Natsu
lasciò andare Lucy e si
allontanò da lei, piazzandosi a braccia incrociate davanti
al camino spento.
Non poteva sopportarlo: quel mostro era più potente di lui
ma da quando si
arrendeva alla prima difficoltà? Però…
non poteva far del male a Lucy, e per
colpire Angĕlus non
c’era altro modo che ferire lei, lo avevano incastrato.
“Cosa
c’è? Sei arrabbiato perché
l’ho portata via? Ti ho già detto che
potrà essere tua se lo vorrai, perché
quel broncio?”.
“Non
ci pensare nemmeno. Non farò
mai qualcosa che Lucy non voglia”.
“Lo
farai”, disse Angĕlus con un tono
che non ammetteva
repliche e in un battito di ciglia lo raggiunse alle spalle.
“Sei un uomo
dopotutto. E sei fatto di carne anche tu…”, gli
sussurrò all’orecchio mentre lo
accarezzava in maniera tutt’altro che innocente. “E
non venirmi a dire che non
hai mai avuto qualche pensiero poco casto sulla tua
compagna… con un corpo come
il suo, poi”.
Angĕlus continuava a
toccare Natsu, strusciandoglisi
addosso, costringendolo a chiudere gli occhi, i denti stretti mentre
tentava di
scacciare dalla mente la coscienza che quello fosse il corpo di Lucy.
L’aveva
desiderata e la desiderava ancora, certo: eppure, non sarebbe venuto
meno alla
sua parola, le aveva assicurato che non avrebbe ceduto
all’istinto e non poteva
lasciare che Angĕlus
conducesse quel gioco con il sembiante di Lucy.
“Smettila!”,
sbottò all’improvviso
liberandosi della sua stretta e indietreggiando di un passo.
“Smettila di usare
il suo corpo come se fosse tuo, non te lo lascerò mai, a
costo di farle del
male!”.
“Stai
cominciando a stancarmi sul
serio”, disse Angĕlus
fissando gli occhi, diventati cremisi, nei suoi. “Immagino
che la tua amica ti
avrà raccontato dei tentativi falliti di farmi consegnare il
suo corpo, definitivamente. Lei
crede che sia così.
La realtà è che erano soltanto un modo per
rintracciare te, la persona che la
fa soffrire e per mia grande fortuna, un utilizzatore di Lost Magic;
quando
scoccherà il sesto mese, lei sarà tua e io
avrò finalmente il suo corpo, con il
quale potrò liberare Pravus. A quel punto non ti
importerà poi molto averla
persa, desidererai soltanto la morte. Volevo concederle qualche giorno
di gioia
con te ma tu rifiuti di assecondarmi… che crudele, dopo
averla praticamente
consegnata nelle mie mani!”.
Natsu strinse i
pugni, colpendola
violentemente al viso. “Sta’ zitta! Tu non sai
niente di me e Lucy, niente!”.
Il mago ardeva,
le fiamme
alimentate dalla furia che gli aveva invaso la mente e dal dolore che
le parole
di Angĕlus avevano
acuito: sicuramente sapeva che il senso di colpa non gli dava tregua, e
volgeva
la sua sofferenza a suo vantaggio, tentando di minare la sua forza di
volontà,
di indurlo a trarre godimento dal corpo di Lucy come fosse un oggetto
senz’anima. Lucifer non sapeva, o forse non capiva, quanto
quello che voleva
lui fosse ben lontano dal semplice piacere fisico.
Lei lo fissava,
la mano posata
sulla guancia ustionata dal colpo del mago. “Ah-ha, non farlo
più, sai? Questo
è il corpo della tua bella, io non posso renderlo
invulnerabile e se esageri
potresti ucciderla”, disse mentre si avvicinava a Natsu,
incurante delle ferite
che avrebbero potuto causare a Lucy le fiamme che lo avvolgevano.
“Tu la ami.
