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Autore: Contessa    30/12/2011    3 recensioni
Anche ad Azkaban c’erano celle più sicure di altre, e Hermione Granger lo sapeva bene. Negli ultimi tre anni aveva accompagnato personalmente alle loro nuove dimore tutti i criminali che aveva contribuito a catturare, ma era scesa al Livello Zero solo due volte: per Antonin Dolohov e per Alecto Carrow.
Quella sera stava facendo i 4573 scalini che portavano nelle segrete più recondite di Azkaban per la terza volta.
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VII libro alternativo
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AUROR’S SATISFACTION

 

 

Anche ad Azkaban c’erano celle più sicure di altre, e Hermione Granger lo sapeva bene. Negli ultimi tre anni aveva accompagnato personalmente alle loro nuove dimore tutti i criminali che aveva contribuito a catturare, ma era scesa al Livello Zero solo due volte: per Antonin Dolohov e per Alecto Carrow.

Quella sera stava facendo i 4573 scalini che portavano nelle segrete più recondite di Azkaban per la terza volta. Niente ascensori magici nemmeno per guardie e Auror; anche per questo essere mandati al Livello Inferno, come veniva amichevolmente chiamato, era una promozione cui aspiravano davvero in pochi.

Mentre avanzava lungo il corridoio, Hermione vide che tutte le guardie l’avevano riconosciuta, ma nessuno l’aveva salutata; sarebbe stato un gesto gentile, certo, e altrettanto gentilmente lei avrebbe compilato una nota di demerito nei loro confronti. “Vigilanza costante”, diceva sempre. Meglio un convenevole in meno e un prigioniero in più.

Si fermò davanti alla cella numero 503; la guardia sembrò terrorizzata all’idea di parlarle.

“A… Auror Granger.” disse infine con un rapidissimo saluto militare.

“Riposo. Ho una delega speciale del Ministro per un colloquio privato con il prigioniero. – rispose Hermione porgendogli una pergamena sigillata. La guardia la aprì con mani tremanti. – Come stanno andando le esercitazioni al poligono?”

“Oh, bene, bene. Io sto… migliorando.” disse leggendo velocemente la pergamena. Tutti sapevano che la Granger odiava aspettare.

“Allora è molto strano che tu abbia dimenticato di mettere la sicura alla tua arma. – disse indicandogli la pistola nella fondina. L’uomo lasciò la pergamena e si affrettò a estrarre goffamente la pistola, per accorgersi che effettivamente la sicura era inserita. – Era solo una prova. Hai rischiato circa tre volte di far partire un colpo per sbaglio, e non ricordavi di aver messo la sicura. Questo non mi sembra esattamente un miglioramento.” era stata lei a suggerire al Ministro di dotare guardie e Auror anche di armi babbane, dopo che una pallottola ben piazzata l’aveva salvata da un agguato; la maggior parte dei maghi si credeva troppo superiore per prendersi la briga d’informarsi sulle armi babbane.

“Io-“

“Le pistole saranno anche armi babbane, ma sono pericolose, e potrebbero essere la tua unica speranza di salvezza in caso ti disarmassero. E sappiamo tutti quanto può essere pericoloso un Expelliarmus, vero?”

“Mi scusi, io-“

“Non voglio sapere altro. – lo interruppe Hermione raccogliendo la pergamena. – Conosco la procedura, grazie.” Disse mettendo il foglio contro la porta. La maniglia s’illuminò per un secondo.

“La maniglia riconoscerà il suo tocco per un’ora. – disse la guardia mentre Hermione piegava la pergamena e la metteva in tasca, vicino alla pistola che portava sempre con sé. L’uomo se ne pentì subito; era ovvio che lei lo sapesse già. – Se dovesse avere bisogno io sarò qui fuori.” aggiunse.

Lei appoggiò una mano sulla maniglia e la abbassò con decisione; squadrò l’uomo.

“Il prigioniero non rappresenta il minimo pericolo per me.” disse aprendo la porta. Entrò nella cella; la porta si chiuse e si sigillò da sola.

