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Autore: JooJoo    29/12/2011    1 recensioni
Storia di un amore tra una ragazza di trentanni e un uomo di cinquanta.
Il personaggio maschile è Alan Rickman che interpreta un affarista.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il locale stava chiudendo, e Jody ultimava le pulizie dei tavoli. Non sapeva che, non tutti i clienti erano andati via. C'era ancora lui, quel cliente così dannatamente affascinante con il suo vestito elegante e il suo modo di fare raffinato. Jody credeva di non aver mai visto nessuno così, o forse adesso non lo ricordava, troppo impegnata ad osservarlo. Purtroppo in quel momento decise di voltarsi, e i loro sguardi si incontrarono senza volersi più lascire. Jody notò che il signor Rickman aveva gli occhi verdi, ma non un verde banale. Era un verde speciale. Lei fu la prima ad abbassare lo sguardo, forse troppo timida per sostenerlo, e lui rimase li... come folgorato da quegli occhi.
"Signor Rickman, c'è qualcosa che non va?"
"Oh no no, è tutto ok"
Ma tutto ok non lo era per niente, quella ragazza era risucita in qualcosa che mai nessun altra aveva saputo fare. Indifferente da quel che diceva il proprietario del locale chiese
"Senta ma, come si chiama quella ragazza? La cameriera, quella coi capelli corti"
"Ma chi? Jody?"
"Jody... si lei."
Non aveva intenzione di farsela scappare, anche se lei distoglieva lo sguardo forse per paura di imbattersi in qualcosa di troppo forte. Andò a cercarla, trovandola poi nell'angolo sistemando i bicchieri.
"Scusa..." disse lui.
Lei fece cadere quelli che aveva in mano, non perchè fosse spaventata, solamente perché aveva riconosciuto quella voce.
"Oddio, scusi. Mi sono spaventata" disse lei, con le guance rosse per l'imparazzo.
Alan la trovava anche più carina, così imbranata. Le donne con qui era stato era così perfette...
"Scusami. Volevo sapere se... vuoi prendere un drink insieme a me"
Jody rimase più che imbambolata, quasi inebetita. Non riusciva a rispondere, figuriamoci se era in grado di sostenere una conversazione con lui. Malgrado tutto però accettò. "Emh... si si. Un momento e arrivo" non si poteva quantificare la felicità che provava in questo momento.
Andò nel camerino a cambiarsi, lasciando Alan con un gran sorriso di fronte ai bicchieri.
"Hei Jody, che hai? Cosa è successo?" chiese Emily.
"I-il Si-signor Rickman mi ha chiesto d-di andare a b-bere un drink con l-lui" rispose Jody, non troppo tranquilla.
"CHE COSAAA?" disse Emily così ad alta voce che anche Alan la sentì da fuori.
"sShhhh, smettila di urlare. Anche io sono sconvolta ma non urlo in questo modo" commentò Jody.
"Scusami Jò, è che... è così... strano! Sei sempre tu quella fortunata, ma vaffanculo!"
"Quindi secondo te ci dovrei andare davvero? Insomma, io sembro così inadeguata vicino a lui."
"Ma sei matta? Sai che fama ha quello? Jody, vai subito a cambiarti. CORRI."
Dopo qualche minuto Jody uscì dal camerino. Era vestita molto semplice, purtroppo per lei.
Jeans chiari, una camicetta scozzeze con la maglia nera dei Beatles sotto. Scarpe ovviamente All Stars e giubottino in pelle.
"Scusa per il mio abbigliamento, ma non immaginavo che... insomma..."
"Oh, non preoccuparti. Stai benissimo." rispose lui con un gran sorriso, al che lei si tranquillizzò... ma non troppo.
Uscirono dal locale, lei un po' imbarazzata e lui, stranamente sereno.
"Dove mi vorresti portare?" chiese lei.
"Al Mosimann's Club" rispose lui.
"Ma che scherzi? Non mi faranno mai entrare lì dentro vestita così, ci posso scommettere" disse lei.
"Oh ma che sciochezza è questa, non hanno mai mandato via nessuno"
"Certo, nessuno che aveva l'abito firmato Armani"
"Bha, io non ci posso credere." disse lui sorpreso.
"Allora scommettiamo. Se mi fanno entrare paghi tu, altrimenti decido il posto io ed offro io." disse Jody, lanciando la sfida. "Ok, ci sto. Ma son sicuro che ti sbagli." disse Alan, seguendola.
"No no, tu rimani qui. Troppo facile altrimenti." Alan non si aspettava che quella ragazza fosse così. Non mascherava il suo modo di essere, e per questo le piaceva ancora di più.
'ma che sti facendo' pensò Jody 'al primo appuntamento, se così si può chiamere, mi faccio riconoscere per il maschiaccio che sono. Arrivò davandi al portiere e disse "Buonasera, dovrei entrare." che cosa patetica, già sapeva che non sarebbe mai entrata.
Il portiere la guardò dall'alto in basso, 'come se lui fosse il principe William' pensò Jody.
"Senta signorina, non ho voglia di scherzare. Vada a casa"... ecco appunto. Lei si girò, raggiungendo il punto dove aveva lasciato Alan.
"Ho vinto io, ora andiamo in un posto più simpatico" disse Jody.
Il locale era a pochi passi da casa sua, un po' fuori mano. Si sedettero in un tavolo appartato, ed ordinarono uno scotch e una birra, facile dire per chi fossero.
"Hei, forse è meglio se ti togli la camicia... oh c-cioè v-volevo dire la giacca... sei troppo ingessato"
Lui la guardò con uno sguardo malizioso, al che lei arrossì vigorosamente, e si tolse la giacca. "Ecco fatto, ma dimmi un po', tu sei inglese?" chiese lui, sorseggiando il suo Scotch.
"Mio padre è inglese, ma mia madre è italiana. Mi sono trasferita in Inghilterra dieci anni fa, lavoravo in una casa editrice... ma poi mi sono licenziata"
"E come mai?" chiese Alan interessato.
"Bhè, al mio capo non stavo tanto simpatica. Sai, uno di quelli che ti insultano e credono di essere dei dittatori... io non lo sopportavo ed eccomi qui, a fare la cameriera" "Non sarai anche tu uno di loro?" Chiese Jody.
"Oh, no. Tutto si può dire di me ma non che faccia il dittatore con i miei impiegati"
"Strano, mi sembravi un tipo un po' autoritario" disse Jody.
"No,no. assolutamente." rispose Alan.
"E tu, di dove sei?"
"Io sono nato a Londra, ma sono spesso fuori per lavoro. Si può dire che ho girato quasi tutto il mondo"
"Ah, capisco. Non ti piacciono i punti fissi" disse Jody.
"No, ancora non ho trovato un motivo che mi faccia rimanere più di due settimane qui a Londra."
"Ecco perchè era più di due mesi che non ti vedevo al ristorante..." disse Jody quasi senza accorgersene.
"Eh si, contavi i giorni?" chiese Alan, soddisfatto.
"Oh, si... cioè no, no!"
Lui rise, come non aveva mai fatto con una donna.
Parlarono per divierse ore, poi si accorsero che era davvero tardi, quasi le cinque del mattino.
"Allora ci sentiamo... Ecco il mio numero." disse lui dandole un biglietto da visita.
"Si, certo. Buonanotte, io abito qui"
"Notte Jody." e si avvicino per darle un bacio sulla guancia. Andò via, sparendo tra la nebbia di Londra, lasciando una Jody stregata dal suo profumo, dai suoi occhi, dal suo modo di fare, da tutto.
  
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