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Autore: Feade    02/04/2004    2 recensioni
Un'elfa. Un elfo. Un bosco, un regno, un fratello. Una barriera, una baia, un'isola. Due luci si accesero all'orizzonte....due speranze.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6° CAPITOLO: Imladris e il Consiglio

6° CAPITOLO: Imladris e il Consiglio

 

Quando Telperion vide Imladris rimase sbalordito; era come gliel’aveva descritta suo fratello: i porticati, il boschetto, le fini decorazioni, le piccole cascate, il candore dell’insieme si fondeva in un unico perfetto quadro.

Erano appena arrivati nella dimora di Elrond e degli stallieri li avevano accolti portando i loro cavalli nelle stalle e rifocillandoli; delle dame li avevano accompagnati ai loro alloggi lasciandoli riposare e invitandoli alla cena che si sarebbe tenuta quella sera alla tavola di sire Elrond.

Avevano viaggiato velocemente e senza soste. A loro si era aggiunto Boromir, contento di un po’ di compagnia dopo il lungo tragitto dal regno di Gondor.

Telperion aveva avuto molto tempo per studiare l’animo di quello strano uomo, così chiuso, serio, scontroso…….ma buono.

Legolas non aveva avuto il tempo di pensare a lui, ma era curioso di sapere che notizie e che domande portasse dal regno degli uomini, il regno di Aragorn.

Adesso erano stanchi, spossati dalla cavalcata.

Legolas, per rispetto, andò subito da Elrond per porgergli i saluti del Bosco Atro.

 

- Principe Legolas, siete il benvenuto nella mia casa in questi tempi oscuri. -

- Grazie. – disse Legolas abbassando il capo in segno di riverenza.

- So che con te è venuto anche tuo fratello, Telperion. –

- Si, mio signore. –

Elrond poggiò una mano al mento e rimase in silenzio pensoso.

Legolas attendeva.

- Tuo fratello avrà uno strano futuro…….complesso – sussurrò.

Legolas corrucciò lo sguardo interrogativamente.

- Ma non è di lui che siamo qui per discutere. – disse rialzando il tono di voce, - Come avete viaggiato, avete incontrato impedimenti? -

Legolas narrò delle varie imboscate da parte di vari ed esigui gruppi di orchi, anche nelle vicinanze di Imladris, nessun luogo era più sicuro.

Parlò dell’uomo che era arrivato da Gondor e ancora Elrond rimase pensoso, ma subito congedò Legolas con un cordiale sorriso. Legolas s’inchinò portandosi una mano al petto ed uscì.

Appena fuori respirò profondamente, sollevato.

 

Telperion era uscito dalla sua stanza e stava visitando la dimora elfica.

Quelle bianche terrazze sullo strapiombo, che si affacciavano su cascate di rara bellezza che giocavano con le pietre sulle quali si poggiavano creando una sottile cortina di vapore che imperlava l’aria, possedevano un’eterea serenità.

Rimase fermo, immerso in quell’atmosfera di pace: un’illusione in quel periodo di dolore.

Si allontanò vagando per i corridoi del luogo. Non incontrò molte persone, ma chi incontrava gli rivolgeva un cordiale saluto.

Solo verso sera l’ambiente si animò. Arrivarono quattro mezz’uomini con un uomo, un ramingo del nord, gli parve. Vide elfi da Lothlorien e uomini, ma le presenze che più lo disturbarono furono due nani.

Si ritirò nella sua stanza, voleva riposare prima di cena.

 

Legolas stava andando verso la sala dei banchetti.

Era vestito con una tunica verde a maniche svasate e colletto alto. Come solito, in queste occasioni ufficiali doveva portare la corona da principe. Lui era l’ambasciatore di Bosco Atro.

Stava proseguendo per un corridoio quando una porta si aprì e ne uscì Telperion.

Legolas sorrise, finalmente una persona che lo risollevava dal peso dei suoi pensieri.

- Telperion. -

L’elfo si girò sorpreso: vestiva anche lui un abito verde con maniche strette  e pantaloni leggermente svasati di un verde più tenue.

- Telperion, ti sei riposato? Sei pronto per la cena? -

- Certo, questo luogo è splendido per la pace interiore. Comunque per la cena sono prontissimo a seguirti dato che non so dove si debba andare. –

Legolas sorrise.

- Non ti preoccupare c’è sempre tuo fratello che provvede a tutto. -

Chiacchierando si diressero verso la sala.

Davanti alla porta si fermarono e si guardarono a vicenda.

Nessuno dei due voleva entrare per primo.

- Sei tu l’ambasciatore! – disse Telperion.

- Telperion ti prenderei volentieri a coltellate. –

Aprì il portone ed entrò seguito da suo fratello.

Calò il silenzio.

Uno dei due nani sbuffò.

- Benvenuti principi di Bosco Atro, accomodatevi. - li invitò Elrond.

Il silenzio terminò mentre tutti gli invitati tornavano agli argomenti che stavano discutendo.