Il prigioniero in questione era su una delle due sedie della cella, intento a leggere un libro. Il rumore della porta lo riscosse; alzò lo sguardo verso Hermione, ma non la riconobbe. Tutto ciò che vide fu una giovane donna con i capelli strettamente raccolti sulla nuca, vestita completamente di nero, piuttosto muscolosa e con il distintivo da Auror.

“Che cosa… è successo qualcosa ai miei genitori? A mia madre?” chiese alzandosi di scatto.

“No, i tuoi genitori stanno bene. – disse subito Hermione. Il giovane si risedette con un sospiro di sollievo. – Sono venuta a parlare di te, Malfoy, e del tuo futuro.” aggiunse facendo qualche passo avanti. Gli occhi del ragazzo saltarono per tre volte dal distintivo della giovane al suo viso.

“Io ti conosco… sei… Granger? Hermione Granger?” le chiese mentre lei si sedeva davanti a lui.

“Esatto. Auror Granger, per la precisione.” rispose annuendo.

“Auror? Ma non è possibile, l’Accademia dura-“

“Tre anni. Io l’ho finita in poco più di un anno e mezzo, e sono nel servizio attivo da quasi due.”

“Complimenti. Davvero… sei cambiata molto. Non ti avevo riconosciuta, all’inizio.”

“Le persone cambiano, Malfoy. Ti trovo bene. – rispose lei con un sorriso. – Davvero.” i quattro anni e mezzo trascorsi ad Azkaban avevano lasciato segni lievi sul giovane, che era magro e più pallido di prima, ma nonostante tutto in buona salute; stranamente, la prigione gli aveva ridato speranza. Qualsiasi cosa era meglio della vita di schiavitù che gli aveva offerto Voldemort, e ora almeno era certo che i suoi genitori fossero al sicuro.

“Non posso lamentarmi.” disse Draco indicando i libri aperti sul tavolo e la piccola cella intorno a loro. Hermione notò che era molto ordinata e pulita.

“Erbologia Avanzata?” chiese prendendo in mano uno dei libri.

“Oh, sto studiando per prendere i M.A.G.O. nelle materie che non richiedono l’uso della magia. Erbologia, Astronomia, Pozioni… ho anche un’ora di lezione al giorno, da circa un anno.”

“E’ una bella cosa. Bravo.”

“Non è che possa fare molto, qui… ormai conosco questa cella a memoria.” disse stringendosi nelle spalle.

“Sono venuta a parlarti proprio di questo, Malfoy; il Ministro mi ha concesso una visita straordinaria per parlarti di alcuni cambiamenti che stanno per avvenire nella tua vita.” disse Hermione dopo un profondo respiro.

“Stai parlando della… dell’udienza di domani?” chiese Draco torcendosi le mani.

“Sì, sto parlando esattamente di quello. Il Wizengamot ha raggiunto un verdetto nei giorni scorsi riguardo all’appello della tua famiglia. Subito dopo la fine della Guerra le condanne sono state molto più severe del normale per dare l’esempio e per spaventare i Mangiamorte ancora latitanti… non siete gli unici ad aver richiesto una revisione del processo. – Draco non aveva smesso per un secondo di torturare le proprie mani, così Hermione si allungò e gliene prese una con dolcezza.  – Ehi, tranquillo. Non sono qui per portare cattive notizie.”

“Io… aspetto questo giorno da molto tempo.” le disse con un sorriso nervoso.

“Lo so, lo so. Sei tra i prigionieri più giovani del Livello… non oso immaginare come dev’essere stato finire di crescere in un posto del genere. – la mano del ragazzo strinse di più la sua, mentre annuiva tremando. – Io credo molto nelle pene riabilitative. E credo che Azkaban non sia il posto giusto per te.”

“Grazie. Grazie… davvero.” Hermione gli sorrise.

“Il Ministro mi ha concesso di rivelarti in anticipo il verdetto, sapendo quanto ci tenga alla tua causa. Sai, ho partecipato a… praticamente tutte le tue udienze.” disse Hermione sistemando nervosamente una manica.

