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Autore: lynn12    16/08/2006    1 recensioni
Impossibile fuggire dall'amore, perchè è dentro di te...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IF-cap 23

CAPITOLO 23

Per Ryo non fu facile raggiungere la barca orientandosi nell’oscurità sottomarina senza alcuna fonte di luce, ma non poteva correre il rischio che dalla nave lo scorgessero. Alla fine, arrivato all’imbarcazione, risalì in superficie il più silenziosamente possibile. Guardò verso l’alto e constatò con sollievo che nessuno degli uomini di guardia stava controllando il mare sotto di loro, sicuri di se e del fatto che era troppo presto per ricevere un qualsiasi tipo di attacco. “Questo è il vostro secondo errore” pensò Ryo “Il primo è stato rapire Kaori”. Sempre cercando di non fare rumore, si avvicinò all’uscita di sicurezza che si trovava solo pochi centimetri sopra di lui. Prese l’esplosivo dalla sacca e ne piazzò un po’ sulla porta. Collegò i fili e, per sicurezza, si allontanò un po’, poi premette il tasto di innesco. Mick aveva ragione nel dire che il suo amico Kenny era un genio in fatto di esplosivi. Non ci fu il minimo rumore, solo qualche scintilla che però non poteva essere scorta dagli uomini di Ramirez, troppo in alto rispetto a lui. L’uscita di sicurezza  era ora socchiusa e Ryo l’aprì con circospezione, attento ad ogni possibile rumore proveniente dall’interno. Assicuratosi che non ci fosse nessuno in vista, afferrò il bordo dell’apertura e, con un colpo di reni, si issò all’interno della nave. Una volta dentro, accostò nuovamente la porta in modo che, se qualcuno fosse passato di lì, non si accorgesse che era stata aperta.

Secondo la piantina che Mick si era procurato, il luogo in cui presupponeva fosse tenuta prigioniera Kaori si trovava al piano sopra di lui. Sperava solo di non sbagliarsi e che Ramirez non la tenesse da qualche altra parte. Soprattutto, sperava per lui che non le avesse torto nemmeno un capello, altrimenti...

Sempre mantenendo i sensi all’erta, si diresse verso le scale. Aveva appena fatto un paio di gradini, quando sentì un rumore di passi sopra di se. Si nascose perciò dietro la scala ed attese. Pochi secondi dopo, vide un uomo armato di mitra scendere gli scalini. Ryo aspettò il momento più propizio, poi gli arrivò alle spalle, lo afferrò per la gola e gli fece perdere conoscenza. Dopo aver controllato che non stesse arrivando nessun altro, lo trascinò dietro le scale, lo legò e imbavagliò e tornò sui suoi passi. Questa volta poté salire i gradini indisturbato. Arrivato in cima, si trovò di fronte ad un corridoio, che poco dopo si divideva in due rami. Restando al riparo dietro l’angolo, controllò sia a destra che a sinistra. Su entrambi i lati si affacciavano una serie di porte, ma indovinò che quella dietro cui si trovava Kaori fosse l’unica in quel momento sorvegliata da un uomo armato. Non c’era modo di raggiungerlo cogliendolo di sorpresa, perciò Ryo decise di uscire allo scoperto. Appena lo vide, l’uomo gli puntò il mitra contro, ma prima che avesse il tempo di premere il grilletto, l’altro lo aveva già raggiunto e messo fuori combattimento con un paio di pugni ben assestati. La guardia crollò a terra priva di conoscenza. Ryo gli tolse il mitra di mano e cercò le chiavi per aprire la porta della cabina. Alla fine riuscì a trovarle in una tasca interna e le infilò nella serratura...

 

Kaori si stava chiedendo da quanto tempo ormai fosse rinchiusa in quella stanza. Doveva essere trascorsa qualche ora, ma a lei sembravano secoli. Il polso le faceva un po’ meno male, però si stava gonfiando e sentiva che la stessa sorte stava capitando alla guancia dove Ramirez l’aveva colpita.

-Accidenti a quel sudamericano!- borbottò –Non poteva colpirmi un po’ meno forte?! E Ryo quanto ci mette a muovere il suo bel sedere e a venire a salvarmi?-

Ryo...Ormai l’ironia era l’unico metodo che le restava da usare per combattere la paura e il disperato desiderio di avere Ryo al suo fianco. Voleva averlo lì con lei. Voleva che le sue forti braccia la circondassero, facendola sentire protetta. Voleva che la sua voce roca le sussurrasse che tutto sarebbe andato bene, che lui l’avrebbe protetta...

Le sue fantasie furono interrotte da un tonfo proveniente dall’esterno e poi dal rumore della serratura che veniva aperta. Usando il braccio sano, Kaori si alzò in piedi, tremante di paura e chiedendosi cosa l’aspettasse dietro quella porta. Con sorpresa e sollievo, vide che si trattava di Ryo. Sbatté le palpebre, pregando che quello non fosse solo uno scherzo della sua immaginazione, ma la figura dell’uomo che amava era ancora lì quando riaprì gli occhi.

-Ryo!- esclamò rifugiandosi tra le sue braccia

Felice di averla ritrovata, lui le prese il viso tra le mani e le catturò le labbra in un bacio esigente. Solo dopo qualche secondo si staccò da lei e la percorse con lo sguardo per sincerarsi delle sue condizioni. Si accorse del livido che le si stava formando su una guancia e del polso gonfio. La sua espressione si indurì all’istante.

