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Autore: Maryjed    30/12/2011    1 recensioni
Shannon era appena uscito dall'ennesima casa di una sconosciuta che l'aveva riscaldato e tenuto stretto fra le sue gambe la notte prima, ma era stanco di quella vita. I 30 seconds to Mars non suonavano già da un anno e mezzo,la sua età si faceva sentire poi la vide e rimase immobile,la osservò dalla vetrina di quel negozi: era fantastica avvolta dentro quell'abito bianco finemente decorato e quei capelli lunghissimi che le scivolavano fin sopra la scollatura. Non aveva mai visto una sposa più bella.
Un desiderio si fece spazio tra le sue viscere, un desiderio inconcreto e completamente nuovo per lui.
Questa è la storia di Shannon e Maria. Questa è la storia di due persone che ritrovano nell'altro la pace interiore che tutti cercano.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic “Amore sei tu?” risuonò la voce di Erick per tutta la casa, nello stesso momento in cui la lingua di Shannon  stava per fare breccia dentro la bocca rosea di Maria, nell’udire quelle parole e quella voce tanto familiare però la donna si distaccò con una velocità tale da lasciare solo Shannon a baciare l’aria.
“A…Amore che ci fai qui?” gli andò in contro la donna, con una voce tremante e se lui li avesse visti? Il comportamento dell’uomo però accertò che tutto fosse normale:la strinse a sé, in un abbraccio caldo e amorevole.
“Ho visto la luce accesa e la tua macchina,hai già voglia di venire a vivere qui con me vero?”.
“Oh sìsì non sai quanto amore mio”
“Maria” comparse Shannon da dietro la libreria e,vedendo la scena affettuosa che aveva di fronte, ebbe un dolore al petto, come se qualcuno gli stesse rubando l’aria e tentando di soffocarlo ma perché poi avrebbe dovuto provare una simile sensazione, in fondo Maria non era sua eppure vedeva Erick come il lupo cattivo di turno che cercava di separali: 10 anni fa sua madre, adesso lui quando avrebbero avuto il tempo di poter vivere liberamente il loro amore.
“Amore ti presento Shannon Leto, lui è un mio…Vecchio amico” li presentò in questo modo e quelle parole risuonarono sulla testa del batterista come un macigno “Solo un vecchio amico?” possibile che lui non contava nulla per lei? Com’era possibile che aveva dimenticato in questo modo la sua prima volta e l’uomo che aveva amato per primo in tutta la sua vita? Non poteva crederci, sentì un’esplosione di rabbia partirgli dal cuore e propagarsi per tutto il suo corpo; avrebbe voluto prendere a pugni quell’uomo in giacca e cravatta e con i capelli brizzolati ma si limitò a stringergli la mano educatamente.
Maria si ritrovò di fronte a sé il suo passato e il suo presente, in un attimo si ritrovò di fronte a un bivio, era certa di amare Erick, voleva lui allora perché le sue labbra erano finite su quelle di Shannon pochi minuti fa? E soprattutto non capiva il motivo per cui non aveva cercati di distaccasi anzi, sentiva le sue labbra ancora bagnate della lingua che l’uomo le stava infilando dentro pochi attimi fa.
“Eravamo qui nelle vicinanze e,dopo avergli raccontato tutta la mia via, ho deciso di fargli vedere questa casa. Pensa amore erano ben 10 lunghi anni che non lo vedevo” sorrise e mentì,  il motivo per cui aveva deciso di invitarlo in quella casa non le era chiaro nemmeno a lei in realtà.
“Già e io la stavo proprio invitando ad una festa che terrò questo sabato a casa mia, spero che ci siate, adesso però devo proprio andare. E’ stato un piacere, allora spero di vedervi sabato” si dileguò in meno di due minuti, lasciandoli soli: il viaggio sulla sua moto fu pieno di pensieri, immaginare Maria in quella casa sola con quell’uomo, dall’aspetto troppo elegante e borghese per una come lei, era una cosa che gli dava il volta stomaco perché, lo sapeva, lei non era così in realtà, accelerò e chiuse gli occhi alla ricerca della serenità, finendo sulla corsia opposta. Fortunatamente il rumore di una macchina lo riportò alla sua vita e riuscì a schivare l’auto fermandosi.
Posò i piedi sull’asfalto affannato.