“Io non me n’ero… mai accorto.”

“Oh, non c’è problema, davvero. Probabilmente stavi prestano più attenzione al verdetto piuttosto che al pubblico. – ridacchiò, a disagio. Incontrò gli occhi grigi del ragazzo per un attimo; gli lasciò bruscamente la mano, ma non ebbe la forza di distogliere lo sguardo. – Comunque, torniamo alla sentenza di domani. Eri stato condannato a 10 anni di prigione, più ulteriori 10 anni in libertà, ma senza magia; finora ne hai scontati quasi 5. Il Wizengamot ha deciso che… - Hermione sentì il tavolo tremare, a contatto con le gambe di Draco; non riusciva a tenerle ferme. – Il tuo tempo ad Azkaban è finito.” concluse con un sorriso.

“Che… che cosa?!”

“Dovrai scontare 3 anni di arresti domiciliari sotto la stretta sorveglianza di un Auror, e non potrai usare la magia per i prossimi 5 anni, ma niente più Azkaban. Potrai stare a casa tua, vedere la luce del sole… e camminare per più di un minuto senza finire lo spazio disponibile.” continuò annuendo.

Draco sorrise come non faceva da anni; sembrava quasi che potesse già assaporare il calore del sole sulla propria pelle, e le sue gambe ora tremavano dalla voglia di ripercorrere i sentieri del giardino di Malfoy Manor.

“E’… è fantastico, davvero. Nemmeno nelle mie più rosee aspettative immaginavo una cosa del genere!  - si passò una mano tra i capelli, incredulo. – E i miei genitori? Puoi dirmi anche di loro?” le chiese tornando immediatamente serio.

“Sì, sì, posso. Anche tua madre potrà lasciare Azkaban, ma dovrà scontare 5 anni di arresti domiciliari, ed altri 3 senza magia. E non… non potrete stare agli arresti domiciliari insieme. Un altro Auror la sorveglierà, in un’altra delle vostre residenze.”

“Ah… io capisco, capisco, certo.”

“Nonostante abbia aiutato Harry, alla fine, è stata una complice dei Mangiamorte per troppo tempo, pur non essendo una di loro. Tu sei più giovane, e nel giudizio del Wizengamot ha contato molto il fatto che Voldemort avesse minacciato di fare del male ai tuoi genitori. Pensano che tu possa tornare ad avere una vita normale, tra qualche anno.”

“Io ci spero, ci spero davvero. Non voglio altro che un’altra possibilità, una nuova vita… Sono così pentito, così pentito di quello che ho fatto! Io-“ Draco aveva ricominciato a tremare, questa volta in maniera ancora più evidente. Hermione si avvicinò a lui spostando la sedia; gli passò lentamente una mano sulla schiena.

“Lo so, lo so… - gli disse a bassa voce. – Tra poco sarà tutto finito.” il viso di Draco era stravolto; forse Azkaban gli aveva fatto più male di quanto potesse sembrare a prima vista.

“E… mio padre?” chiese il ragazzo quando si fu ripreso un po’.

“Lucius Malfoy era un Mangiamorte sin dalla Prima Guerra, ma era riuscito ad evitare la prigione con l’inganno; nonostante alla fine dell’ultima guerra non fosse più nelle grazie di Voldemort, non ha mai cambiato apertamente fazione… Dovrà scontare altri 11 anni di carcere, e 5 anni di arresti domiciliari. Gli hanno ridotto la pena di 8 anni.” rispose Hermione scegliendo accuratamente le parole.

“E per quanto riguarda… la magia?”

“Il Wizengamot ha deciso che non potrà usarla mai più. Se dovesse trasgredire, tornerebbe ad Azkaban per il resto dei suoi giorni.” rispose la giovane. Era inutile cercare d’indorare una pillola così amara.

“Io… capisco. Capisco, davvero.”

“Draco, mi dispiace, ma-“

“E’ vivo. E’ vivo, e potrò rivederlo. Questo è più di quanto possa dire di molte altre persone, e mi basta.”