Boromir bloccò i due elfi salutandoli e cominciando a discorrere con loro su Imladris.

Legolas si staccò quasi subito dai due rifugiandosi su una sedia solitario: non aveva voglia di parlare.

A tavola vennero discussi vari argomenti.

Tutti mangiarono a sazietà, dopodiché la folla cominciò a separarsi in gruppetti per continuare i discorsi precedentemente abbandonati.

Legolas aveva già abbandonato la sala e Telperion lo fece poco dopo, quando terminò la discussione con Boromir.

Uscì, ma Legolas non c’era già più.

Si diresse in un corridoio in cerca del fratello, ma gli unici due che incontrò furono i due nani.

Appena li vide fece un inchino alle due figure che, con uno sguardo bieco, risposero con un impercettibile cenno del capo e se ne andarono voltandogli le spalle e borbottando.

- Questi elfi, gente strana. Ascolta tuo padre, Gimli, questa è gente sgarbata! -

Telperion non sapendo stare zitto rispose a tono.

- Senti chi parla, il barbuto di turno! -

I due nani si voltarono e ribatterono con foga.

- Voi elfi, feccia della Terra di Mezzo, vi vantate per la vostra bellezza e altezza, ma siete solo delle sciacquette! L’unica cosa che sapete fare è tendere l’arco e cantare. –

- Almeno non siamo sgraziati come voi e non parliamo a sproposito……..vi ricordo che siete in una dimora elfica. –

- Noi non guardiamo in faccia a nessuno. –

- Mmmmh,………..penso che così vi rendiate più apprezzabili agli altri. –  disse ironicamente.

- Elfo impertinente. –

- Nano scorbutico. –

L’atmosfera si stava scaldando.

- Che succede qui? -

- Non impicciarti, uomo, in faccende che non ti riguardano. – gli ringhiò Gloin.

- Scusalo buon uomo ma non capisce che è scortesia. Il suo cervello è troppo ristretto. –

- Cosa hai detto?! Ripetilo se ne hai il coraggio. –

- Certo che te lo ripeto! Non hai cervello. –

Il viso di Gloin diventò paonazzo e stava per avventarsi su Telperion quando l’uomo, preceduto da Legolas, si frappose tra i due.

- Basta, finitela con questa inutile discussione! – gridò Aragorn sovrastando le loro voci.

Calò il silenzio.

I due nani indignati si voltarono e se ne andarono.

Telperion sospirò chiudendo gli occhi e calmandosi.

Aragorn squadrò con aria interrogativa l’elfo, mentre Legolas guardava con compatimento i due nani che si stavano allontanando.

- Salve Legolas – interruppe il silenzio l’uomo, - finalmente posso parlarti. -

- Salve amico mio – rispose Legolas posando una mano sulla spalla dell’uomo, - è da tanto tempo che non ci vediamo, anni ormai. –

Telperion che era rimasto in silenzio richiamò l’attenzione del fratello tamburellando con le dita sulla sua spalla.

- Oh, salve anche a te……….- cominciò l’uomo.

- Telperion……è mio fratello, quello impulsivo di cui ti avevo parlato…-

- Ma… -

- Sai è un po’ strano… -

- Ma… -

- A volte esagera… -

- Ma… -

- Parla troppo… -

- Ma… -

- Poi… -

- Mi fai parlare si o no?! O parlo io e faccio da solo conoscenza con quest’uomo o me lo presenti tu! –

- Te l’avevo detto che è impulsivo. –

- Non sono impulsivo, il fatto e che tu…… -

- Basta non litigate anche voi! – esclamò l’uomo esasperato. – Mi presento: sono Aragorn figlio di Arathorn…… -

- …ed erede al Trono di Gondor! –

Telperion era molto felice di quell’incontro. Suo fratello gli aveva parlato a lungo di quell’uomo ed ora poteva finalmente vederlo.

Parlarono insieme finché Telperion raggiunse la sua stanza e li salutò cordialmente.

 

Il giorno seguente di mattina Telperion si svegliò completamente riposato.

Aveva riflettuto su molte cose quella notte e una di queste era Boromir. Quell’uomo enigmatico lo incuriosiva. Per tutto il viaggio aveva tenuto un aspetto enigmatico e riservato.

Ma si sa che agli elfi nulla si nasconde e tutto nascondono.

Comunque quella mattina sarebbe stata movimentata: si sarebbe svolto il Consiglio.

Telperion era ancora ignaro che dopo quell’evento la sua vita avrebbe avuto una svolta incredibile.

 

Legolas era già arrivato davanti al terrazzo dove si sarebbe svolto il Consiglio. Il suo morale era a terra.

Non c’era ancora nessuno.

Si appoggiò ad una colonna tenendo lo sguardo basso.

Aragorn raggiunse il terrazzo e trovandovi l’elfo lo richiamò.

Legolas calò quella sua solita maschera di serenità sorridendo all’uomo.

