Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Fiore di Luna    29/12/2011    0 recensioni
“Era ora che ci prendessimo una bella vacanza!” commentò Seiya mentre all’ombra di un ombrellone si godeva una limonata. Crystal era appoggiato al parapetto della nave silenzioso ormai da un’ ora, scrutava il mare con una tale intensità da sembrare in meditazione. Sirio era sdraiato su una comoda sdraio vicino a Seiya, “ E la cosa più bella è che questa volta non ci sarà il Maestro a darmi ordini. Sono libero!” sospirò il ragazzo con un sorriso di piacere.
Ma quello che non sanno è che accadrà loro di tutto di più !!! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ""Guarda c’è qualcosa laggiù!” Galaxia indicò quel qualcosa che stava arrivando dal mare.
“Io direi più che qualcosa è qualcuno! Su andiamo a vedere potrebbe essere un naufrago come noi!” propose Shunrei e immediatamente deposte le leccornie appena raccolte si precipitarono in riva al mare.
Verso di loro su di un pezzo di legno giaceva riverso un ragazzo straordinariamente attraente, le due si guardarono arrossendo con una risatina di gioia.
“Forza portiamolo a riva.” Shunrei e Galaxia si affrettarono a trarre in salvo sulla spiaggia lo sconosciuto.
Gran bei muscoli e lunghi capelli viola che gli coprivano il volto.
Attirati dall’ insolita situazione Sirio e Shun corsero affannati verso di loro.
“Ragazze attente potrebbe essere pericoloso” fece Shun allarmato.
Shunrei si illuminò appena vide Sirio avanzare verso di lei, finalmente era di nuovo tra loro.
“Speriamo non sia morto.” Disse Galaxia spostando appena i capelli dal volto del giovane privo di sensi.
“Ma quello è…” Shun rimase di sasso.
“E’ il Grande Mur.” Sirio completò la frase con altrettanto sconcerto.
“Avete ragione è proprio lui! Ma che ci fa qui?” chiese Shunrei smuovendolo per il braccio nel tentativo di svegliarlo.
“Doveva essere sulla nave anche lui!” ribattè Sirio accovacciandosi accanto a Mur.
Finalmente quest’ultimo diede cenni di vita.
Aprì con difficoltà gli occhioni viola accompagnato da un colpo di tosse.
“Sono vivo?” chiese con un filo di voce.
“Be sembrerebbe di si vecchio mio.” Rispose ironico Sirio dandogli una pacca sulla spalla.
“Mur sei ferito? Avrai fame vero?” fecero le due ragazze prodigatesi immediatamente per il cavaliere in fin di vita.
Quest’ultimo facendo cenno col braccio di allontanarsi si alzò degnamente, ma un attimo dopo un gran dolore alla gamba lo fece riaccasciare sulla sabbia.
“Maledizione!” imprecò furente, la sua caviglia destra non lo reggeva a dovere.
“Siamo relegati su quest’isola maledetta e non torneremo più a casa.” Piagnucolò Shun con le lacrime agli occhi, Sirio scosse il capo con disapprovazione.
“Mi sono messo in contatto col Maestro, non so come ma ci salverà, lo sento.” Proferì in tono solenne come al suo solito, attirando su di se l’attenzione e le speranze dei presenti.
Seiya agitava le braccia tra i folti rami della foresta cercando di farsi largo tra gli alberi intricati.
“Ma tu guarda se un cavaliere di Atena deve subire certe assurdità perfino in vacanza.” Si disse snervato.
Ad un tratto qualcosa di estremamente duro rimbalzò sulla testa per poi finire ai suoi piedi.
Con un urlo stridulo Seiya raccolse il nemico da terra, una noce di cocco.
“Adesso ne ho abbastanza.” Alzò lo sguardo ai rami delle alte palme che lo sovrastavano altezzose.
Un’altra noce di cocco lo mancò per poco, poi finalmente scrutò il suo attentatore, una piccola scimmia ridente e dall’aria intelligente che si muoveva lesta furtiva tra i rami.
Seiya digrignò i denti indignato.
“TU…” urlò agitando le mani. “TU NON SAI CHI SONO IO.”
La scimmia lo osservò incuriosita prima di emettere una sonora risata di scherno, Seiya agrottò le sopracciglia e gonfiò i muscoli dei suoi bicipiti.