“Ma che cazzo combini deficiente?” cominciò a insultarlo l’uomo al volante risvegliando la belva che c’era in lui, scese dalla moto completamente accecato e arrabbiato, si diresse verso quell’uomo e, senza neanche dargli il tempo di scappare, lo afferrò per il colletto della camicia blu che portava e iniziò a picchiarlo. I suoi pugni si schiantarono contro le sue guance, non riuscì a difendersi, fu scaraventato a terra e Shannon iniziò a riempirlo di pedate in prossimità dello stomaco: non vedeva altro che la sua rabbia, doveva sfogarsi, aveva bisogno di piangere e urlare e invece fu bloccato da altri due autisti, che si erano fermati nel vedere quella scena.
“Vuoi andarci?”
“Dove?”
“Alla festa del tuo amico, sabato” le tolse le mutandine delicatamente mettendole dentro un dito.
“Non lo so e poi sono arrabbiata con te” incrociò con rabbia le braccia sul suo petto: aveva deciso di rimanere in sciopero per quella sera, “Non mi piace che fai la spia con mia madre non hai idea della figuraccia che mi abbia fatto fare” aggiunse urlando, mentre le dita dentro la sua intimità aumentarono.
“Hai ragione, scusami amore”.
Erick passò la mano libera sul volto della propria donna: in quel momento pensò che fosse veramente bellissima e, mentre l’altra mano si inondava dell’eccitamento femminino, un desiderio mai appagato gli si fece spazio dalle viscere, in un colpo solo allargò le gambe della donna e gli si mise dentro con la bocca, iniziando a baciarle il clitoride.
“E’ questo il tuo modo di farti perdonare?” gli chiese accarezzandogli i capelli.
“Potrebbe funzionare?”.
“Forse” chiuse gli occhi e si abbandonò a quella sensazione così pura e sublime.
 
10 anni prima
“Shanny abbiamo fatto la 69 vero?” alzò la propria testa, osservando però l’organo del suo compagno: era davvero un bel pisello, pensò che nessuno di tutti gli altri ragazzi della sua età avrebbe mai potuto avere una simile perfezione anche in un posto così intimo e invece lui sì, lui poteva perché era Shannon  Leto ed era la perfezione vivente.
“Ti ho già detto di non chiamarmi Shanny, piccola” la accarezzò delicatamente, riportandola sul suo petto.
“Senti stavo pensando che quando magari finirò le superiori potrò venire con i Mars in giro per i tour e starti accanto per sempre tanto tra un po’ sarà anche maggiorenne, che te ne pare?”.
“Ma i tuoi sanno di noi? Ne dubito fortemente” si accese la sua sigaretta.
“No però quando voi diventerete famosi io potrò rivelarglielo e loro saranno tranquilli” aspirò dalla sigaretta di Shannon: anche lei aveva imparato a fumare, non lo faceva regolarmente né poteva permettersi di farlo davanti quei perfettivi dei suoi amici però quel profumo di Marlboro le ricordava Shannon e quindi anche lei voleva avere lo stesso suo profumo.
“Non sarebbe meglio dirglielo? O sono troppo grande?”
“Beh di certo non la prenderebbero bene dopotutto tu hai sempre 34 anni e io solamente 18”
“Guarda che devi ancora compierli 18 anni” la prese per i fianchi iniziando a farle il solletico ovunque, “Quando farai 18 anni festeggeremo insieme, ti va? Cosa vuoi che ti regali?”.
“Voglio che mi dedichi una canzone sull’album su cui state lavorando!”
“Ok”
Da quella promessa era nata Buddha for Mary, la canzone che descriveva in tutto e per tutto la sua Maria, secondo Shannon, non sapeva bene come lei vivesse né che gente frequentasse a volte gli capitava perfino di pensare che Maria avesse già un ragazzo della sua età che però la trattava con fin troppo riguardo e che lei lo utilizzasse solamente per puro divertimento carnale però immaginare la sua vita senza quella piccolina era diventato ormai impossibile per lui: si era decisamente innamorato di lei e avrebbe voluto vivere la propria vita liberamente con lei ma era meglio aspettare, almeno fin quando lei non avesse compiuto la maggiore età.
“Ti amo, sei il mio animale” rideva divertita nel dirgli quelle parole che gli risuonavano estremamente dolci, avrebbe voluto addormentarsi per sempre cullato da quella risata e dal calore di quelle parole forse un po’ troppo corte per descrivere a pieno ciò che li univa.
 

La stanza era ancora invasa dal buio però il telefono squillava assiduamente ormai da diversi minuti: era impossibile che  fosse già mattina, aveva l’impressione di essere andato a letto solamente da qualche ora.