Ma non era facile ingannare il ramingo difatti:

- Legolas smetti di sorridere. -

Legolas spaesato divenne serio.

- Cosa ti turba? – gli domandò l’uomo invitandolo a sedersi su una delle sedie del terrazzo.

- Non lo so, Aragorn……….presentimenti. –

- Presentimenti su cosa? –

- Su tutto: Bosco Atro, l’Anello, Gollum, mio fratello. –

- Tuo fratello? –

- Si, non so perché ma………ma…………lascia stare. –

Aragorn capì che non era il caso di proseguire.

Poggiò una mano su una spalla dell’elfo che sorrise contento di avere un amico al fianco.

 

Telperion si avviò verso il terrazzo.

Stava facendo volare il suo pensiero in ricordi ameni quando il viso dell’elfa del suo sogno gli apparve e scomparve come una folata di vento.

Si bloccò in mezzo ad un corridoio.

Il respiro veloce.

“Perché proprio adesso?” si disse.

Serio proseguì fino ad arrivare al terrazzo.

Molti erano già arrivati.

Prese posto al fianco di Legolas senza proferir parola.

Il fratello lo guardò interrogativamente.

Telperion incrociò il suo sguardo e scosse il capo.

Legolas non volle insistere anche perché Elrond era giunto al suo seggio.

Il tanto temuto Consiglio era cominciato.

Si parlò della rinnovata minaccia di Sauron e Legolas annunciò la fuga di Gollum seguito dall’annuncio del tradimento di Saruman svelato da Gandalf.

Era peggio di quanto si sarebbero aspettati.

L’Anello venne esposto.

Calò il silenzio.

Boromir si alzò come ipnotizzato dall’oggetto e quando vi si avvicinò Gandalf pronunciò le parole nere di Mordor.

Un’ondata di dolore, odio, crudeltà sommerse gli elfi presenti, memori delle sofferenze subite dal loro popolo.

Ma Boromir continuò imperterrito a voler utilizzare l’Anello come arma contro il nemico.

Telperion aveva scovato il suo punto debole che era quasi sicuro, lo avrebbe portato alla distruzione interiore.

Telperion divenne triste dopo che Boromir discusse animatamente con l’uomo: non avrebbe mai voluto una cosa del genere.

I nani insultarono gli elfi che di scatto si alzarono offesi.

Telperion rimase seduto.

La discussione si protrasse a lungo e Telperion era sempre più cupo e serio: prima l’elfa poi Boromir e adesso anche una discussione su chi dovesse portare l’Anello.

Ma lo hobbit di nome Frodo prese questo incarico facendo terminare il dibattito.

Aragorn si offrì per accompagnarlo insieme a Gandalf.

Poi una voce:

- E hai il mio arco. -

“No” pensò Telperion, “Non puoi.”

Rimase fermò immobile, bloccato.

Nel frattempo la Compagnia che sarebbe partita divenne di nove membri e Elrond annunciò la formazione di quest’ultima affermando che sarebbero partiti il giorno dopo.

Telperion non riuscì a trattenersi, si alzò e se ne andò senza parlare sotto lo sguardo interrogativo dei presenti. Solo Legolas capì e chiedendo scusa andò a raggiungere suo fratello.

 

Telperion arrivato alla stanza si fermò e rimanendo nel corridoio si appoggiò alla porta con la schiena scivolando lentamente sedendosi a terra.

Rimase li immobile: il suo mondo era crollato.

Tutto era successo in quelle poche ore: l’elfa, Legolas, Boromir, l’Anello.

Ora era confuso e depresso.

 

Legolas raggiunse il corridoio che portava alla stanza del fratello e lo vide lì, seduto a terra.

Si avvicinò e si accucciò al fianco davanti a Telperion che aveva la tesata reclinata verso il pavimento.

-Telperion…! –

Telperion alzò lo sguardo su Legolas.

Quest’ultimo si rattristò a vedere gli occhi lucidi di suo fratello.

Durante il consiglio non aveva pensato a cosa poteva comportare la sua decisione, ma ormai era presa.

- Il mondo mi è crollato addosso, Legolas. -

Legolas lo osservò.

- Questa mattina presto il viso dell’elfa mi è apparso; Boromir, come avrai intuito è segnato; il male è tornato di nuovo, quello stesso male che mi ha privato della mia vera famiglia; e adesso tu………non andare, ti prego. - lo supplicò.

Legolas scosse il capo.

- Non posso ormai la decisone è stata fatta e non tornerò indietro. -

Le lacrime salirono agli occhi di Telperion.

- Come faccio…….adesso…… -

Legolas lo abbracciò.

- Sono ancora solo! – sussurrò Telperion.

Legolas lo strinse a sé chiudendo gli occhi.

 

CONTINUA…

 

 

Eccomi, un po’ in ritardo, ma eccomi!

Come va carissimi lettori? Spero bene, direi che la storia si sta evolvendo piuttosto bene! A me sembra di si………Commentate ciccini miei!

CIAO

Feade

 

 

  
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