La ragazzina ha tentato di ingannarmi ma tu la consideri di
più che una
semplice amica, vero? Non sopporto chi tenta di raggirarmi e per questo
la
pagherete entrambi. Farò in modo che i vostri ultimi giorni
siano i peggiori
che avrete mai vissuto”.
Succuba si
sollevò dalle coltri,
lasciando che il sole le illuminasse la pelle nuda. Si
stiracchiò pigramente e
si voltò verso il letto, allungandosi mollemente verso il
suo compagno che la
fissava.
“Cosa
c’è?”.
“Angĕlus sta perdendo
il controllo della
situazione. I ragazzi che ha scelto le stanno causando non pochi
problemi e
questo la infastidisce oltremodo, lo sai, soprattutto perché
ancora una volta
abbiamo perso l’occasione di liberare Pravus. Penso che in
capo a poche ore non
ci chiederà più di mantenerli incolumi”.
Succuba sorrise
sorniona,
passandosi la lingua sulle labbra. “Pensi che mi
lascerà divertire con lui?”.
“No.
Non ti lascerà mai possederlo,
la conosci. È estremamente vendicativa e vorrà
farli soffrire il più possibile
prima di liberarsi di loro con le proprie mani. Ma forse,
deciderà di tenere il
corpo della ragazza per sè”.
La donna
sbuffò contrariata,
lasciandosi cadere con poca grazia accanto a Incŭbo.
“Angĕlus è
sempre stata molto
prepotente, tiene sempre per lei i giocattoli più
divertenti”, disse mentre si
protendeva verso di lui. “Vorrà dire che sarai tu
a soddisfarmi”.
Si
sollevò su un gomito,
guardandolo negli occhi e si chinò a baciarlo, lasciva,
mordicchiandogli la
lingua e le labbra, mentre la mano che gli aveva posato sul petto
percorreva il
corpo dell’uomo fino al ventre. Incŭbo gemette per
il piacere che gli
procuravano le carezze esperte di Succuba e
l’afferrò per i fianchi,
schiacciandola con forza tra sé e il letto. La
guardò negli occhi per un
istante, solo il tempo di scorgervi la stessa brama che accendeva i
suoi, prima
di entrare in lei deciso, senza preoccuparsi di essere delicato o
tenero; non
era quello che desiderava Succuba.
A entrambi
interessava soltanto la
forza che traevano da quegli incontri, non c’era
nient’altro dietro le notti
agitate che trascorrevano insieme[1].
Makarov
tornò alla gilda con poche
certezze e ancora più dubbi di quando l’aveva
lasciata. Porlyusica dubitava che
chiunque fra i suoi ragazzi potesse anche solo competere con Incŭbo o Succuba che
utilizzavano incantesimi
subdoli e letali per qualsiasi mago. E Lucifer, aveva detto, non era
alla
portata di nessuno di loro, compreso egli stesso. Tanto valeva sperare
che
Natsu e Lucy si tirassero fuori dai guai con le loro sole forze.
Il vecchio
master però, era certo che
Mirajane ed Erza sarebbero riuscite a tenere impegnati Incŭbo e Succuba il
tempo necessario a
Natsu e Lucy per fuggire dalla prigione nella quale si trovavano.
Doveva
parlare con le due maghe e chiedere loro se fossero disposte ad
affrontare
quella battaglia; non poteva nascondere loro che avrebbero rischiato le
loro
stesse vite.
Il suo arrivo
alla gilda causò più
agitazione del solito e non appena ebbe preso posto sul bancone, come
di
consueto, fu attorniato dai suoi maghi che attendevano con ansia di
avere
notizie da lui.
“Allora
master, cosa le ha detto
Porlyusica?”, chiese Mirajane con gentilezza.
“Abbiamo qualche informazione in
più su quegli esseri?”.
“Lei
ritiene che nessuno di voi
possa neanche lontanamente pensare di combattere Succuba e Incŭbo”,
disse Makarov, la testa bassa
sulle proprie mani incrociate. Il silenzio che lo circondò
d’un tratto fu più
che eloquente. “Però, io ritengo che voi possiate
combatterli e anche forse
sconfiggerli; almeno daremmo a Natsu e Lucy il tempo di fuggire. Una
volta che
entrambi saranno liberati da Lucifer, non dovremo più
temerlo”.