Si alzò dal letto e andò ad urtare contro una scarpa col tacco e un reggiseno, cercò il cellulare dentro i suoi pantaloni e finalmente lo trovò: non conosceva quel numero che lo stava assiduamente chiamando però decise di rispondere con una voce assonnata e stanca:
“Pronto”.
“Jared sono Shannon”
“Cosa vuoi a quest’ora Sha?”, allontanò dal suo orecchio L’Iphone per vedere l’orario,”Sono le 12.30 che cosa vuoi?”.
“Jared ho bisogno che tu venga alla centrale di Polizia del distretto n67”
“Cosa? Perché? Cosa ti è successo?”
“Mi hanno arrestato”.
Quella casa era fin troppo silenziosa, Erick dormiva tranquillamente mentre Maria si era svegliata di soppiatto: quel silenzio non le piaceva, decise che l’indomani avrebbe comprato un orologio che avrebbe scandito il tempo e avrebbe riempito la notte con il suo rumore. Tutti gli uomini sono soggetti giorno dopo giorno all’influenza del tempo, sarebbe stato meraviglioso poter vivere la propria vita senza qualcuno che le dicesse di rispettare orari e appuntamenti, il tempo era sicuramente la peggiore delle scoperte dell’uomo eppure, nonostante lo odiasse, si ritrovava ad essere sua schiava e invece quel pomeriggio con Shannon aveva dimenticato tutto ciò, era tornata indietro nel tempo, arrossì pensando alle loro labbra nuovamente unite e un brivido le percorse tutto il corpo.
Chissà come sta dopo l’incontro con Erick, si rimise sotto le coperte abbracciando il suo futuro marito e pensando al batterista.
“Sei un idiota” lo guardò da cima a fondo Jared con uno sguardo inquisitorio e odioso, “Non ci posso credere che a 42 anni sei finito dentro per aver picchiato un povero autista, sai che rogne adesso con la stampa”.
“Jared ti prego falla finita non ho voglia di sorbirmi la tua predica”.
“Che cavolo avevi in testa Shannon? Ti rendi conto che domani l’intero mondo saprà della tua scemenza? Corri il rischio di rovinare la tua carriera con Antoine e con i Mars, che finalmente stanno per tornare sul mercato con un nuovo album”.
Il fratello maggiore si limitò solamente ad annuire mentre, salendo sulla bmw dell’altro, si mise la cintura tristemente.
“Almeno dimmi cosa ti passa per la testa.Sono preoccupato per te”.
“Ho rivisto Maria…” sussurrò appena, sperando quasi che Jared non sentisse e invece lui aveva un udito sviluppatissimo e stupito più che mai gli chiese sconvolto di raccontargli la storia.
“Non c’è nulla da raccontare, io ancora la amo mentre lei tra qualche settimana si sposerà con un fighettino di 50 anni col vestito e i capelli grigi” era talmente sconvolto che non si accorse nemmeno delle lacrime che gli stavano ormai rigando il volto, perché Dio è così infame da farti incontrare la persona della tua vita e poi da togliertela? Tutta quella storia non aveva senso.
“Che effetto ti ha fatto rivederla?” sapeva quanto quella ragazza era stata importante per lui, era stato costretto a scrivere una canzone su di lei basandosi sulle parole di Shannon qualche anno fa: il fratello non le aveva mai parlato della loro storia o di quanto si sentisse felice tuttavia sapeva che non ce n’era nessun bisogno perché l’amore e la felicità vere non hanno bisogno di essere spiegate a parole, le si vedono nello sguardo di chi le prova.
“Ero così arrabbiato, dopo averla vista tra le mani di quel pezzente che avevo bisogno di non pensare così ho guidato con gli occhi chiusi sperando di morire invece mi sono ritrovato quell’innocente nel momento sbagliato che, giustamente mi ha insultato” strinse in un pugno la stoffa dei suoi jeans neri, “Era ciò di cui avevo bisogno: un motivo per picchiare qualcuno fingendo che fosse quel bastardo”.
Jared rimase fermo ad ascoltarlo e stringergli la mano senza dire niente, era sempre stato Shannon ad aiutarlo nel momento del bisogno e invece adesso era il suo turno: lui avrebbe dovuto offrirgli la sua spalla per piangere:
“Fratello sai che non ha alcun significato vivere questa vita con la sensazione che comunque manchi qualcosa per renderci felici, ci sono fin troppi adulti infelici a questo mondo e la mamma non ci ha cresciuti per essere questo genere di persone quindi se la vuoi allora PRENDITELA”.

 
   
 
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