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Autore: Lawliet_chan    29/12/2011    0 recensioni
Mares è l'unico maschio ad essere stato cresciuto nella Corte degli Amanti. La sua vita viene sconvolta da un omicidio, spedito agli arresti domiciliari nella Corte dei Combattenti, tra Cadetti e Guardie scoprirà una scioccante verità. E suo malgrado verrà trascinato in intrighi, cospirazioni e battaglie.
Genere: Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Lo riportarono alla Corte. Lo curarono e dissero che avrebbe sentito dolore a sedersi per una settimana; ma ancora più grande fu il dolore successivo, una figura azzurra comparve alla porta della sua camera, i contorni Mares li conosceva bene, era una delle poche persone che contavano nella sua vita:

Dovrai subire un processo, Mares” mi disse la Prima con tono spento.

No…” disse il ragazzo tirando le lenzuola.

Hai ucciso, e non in modo accidentale; l’hai voluto.” rincarò lei calma.

Mi aveva offeso, mi ha usato! Voi non mi avete insegnato ciò che lui ha fatto!” gridai al limite dell'isterico.

Ma è una ragione per ucciderlo?” chiese.

Mares abbassò la testa demoralizzato, aveva ragione.

La verità è che nessuno di noi ha mai addestrato un maschio nell’arte dell’amare, per cui non so nemmeno io se quello che hai fatto è normale; in quanto uomo.”

Lei crede che mi sia sentito offeso in quanto maschio?” chiese titubante mantenendo lo sguardo basso.

Probabile Mares.” sospirò alzandosi.

Poi se ne andò lasciandolo solo.

Era giusto, lui era un uomo. E per quanto potesse essere bravo nell’amare e nel capire le donne, non era possibile farlo con altri maschi; tutto qui. O almeno non con tutti. Gli uomini ragionevoli che aveva servito non gli avevano mai chiesto quello che l'energumeno della notte scorsa gli aveva fatto! Stette a letto per due giorni interi alzandosi solo per lavarsi ed andare in bagno, anche se era un operazione veramente dolorosa. I pasti gli venivano portati in camera dalle ragazze più grandi che di rado lo guardavano negli occhi... avevano paura forse?

La Prima venne qualche giorno dopo:

Mares! Svegliati, è ora.” Esordì mentre apriva le tende della stanza.

Si stropicciò gli occhi e mugugnò quando la luce del mattino gli colpì il viso, si alzò a sedere dolorante, quel bastardo non si era risparmiato!

E' già ora?” chiese con la voce impastata dal sonno.

Mares la vide irrigidirsi e con mosse statuarie gli si accucciò davanti, non aveva mai visto la Prima con quello sguardo negli occhi... mai nemmeno quando riceveva missive sgradevoli dal Governo. Lui ricambiò stupito quello sguardo e lei sospirò abbracciandolo:

Si, piccolo Mares, quello che posso dirti per incoraggiarti è poco ma... in quanto minorenne non verrai mandato in prigione, ma sarà decisa un'altra sentenza. Non so di che tipo.”

Potrò rimanere qui?” chiese Mares a bassa voce godendosi il profumo della donna che, più di tutte, considerava sua madre.

Non lo so...” rispose lei alzandosi, poi aggiunse andando verso la porta “Vestiti e vieni giù in Sala Grande.” poi lasciò la stanza. Sentiva che le lacrime minacciavano di cadere, ma orgogliosamente le ricacciò indietro. Si vestì con stizza, rimproverandosi per il suo errore. Ma la frittata era fatta e tornare indietro non si poteva. Scese le scale e andò di sotto.

Nella Sala Grande c'era praticamente tutta la Corte tra ragazze grandi e piccole, tutti volevano assistere alla sorte di Mares, lui notò che al tavolo degli Insegnanti sedeva un uomo vestito molto elegantemente con un mantello bordeaux lungo fino ai piedi e bordato di argento... era un Giudice. Un tantino sgomento prese posto dove era solito pranzare ma la Prima gli fece cenno di andare da lei; seppur controvoglia lui ubbidì. Mentre si avvicinava sentiva addosso gli occhi dei presenti quasi lo stessero trapassando con chiodi invisibili! Rabbrividì e si fisso sul Giudice: che pareva molto incuriosito nel vederlo ma se anche lo fosse stato si riscosse ed andò al piccolo palchetto rialzato e tutta la Sala si congelò.

Mie care Signore e Signorine, sono venuto presso di Voi per condannare lo scervellato atto di un Vostro compagno, il qui presente Mares Ivrie....” e lo guardò additandolo, la Prima lo spinse in avanti come a dirgli di avvicinarsi al pulpito, lui si costrinse a muoversi; si avvicinò al Giudice e attese. “L'omicidio da lui commesso ai danni di un nobile è punibile con la condanna alla prigionia, ma essendo l'imputato ancora minorenne la reclusione non si può attuare. Pertanto l'Ultimo Tribunale ha decretato che Mares Ivrie dovrà scontare una pena di 5 anni fuori dalla Corte degli Amanti.” il Giudice parlò con una precisione che era propria solo dei politici e dalla Sala si levò quasi subito un brusio di dissenso. L'uomo levò una mano e le ragazze si zittirono:

Questo è quanto stabilito! Non c'è modo di ritrattare la sentenza, rassegnatevi. Verrà assegnato ad un'altra Corte!” disse poi si volse alla Prima e agli altri insegnanti “Buona giornata.” scese dal pulpito e lanciò uno sguardo a Mares; prese la via per andarsene. Mares era atterrito, non poteva credere alle sue orecchie! Doveva lasciare la Corte e andare chissà dove! Le lacrime che prima aveva trattenuto minacciarono nuovamente di uscire, solo che questa volta trovarono la via, silenziose strisce d'acqua rigarono le guance del ragazzo. Alcune sue coetanee si alzarono e gli corsero incontro abbracciandolo, piangendo insieme a lui.

Oh Mares!” sentì singhiozzare.

Non possiamo crederci, è troppo crudele.” una voce dai tavoli.

Possiamo impedirlo? Con un Ricorso Formale?” chiese una ragazza.

No mie care, non possiamo fare nulla. L'atto di Mares è grave... non so se rallegrarmi del fatto che non vada in prigione o esserne dispiaciuta.” ammise la Prima sospirando.

Mares si fece avanti superando le braccia che lo stringevano, si asciugò le lacrime e salì sul palchetto. Doveva dire qualcosa, lo doveva fare soprattutto alle Insegnanti e alla Prima, aveva vissuto per anni e dava per scontate alcune cose come l'amore e l'affetto... ma non erano di poco conto e quella mattina glielo avevano largamente dimostrato; il cuore accelerò i battiti:

Care compagne! Molte di voi mi conoscono fin dall'infanzia e sanno quanto questa Corte significhi per me, le cose che ho imparato qui mi hanno aiutato a crescere! L'altra notte, quell'uomo ha calpestato deliberatamente tutto ciò che sapevo, i miei insegnamenti e i suoi limiti, non potevo permetterglielo. Per questo l'ho ucciso. Non mi pento, ed è giusto che paghi. Vi prometto che tornerò... statemi bene, tutte...” strinse le mani convulsamente, gli sfuggì un singhiozzo e il pianto represso scoppiò ancora; si sentiva completamente abbattuto.

   
 
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