-È stato quel bastardo di Ramirez a farti questo?- le chiese Ryo accarezzandole delicatamente il viso

-Sì, ma non ti preoccupare, non è nulla di grave- rispose Kaori

-Non mentirmi, Kaori, probabilmente hai un polso rotto. Ora ti porto via di qui, ce la fai a resistere?-

-Sì, ma cosa hai intenzione di fare?-

-Mick e Umibozu ci stanno aspettando poco distante da qui. Ti porterò fuori e tu starai con loro mentre io mi occupo di quel bastardo-

-Ma non puoi affrontarlo da solo!- esclamò Kaori spaventata –Fatti aiutare da Mick o da Umibozu!-

-No. Ormai è diventata una faccenda personale, voglio occuparmene io- rispose Ryo con sguardo duro

-Allora fammi venire con te, ti prego. Non posso starmene in disparte sapendoti qui da solo!-

-Non se ne parla. È troppo pericoloso-

-Ma...- tentò di protestare lei

-Kaori...- la interruppe lui prendendole il viso tra le mani e cercando il suo sguardo –Ho bisogno di saperti al sicuro-

Vedendo la preoccupazione e la dolcezza di quello sguardo, Kaori capitolò.

-E va bene- disse –Ma promettimi che tornerai da me tutto intero. Non potrei più vivere se tu...-

Ryo la zittì con un bacio.            

-Te lo prometto- le sussurrò –Ora andiamo-

Le prese la mano sana e la condusse verso l’uscita. Prima di oltrepassare la soglia, controllò che non stesse arrivando nessuno. L’uomo che era di guardia alla porta era ancora a terra privo di conoscenza. Non sentendo alcun rumore, uscì dalla cabina, sempre tenendo la mano di Kaori, e percorse a ritroso la strada fatta pochi minuti prima. Si apprestavano a scendere le scale, quando sentirono delle voci provenire da sotto di loro:

-Muovetevi! L’intruso deve essere qui per la ragazza!-

Delle guardie stavano salendo le scale.

-Maledizione!- imprecò Ryo girando i tacchi e trascinando con se Kaori –Devono aver scoperto la guardia svenuta-

-E adesso cosa facciamo?- gli chiese lei

-L’unica via di uscita che ci rimane è salire fino al ponte della nave-

Seguendo a memoria la piantina della nave, Ryo si avventurò tra il labirinto di corridoi della nave, verso il punto in cui sapeva si trovavano le altre scale. Incrociarono altre guardie, ma Ryo le mise facilmente fuori gioco. E senza mai lasciare la mano di Kaori, nemmeno per un secondo. Lei era stupita del fatto che, in un momento come quello, circondata dal pericolo, non si sentiva spaventata. La sua presenza rassicurante, la sua mano forte che teneva saldamente la sua, l’espressione determinata del suo volto... Ogni particella del corpo di Ryo le trasmetteva un unico e chiaro messaggio: lui era lì per lei. Lui l’avrebbe protetta. Ad ogni costo.

Finalmente arrivarono alle scale, che Ryo salì con circospezione. Come si aspettava, ben presto si udirono degli spari sopra le loro teste. Lui prese la mira e sparò una serie di colpi. Gli spari cessarono, non aveva sbagliato un colpo. Tuttavia, sentiva che c’era qualcosa di strano...C’erano troppi pochi uomini a guardia della nave, dov’era il piccolo esercito di cui aveva parlato Mick? Le possibilità erano due: o Ramirez era così sicuro di se da essere convinto che quelle poche guardie sarebbero bastate a farlo fuori oppure... Stavano finendo dritti in una trappola. Il sesto senso di Ryo gli diceva che la seconda opzione era quella giusta. Tuttavia, tornare indietro era impossibile, l’unica possibilità era proseguire...E sperare di uscirne vivi. Lanciò un’occhiata a Kaori. Stava affrontando tutta quella situazione con un coraggio incredibile. D’altronde, la sua Kaori era sempre stata così: coraggiosa e indifesa al tempo stesso, così forte eppure così fragile...Il polso doveva dolerle molto, eppure dalle sue labbra non era uscito un lamento. Un lampo minaccioso gli attraversò lo sguardo. Avrebbe ammazzato Ramirez solo per aver osato alzare le sue luride mani su di lei. Sì, ne sarebbero usciti. La sconfitta non era contemplata nel suo piano. Kaori aveva ancora tutta una vita da vivere, aveva un fratello che l’amava, degli amici che l’adoravano...E aveva Ryo che l’amava più di se stesso e il cui unico desiderio era trascorrere il resto della sua esistenza al suo fianco.

Quando arrivarono davanti alla porta che conduceva al ponte della nave, Ryo ebbe la conferma ai suoi sospetti. Sentiva numerose presenze nemiche all’esterno. Con circospezione, aprì la porta e diede un’occhiata. Il ponte sembrava deserto all’apparenza, ma lui sapeva bene che, appena avessero mosso un passo, sarebbero stati circondati. Ma se tutto fosse andato come prevedeva...Come immaginato, appena fuori furono circondati da una ventina di uomini armati e, subito dopo, anche Ramirez fece la sua comparsa...

 

 

  
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