“Tu misera creatura infame, come osi rivolgerti in modo così sdegnato a un sacro, magnifico, regale, coraggioso e potente Cavaliere di Atena?”  E un attimo dopo aver finito la sua sfuriata si portò una mano alla fronte.
“Non posso crederci, sto parlando con una scimmia… STO SPRECANDO IL MIO TEMPO CON UNA SCIMMIA…ah Seiya come sei caduto in basso.” E rassegnatosi decise che non ne valeva la pena, dopo un respiro profondo riprese la stancante marcia, incurante che la sventura stava per abbattersi nuovamente sulla sua testa.
Un’altra noce di cocco piombò dal cielo colpendolo di striscio.
Seiya rimase immobile con i pugni serrati e col viso imperturbato, i piedi saldamente ancorati al suolo e i capelli ondeggianti sulla fronte.
La scimmia perplessa si accinse a scagliare nuovamente un’altra noce di cocco contro la sua vittima, ma proprio in quel momento. “FULMINE DI PEGASUS.”
La palma fu abbattuta in un istante, cadendo al suolo fragorosamente, ansimante Seiya abbozzò un sorriso soddisfatto.
“Questo è quello che succede a chi si prende gioco di me.”
Poi una risatina familiare alle sue spalle gli fece di colpo tendere tutti i muscoli del corpo.
La scimmia era sopravvissuta al suo temibile attacco.
“Il grande Seiya che non riesce a sconfiggere una miserevole scimmia? DITEMI CHE E’ UN INCUBOOO.”
Confuso prese a tirarsi i capelli in preda a una crisi isterica, la scimmia urlava divertita e pensò di fare un favore a quello strano soggetto ponendo fine alla sua agonia. Agitando un pesante ramo di palma fece crollare sul povero seiya dieci noci di cocco, il ragazzo sopraffatto dall’entità del colpo stramazzò al suolo privo di sensi, il suo ultimo pensiero. “Sto lasciando questo mondo a causa di una scimmia.”
“Forza ali del cigno bianco sbattete impetuose quest’aria priva di senso, fatemi arrivare dove nessun altro può.” Crystal si infondeva coraggio mentre le sue gambe scattavano veloci districandosi alla perfezione tra i mille ostacoli sul suo percorso.
Il caldo cominciò a farsi seriamente sentire, “Sento che mi sciolgo, no devo resistere, devo pensare alla mia Siberia, Oh Mamma tu che sei sepolta tra i gelidi ghiacci che ti inghiottirono, non abbandonarmi adesso.”
Ormai aveva percorso diverse miglia, senza avere la più pallida idea di dove si trovasse, un improvviso rumore nei dintorni lo fece scattare sulla difensiva, lo strano suono si propagandò ancora.
“OOOOOOOHMMMMMMMMMMM.” Crystal si appartò dietro un cespuglio pronto a scagliarsi sull’eventuale nemico, ma appena si avvicinò alla fonte di quel suono irreale le sue membra si bloccarono di colpo.
Seduto al suolo a gambe incrociate e le braccia distese orizzontalmente, un individuo dai lunghi capelli dorati tentava la meditazione.
“Non può essere!” osservò Crystal, poi in un impeto di sconfinata gioia si diresse a grandi passi verso il ragazzo urlando: “Shakaaaa.” Ma una volta avvicinatosi si bloccò esterrefatto, ai piedi dell’amico giaceva privo di senso Camus, il suo vecchio maestro.
“No…non può essere, che significa tutto questo?”
Shaka teneva gli occhi chiusi ma quando il ragazzo si avvicinò, li aprì e lo fissò senza scomporsi.
“Calmati Crystal, il tuo Maestro sta bene, è solo svenuto, si sentiva male già sulla nave, aveva fatto indigestione di crostacei!” spiegò calmo.
“Chi altro c’era con voi?” chiese Crystal ansimante e ancora sconvolto dalla vista di Camus riverso a terra privo di sensi.
“Il Grande Mur, ma non l’ho più visto dal naufragio.” Rispose Shaka.
“Noi siamo tutti alla spiaggia, portiamo li Camus, non potete rimanere qui!” Shaka annuì e insieme sollevarono il cavaliere.
Quando rientrarono ala spiaggia trovarono il resto del gruppo stretto intorno a qualcuno che non riconobbero subito.