“L’orario di visite è stato molto ampliato. Quanto potete vedervi adesso?”

“Due ore ogni tre settimane.”

“Ora saranno due ore ogni due settimane. Vedrai che anche tua madre starà meglio.” gli disse con un sorriso. Narcissa Malfoy era diventata molto cagionevole, negli ultimi anni, ma l’opinione pubblica non era stata tenera nei suoi confronti; molti speravano che morisse, della sua dannata tosse cronica.

“Lo spero… lo spero veramente. Lei… Azkaban non va bene nemmeno per lei. Troppo debole.” disse Draco scuotendo la testa.

“Domani potrai vederla. E vedrai anche tuo padre. Subito dopo l’udienza avrete un’ora solo per voi. – Draco sorrise, ma continuò a scuotere la testa. – Tu e tua madre verrete portati in un luogo segreto e sicuro per qualche giorno, dove potrete scegliere la residenza in cui trascorrere gli arresti domiciliari. Poi, verrete trasferiti lì.”

“Perché dobbiamo andare in un posto… segreto e sicuro?”

Hermione tossicchiò nervosamente.

“Il Ministero teme che qualcuno potrebbe tentare… ritorsioni nei vostri confronti. Preferiamo tenervi lontano da occhi e bacchette indiscreti per qualche giorno.” rispose cercando di sembrare rassicurante; in realtà erano mesi che continuavano ad arrivare lettere minatorie nei confronti della famiglia Malfoy, ed alcune delle loro residenze erano state prese d’assalto e vandalizzate.

“Ok… capisco, certo. Non vedo l’ora di domani. Dici che potrò continuare a fare le mie lezioni?”

“Ma certo. E nel giro di qualche anno sono sicura che prenderai i M.A.G.O. completi.”

Draco ridacchiò.

“Meglio non esagerare; per ora ho già abbastanza problemi con Erbologia…”

Hermione sorrise ed annuì lentamente.

“Bene… bene.” disse sospirando.

“Grazie. Per essere venuta fin qui a… darmi queste belle notizie. – sussurrò Draco. Allungò una mano verso quello di Hermione, posata sul tavolo. – Grazie davvero. – Hermione prese la mano del ragazzo; sembrava un gesto così naturale. Sospirò ancora e si guardò intorno. – C’è qualcos’altro… che devi dirmi?” le chiese Draco dopo qualche secondo. Hermione riportò lo sguardo su di lui.

“Ecco, vedi… - si sistemò nervosamente una ciocca che in realtà era già a posto. – Ci sarebbe un’altra cosa. – raddrizzò il distintivo, già perfettamente dritto. – Il Ministro mi ha detto di tenerla segreta ancora per un po’, ma non credo che tu andrai a dirla in giro, giusto?”

“Qualsiasi cosa sia, non credo che nessuno mi darebbe ascolto… - rispose Draco indicando con un cenno della testa la cella vuota. – Le guardie sono istruite a non parlarmi, e negli ultimi cinque anni nessuna ha mai sgarrato.”

“Domanda stupida, scusa. – disse Hermione con un sorriso nervoso. – Vedi, l’Auror che si occuperà di te durante gli arresti domiciliari… sono io.”

“Come?!”

“Mi sono proposta volontaria, e Shacklebolt ha accettato senza problemi, vedendo anche quanto mi fossi sempre interessata alla tua causa… anche il Wizengamot era d’accordo; dato che siamo molto vicini d’età, potrò aiutarti meglio a riottenere una vita normale. E magari anche in Erbologia.” continuò. Adesso il sorriso non era più nervoso, ma aperto e sincero.

“Io… io non so cosa dire. Sono contento, davvero contento. - disse Draco ricambiando il sorriso, un po’ stordito. Il suo avvocato gli aveva detto di prepararsi al peggio e non sperare troppo in quell’appello, ed ora quella giovane donna che aveva tanto disprezzato in passato veniva a tendergli una mano per condurlo di nuovo alla vita. Cos’aveva fatto per meritarsi tutto questo? – Grazie, davvero. Grazie anche per questo. - si passò una mano sul viso per scacciare immediatamente le lacrime. Quando riaprì gli occhi, però, vide che Hermione non sorrideva più. Sembrava angosciata. – Cosa… cosa c’è? C’è ancora qualcosa?”

