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Autore: Helly_    29/12/2011    4 recensioni
"Era stato Ron a parlare, Hermione si girò e lo fissò poi, con lo stupore di tutti i presenti, lo baciò, lo baciò fino a farsi mancare di nuovo il respiro, uno di quei baci giusti, pieni di amore."
Spero di non aver copiato nessuno, in tal caso perdonatemi perchè non l'ho assolutamente fatto apposta!
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sei l'alba per me.

 

Era caldo quella mattina alla Tana, ma nonostante questo , nonostante il progressivo ritorno alla vita di tutti quella particolare famiglia dai capelli rossi, c'era ancora qualcuno che non riusciva ad apprezzare pienamente quella bella giornata: una ragazza con lunghi capelli castani e ricci e di piccola statura appoggiata alla finestra della camera che condivideva ormai tutte le estati con l'unica figlia dei Weasley, Ginny, guardava l'orizzonte cercando di trattenere i singhiozzi che volevano uscire prepotentemente.

Non ce la faceva più, si sentiva in colpa, come anche Harry, il suo migliore amico. Avevano da poco affrontato la Seconda Guerra Magica, Harry era riuscito ad uccidere Voldemort, il più grande mago oscuro di tutti i tempi che aveva ucciso i suoi genitori 17 anni prima e finalmente il mondo magico era libero.

Tutta questa felicità era però offuscata dalle numerosissime morti di coloro che erano caduti combattendo contro il Male, e i Weasley avevano purtroppo perso Fred, il gemello, il complementare di George.

Fortunatamente questa famiglia era molto numerosa e, aiutandosi l'un l'altro, erano riusciti ad andare avanti; Hermione ed Harry erano stati vicini a tutti loro, in particolare a Ginny, la ragazza di lui e a Ron, l'ultimo figlio maschio, della stessa età della ragazza e del “bambino-che-è-sopravvissuto”.

Hermione era segretamente innamorata di lui, da sempre, dalla prima volta che lo aveva visto, sul treno che li avrebbe portati, undicenni, ad Hogwarts per la prima volta.

In un certo senso le veniva da sorridere pensando a tutti i loro litigi, e la cosa che la rinfrancò maggiormente era proprio il fatto che da qualche tempo erano ricominciati anche i loro battibecchi, significato che Ron era progressivamente tornato in se. La ragazza sapeva che lui soffriva, glielo leggeva negli occhi, era una cosa normale, naturale, logica, ma in questi ultimi giorni vedeva che lui reagiva, si impegnava a reagire, anche per la sua famiglia.

Fu scossa dai suoi pensieri per un leggero picchiettio alla porta, “Avanti..”, si accorse che aveva pianto e lo stava ancora facendo. Cercò di asciugarsi gli occhi e focalizzò lo sguardo su chi stava entrando: un ragazzo alto, con indosso una t-shirt azzurra e jeans la fissava dalla porta. La cosa che più colpiva del ragazzo era il viso: capelli rossi come il fuoco e occhi azzurri come il cielo risaltavano sulla pelle decisamente chiara, ma piena di lentiggini.

“'Mione, cos'hai fatto?” disse il ragazzo avvicinandosi a lei, che continuava imperterrita a guardarlo e piangere.

Sapeva che non avrebbe dovuto piangere, lo sapeva, doveva mostrarsi forte, sicura di sé, ma quella barriera costruita in tutto quel tempo era crollata, non riusciva più a smettere, le lacrime cadevano copiose sul suo viso, gli occhi color miele erano incredibilmente arrossati e le labbra erano strette in una smorfia per evitare di singhiozzare: “Niente niente, io...niente...Ron...ok...niente...Ron...”.

La grande Hermione Granger che non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, si maledì mentalmente. Tra le lacrime vide il ragazzo avvicinarsi a lei in poche grandi falcate, fermarsi davanti a lei e tenderle una mano: “Hei Herm, vieni qui, va tutto bene, ok?” La ragazza allungò la mano e in un istante si trovò seduta sulle sue gambe a terra, con il viso premuto contro il suo petto e le grandi mani di Ron accarezzarle dolcemente la schiena ma allo stesso tempo stringerla per farla aderire completamente al suo corpo ormai da uomo. “Ron, scusami, non dovrei...io non dovrei...scusami, perdonami...” “Hermione, 'Mione, è tutto ok, sono qui, piangi, urla se devi, picchiami, sono qui.” Quelle parole la colpirono, quando era diventato un uomo Ron? Quando quel ragazzino alto e dinoccolato, con una zazzera di capelli rossi era diventato un uomo, il suo uomo? Quando era successo? Dove era lei mentre lui si stava trasformando in quella meravigliosa persona? Continuò a piangere, si aggrappò freneticamente alla sua maglietta con le mani, soffocò i singhiozzi contro il suo petto finchè non riuscì a normalizzare il respiro e respirare tranquillamente il suo inebriante profumo.