Erza si fece
avanti, le braccia
conserte nella solita posa. “Lo faremo master. Natsu lo
avrebbe fatto per
chiunque di noi, glielo dobbiamo”.
Mirajane
annuì sorridendo, affiancando
Erza. “Non mi fermerò fino a quando i nostri
nakama non saranno al sicuro”.
Makarov
rialzò finalmente lo
sguardo, sorridendo soddisfatto ai suoi ragazzi.
“E’ questo lo spirito giusto,
l’anima di Fairy Tail. Noi non abbandoniamo mai i nostri
nakama”.
Lucifer
avanzò verso Natsu, le mani
protese come a volerlo afferrare. Ormai non si curava più di
nascondere la sua
reale identità e gli occhi cremisi mandavano bagliori
sinistri ogni qualvolta
lei cambiava espressione.
“Soffrirai
Dragon Slayer. Soffrirai
come mai in vita tua e il dolore fisico ti sembrerà ben poca
cosa”.
Natsu sorrise
spavaldo, incrociando
le braccia al petto. “Tsk! Non mi conosci se pensi di
spaventarmi così! Credi
che mi fermerò perché sei nel corpo di Lucy? Lo
hai detto tu che non puoi
renderla invulnerabile, quando sarà esausta dovrai
lasciarla!”.
Lucifer rise
scuotendo la testa e
si portò una mano alla fronte, apparentemente divertita
dalle parole di Natsu.
“Che cosa stai blaterando? L’unico modo per far
sì che io la lasci è che tu la
uccida: sei disposto ad arrivare a tanto?”.
Natsu non
riuscì a impedirsi di
scuotere la testa in un movimento appena accennato. “Sono
sicuro che un altro
modo c’è… ti caccerò via da
Lucy!”.
La donna lo
guardò divertita,
volgendo i palmi delle mani verso l’alto: delle fiamme si
formarono sulla sua
pelle, galleggiando sospese a pochi millimetri da essa. “Vuoi
sapere una cosa
divertente? Le fiamme di Pravus possono bruciare anche i
draghi… anche i Dragon
Slayers”.
Senza dar modo
al mago di
replicare, Lucifer si scagliò contro di lui, colpendolo con
tanta violenza allo
stomaco da spezzargli il respiro e costringendolo ad appoggiarsi al
muro dietro
di sè.
“Facciamo
un bel gioco, vuoi?
Lascerò che lei veda; non potrà controllare il
suo corpo ma saprà tutto ciò che
accade mentre io ne usufruisco”.
Natsu si rimise
in piedi e rimase
immobile scrutando Lucifer per qualche momento. “Karyū no
Tekken!”, esclamò d’improvviso
attaccandola. Ogni colpo sferrato era come lo ricevesse lui stesso, far
del
male a Lucy era l’ultima cosa che desiderava;
però, se per liberarla da quel
dannato essere doveva ferirla, allora doveva farsi forza e agire.
“Natsu…”,
lo chiamò una voce nota,
con quel tono riservato solo a lui. “Preferisco che tu mi
uccida piuttosto che
farti del male, non trattenerti, ti prego!”.
Il mago scosse
la testa, troppo
sconvolto per replicare. Quel demonio di Lucifer aveva fatto davvero
ciò di cui
parlava, continuava a tirare le fila dei movimenti di Lucy ma le aveva
restituito la sua coscienza, e adesso lei gli chiedeva la cosa che
temeva di
più.
“No,
Lucy. Tu tornerai a casa con
me, non lascerò che quella stronza si impossessi di nuovo di
te!”.
“Devi
uccidermi, non c’è altro
modo!”, urlò Lucy mentre lo colpiva con tanta
forza da mandare in frantumi la
parete dietro di lui.