“Ecco così dovrebbe bastare.” Stava dicendo Sirio mentre fasciava la caviglia di Mur.
“Muuur!” gridò Shaka quando l’ebbe riconosciuto, tutti si voltarono verso lui e Crystal con sguardi increduli.
“Shaka! Che è successo a Camus?” chiese subito il cavaliere.
“Indigestione di crostacei e una bella botta alla testa.” Subito lui e Crystal lo posarono delicatamente sulla sabbia.
“Oh poverino, morirà?” piagnucolò Shun.
“NO CHE NON MORIRA’!” sbottò Crystal furente, l’amico indietreggiò spaventato e si nascose dietro le possenti spalle di Sirio.
“Che cosa possiamo fare per Camus?” chiese Shunrei.
“Lasciate fare a me!” Mur ancora zoppicante raccolse una pietra appuntita e si procurò un taglio sulla mano, gli sguardi di tutti inorridirono.
“Il mio sangue lo curerà, non temete.” Camus iniziò a muovere le palpebre e a dare cenni di vita, Crystal si gettò subito al capezzale del Maestro.
“Stai bene?” chiese appena questo riprese conoscenza.
“E tu che ci fai qui?” domandò Camus ancora frastornato, poi si sollevò appena e notò il resto del gruppo.
“Va bene, è uno scherzo?”
“Oh niente affatto, eravamo sulla nave ma poi una grande onda si abbattuta su di noi e prima che ce ne accorgessimo…”
Shun aveva preso a parlare così velocemente da confondere Camus ancora di più.
“Shun, credo che sappia cos’è accaduto!” lo fermò Shunrei e lui si ammutolì di colpo.
Camus si alzò a fatica e si massaggiò la schiena dolente.
“Shaka la prossima volta ricordami che sono allergico ai crostacei!” disse al Cavaliere.
“Ma io te lo avevo detto!” rispose questo con aria di superiorità, Camus non seppe che rispondere e cambiò discorso.
“Si sta facendo buio, meglio accendere un fuoco!”
Era passato già molto tempo da quando Seiya si era allontanato dalla spiaggia, i suoi compagni cominciavano a preoccuparsi.
“Se non torna in tempo, il cibo finirà!” commentò Sirio e solo Shunrei poteva sapere quanto desiderasse una buona coppa di riso.
“E se gli fosse successo qualcosa? Dovete andare a cercarlo!” disse Galaxia rivolta a Crystal, ma in quel momento videro il Cavaliere sbucare dagli alberi alle loro spalle, avanzava traballando e aveva una mano alla testa, l’espressione dolorante e imprecava qualcosa tra i denti, sembrava furiosi, si avvicinò agli altri e si sedette anche lui vicino al fuoco e senza dire una parola iniziò a mangiare come un ingordo, tutti lo fissarono sconcertati in attesa che parlasse.
“L’educazione è di casa!” fece Crystal sarcastico. “Devi ringraziare Sirio se è avanzato qualcosa!” aggiunse subito dopo.
“Grazie Sirio!” riuscì a dire appena Seiya mentre masticava.
“Non si parla con la bocca piena!” commentò quest’ultimo.
“Che cos’è un processo?” sbottò allora Seiya dopo aver mandato giù il boccone.
“Ho lottato con una miserabile scimmia e sono stato sconfitto! Cosa dovrei fare secondo voi? Osservare il galateo nel momento più critico e umiliante della mia vita?”
Il silenzio si riempì subito di risate fragorose, Shunrei e Galaxia avevano le lacrime agli occhi dal ridere, Crystal si teneva la faccia con le mani e sembrava quasi che piangesse, ma stava ridendo anche lui, Shun si era accasciato a terra e si manteneva lo stomaco, Sirio quasi soffocò, persino Shaka, Camus e Mur non si trattennero e solo allora Seiya si accorse della presenza dei tre.
“E voi siete spuntati adesso? Cosa avete da ridere tutti quanti? È divertente? Va bene ridete pure, alla fine vedremo chi la spunterà tra me e quella scimmia, ha vinto la battaglia ma non la guerra!” Seiya era paonazzo e adirato come non mai, ma non fece altro che far aumentare le risate degli amici, mentre continuava a imprecare il cielo si era fatto buio e le tenebre erano calate sull’isola, ma che ne sarebbe stato di loro?
 
 
 

   
 
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