Tra le sue braccia si sentiva a casa, si sentiva protetta e al sicuro e il suo profumo riusciva a stordirla ogni volta. “Grazie Ron, davvero. E scusami, dovrei essere forte, per tutti voi...ma non ce l'ho più fatta.” “'Mione, scherzi vero?! Sei stata indispensabile per tutti noi, per me soprattutto. Ma è giusto che anche tu ti sfoghi, e anzi ti chiedo io scusa per non essermi reso conto di quanto tu soffrissi in realtà. Sarei dovuto essere più presente, e invece sono stato il solito egoista. Perdonami se puoi.” Ancora, quando era diventato uomo? “No Ron, si parla della tua famiglia, è logico che voi siate stati male, è che io non ce la facevo più a vedervi così, a vederti così...” “Hermione, ti amo.”

Tre parole, e la sua testa iniziò a girare freneticamente, Ron l'amava, tre semplici, disarmanti parole che la ragazza avrebbe voluto sentirsi dire da anni.

Hermione ti amo, con una semplicità incredibile.

Lo guardò negli occhi, si perse nell'azzurro, ma fu un perdersi sereno, un perdersi sicuro. Ron era un porto sicuro per lei, sapeva che lui sarebbe sempre stato lì, per lei, solo per lei, sempre per lei, perchè l'amava.

Hermione ti amo, Hermione ti amo, Hermione ti amo.

Non riusciva a respirare, era paralizzata. “Ridillo, ancora, e ancora...”

“Ti amo Hermione, ti amo fino allo sfinimento, ti amo più di ogni altra cosa, ti amo.”

Lo vide avvicinarsi, o forse era lei a sporgersi verso di lui?, appoggiò il suo naso su quello più lungo e lentigginoso di lui “Ridillo ancora, ti prego...” “Hermione, sono innamorato di te. Te lo giuro, ti amo. Lo so, non sono assolutamente la persona adatta a te, non sono intelligente ne bello ne interessante quanto te, ma ti amo. Da sempre forse, è come se tu fossi la mia metà, quando siamo abbracciati i nostri corpi corrispondono alla perfezione, i nostri caratteri Hermione, sono complementari, guardaci: io così goffo, pasticcione, pigro, irruente, impetuoso...mentre tu sei il contrario: intelligente, tranquilla, calma, perfetta, ma anche orgogliosa e testona, e poi sei bella, bella da togliere il fiato, e io ti amo, ti amo per come sei, in ogni caso, in ogni occasione non posso fare altro che amarti.”

Ed Hermione, tra lacrime di stupore, gioia, felicità e amore, lo baciò. Ron, inizialmente stupito, si riprese subito e ricambiò il suo bacio con ardore.

Era un bacio prima casto, timido, ma che cambiò quando Ron decise di osare di più: iniziò a solleticarle le labbra con la lingua, finchè lei non le dischiuse e il bacio si approfondì.

C'erano solo loro, non esisteva altro, le loro labbra si incastravano alla perfezione, e loro si baciavano come se non avessero fatto altro nella vita.

Interruppero il bacio solo quando non avevano più fiato, i loro respiri erano sincronizzati e i loro occhi erano incatenati.

“Ti amo Ron, davvero. Sono innamorata di te. E Ron...io ti amo per come sei, e io invece non sono poi così tanto speciale, ma ti amo e voglio amarti per tutta la vita. Voglio essere tra le tue braccia ogni giorno, voglio respirare solo il tuo profumo, ogni istante, voglio essere solo tua, voglio poter litigare sempre con te, perché anche se sei l'unico che mi fa piangere sei anche l'unico che mi può consolare e che mi fa sentire veramente al sicuro.”

Hermione concluse questa confessione con un singhiozzo che si perse tra le labbra di lui.

Dopo pochi istanti entrarono nella camera anche Harry e Ginny, che vedendo Hermione tra le braccia di Ron si stupirono.

Mani intrecciate, respiri affannati, guance arrossate, occhi brillanti e labbra gonfie: erano innamorati.

Anche loro si sedettero per terra, di fronte a loro e iniziarono a parlare, il peggio era passato.

Il discorso finì inevitabilmente sul ritorno ad Hogwarts: le ragazze ci sarebbero tornate di sicuro, mentre i due amici erano sempre stati un po' più incerti, fino a quel momento.

“Io torno ragazzi.”, era stato Ron a parlare, Hermione si girò e lo fissò poi, con lo stupore di tutti i presenti, lo baciò, lo baciò fino a farsi mancare di nuovo il respiro, uno di quei baci giusti, pieni di amore.

Era il tramonto, ma per i quattro amici era l'alba, l'alba di un nuovo giorno.

Ron era l'alba per Hermione, l'alba che c'era ogni istante.

  
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