La giovane sospirò; questa volta ruotò lentamente un orecchino con due dita.

“C’è solo un problema, un problema piccolo, non preoccuparti. – rispose velocemente, vedendo che anche lui aveva improvvisamente smesso di sorridere. – Però sento che devo dirtelo. Devo dirtelo prima dell’inizio della nostra… convivenza, diciamo. – ridacchiò nel dire l’ultima parola. Draco la imitò. Aveva detto che era solo un problema piccolo, dopotutto; ormai non doveva più preoccuparsi, il peggio era passato. – Durante la Battaglia di Hogwarts, io ho visto. Ti ho visto uccidere Ron.” disse Hermione prima che l’ultima eco della risata di Draco si spegnesse.

“Che co-“

“Ti ho visto lanciare l’Avada Kedavra verso di lui, e ti ho visto colpirlo. Ho visto il mio fidanzato morto per mano tua.”

“Io… io non… -  prima ancora che potesse decidere cosa dire, Hermione aveva stretto la presa sulla sua mano e l’aveva girata indietro di colpo. Draco sentì distintamente il crack di un osso che si rompeva. – AAAHHH!” scattò in piedi rovesciando la sedia e tenendosi la mano destra con la sinistra. Hermione aveva già estratto la bacchetta.

“Urla quanto vuoi, mi sono già premurata d’insonorizzare la stanza. Sono migliorata molto in questi anni; immagino che nessuno ti abbia detto della potenza dei miei incantesimi non verbali, purtroppo. Ormai riesco a fare i più piccoli anche senza bacchetta.” disse rigirandosi il pezzo di legno tra le mani.

“Che cosa… che cosa vuoi?” le chiese Draco arretrando. Dopo tre passi colpì il muro della cella.

“Cosa pensi che voglia, Malfoy?” il sorriso della giovane non aveva niente in comune con quelli che gli aveva rivolto prima.

“Io… io non-“

“Non provare nemmeno a negarlo, Malfoy.”

“No, no, io… io ho dovuto. Ho dovuto farlo, stava per fare del male a mio padre!”

“Ron non avrebbe mai ucciso una persona; tuo padre sarebbe rinvenuto alla fine della Battaglia con un bel bernoccolo, al massimo.”

“Io… io ho avuto paura. Tanta paura. C’eri anche tu lì, hai visto com’era…”

“Io non ho ucciso nessuno, Malfoy. Non durante quella Battaglia, almeno.”

“Era mio padre. Non potevo permettere che gli succedesse qualcosa… lui era già… tu non puoi capire!” disse Draco scuotendo la testa. Il medio e l’indice della mano destra pulsavano dolorosamente.

“Tutto quello che so è che tu hai ucciso il mio fidanzato, Malfoy, mentre la tua famiglia è fin troppo in salute per i miei gusti. Ho passato gli ultimi cinque anni della mia vita a piangerlo… e a prepararmi per questo momento, ovviamente. – ribatté battendo la bacchetta sul palmo aperto della mano, come soppesandola. – Pensi che due dita rotte facciano male, Malfoy? - Draco stava per rispondere che facevano un male cane, ma si trattene; qualcosa gli disse che non era quella la risposta che voleva sentire. – Ho cercato di andare avanti con la mia vita, ho cercato di convincermi che il tempo cura ogni ferita… ho cercato persino un altro ragazzo! Ma nessuno era come Ron. Siamo cresciuti insieme, abbiamo affrontato praticamente qualsiasi cosa, insieme. Chi avrebbe potuto eguagliarlo?”

