
Conoscendoti di sicuro vorrai una spiegazione, te la devo.
Invierò questa lettera a casa tra uno, due anni.
Questione di sopravvivenza.
Ti spiego.
Semplicemente Thomas mi ha coinvolto in un traffico di droga.
Sai com’è lui, si faceva (forse non lo sai, ma oramai.) e aveva coinvolto anche me, non riusciva a pagare i conti.
Oramai c’ero dentro fino al collo e Thomas era entrato in quel circolo vizioso, ci siamo indebitati.
Mi ha trascinato giù con lui.
Siamo scappati in America, a Los Angeles.
So che è dove sei nata tu, per quello ho scelto questa città.
Tutto mi ricorda te, vorrei ri-incontrarti, ma non voglio coinvolgerti. Non te lo meriti.
L’ho fatto per te.
Non posso portarti verso la fine con me, non posso.
Ti amo.
Non cercarmi, ti prego. Abbi cura di Michael, se lo vedrai, so che tornerai, tutti lo sanno.
Ti prego, abbi cura di lui e di te stessa.


Davide.


Scoppiai a piangere, mi amava, ma non potevo cercarlo.
Michael mi venne ad abbracciare, la mia vita ri-iniziò, in Australia.
Non tornai indietro mai più.




Note autrice.
Ieri sera mi annoiavo ed è uscita fuori questa roba.
Semplicemente la parte drammatica della storia di Monique.
Qui si conclude la sua storia, completamente.
Grazie di aver letto, mi piacerebbe una vostra opinione.
   
 
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