Natsu si mise a
sedere pulendo il
sangue che gli sporcava il viso con il dorso della mano. Aveva bisogno
di un
piano, se avessero continuato a quel modo uno dei due ci avrebbe
rimesso tanto…
troppo. Alzò lo sguardo al cielo, fissandolo stupito: era
certo che fosse
ancora giorno, come mai era così nero da sembrare una notte
senza luna né
stelle?
“Natsu!”.
Non fece in
tempo a schivarlo che
Lucifer lo colpì di nuovo, potè solo parare il
colpo alla meno peggio. ‘Se
continua così mi farà a pezzi… ma lei
sta piangendo ed è preoccupata per me,
come posso colpirla?’. “Lascia andare Lucy prima
che mi arrabbi sul serio”.
“Natsu,
smettila di minacciarla e
colpiscimi, non esitare!”. Lucy piangeva, le lacrime le
scorrevano
incessantemente sul volto; piangeva mentre le sue mani, armi letali
sotto il
controllo di Lucifer, continuavano a ferire la persona a cui teneva di
più.
“Sbrigati!”.
Facendo appello
a tutta la sua
forza di volontà, riuscì a bloccarsi per qualche
momento, i denti digrignati
per lo sforzo di contrastare il volere di Lucifer. Natsu si
rialzò, eppure
esitava ancora, troppo combattuto per poter prendere una decisione
velocemente;
l’ennesimo richiamo di Lucy lo convinse ad attaccare,
consapevole che avrebbe
ferito seriamente la sua compagna ma che quello era l’unico
modo per tentare di
salvarla.
“Shiranui
Gata: Guren Hōō Ken[2]!”.
Scagliò
il suo
attacco più devastante, sperando di riuscire a contenerlo
abbastanza da non
uccidere Lucy; la resistenza fisica non era un punto di forza per lei,
un suo
attacco diretto avrebbe potuto ucciderla facilmente. Il fragore
dell’impatto
non gli diede modo di sentire le poche parole che pronunciò
Lucifer.
“Summa
Obscura
Clades”.
Tutto
ciò che
riuscì a vedere Natsu, furono gli occhi di Lucy nuovamente
pieni di lacrime,
prima che un’immane esplosione di oscurità
inghiottisse il suo colpo per poi
procedere ad alta velocità verso di lui. Dopotutto, non
erano le membra lacerate
a dolere di più: il suo cuore, affranto dal fallimento e
appesantito da quelle
lacrime che mai più avrebbe voluto vedere, gli dava una
sofferenza molto più
acuta.
L’oscurità
lo
inghiottì e chiuse gli occhi, nell’aria la voce
disperata di Lucy che invocava
il suo nome.
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Buonasera
^^
Mi
rendo conto che visti
i miei soliti tempi non aggiorno da un’eternità ma
vi chiedo di essere
pazienti, è un periodo piuttosto turbolento a causa di
qualche problema in
famiglia; nonostante ciò, non volevo farvi aspettare troppo
quindi ho
continuato a scrivere. Mi scuso se il capitolo dovesse risultare un
po’
sottotono ma davvero è il meglio che sono riuscita a fare in
queste condizioni,
spero apprezzerete lo sforzo!
Ho
inserito un paio
di note:
[1]
stesso discorso
del capitolo scorso, non intendo scrivere un romanzo erotico ma questa
è la
natura di Succuba e Incŭbo, prendetelo come un ulteriore chiarimento;
[2]
qui non c’entrano
i miei problemi personali, sono incapace di descrivere come si deve gli
attacchi di Natsu, perciò mi sono limitata a scriverne i
nomi, vi chiedo
perdono XD
E
qui si chiude il
mio angolino dell’autore, spero di non dovervi fare aspettare
troppo per il
prossimo aggiornamento e soprattutto che sia di un livello
più alto! Un grazie
sentitissimo alle gentili donzelle che recensiscono instancabili ogni
capitolo
e anche a chi legge soltanto, grazie davvero (_ _)