“Senti, io… io posso capirti, davvero, ma così non… non risolverai niente”

“Non hai risposto alla mia domanda di prima: cosa pensi che voglia, Malfoy? – gli chiese dolcemente. – Credi forse che stia cercando un modo di riportare in vita Ron, oppure di onorare la sua memoria? So perfettamente che non si può riportare in vita una persona, così come so che un Torneo di Quidditch in suo nome onora adeguatamente la sua memoria. Voglio solo vendetta, Malfoy. Tutto il resto non conta. E se non posso oltrepassare un ostacolo, lo abbatterò.” continuò alzandosi ed avvicinandosi di un passo a lui.

“Ti prego, io… io…”

“Ron non ha nemmeno avuto il tempo di pregarti. L’hai colpito alle spalle.”

“Io… io sono pentito. Veramente pentito. Le persone cambiano, l’hai detto tu stessa.”

“Oh, tu potrai anche essere pentito, Malfoy, ma io sono veramente incazzata. E ti ho anche detto di essere cambiata. Un tempo avrei pianto sulla tomba di Ron per il resto dei miei giorni, pensando al modo così Grifondoro in cui aveva sacrificato la sua vita. Ma ora non siamo più a scuola.” scostò con un calcio la sedia che Draco aveva ribaltato. Lui si allontanò verso il letto.

“Sei un Auror. Non… non puoi farmi volutamente del male. E’ contro la vostra etica.”

“L’unico motivo per cui sono diventata Auror sei tu, Malfoy: sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, perché sono anni che lo preparo. – gli rispose continuando ad avvicinarsi. – Sono anni che parlo a Harry e Shacklebolt dell’importanza di pene riabilitative e clemenza di giudizio; sono anni che mi occupo di te, presenziando a tutte le udienze, seguendo da vicino il tuo caso. ‘Penso che meriti un’altra possibilità, Harry, davvero. Era solo un ragazzo, proprio come noi.’ Non puoi immaginare quanto sia stata convincente. – Draco inciampò nel comodino vicino al letto e per poco non cadde. – Ahi, mi sa che quelle dita si stanno già gonfiando, eh?” disse indicando con un cenno le dita rotte della mano destra.

“Io… ti prego, è successo tutto così in fretta. Io non volevo farlo, davvero…”

“Avresti potuto usare qualsiasi altro incantesimo, Malfoy, ed invece hai scelto l’Anatema che Uccide; nessuno ti aveva mai spiegato il suo effetto?”

“Lui stava minacciando mio padre… non potevo lasciare che… che gli succedesse qualcosa.” ormai Draco aveva fatto tutto il giro della cella, cercando di starle il più lontano possibile.

“Hai avuto cinque anni di tempo per confessare il tuo delitto e rimetterti alla giustizia; ora dovrai subire la mia. – Hermione si fermò e sospirò. – Sai benissimo che è inutile continuare a girare in tondo per la cella, vero?” alzò la bacchetta.

“Confesserò. Ti giuro che confesserò!”

“Troppo tardi, mi dispiace.” l’espressione di Hermione sembrava così sinceramente dispiaciuta che per un attimo Draco le credette. D’altronde, fino a cinque minuti prima si era bevuto ogni sua parola senza il minimo dubbio.

“Passerò tutta la vita ad Azkaban! Non uscirò mai più! Te lo giuro, te lo giuro! – urlò inciampando di nuovo, questa volta nella sedia che lui stesso aveva fatto cadere. – Confesserò! Ti prego, non-“

L’incantesimo lo interruppe, ma non fece male come aveva creduto. Si aspettava come minimo uno Schiantesimo, ma era pronto anche ad una Cruciatus; quando improvvisamente sentì la sua volontà piegarsi fino a spezzarsi, capì che Hermione Granger non gli avrebbe mai reso le cose così semplici.

“Credo che l’Imperius sia la mia Maledizione preferita; sai, ho sempre adorato avere tutto… sotto controllo. Che ne dici di sederci a parlare ancora un po’? Raccogli la sedia. Con la mano destra, ovviamente. - disse Hermione rimettendosi seduta. L’unica cosa che Draco poté fare di propria volontà prima di prendere la sedia fu deglutire; il dolore riesplose come un incendio. – Fa male, eh? Questo è solo un assaggio.”

“Giuro che confesserò… te lo giuro. Domani. All’udienza. Confesserò davanti al Wizengamot.”

“E’ davvero troppo tardi, Malfoy. Una vita ad Azkaban non può compensare la mia perdita. E poi, non potrei venire a trovarti tutti i giorni per guardarti soffrire. – improvvisamente Draco sentì l’irrefrenabile desiderio di sbattere la mano sul tavolo. Lo fece per tre volte, sotto lo sguardo divertito di Hermione. – Come va?”

“Fa… fa male.”

“Lo so. Lo adoro.”

“Che cosa hai intenzione di fare? Che cosa hai intenzione di farmi?”

“Un’Avada Kedavra sarebbe stato troppo banale, ed una Cruciatus non sarebbe stata abbastanza dolorosa; non una sola volta, almeno. Passeremo molto tempo insieme, prossimamente; capirai. – rispose con un sorriso. – Sento che stai cercando di resistere, Malfoy.” aggiunse poi con espressione corrucciata.

“Non ci sto solo provando. Ci riuscirò.”

“Come sei carino. Mi fai quasi tenerezza. – allungò una mano sul tavolo e prese quella destra del giovane. La strinse. – Potrai parlare con chiunque e fare ciò che vorrai, ma non potrai mai dire una parola sulla Maledizione, né farmi del male. Vuoi provare ad indovinare chi è l’Auror migliore del Ministero? – Draco non riuscì a rispondere, soffocato dal dolore e dall’impossibilità di reagire, mentre la mano sinistra tremava inutilmente nello sforzo di muoversi. – L’hai capito, vero?” Hermione gli lasciò la mano, e Draco ricominciò a respirare normalmente.

“Non hai risposto alla mia domanda…” disse quando si fu ripreso.

“Sai, a dire il vero non so ancora di preciso cosa ti succederà. Di sicuro mi divertirò molto, nei prossimi tre anni. – gli diede un buffetto sulla guancia. – Ci divertiremo molto.” si corresse con un sorriso.

“Mi ucciderai?”

“Forse sì. Devo ancora decidere cosa potrebbe farti più male. Una morte pulita e veloce dopo tre anni di torture, oppure una vita intera di torture? – rispose appoggiandosi pensierosamente una mano al mento. – Non solo fisiche, ovviamente; non sono così barbara. Stavo pensando che i giornalisti impazzirebbero per una storia d’amore nata durante gli arresti domiciliari, non credi anche tu? Mi sembra di vedere già i titoli sulla Gazzetta: ‘La più promettente Auror del Ministero ed il giovane Mangiamorte redento si giurano amore eterno nella romantica cornice di Malfoy Manor.’ Che ne pensi?”

“Che cosa… che cosa stai dicendo?”

“Sto dicendo che non ti ucciderò, Malfoy. Sto dicendo che pregherai di poter tornare ai giorni tranquilli ad Azkaban. Sto dicendo che probabilmente ad un certo punto m’implorerai di morire… e nemmeno a quel punto sarò soddisfatta. Una vita per una vita; e io mi prenderò tutta la tua vita. Ora alzati. – Draco eseguì immediatamente l’ordine, ed in più si tolse la scarpa e la calza sinistra. Hermione si alzò, spostò un po’ il tavolo ed estrasse la pistola dalla fondina. – Questa è un’arma babbana, si chiama pistola. Non è versatile come una bacchetta, ma fa male, credimi. Alza un po’ il piede. – il ragazzo rimase immobile davanti a lei, mentre Hermione toglieva la sicura e prendeva la mira. Il colpo esplose con precisione millimetrica: Draco si accasciò muto al suolo, stringendosi il piede insanguinato. – Bella, vero? No, niente grida, m’infastidiscono e mi fanno venire il mal di testa.”

Hermione recuperò il proiettile dall’altra parte della stanza, mentre Draco cercava inutilmente di tamponare la ferita.

“Mi hai fatto un buco nel piede… mi hai fatto un cazzo di buco nel piede!” esclamò angosciato.

“Non ti preoccupare, ti guarirò; non ho intenzione di lasciare tracce. Tra qualche giorno inizierò a fare sul serio, questa era solo una dimostrazione. – gli disse riavvicinandosi a lui. Si chinò e mormorò degli incantesimi curativi: Draco vide la ferita riassorbirsi lentamente, mentre il sangue svaniva. – Temo che ti farà male tutta la notte; era una brutta ferita.”

“Tu sei pazza! Sei una stronza completamente pazza!” sussurrò guardandola. Lei gli sorrise.

“Ti piacerebbe, Malfoy. Una pazza ti avrebbe ucciso subito, lo sai. – gli rispose. Diede uno sguardo all’orologio da polso. – Vorrei davvero rimanere ancora un po’ con te, ma la mia ora sta per scadere. E poi, voglio che tu arrivi ben riposato all’udienza di domani. – lo prese per un braccio e lo costrinse a rialzarsi, incurante del dolore al piede, poi lo accompagnò verso il letto. Lui s’infilò subito sotto le coperte. – Oh, quasi dimenticavo. – Hermione s’infilò una mano nello stivale destro ed estrasse due piccole fiale. – Ecco, questo è per le tue dita; domattina saranno a posto. Bevi anche questa.” disse porgendogliele.

Draco bevve avidamente entrambe; in pochi secondi sentì che le dita stavano tornando a posto.

“E l’altra?” chiese ridandole le fiale.

“Oh, l’altra è un regalino per non farti dimenticare di me. – gli rispose rimboccandogli le coperte. – Sono quasi le dieci; domattina alle otto avrà esaurito il suo effetto.”

All’improvviso Draco sentì la gola bruciare; cercò di fare un respiro profondo, ma ovviamente non ci riuscì.

“Bas… bastarda…” sussurrò tra un rantolo e l’altro.

“Buonanotte anche a te, Malfoy. – gli accarezzò lentamente il viso, poi appoggiò il proiettile ancora sporco di sangue sul comodino. – Questo è un ricordo. E non ti preoccupare: gli altri non possono vederlo. Per loro sarebbe solo una biglia. Ci vediamo domattina.” aggiunse allontanandosi.

Rimise le sedie vicino al tavolo e andò verso la porta: la maniglia si abbassò docilmente riconoscendo il suo tocco.

“Auror Granger.” disse la guardia quando fu uscita dalla cella rivolgendole il saluto militare. Hermione la guardò: era cambiata.

“Riposo. Come stanno andando le esercitazioni al poligono?” gli chiese dolcemente.

“Be… bene, Auror Granger.” rispose l’uomo nervoso.

“Allora è molto strano che tu abbia dimenticato di mettere la sicura alla tua arma.” disse indicandogli la pistola nella fondina.

Non rimase ad osservare la guardia che si affrettava a controllare goffamente la pistola; aveva ancora parecchi gradini da fare, quella sera. Però si era decisamente tolta qualche soddisfazione.

 

 

Il Natale è passato, quindi non dobbiamo più essere per forza tutti buoni, giusto?

Allora, l’idea per questa storia mi era venuta circa quattro anni fa, prima ancora che uscisse l’ultimo libro; in teoria doveva andare in coppia con un’altra ff che ho scritto e pubblicato nel 2007, “Death Eater’s Entertainment”, ma siccome sono pigra ed incostante la sua gemella è riuscita a venire alla luce solo adesso. Sono entrambe AU e OOC (anche se ho cercato di non stravolgere completamente i personaggi), e devo ammettere che mi sono divertita tantissimo a scrivere entrambe.

Insomma, la Rowling ci ha regalato il lieto fine che tutti ci aspettavamo, ma cosa sarebbe successo se Ron, ad esempio, fosse morto? Io ho immaginato che Hermione avrebbe reagito così, e non mi dispiace affatto così machiavellica e determinata.

Il riferimento che fa durante la conversazione con la prima guardia a quanto può essere pericoloso un Expelliarmus riguarda ovviamente il duello finale di Harry e Voldemort.

Spero che vi sia piaciuta questa storia!

A presto,

Contessa

   
 
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